Nino D’Angelo, il poeta che parla col cuore

Nino D’Angelo, il poeta che parla col cuore

AttualitàBenevento Città

Un poeta. Questo è Nino D’Angelo, che ieri sera si è esibito nella gremitissima piazza Risorgimento di Benevento, nell’ambito della 43a edizione di “Città Spettacolo”.

Probabilmente, molti storceranno il naso non ritenendo il Nino Nazionale degno di far parte della stessa categoria del “Petrarca“. Ma Nino D’Angelo, al secolo Gaetano D’Angelo, ha imparato a parlare prima col cuore che secondo le regole grammaticali. Non è un caso che il suo ultimo tour, che ha visto nel Sannio la sua tappa conclusiva, si intitoli “Il Poeta che non sa parlare”.

Nonostante da ormai quarant’anni sia capace di unire almeno tre generazioni, rapendo con la sua musica e con le sue canzoni anziani, adulti ma anche tantissimi giovani e giovanissimi, l’ex caschetto biondo ha dovuto lottare e non poco contro i pregiudizi di chi ha cercato per anni di sminuire la sua arte, provando a relegarlo ai margini della Musica italiana, quella con la “M” maiuscola.

E’ stato il suo pubblico, anzi il “Popolo delle sue canzoni” a ribellarsi nei confronti di un simile tentativo, restandogli fedele negli anni, tributandogli nei suoi vari tour in giro per l’Italia e per l’Europa tributi plebiscitari e, soprattutto, non facendogli mai mancare l’affetto. Quell’affetto che non può non provarsi verso un uomo, ormai sessantacinquenne, che non ha dimenticato mai le sue origini, restando sempre il ragazzino magrolino col caschetto biondo, insomma uno scugnizzo. Mai una parola fuori posto; sempre pronto a risolvere tutto con una battuta o una risata; un’empatia profonda, inossidabile con il suo pubblico.

Questa è la forza di Nino D’Angelo che, come logico che sia, negli anni è cresciuto e si è evoluto – anche – come artista, senza però mai rinnegare quelle canzoni che lo hanno salvato nel vero senso della parola, dandogli la possibilità di cambiare letteralmente vita, abbandonando quella fatta di stenti, di paure, di difficoltà per abbracciare quella di Nino D’Angelo. Ma sempre con Gaetano nel cuore.

“Se sono ciò che sono oggi lo devo a voi. Siete voi la mia fortuna”, ha dichiarato senza mezzi termini il cantautore partenopeo ieri sera da quel palco, dove è andato in scena uno spettacolo a tutto tondo. nel corso del quale ha dimostrato – ancora una volta e se ce ne fosse ancora bisogno – di essere un artista a 360 gradi. Insomma, per altri, sicuramente, si sarebbe scomodato il termine Performer. E noi, senza dubbio alcuno, lo facciamo.

I tantissimi fan, giunti da tutta la Campania e non solo dal Sannio, hanno cantato a squarciagola tutti i successo di Nino D’Angelo, da quelli più datati come “Nu jeans e na maglietta” a quelli più recenti come “Voglio parlà sul d’ammor”, passando per “Maledetto treno”, “Stupida avventura”, “Jesce Sole” e via dicendo.

Una serata, di circa due ore di spettacolo, vissuta come se ci si trovasse su una sorta di montagna russa delle emozioni: si è passati dalle risate per alcune battute calcistiche di Nino, noto tifoso del Napoli, ai sorrisi affettuosi quando il cantante ha chiesto di far salire sul palco una piccola fan, concedendole una foto e un momento che non dimenticherà mai, passando per l’eccitazione mista a paura di quando in maniera spericolata si è arrampicato sui tralicci a sostegno del palco, sino a un pizzico di malinconia di quando D’Angelo ha cantato la canzone che ha voluto dedicare all’amico Diego Armando Maradona, il tutto preceduto – e non poteva essere diversamente – dal coro “Oh mamma mamma mamma, sai perché mi batte el corazon…”.

Nel corso della serata, c’è stato anche un momento celebrativo, con l’artista partenopeo che ha ricevuto il premio “Gregoretti”, consegnatogli dal sindaco di Benevento, Clemente Mastella, e dal direttore artistico della Kermesse, Renato Giordano.