Palazzo Mosti, l’affondo dell’Opposizione: “Non siamo meri ratificatori di decisioni assunte altrove”

Palazzo Mosti, l’affondo dell’Opposizione: “Non siamo meri ratificatori di decisioni assunte altrove”

Politica

Di seguito nota stampa a firma dei consiglieri comunali De Longis, De Lorenzo, De Stasio, Fioretti, Megna, Miceli, Moretti, Perifano, Piccaluga, Sguera, Varricchio.

“Quella andata in scena oggi nella riunione congiunta delle commissioni consiliari Partecipate, Lavori Pubblici ed Ambiente, ha assunto i contorni di una vera e propria farsa. Eppure oggetto era la delicatissima questione della nuova società mista che dovrebbe gestire il servizio idrico.

Mancata trasmissione di documentazione fondamentale (relazione illustrativa obbligatoria, piano d’ambito e, soprattutto, statuto della nuova società oggetto della delibera stessa), il resto della documentazione fornita ai consiglieri nemmeno 24 ore prima della seduta delle commissioni (in violazione del regolamento comunale), rigetto della nostra richiesta di rinvio per necessari approfondimenti istruttori.

La risposta della maggioranza è stata la votazione, al buio, perché senza documenti, soprattutto senza la bozza di statuto, pur richiamata e facente parte integrante della delibera!

E qua arriviamo all’ulteriore mancanza di rispetto: abbiamo appreso dalla stampa la data del prossimo Consiglio Comunale, invece che  concordata nella Conferenza dei Capigruppo convocata per oggi pomeriggio alle 15.30. Per questi motivi abbiamo deciso di disertare per protesta la stessa riunione della Capigruppo.

Non accettiamo di essere trattati come meri ratificatori delle decisioni assunte altrove, senza nemmeno darci la possibilità di leggere i documenti. Ancora una volta siamo costretti a rilevare la mancanza di correttezza dell’amministrazione comunale e lo svilimento del nostro ruolo di consiglieri comunali.

Per la verità, dopo l’ultimo consiglio comunale dello scorso dicembre e dopo le “scintille” di inizio anno di alcuni consiglieri di maggioranza, ci eravamo illusi che qualcosa potesse cambiare.

Evidentemente l’obiettivo era altro, non la trasmissione per tempo dei documenti (addirittura adesso va bene anche se non ci sono proprio), non il corretto funzionamento della macchina amministrativa nell’interesse pubblico”.