Eugenio Bennato in “Qualcuno sulla terra”, in una kermesse di sentimento e cultura napoletana

Eugenio Bennato in “Qualcuno sulla terra”, in una kermesse di sentimento e cultura napoletana

AttualitàBenevento Città

Sabato 28 gennaio, nel singolare e accattivante spazio dell’Auditorium di S. Agostino di Benevento, Eugenio Bennato trascina il numeroso pubblico presente, in un viaggio musicale in cui non mancano riferimenti alla memoria ed alla condizione odierna del mezzogiorno, ad un’umanità silente che, attraverso la musica, esalta la proprie radici e la sua emotività.

Ha preceduto lo spettacolo il benvenuto ed i ringraziamenti da parte di Maria Buonaguro, Presidente “Amici dell’Accademia” e di Marcella Parziale, Direttrice Artistica.

La manifestazione rientra nella stagione artistica 2023 dell’Accademia di Santa Sofia, in stretta collaborazione con l’Università degli studi del Sannio e del Conservatorio di Benevento. La direzione artistica, come sempre era affidata a Filippo Zigante e Marcella Parziale, e la consulenza scientifica a Marcello Rotili, Massimo Squillante e Aglaia McClintock.

L’esibizione dell’artista napoletano è stato preceduto dalla prof. Aglaia McClintock, storica del diritto romano, Garante degli Studenti dell’Università del Sannio, che racconta, con dovizia di particolari e con grande sensibilità, la storia della via Appia, dal nome del censore Appio Claudio Cieco, via mediterranea che collegava originalmente i Colli Albani a Capua, ma che fu estesa prima fino a Maleventum ( poi Beneventum) e poi fino a Brindisi, un percorso che non fu solo una strada, ma successivamente una via di comunicazione tra culture, tra lingue e soprattutto tracciato per l’affermazione del concetto del diritto.

E’ seguita l’esibizione del gruppo musicale de “Le voci del sud” composto da Letizia D’Angelo, Laura Dentato, Laura Cuomo, Francesco Luongo e Angelo Plaitano, giovani insieme ai quali Bennato ha voluto condurre i presenti a riscoprire le origini della musica, con particolare attenzione ai ritmi mediterranei ed alla valenza sociale in essi contenuti.

Lo spettacolo è stato aperto dai corali che, prendendo spunto da temi come la Creazione, la Terra e l’uomo, hanno coinvolto il pubblico in una serie di canzoni nelle quali era esaltato il cuore e la sensibilità del popolo mediterraneo ed in particolare di quello napoletano.

L’ingresso in scena di Bennato, accolto da un caloroso applauso, ha aperto la strada ad una musica impegnata preceduta sempre, da una spiegazione sui temi proposti e dalle motivazioni, filosofiche e sociali che lo hanno spinto a comporre i diversi brani.

Qualcuno sulla terra” è il suo nuovo ed affascinante progetto musicale,costituito da sette brani inediti tutti ispirati alla creazione del mondo. Il disco vede la sua conclusione in una suite composta con la collaborazione di Carlo D’Angiò, “A Sud di Mozart”.

“Qualcuno sulla terra” è dunque una favola poetica della genesi del mondo, una percorso musicale che prende coscienza della bellezza e della grandezza dell’universo.

Con il brano “Evviva chi non conta niente”, Bennato esalta il significato delle frontiere, dei migranti e di tutta un’umanità da raccontare, gente che attraversa mari, deserti, montagne, con il sottofondo di musica del Sud che riecheggia fin dalla misteriosa Africa, Algeri, Etiopia, Mozambico, patrie di una musica martellante e intensa che arriva fino a noi travolgendo i nostri suoni attraverso antiche tammorre e decise chitarre.

E’ la musica di chi, da ultimi, vuole farsi sentire, la melodia di chi “non conta niente” perché fuori dai giochi dai meccanismi superficiali ed effimeri dell’occidente moderno, la voce in musica di chi sa che la propria melodia non può essere fermata.

Sonorità lontane mille miglia dalla solitudine della globalizzazione e dall’urgenza del business che impera nel nostro tempo, melodie antiche contro cui sembrano ingaggiare una lotta disperata i tamburi dei villaggi africani, musica che spinge i nostri orizzonti ad allargarsi verso latitudini lontane che però conservano ancora il senso della vita. Di tutto ciò ci parla Eugenio Bennato nella serata beneventana.

Bennato è stato anche fondatore, nel 1967, della Nuova Compagnia di Canto Popolare, un progetto musicale nato con l’intenzione di cercare e diffondere la musica della tradizione campana, accompagnata dalla gestualità popolare e dalla melodia del cuore del sud.

Bennato ricorda quell’esperienza definendo quel gruppo che era “una minoranza”, come una “grande minoranza” che, con coraggio e determinazione si è contrapposto alla logica della “maggioranza” culturale e musicale del suo tempo.

Esegue poi i brani  “Ritmo di contrabbando”, “Che il mediterraneo sia”e “Sponda sud”, anch’esse melodie dense di concetti profondi e significativi che non possono dimenticare temi a cui tiene particolarmente, come le sofferenze dei più poveri, di quanti fuggono dai loro paesi in cerca di aiuto e fortuna e di coloro che combattono per la libertà, come Ninco Nanco.

Il brano “Ninco Nanco”, canzone sul celebre brigante Giuseppe Nicola Summa, detto appunto “Ninco Nanco”, nasce dal desiderio di dire la verità sulla “falsa unità d’Italia” e sulla “questione meridionale”, nata dalla violenza e dal sangue di tanta gente del sud che si ribellò ad una conquista, attraverso il movimento dei briganti, personaggi che si opponevano all’ occupazione da parte del nord Italia e per questo andavano messi a tacere, come Ninco Nanco che “doveva morire” dice Bennato. “Omme se nasce, brigant se more” diceva Ninco Nanco, parole ripetute però anche da Garcia Lorca davanti al plotone di esecuzione.

Intona poi “Ninna nanna 2002”, un brano che parla delle carrette del mare e del triste carico umano fatto troppo spesso di bambini destinati a concludere la loro vita in fondo al mare, mentre cercano chi può loro voler bene, perché “chillu dio che ha criato stu mundo, l’ha fatto tundo e accussì grande”, dice Bennato nel brano, eppure sembra che per tanti non ci sia posto per sopravvivere.

Il brano “Brigante se more”, scritta con Carlo D’Angiò e utilizzato per lo sceneggiato Rai “L’eredità della priora”,  coinvolge il numerosissimo pubblico presente che per esso chiede il bis.

Tanti gli applausi del pubblico dell’Auditorium Sant’Agostino pieno fino alla sua capienza massima, tutti entusiasti estimatori di un musicista che è anche un intellettuale oltre che rappresentante simbolico della cultura partenopea e mediterranea nel mondo.  

Il concerto si chiude con “Grande Sud”, il pezzo forse più conosciuto di Bennato, che ha eseguito utilizzando la sua chitarra battente, melodia che ha preceduto i saluti dell’artista ad un pubblico caloroso e riconoscente verso il suo impegno musicale ed umano.