La storia di Cristian: al Fatebenefratelli l’intervento che gli ridà la speranza di tornare a camminare

La storia di Cristian: al Fatebenefratelli l’intervento che gli ridà la speranza di tornare a camminare

AttualitàBenevento Città

Quando la speranza sembra spegnersi, a volte basta l’incontro con la persona giusta per cambiare il destino. È la storia di Cristian, un ragazzo di 32 anni affetto da problematiche di salute complesse e mai del tutto diagnosticate, e di sua madre, che da sempre lo accompagna con forza e determinazione.

Negli ultimi mesi la loro vita è stata stravolta da un evento drammatico: Cristian ha smesso improvvisamente di camminare. Dopo tante richieste d’aiuto, è arrivata la dolorosa verità — una frattura patologica al collo del femore.

Oggi Cristian sorride, pronto a iniziare il percorso di riabilitazione che potrebbe riportarlo a camminare, e festeggia insieme al Dottor Salvatore D’Auria, medico chirurgo ortopedico che ha cambiato il corso della sua storia.

Di seguito la lettera inviataci dalla mamma di Cristian, Luisa Bagnoli.

“Sono Luisa Bagnoli mamma di un ragazzo speciale di 32 anni.  Io e Cristian siamo abituati da sempre ad affrontare una vita non troppo facile per le sue problematiche di salute rimaste ad oggi senza una diagnosi certa. Negli ultimi mesi abbiamo attraversato l’inferno perché Cristian ha smesso all’improvviso di camminare, dopo continue richieste di aiuto la terribile scoperta “frattura patologica al collo del femore”.

Il Dottor Salvatore D’Auria, intervenendo chirurgicamente, ha messo fine alla sua sofferenza nonostante si trovasse improvvisamente di fronte ad un caso molto delicato e difficile da gestire. Non potrò mai ringraziarlo abbastanza per il modo in cui ha gestito la situazione di emergenza di Cristian con l’equipe della sala operatoria. Ringrazio il Dottor D’Auria perché con il suo operato ha permesso a Cristian di avere una vita senza sofferenza e probabilmente ricomincerà a camminare.

Con queste mie parole voglio far sapere che sono grata alla struttura ospedaliera che ci ha aiutati, ai medici, agli infermieri, all’accoglienza di Suor Suma ed al fisioterapista Massimo. Il sentimento di paura che ho provato in questa circostanza si è trasformato in coraggio perché non mi sono più sentita sola nell’affrontare il nostro destino. Dopo continue richieste di aiuto ho scoperto che nell’ospedale della mia piccola città, svolgeva la sua attività un medico umano e competente pronto ad aiutarci”.