Chi è Carlo Acutis, l’influencer di Dio divenuto Santo

Chi è Carlo Acutis, l’influencer di Dio divenuto Santo

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Il primo Santo Millennial: così è stato definito Carlo Acutis, o per meglio dire San Carlo Acutis, ieri domenica 7 settembre 2025 canonizzato insieme al beato Pier Giorgio Frassati.

Il nome di Carlo Acutis è da anni molto popolare, soprattutto sui social (tra le altre cose, Carlo nella sua breve vita fu molto attivo su internet al punto da meritarsi il titolo di “Influencer di Dio”). Ma chi è (stato) Carlo Acutis?

La nascita

Carlo Acutis nasce il 3 maggio 1991 a Londra, dove la famiglia era residente per via di questioni di lavoro del papà Andrea, finanziere presso la banca d’affari Lazard. A dare alla luce Carlo è Antonia Salzano, donna romana oggi autrice di numerosi scritti religiosi.

Il nome Carlo, come da tradizione italiana, proviene dal nonno paterno, proprietario di Vittoria Assicurazioni. Il primo incontro con Dio, Carlo lo ebbe il 18 maggio 1991 quando, nella nella chiesa di Nostra Signora dei Dolori (Church of Our Lady of Dolours) a Chelsea, ricevette il battesimo.

Il piccolo Carlo mostrò sin da subito una grande fede cattolica e una particolare devozione per la Vergine e per il sacramento dell’eucarestia.

L’influencer di Dio

Il suo impegno nella fede cattolica e il suo legame con Dio divenne sempre più concreto con l’avanzare dell’età. Carlo partecipava ogni giorno alla Santa Messa, pregava e, soprattutto, si prendeva cura dei più bisognosi, dedicandosi al volontariato in favore dei senzatetto e nelle mense per i poveri. La sua propensione ad aiutare il prossimo fu vista come qualcosa di affascinante ma alle volte, data la giovanissima età, finì anche per inquietare i suoi piccoli amici o compagni di scuola.

Una passione, quella per la scuola e la conoscenza che andò di pari passo con la fede. Carlo Acutis mostrò curiosità vivace e mente brillante: i professori ricordano come spesso fossero costretti a modificare le lezioni per rispondere alle sue domande.

Realizzò video e progetti scolastici sul volontariato, donava vestiti, coperte e sorrisi a chi incontrava, e si faceva prossimo senza mai voltarsi indietro. Come ricorda la sua professoressa Capello: “Chi incontrava, aiutava. Una vita spesa per gli altri”. 

L’Internet e l’informatica furono altre due grandi passioni del Santo: San Carlo Acutis unì entrambe alla sua vocazione. Insieme a uno studente di ingegneria informatica, infatti, curò il sito della parrocchia milanese di Santa Maria Segreta e progettò portali per il volontariato dell’Istituto Leone XIII, coordinando spot e contenuti per concorsi nazionali. Anche l’estate del 2006, nell’anno della sua morte, fu dedicata a ideare e sviluppare siti per progetti ecclesiastici, tra cui quello della Pontificia Accademia ‘Cultorum Martyrum’. 

Carlo utilizzò il web anche per diffondere la mostra ‘Segni’, dedicata ai miracoli eucaristici e divenuta celebre in tutto il mondo.

La malattia e la morte

Carlo Acutis morì giovanissimo all’età di 15 anni a causa di una leucemia fulminante. Tutto ebbe inizio il 2 ottobre 2006 quando il giovane iniziò ad accusare quelli che sembravano i sintomi di una comune influenza; sei giorni dopo, l’8 ottobre, le sue condizioni si aggravarono e gli venne diagnosticata una leucemia di tipo M3, a causa della quale morì il 12 ottobre, dopo soli tre giorni dalla diagnosi, presso l’ospedale San Gerardo di Monza.

Il funerale fu celebrato il 14 ottobre presso la sua parrocchia, quella di Santa Maria Segreta a Milano. Definito «il Frassati milanese», nel gennaio 2007 le sue spoglie vennero trasferite dal cimitero di Ternengo a quello di Assisi, come egli aveva espressamente richiesto dove rimasero fino alla traslazione nella chiesa di Santa Maria Maggiore nella stessa città, avvenuta il 6 aprile 2019. La chiesa è nota anche come Santuario della Spogliazione di san Francesco. Il volto è coperto da una maschera di silicone che ne riproduce le sembianze.

La reliquia del cuore è conservata nella cattedrale di San Rufino ad Assisi, nell’altare a lui dedicato, che è stato inaugurato il 16 ottobre 2022.

Perché è diventato Santo?

Il primo miracolo attribuito a San Carlo Acutis è quello relativo alla guarigione di un bambino brasiliano di soli 6 anni, affetto da pancreas anulare, raro difetto congenito del pancreas causa indiretta anche di un ritardo nella crescita fisica dovuto all’impossibilità di alimentarsi regolarmente, trattabile solo con un intervento chirurgico.

Matheus Vianna, questo il nome del piccolo brasiliano, nel corso di una cerimonia religiosa nella chiesa di San Sebastiano a Campo Grande, nello Stato di Mato Grosso do Sul, entra in contatto con una reliquia di Carlo Acutis. Nei giorni immediatamente successivi a “quell’incontro” gli esami diagnostici cui viene sottoposto il piccolo danno tutti esito negativo: la malattia è completamente scomparsa, il pancreas risulta sanato. Una condizione che riportò il bambino a potersi nutrire regolarmente e a riprendere il normale sviluppo fisico. La guarigione, “istantanea, completa e duratura”, fu ritenuta inspiegabile dalla Consulta Medica della Congregazione delle cause dei santi, che nel novembre del 2019 espresse parere positivo sul miracolo attribuendone l’intercessione.

È attribuita a Carlo Acutis anche la guarigione di Valeria Valverde, ragazza nata in Costa Rica il 2 maggio 2001 e studentessa a Firenze dal 2018. Il 2 luglio 2022, mentre stava pedalando in bicicletta nella città toscana, Valeria cadde a terra riportando un gravissimo trauma cranico; operata, i medici ne definirono le condizioni “estremamente critiche”. Dopo che la madre Liliana ebbe pregato sulla tomba del beato Acutis chiedendone l’intercessione, nell’arco di poco tempo Valeria guarì completamente.

Oggi Carlo Acutis è diventato un simbolo per i più giovani, che vedono in lui la possibilità di vivere la santità senza tralasciare la quotidianità come la scuola, gli amici e le proprie passioni.

La sua storia ha ispirato anche un film documentario dedicato ai miracoli eucaristici, intitolato Segni, frutto della collaborazione tra Vatican Media e Officina della Comunicazione: 2020. Ed anche “La mia autostrada per il cielo“, di Matteo Ceccarelli, Officina della Comunicazione in collaborazione con il Centro Televisivo Vaticano.