L’arcivescovo di Benevento, Monsignor Felice Accrocca, si rivolge ai fedeli con un messaggio di riflessione e speranza, invitandoli a coltivare la pace, a ricostruire l’armonia prima nel cuore e poi nel mondo. Di seguito il suo messaggio
Carissimi,
viviamo tempi difficili, in cui alla forza del diritto sembra si voglia sostituire il diritto della forza, come se il mondo fosse di chi può prenderselo e la ragione di chi sa mostrare i muscoli. Ieri sera, durante la Via crucis al Colosseo, Papa Francesco ha ricordato che «la città è diversa quando se ne portano gli abitanti in grembo, quando se ne allattano i bambini: quando, insomma, non si conosce soltanto il registro del dominio, ma le cose si vivono dal di dentro». Purtroppo, bambini – per tanti motivi – ne nascono sempre meno nel nostro mondo ricco e triste, e in quelle parti del mondo dove nascono ancora sono sovente falciati da raffiche di mitra e straziati dalle bombe.
Abbiamo bisogno di pace! Pace tra popoli e nazioni, pace nelle famiglie, sul posto di lavoro, a scuola… Una pace da ricostruire anzitutto dentro di noi, poiché, fintanto che non avremo “sminato” il cuore saremo sempre pronti a esplodere: molte piccole o grandi tensioni covano infatti in tante frustrazioni mai superate, in insoddisfazioni che finiscono per rovesciarsi sugli altri! Per questo dobbiamo coltivare il rapporto con Gesù, perché Lui è la nostra pace (Ef 2,14). Ha detto ancora Papa Francesco: «La nostra convivenza ferita, o Signore, in questo mondo a pezzi, ha bisogno di lacrime sincere, non di circostanza. Altrimenti si avvera quanto predissero gli apocalittici: non generiamo più nulla e poi tutto crolla. La fede, invece, sposta le montagne». Possa trovare ascolto!
A tutti auguro una santa Pasqua di pace e di vero cuore vi benedico.
† Felice vescovo
Domenica 13 aprile, Domenica delle Palme, inizia la Settimana Santa, il periodo in cui si celebrano nel modo più intenso i più alti misteri della fede. Nella Domenica delle Palme si celebra anzitutto il momento di gloria di Gesù che “entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione”.
Un breve umile trionfo che preannuncia la gloria futura della risurrezione. Gesù entra da re, ma lo stile del suo ingresso non è segnato dalla prepotenza dei trionfi terreni: non un cavallo bardato regalmente, bensì un asino, coperto dai mantelli dei discepoli; acclamato con rami di alberi e non con le trombe e i peana di vittoria di un esercito.
Entra come “figlio di Davide”. “Conquista” la sua città non con la guerra, ma come “re mite… che viene nel nome del Signore”. L’ingresso di Gesù in Gerusalemme, umile e semplice, va letto alla luce di quanto Gesù stesso dichiarerà di fronte a Pilato: “Il mio regno non è di questo mondo”.
L’arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca, darà inizio ai riti della Settimana santa con la benedizione dei rami d’ulivo, alle ore 10,30, sul sagrato della chiesa di santa Sofia, seguirà la processione verso la Cattedrale dove sarà celebrata la santa Messa della Passione del Signore.
Un anno particolarmente importante per la Chiesa e per tutti quei fedeli che si apprestano con emozione a varcare la soglia della Porta Santa in occasione del Giubileo 2025. Un’esperienza che ha potuto vivere anche la Diocesi di Benevento la scorsa settimana, in pellegrinaggio verso Roma sotto la guida dell’Arcivescovo Mons. Felice Accrocca.
Quella vissuta sabato – come ha reso noto l’Arcivescovo – è stata infatti un’esperienza bella e significativa, che però non si è potuta concludere con l’udienza del Santo Padre, il quale dallo scorso venerdì è ricoverato presso il Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma. Un quadro clinico complesso e delicato quello di Papa Francesco che fa preoccupare i fedeli, alcuni dei quali nelle scorse ore si sono riuniti in una preghiera collettiva al di fuori dell’ospedale. A tal proposito, giunge la lettera dell’Arcivescovo Mons. Felice Accrocca, in cui invita tutti a pregare intensamente per il Santo Padre. Questo il testo della lettera:
“Carissimi,
siamo stati insieme a Roma, giorni fa, per celebrare il nostro Giubileo diocesano e passare insieme attraverso la Porta Santa, riaffermando – in tal modo – la nostra sincera volontà di conversione: il Signore ci dia ora la forza per mettere in pratica i nostri buoni propositi. Sabato 15 febbraio abbiamo vissuto davvero una bella esperienza comunitaria; sarebbe stata ancora più bella se avessimo potuto, com’era in programma, partecipare anche all’udienza con il Santo Padre. Purtroppo Papa Francesco il 14 febbraio è stato ricoverato al Policlinico “Agostino Gemelli” per una degenza che non sappiamo quanto sarà lunga, stante il quadro di complessità delle sue condizioni di salute.
Vi scrivo ora, perciò, non solo per ringraziarvi della splendida giornata che tutti voi mi avete donato, ma anche per sostenervi nell’azione di preghiera che – ne sono certo – avete già avviato, sin dall’inizio, a favore del ristabilimento della salute di Papa Francesco. Preghiamo intensamente per il Papa! Lui ce lo chiede sempre, in ogni occasione, tanto più in questa. Imitiamo la Chiesa delle origini. Sappiamo infatti che, «mentre Pietro era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui» (At 12,5).
Tutti voi saluto cordialmente e, di vero cuore, tutti vi benedico!“