Movimento Lavoratori Azione Cattolica Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti.
Riparte la Scuola diocesana d’Imprenditorialità, ideata l’anno scorso dall’Equipe del Progetto Policoro, composta dai tre Uffici di Policoro (Caritas diocesana-Pastorale Sociale e del Lavoro-Pastorale Giovanile), dalla Scuola d’Impegno Socio-Politico, dall’Azione Cattolica diocesana e dal Movimento Lavoratori di Azione Cattolica.
Il percorso, che avrà inizio venerdì 31 gennaio ore 19.00, dal titolo “TERRITORIO, INNOVAZIONE E IMPRESA. Superare le contrapposizioni per progettare insieme il futuro”, mira a dare le basi per operare nel mondo dell’imprenditoria, nell’ottica di dare uno slancio ad una realtà delle aree interne come quella della Diocesi, che soffre oggi in modo importante la problematica della disoccupazione giovanile e dello spopolamento.
“La Scuola d’Imprenditorialità – dichiara il Tutor del Progetto Policoro Luca Pacelli – è un’opportunità formativa, indirizzata soprattutto a quei giovani che vivono e resistono nel nostro territorio, martoriato da disoccupazione e spopolamento. L’obiettivo è quello di rendere il “restare” una ricchezza, una scelta consapevole che renda possibile approfittare di tutte le opportunità che il territorio può offrire, reinvestendole per generare nuovo welfare”.
Gli incontri saranno cinque e si svolgeranno tutti a Cerreto Sannita, presso Casa Santa Rita (via Sannio, 43). Il percorso terminerà sabato 15 marzo, con la visita ad una realtà attiva sul nostro territorio, l’azienda agricola Fappiano di San Lorenzello. Al primo incontro di venerdì 31 gennaio, preceduto dal saluto del vescovo diocesano mons. Giuseppe Mazzafaro, sarà approfondita la figura dell’imprenditore Adriano Olivetti dal direttore della Scuola diocesana d’Impegno Socio-Politico don Matteo Prodi.
Per info ed iscrizioni (gratuite e aperte a tutti), è possibile contattare lo 0824 860176 oppure è possibile scrivere su whatsapp al 351 5171089 o all’email diocesi.cerreto@progettopolicoro.it
“Per noi – afferma il direttore della Scuola d’Impegno Socio-Politico don Matteo Prodi– è importantissimo proporre la filosofia di fondo del creare lavoro, oltre che del cercarlo, desiderando di plasmare il mondo anche attraverso il fare impresa etico. Tali percorsi d’imprenditorialità, da costruire, devono essere attenti alla persona umana, a partire dalla sicurezza sul lavoro, da retribuzioni giuste ed eque e da tutti i diritti dei lavoratori. Quello del lavoro è un tema vitale. Senza lavoro l’Italia crollerebbe e l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, ci dice la nostra Costituzione. Creare lavoro significa anche creare una nuova Italia”.
Anche per questo secondo anno la formula sarà la stessa dell’anno scorso, con degli incontri formativi sul tema dell’imprenditorialità tenuti da docenti universitari di alto profilo e spessore. Docenti della Scuola d’Imprenditorialità saranno: Luciano De Bonis dell’Università degli Studi del Molise e componente del Consiglio Scientifico del “Centro di Ricerca per le ARee Interne e gli Appennini” (venerdì 7 febbraio), Alessandro Ciotola, CEO di StartLab Europa (venerdì 21 febbraio) e Vincenza Esposito dell’Università degli Studi del Sannio (venerdì 28 febbraio).
Le 16 proposte progettuali presentate per il concorso “Giovani Imprenditori”, che vedrà proclamato il vincitore nel quarto incontro di venerdì 28 febbraio, hanno dimostrato che il nostro territorio offre una varietà di idee, possibilità e risorse, ed è su tutto questo che la scuola di imprenditorialità ha deciso di investire in questo nuovo anno.
“Nella missione evangelizzatrice della Chiesa – ricorda il segretario diocesano del Movimento Lavoratori di Azione Cattolica Giovanni Pio Marenna – vogliamo essere pellegrini di speranza (come ci sta chiedendo questo Giubileo) e messaggeri di fiducia (come c’invita a fare l’AC). La seconda edizione della Scuola d’Imprenditorialità (così come tutte le iniziative che abbiamo svolto e che svolgeremo sul tema del lavoro) vuole proprio continuare ad annunciare e seminare speranza e ad accendere luci di fiducia su un territorio che, in quanto a ricchezza e bellezza (a partire da quella ricca di umanità dei suoi abitanti), avrebbe tantissimo da dire, da dare, da sviluppare e da potenziare. Spesso, però, ci si barrica nelle proprie prigioni mentali dell’abitudine e nelle proprie gabbie schematiche della prudenza, passando dal mantra della sfiducia che tanto qui non cambierà mai niente. A pagarne un salato prezzo di questa cultura, alimentatasi sicuramente anche da una certa nociva politica, sono sia le nuove generazioni, sia le giovani famiglie. Certo, se non ci s’impegna per cambiare le cose che non vanno, chiaramente non cambierà mai niente e si rivelerà anche inutile lamentarsi. Questo è chiaro. E sul tema dell’impegno costante ad essere segni e testimoni di speranza, con gesti e azioni concrete, chi si professa credente ha una responsabilità decisamente maggiore”.
Ancora una volta il gruppo diocesano di studio, analisi e riflessioni sul tema del lavoro, coordinato dal Progetto Policoro, vuole sostenere a chiare lettere che costruire un futuro migliore nelle aree interne è possibile: bisogna crederci, lavorare sodo per ottenerlo, non rimanere alle finestre, tirando i remi in barca, e dare fiducia alle potenzialità del territorio e ai talenti dei giovani.
Progettazione Sociale MLAC, gli studenti del ‘Luigi Sodo’ e del ‘Carafa-Giustiniani’ diventano street-artists per un giorno
Anche se le avverse condizioni meteo, che hanno reso il campo sportivo del Seminario diocesano di Cerreto Sannita inagibile, non hanno consentito lo svolgimento dell’annunciata iniziativa progetto “Oltre il Muro”, il gruppo di lavoro, coordinato dall’Azione Cattolica diocesana, ha deciso sì di rinviare la realizzazione del murales, ma ha anche pensato di dare ugualmente ai giovani del territorio la possibilità di trascorrere una mattinata insieme all’insegna dell’inclusione, della condivisione, dell’ascolto di storia ed esperienza vissute dal giovane artista gambiano Nuru B. e del racconto della storia delle immagini, a cura dello street artist Biodpi, al secolo Fabio Della Ratta, attualmente direttore della Pastorale Sociale e del Lavoro.
L’incontro s’è svolto a Casa Santa Rita, sede condivisa della Caritas diocesana e della cooperativa sociale di comunità iCare tra avvenimenti che hanno portato all’evoluzione delle immagini (dalla pittura alla scultura, dalla fotografia all’intelligenza artificiale), disegni, colori e tecniche artistiche, come quella dello stencil, dove i partecipanti si sono cimentati nella stampa di immagini sulle proprie t-shirt grazie ad una maschera normografica.
Presenti, oltre ai giovani del Forum dei Giovani e dell’Azione Cattolica interparrocchiale, gli studenti dell’Istituto “Luigi Sodo” e del IIS “Carafa Giustiniani” di Cerreto, assolutamente entusiasti di aver appreso nuove nozioni e conoscenze. E chissà che, tra loro, non sboccerà in un prossimo futuro un nuovo fenomenale street-artist.
110 candeline per l’Azione Cattolica, Salomone: “Senso di gratitudine profondo verso un’associazione che da tanto, facendoci crescere”
Che la festa abbia inizio! L’Azione Cattolica diocesana ha festeggiato 110 anni dall’istituzione della prima associazione a Cerreto Sannita nel 1914 (quando le due Diocesi erano ancora separate), immersa tra gli stand promozionali ricchi di foto e di ricordi delle associazioni parrocchiali nel verde del Parco delle Terme di Telese. Tantissime le persone presenti, oltre 250, tra un tuffo nel passato con i responsabili di ieri e un balzo nel futuro-presente con i responsabili di oggi.
E, in questo fare memoria di tanta vita passata e di tanto bene donato e ricevuto, attraverso volti, relazioni, esperienze condivise e storie di servizio e di responsabilità, e dopo un breve momento di preghiera guidato dall’attuale vescovo diocesano mons. Giuseppe Mazzafaro, mons. Mario Paciello, vescovo della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti dal 1991 al 1997, ha espresso sentimenti di gioia, amore e riconoscenza verso l’AC: “Posso senza dubbio dire ad alta voce che, nei miei anni di episcopato, 33 anni fa, trovai un’AC che fu il bastone che Gesù ci ha ordinato di prendere, quando ci ha mandato in missione.
E’ stata veramente il mio bastone di viaggio, con i presidenti Antonio Riccardi e Renza Stabile e con il caro don Franco Piazza come assistente unitario, nei 6 anni a servizio della mia comunità diocesana. Ma i 110 anni non sono e non devono essere una semplice rievocazione di un evento passato, non sono e non devono rimanere un nostalgico o un compiaciuto ricordo delle cose fatte, dei passi mossi lungo il cammino. Celebrare questi 110 anni è come contemplare un frutto meraviglioso, esotico, maturato nel tempo.
Oggi dobbiamo chiederci come usarlo al meglio, che utilizzo e valorizzazione dobbiamo dargli a questa nostra AC diocesana.Festeggiare i 110 anni sono una preziosa occasione che c’è arrivata per meglio riflettere sul prendere più chiaramente coscienza di chi siamo e di chi dobbiamo essere, sul prendere più chiaramente coscienza che il cammino e la vocazione all’AC è più attuale che mai perché spirito, carisma e missione dell’AC sono lo stesso spirito, lo stesso carisma e la stessa missione della Chiesa.
L’AC è un laboratorio dove s’impara a vivere la comunione e la sinodalità, dove s’impara a vivere l’unità. Facciamo quest’esperienza per poter essere missione, l’altra faccia concreta dell’Azione Cattolica. L’AC è un osservatorio dove poter leggere la realtà, provandoci a interrogarci su che cosa ha bisogno il mondo in cui viviamo e le persone che lo abitano e quali sono le nostre risorse. E, in base alle nostre risorse, quelle che il Signore ci ha donato, chiederci che cosa possiamo fare. L’Azione Cattolica è fatta per uscire, punto di arrivo della missione del conoscere e far conoscere Cristo”.
Tanti gli auguri ricevuti dall’AC: dal presidente diocesano più anziano, anzi più Adultissimo, Antonio Riccardi, allo storico assistente unitario don Franco Piazza, attuale vescovo di Viterbo, dall’arcivescovo di Napoli (già vescovo diocesano fino al 2020) mons. Domenico Battaglia al confermato presidente nazionale di Azione Cattolica Giuseppe Notarstefano. E proprio Notarstefano, nel fare gli auguri, ha sottolineato come questa straordinaria opportunità di fare memoria di più di un secolo di storia associativa, data da questo momento di festa, possa essere un’occasione per rinnovare le scelte compiute, ricordando l’entusiasmo delle radici e traendo da esse lo stimolo per acquistare nuovo vigore e impulso. “Stiamo attraversando un cambiamento d’epoca – scrive Giuseppe Notarstefano – ma l’AC ha dimostrato di saper affrontare le difficoltà, cercando con coraggio nuovi percorsi che hanno dato dei frutti”.
In questo spegnere le 110 candeline di vita nel 2024, molta emozione, mista a soddisfazione, trapelava dal volto e dalle parole della presidente diocesana Lia Salomone: “Ho in comune con tutti coloro che hanno amato e amano l’AC un senso di gratitudine profondo e un certo sentirsi in debito nei confronti di un’associazione che mi e ci ha dato tanto, che ci ha fatto crescere, che ha intessuto legami e relazioni, che ha fatto nascere amori e ha creato famiglie, che ha generato vocazioni e che ha saputo farsi compagna di viaggio nella vita di ogni giorno. La verità è che – dichiara Salomone – aver vissuto davvero l’AC, ti rende diverso. Lo fa nella vita familiare, in quella lavorativa, nell’impegno politico, nella vita sacerdotale, nel modo di vivere la comunità. E’ tutta la bellezza di una concreta passione educativa ed ecclesiale, fatta di gesti di cura e di accompagnamento delicato, paziente e sapiente. Una straordinaria dotazione di capitale spirituale, umano e sociale che si rigenera e si sparge oltre il perimetro della vita associativa, diventando fermento di vita ecclesiale, comunitaria e civile, attraverso gesti di cura e di servizio al Bene Comune”.
E’ stata espressa a piene mani la gratitudine di tutti coloro che hanno costruito e camminato con l’Azione Cattolica nel nostro territorio diocesano. Un’AC sempre più disponibile a farsi provocare dalle domande delle persone e dei territori che abitiamo, capace ancora oggi di raccogliere la sfida di tenere insieme generazioni diverse e realtà territoriali diverse, scegliendo una forma associativa che, nell’annunciare il Vangelo, fa della democraticità il fondamento e lo stile dell’Azione Cattolica Italiana.
Benevento, l’avv. Francesca Mandato nuovo Presidente Diocesano dell’Azione Cattolica
Sua Eccellenza l’Arcivescovo di Benevento Mons. Felice Accrocca, in data 2 maggio 2024, ha nominato il nuovo Presidente Diocesano dell’Azione Cattolica, nella persona della Francesca MANDATO.
Mandato, avvocatessa esperta di diritto civile e penale, guiderà l’AC per il prossimo triennio associativo 2024/2027.
Azione Cattolica, Lia Salomone nominata nuovo presidente diocesano
Il neo presidente Salomone: “Si riparte dalla bellezza di un cammino condiviso e dalla piena continuità dei tanti passi fin qui mossi”.
E’ un gioioso giorno di festa per l’Azione Cattolica della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti. Dopo l’Assemblea Elettiva dello scorso 21 gennaio, su indicazione e proposta all’unanimità del nuovo Consiglio Diocesano eletto, il nostro vescovo Giuseppe ha affidato la guida dell’Azione Cattolica diocesana a Lia Salomone, 32 anni, dell’AC della parrocchia “Santa Maria Assunta” di San Salvatore Telesino, per il prossimo triennio associativo 2024/2027.
Mediatrice linguistica e culturale, Lia Salomone ha ricoperto per due trienni consecutivi la responsabilità di responsabile diocesana ACR e attualmente è membro dell’Ufficio Centrale dell’ACR nazionale. Nelle due Presidenze del presidente uscente Giovanni Pio Marenna ha svolto il servizio e la funzione di segretaria diocesana.
Ringraziamo il nostro vescovo per l’attenzione, la fiducia e l’affetto che sempre, fin dall’inizio del suo episcopato, ha rivolto alla nostra associazione. Così come ringraziamo il presidente uscente Giovanni Pio per l’impegno di questi anni e Lia per la generosa disponibilità al servizio.
“Ringrazio – esordisce il neo presidente Salomone – il nuovo Consiglio Diocesano per la generosa fiducia che ha voluto donarmi nel propormi a Monsignor Mazzafaro e ringrazio il vescovo Giuseppe per la paterna stima nel conferirmi la nomina. Nell’anno che l’AC dedica, in particolare, all’attenzione verso il prendersi cura delle persone e del territorio, conto proprio sulla bellezza di un cammino condiviso e sinodale da fare insieme al Consiglio Diocesano e ai presidenti parrocchiali per servire nel miglior modo possibile la nostra associazione.Il tutto – conclude il nuovo presidente dell’AC diocesana – nella piena continuità e consapevolezza dei tanti passi mossi fin qui e del lavoro fatto in questi due trienni con il presidente uscente, Giovanni Pio Marenna”.
Benevento, sabato la marcia della pace dell’azione cattolica
Com’è ormai tradizione, l’ultimo sabato del mese di gennaio ragazzi e adulti di Azione Cattolica marceranno per le strade della nostra città di Benevento per ribadire pubblicamente tale impegno.
L’appuntamento è quindi per sabato 27 gennaio: il ritrovo, alle ore 15,45, è fissato a piazza Castello; alle 16,15 è previsto il saluto del Sindaco, on. Clemente Mastella, quindi, dopo la preghiera iniziale presieduta dall’arcivescovo, mons. Felice Accrocca, si darà avvio della marcia, durante la quale – nel corso di brevi soste –testi letti e canti potranno consentire a tutti di ulteriormente riflettere.
La marcia confluirà quindi nella chiesa Cattedrale, dove il tutto si concluderà con un breve momento di preghiera e di riflessione presieduto dall’arcivescovo.
Lo scorso anno oltre seicento ragazzi presero parte all’evento: quest’anno si stima possano essere ancor più, visto che hanno aderito all’iniziativa anche alcune scuole del territorio. Mentre i Grandi del mondo giocano a fare la guerra, condannando in tal modo – per i loro sporchi interessi – tanti, tantissimi fragili a morire (bambini e anziani in primo luogo), i Piccoli ci ricordano così che solo nella Pace il mondo ha una speranza di futuro!
Azione Cattolica diocesana, si apre l’itinerario assembleare con i rinnovi dei Consigli parrocchiali
Il presidente diocesano Giovanni Pio Marenna: “Vogliamo essere sempre più al servizio delle persone e del territorio, alla luce del Vangelo che dà pienezza e realizzazione all’esperienza umana”.
Dopo l’Assemblea diocesana d’inizio anno, si apre ufficialmente in questo week-end, nelle AC della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, l’itinerario assembleare che porterà ai rinnovi dei Consigli parrocchiali, prima, e del Consiglio Diocesano, poi, nel gennaio 2024.
Un’occasione di cambiamento, ma soprattutto di verifica e valutazione delle scelte compiute in questi non facilissimi quattro anni (caratterizzati, i primi due, dalla pandemia) e delle prospettive future che orienteranno i passi di un’Azione Cattolica che vuole, sempre più, essere capace di rispondere e corrispondere alle emergenti sfide culturali, sociali e pastorali che definiscono questo cambiamento d’epoca.
“Pace, ambiente, lavoro. Ma soprattutto persone. Il servizio associativo consiste nel prendersi cura dei piccoli, dei ragazzi, dei giovani, degli adulti, degli anziani – esordisce il presidente diocesano Giovanni Pio Marenna alla vigilia di questo percorso – ed è un prendersi cura innanzitutto del loro vissuto, delle storie, dei loro sogni. Queste sono solo alcune delle questioni che non possono non interrogarci come Azione Cattolica per far sì che poi, a partire dalle nostre comunità, quegli interrogativi non li traduciamo in azioni e scelte concrete che ci fanno dire da che parte stiamo.
E da quale parte stiamo, come dire, dovrebbe essere nello stile proprio dell’AC, visto che il nostro compito principale è quello d’impegnarci a formare, far crescere e maturare le coscienze alla luce del Vangelo e della Parola di Dio. In un’umanità che ha bisogno sempre maggiore (ancora di più in questo momento) di umanità e di speranza da seminare. D’altra parte, i discepoli di un Dio che si fa uomo non possono che provare a vivere così: facendo unità, costruendo sintesi, mostrando che il Vangelo dà pienezza e realizzazione all’esperienza umana.”
L’itinerario assembleare parrocchiale e diocesano punta principalmente sull’ascolto della vita delle persone. Ascolto e dialogo costituiscono la priorità nella costruzione di ogni relazione di fiducia. E in questa prospettiva ci si vuole aprire a strade che le singole persone, forse, non avrebbero mai immaginato di percorrere. “Ciò che invece non è scontato – prosegue il presidente diocesano – ma che è assolutamente necessario e auspicabile è che questo tempo in cui le Assemblee elettive rinnoveranno i propri Consigli parrocchiali (e quindi le responsabilità associative) possa essere un’opportunità di rigenerare la nostra vita associativa e abbandonare schematismi e abitudini che ingabbiano, mentre il mondo là fuori va in tutta un’altra direzione. Sentiamo che stiamo attraversando un tempo sì difficile, ma molto prezioso, dove ogni storia che incontriamo ha qualcosa da dirci.
Il Signore ci parla proprio attraverso incontri di fraternità che si fanno apertura all’altro, e quindi dialogo e ascolto non come un qualcosa da fare, ma come un atteggiamento da assumere, pronti ad ascoltare la voce del Signore.
L’ascolto costituisce, infatti, lo stile del nostro vivere la fede per dedicarci all’annuncio del Vangelo mediante una testimonianza gioiosa, aperta ed entusiasmante in ogni luogo e contesto. Insieme con tutta la Chiesa, siamo chiamati a partecipare all’unica missione di Cristo per essere prossimi e presenti. valorizzando soprattutto la missionarietà che, come ci ricorda papa Francesco, “non è un compito tra i tanti dell’Azione Cattolica, ma è il compito. Se la missione non è la forza distintiva dell’AC, si snatura l’essenza dell’AC, e perde la sua ragion d’essere“.
Tutto questo, da pensare e progettare per essere al servizio delle persone e del territorio, in un dialogo costante tra le persone e le generazioni, in un’attenzione altrettanto continua e incessante alla vita delle persone, in un fare rete che generi sempre più alleanze tra gli attori sociali dei paesi che consentano di intraprendere passi comuni (contribuendo a costruire percorsi pastorali), nella cura della formazione culturale e sociale, nell’accompagnamento alla responsabilità (partendo e ripartendo sempre dalla Parola), nella promozione della corresponsabilità, come stile di vita nell’ordinarietà dei cammini formativi associativi.
Azione Cattolica, nominati dal vescovo Giuseppe i due nuovi assistenti diocesani don Biagio Muto (ACR) e don Leucio Cutillo (Adulti)
Conclusosi con l’Assemblea diocesana di fine anno, con la presenza del presidente nazionale di Azione Cattolica Giuseppe Notarstefano e con la Festa degli Incontri ACR e con l’incontro-festa conclusivo del settore Adulti, in realtà il cammino annuale dell’AC non si ferma mai. Nemmeno d’estate. Anzi soprattutto in estate, in modo particolare tra l’organizzazione dei GR.EST. parrocchiali e dei campiscuola.
E proprio in apertura della stagione estiva, che poi aprirà le porte al nuovo anno associativo e ai rinnovi, il Consiglio Diocesano di Azione Cattolica e l’associazione tutta, nel ringraziare il vescovo Giuseppe, annuncia e accoglie con immensa gioia la nomina di don Biagio Muto (vicario parrocchiale dell’Unità Pastorale Unità Pastorale “Sant’Alfonso Maria De’ Liguori” di Sant’Agata de’ Goti), come nuovo Assistente diocesano ACR, e di don Leucio Cutillo (parroco di “San Silvestro Papa” e di “San Pietro a Romagnano” in Sant’Agata de’ Goti e direttore dell’Ufficio Catechistico), come nuovo Assistente diocesano del settore Adulti.
Restano confermati nel loro servizio associativo, l’assistente Unitario don Mimmo De Santis e l’assistente Giovani e del Movimento Studenti di Azione Cattolica don Antonio Macolino. “Ringraziamo – scrive in una nota stampa il Consiglio Diocesano – il Signore per il dono che loro sono nella nostra Chiesa Diocesana e, in particolare, per la nostra associazione. Esprimiamo piena gratitudine agli assistenti uscenti don Ionut Pirtac, don Giacomo Buffolino e don Filippo Figliola per la loro disponibilità nell’accompagnamento spirituale sempre generosa, pronta e delicata, donata in questi anni di cammino insieme fatto con i loro rispettivi settori e con i soci e i simpatizzanti tutti dell’AC, condividendo l’impegno dell’associazione alla formazione umana e cristiana. Li ringraziamo, infine, per aver scelto di farsi “compagni di strada”, nella corresponsabilità, dei nuovi assistenti diocesani fino all’inizio del nuovo anno associativo 2023/2024”.
Settimana Santa 2023, nelle iniziative delle AC parrocchiali l’attesa di cambiamento possibile condiviso insieme
E’ singolare riflettere su come il cammino quaresimale, che porta poi alle celebrazioni della Settimana Santa, si riversi in quello che è il periodo primaverile.
Quasi a dire che, come la Primavera, la Pasqua ci fa riflettere su un necessario tempo di rifioritura, ripartenza, rinascita e trasformazione che si apre ad una stagione della meraviglia e dello stupore del passaggio di Dio nella nostra vita.
E’ la vita che ci sorprende sempre, attraverso una mano tesa a donare, a rialzare e a incoraggiare, anche quando non la vediamo. E’ il desiderio di un’attesa di cambiamento possibile condivisa, partendo dall’ascoltare la realtà che si abita. Questa scoperta o riscoperta è possibile farla soltanto riscoprendo il senso del cammino, che è un camminare e un arrivare insieme.
Ed è proprio su questo senso di condivisione semplice ma molto profonda che sono orientate tutte le iniziative delle AC parrocchiali della Diocesi per questa Settimana Santa.
Dall’animazione delle veglie del Giovedì Santo e delle vie Crucis del Venerdì Santo (e dei giorni precedenti) a Melizzano, Cusano Mutri (AC Cusano e AC Civitella Licinio), Massa di Faicchio, Durazzano, Puglianello, San Lorenzo Maggiore, Castelvenere e Cerreto Sannita al servizio in parrocchia per le celebrazioni del Triduo Pasquale.
In particolare a Cerreto, anzitutto durante l’intero periodo quaresimale è stato vissuto un percorso interparrocchiale itinerante per le chiese del paese, conclusosi con la Via Crucis dei Giovani, con tutte le associazioni della cittadina. Inoltre verrà proposta, per la quarta volta, martedì 4 aprile una cena ebraica pasquale, rievocativa del pasto veloce e frugale che gli Ebrei fecero la notte prima di scappare dall’Egitto.
A Frasso Telesino avrà luogo una Passione Vivente a tappe, che inizierà la Domenica delle Palme e terminerà la mattina di Pasqua. A Civitella i ragazzi insieme alle loro famiglie pianteranno per la sera del Giovedì Santo, nell’altare della reposizione, dei semi e delle lenticchie simbolo di rinascita e risurrezione.
A San Salvatore Telesino l’AC parteciperà alla lavanda dei piedi, insieme ad altri gruppi parrocchiali, e organizzerà l’Ora Santa con i giovani il Venerdì Santo.
A Faicchio la particolarità sarà rappresentata da una via Crucis per i bambini e dalla Passione Vivente che coinvolgerà tutta la comunità, mettendo in parallelo gli ultimi momenti della vita di Gesù con particolari eventi drammatici di cronaca avvenuti nell’ultimo anno. La ricerca di vie più giuste di attuazione del bene, partono anche dal conoscere e ricordarci di ciò che è nocivo e dannoso.
Avere fede, infatti, consiste proprio nell’avere passione per la vita intera, riconoscendo ingiustizie e disumanità che sono contrarie alla vita. Solo così sarà possibile seminare speranza con occhi nuovi, occhi innamorati, occhi che non vogliono rimanere al buio troppo a lungo per paura o per abitudine.
Solo così potrà esserci una testimonianza autentica del Vangelo, risorsa preziosa di umanità che può liberare la nostra e l’altrui responsabilità.
Azione Cattolica, pace, giustizia e uguaglianza al centro degli ultimi incontri parrocchiali e diocesani
A Castelvenere la testimonianza di due ucraini accolti dalla Caritas diocesana.
Dopo aver interamente dedicato alla pace la Festa dell’Adesione diocesana e approfondito il messaggio di papa Francesco nei due incontri della Scuola d’Impegno Socio-Politico, è sempre alta l’attenzione dell’Azione Cattolica diocesana e delle Azioni Cattoliche parrocchiali su questo valore irrinunciabile e necessario, ancora di più con un conflitto così violento e brutale che non accenna a terminare in Ucraina, alle porte dell’Italia e nel cuore dell’Europa. Senza dimenticare le numerose guerre ancora presenti in tutto il resto del mondo, che ci ricordano che se pace vuol dire somma di punti di vista diversi che convivono civilmente, che arricchiscono e creano ponti e non muri a partire proprio da quelle diversità, significa che non potrà mai esserci pace laddove le povertà e le disuguaglianze aumentano invece di diminuire, e laddove vengono sistematicamente calpestati i diritti umani. Ecco perché non bisogna mai smettere di pregare, invocare, riflettere e battersi per la pace. Non è solo doveroso, ma è giusto e necessario nella responsabilità di esseri umani e di credenti di costruire la pace. “Una preghiera che si fa gesto concreto e gesti concreti che sono, già di per sé, una salda preghiera”, affermano dal Centro Diocesano di AC. “Una preghiera, la nostra, sicuramente povera, ma molto insistente e sentita con la speranza nel cuore che, dappertutto, in ogni cuore, possa sempre abitare la pace, a partire dalla pace dentro di noi, nelle nostre comunità, nelle nostre famiglie, nei luoghi che viviamo”.
A Durazzano l’AC ha approfondito il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2023 di papa Francesco, che, con la franchezza di sempre, ci chiede soprattutto di interrogarci sul nostro futuro e sulle nostre responsabilità, con la consapevolezza che abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri, che «il nostro tesoro più grande, seppure anche più fragile, è la fratellanza umana, fondata sulla comune figliolanza divina, e che nessuno può salvarsi da solo».
A Castelvenere nell’annuale Festa della Pace, quest’anno intitolata “Allenati alla Pace”, è stato rimarcato proprio il primo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina e il drammatico e orribile conflitto armato che ne è seguito. A raccontare un pezzo di questa triste storia, al termine di una marcia per le strade del paese, la testimonianza di due ucraini, Viktor e Volodymyr, accolti da qualche settimana per motivi di salute dalla Caritas diocesana, tramite un corridoio umanitario. “La pace necessita degli sforzi di tutti – ha sottolineato il presidente dell’AC Castelvenere Grazia Carlo – perché possa essere vissuta e realizzata. È una partita in cui nessuno può restare ai margini del campo, indifferente alla sofferenza….tutti siamo chiamati a giocare da titolari, a prenderci cura della pace nel nostro quotidiano, e quindi a prenderci cura di ogni persona”.
A Faicchio, nell’ultimo week-end, s’è evidenziata la necessità di non dimenticare e di ricordare l’orrore della seconda guerra mondiale, lo sterminio dei campi di concentramento nazisti, le carneficine e persecuzioni fasciste e i massacri delle foibe. Con “Nonno, raccontami della guerra!”, i giovani dell’AC hanno raccolto testimonianze dei propri concittadini di Faicchio nati tra il 1921 e il 1931, che si sono resi disponibili a raccontare quei terribili anni. Una serata molto toccante, donata con parole semplici ma ricche di significato, da chi la ferocia di quegli anni l’ha vissuta sulla propria pelle. E auspica di non riviverla e rivederla mai più, per credere e costruire sempre più il bene possibile in un mondo più equo e giusto. E’ la riflessione che hanno fatto gli Adulti, in un incontro diocesano tenutosi a Frasso Telesino che, partito dalla parabola del grano e della zizzania, ha visto poi vari laboratori di confronto sulle tante possibilità di bene possibile nelle persone, nella Chiesa e nell’AC. Avere uno sguardo altro e d’oltre, rinnovato e mai abitudinario o scontato, è stata la conclusione dell’incontro per non smettere mai di custodire tutti i segni e di piantare e diffondere, quotidianamente, tutti i semi di bene nella nostra vita. E non potrà mai esserci un bene possibile, e di questo bene fa parte certamente la pace, se non c’è dialogo, ascolto, solidarietà e cooperazione in nome della famiglia umana. Una famiglia umana che, per noi credenti, ha proprio in Cristo l’uomo nuovo a cui guardare, a cui ispirarsi. Ed ecco, quindi, che pensarsi alla luce del bene comune, con un senso comunitario, diventa, richiamando ancora una volta papa Francesco, «un noi aperto alla fraternità universale”.
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