Benevento, bimbo investito da auto mentre scende da scuolabus: trasportato in codice rosso in ospedale

Benevento, bimbo investito da auto mentre scende da scuolabus: trasportato in codice rosso in ospedale

BeneventoCronaca

E’ fuori pericolo il bimbo di sei anni che quest’oggi è stato investito da un’automobile quando era appena sceso dallo scuolabus.

L’incidente si è verificato in contrada Scafa a Benevento. Il piccolo è stato immediatamente trasportato in ospedale in codice rosso. Ora, come detto, per fortuna le sue condizioni sembrano essere in miglioramento ed è fuori pericolo.

Quanto alle dinamiche, mentre il bimbo scendeva dallo scuolabus è sopraggiunta all’improvviso una Fiat Panda che lo ha travolto. Al conducente, un uomo di 44 anni, è stata ritirata la patente.

Sul posto sono giunti anche gli uomini della Polizia di Stato per gli accertamenti e le indagini del caso.

Bimbo deve essere operato, i genitori: “Vogliamo solo sangue no vax”

Bimbo deve essere operato, i genitori: “Vogliamo solo sangue no vax”

CronacaItalia

Un bambino, molto piccolo, deve essere operato al cuore ma la procedura chirurgica al momento è sospesa nel limbo: la famiglia pretende di avere sangue da persone non vaccinate al Covid-19 per la trasfusione necessaria all’intervento ma per i medici la richiesta non ha alcun fondamento scientifico.

Il caso finisce in tribunale, con decisione attesa dal giudice tutelare.

E si attiva anche la Procura dei minori, per vagliare un’eventuale limitazione della responsabilità genitoriale. La vicenda arriva dall’Emilia-Romagna e coinvolge una famiglia no vax del Modenese, il cui bimbo viene seguito dal personale sanitario del policlinico Sant’Orsola di Bologna.

La questione, secondo quanto appreso, va avanti ormai da diverse settimane. È nata quando la famiglia fa sapere ai medici bolognesi che per il loro bambino non verrà accettato in nessun caso sangue che arrivi da donatori vaccinati contro il Covid-19 e chiede che sia prelevato solo da persone che non si siano sottoposte alla profilassi. Le motivazioni sono religiose, sulla scia delle fake news per cui i vaccini si otterrebbero da embrioni, dunque feti uccisi.

Il caso, come segnalato dalla Gazzetta di Modena, deflagra nelle chat su Telegram di ambienti ‘no vax’, dove la famiglia ha lanciato un passaparola per reperire “volontari” non immunizzati pronti a donare il proprio sangue. Il Sant’Orsola da parte sua, in accordo col centro trasfusionale territoriale, si oppone perché le donazioni di sangue devono seguire protocolli di legge molto rigidi e molto precisi. Proprio per garantire sicurezza a tutti, sia a chi dona sia a chi riceve. A quel punto si ricorre agli avvocati e la risoluzione del caso viene demandata al giudice tutelare di Modena. Sulla vicenda si è attivata anche la Procura per i minori di Bologna, guidata da Silvia Marzocchi, con un ricorso inviato il 2 febbraio al tribunale per i minorenni. Un intervento più ampio, a tutela del minore, che riguarda un’eventuale limitazione della responsabilità genitoriale.

Del caso è stato informato a suo tempo il Centro Nazionale Sangue, a Roma. Per il direttore, Vincenzo De Angelis, la richiesta di avere sangue da non vaccinati “è assurda, priva di fondamento scientifico“. “La scelta del sangue – precisa all’ANSA – è legata a precisi criteri di compatibilità e non a capricci. Usare quello di persone non vaccinate non ha alcun fondamento scientifico perché con la trasfusione non si ‘trasmette’ il vaccino”. Il sangue di persone vaccinate per il Covid è identico a quello ad esempio di persone non immunizzate che però il Sars-Cov2 l’hanno preso e sono guarite, sviluppando quindi anticorpi. La famiglia avrebbe indicato all’ospedale un elenco di qualche decina di ‘no vax’ disponibili a donare: De Angelis sottolinea che “se queste persone fossero guarite dal Covid, il loro sangue sarebbe identico a quelle di un vaccinato”. Il sangue contiene infatti eventualmente gli anticorpi, non il vaccino in sé e nemmeno un virus disattivato.

Le sacche di sangue per le trasfusioni appartengono a donatori rigorosamente anonimi. Su nessuna sacca è indicato, ad esempio, se il donatore sia vaccinato, guarito dal Covid o altro. Agli stessi donatori si chiede in fase di anamnesi di comunicare se abbiano ricevuto un qualsiasi vaccino di recente, perché si fanno normalmente passare 48 ore prima della donazione. “Ma non perché ci sia un rischio per il ricevente. Al contrario, per evitare malesseri al donatore”, sottolinea De Angelis.

“Comprendiamo le paure dei genitori, quando a soffrire è un bambino, un figlio, ci si aggrappa a qualunque appiglio, credendo di fare il suo bene, di tutelarlo. Per quello che può valere, li preghiamo di ascoltare i medici che lo hanno in cura e che sapranno scegliere la terapia migliore per lui, senza ritardare le cure”. E’ l’appello che il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, rivolge alla famiglia modenese. “Chiediamo ai genitori di avere fiducia nei medici”.

Ad agosto scorso, in Romagna, due donne ‘no vax’ bloccarono una trasfusione al padre ultranovantenne temendo che potesse provenire da donatori vaccinati per il Covid. La trasfusione, in quel caso, almeno non era una terapia salvavita.

Sta lottando tra la vita e la morte il bimbo di un anno trasferito al Santobono: il colpo al capo potrebbe essere stato sferrato con una spazzola

Sta lottando tra la vita e la morte il bimbo di un anno trasferito al Santobono: il colpo al capo potrebbe essere stato sferrato con una spazzola

BeneventoCronaca

Non sono emersi particolari significanti dal racconto dei genitori ai Carabinieri: secondo una prima ricostruzione, il trauma cranico che ha costretto un bimbo di un anno al trasporto d’urgenza al Santobono di Napoli sarebbe stato causato da un incidente involontario con un altro bambino. Il colpo al capo -scrive l’edizione online di Repubblica– potrebbe essere stato sferrato forse con una spazzola in maniera casuale durante un momento di svago.  Le indagini dei Carabinieri, però, proseguiranno fin quando non si avrà un quadro certo di quanto accaduto.

Intanto, il bimbo, ricoverato nel reparto di rianimazione in prognosi riservata al centro specializzato per l’assistenza pediatrica di Napoli, sta lottando tra la vita e la morte.

Un incubo che è iniziato dieci giorni fa, quando i genitori hanno portato il piccolo sannita al pronto soccorso dell’Ospedale Fatebenefratelli. All’inizio non sembrava nulla di grave ma la situazione è presto degenerata quando il bimbo ha perso i sensi: così è stato trasferito al San Pio e ricoverato nel reparto di terapia intensiva pediatrica. I medici, però, hanno ritenuto opportuno, date le condizioni del piccolo, il trasferimento d’urgenza al Santobono di Napoli.

Benevento, grave trauma cranico: bimbo di un anno trasferito in elicottero al Santobono di Napoli

Benevento, grave trauma cranico: bimbo di un anno trasferito in elicottero al Santobono di Napoli

BeneventoCronaca

A causa di un grave trauma cranico, un bambino di appena un anno è stato trasferito d’urgenza in elicottero presso l’Ospedale Santobono di Napoli. Il piccolo era stato in un primo momento ricoverato al Fatebenefratelli e poi al San Pio. La sue condizioni hanno ora reso necessario il trasferimento d’urgenza presso il nosocomio partenopeo. Intanto, i Carabinieri hanno dato avvio alle indagini per chiarire come il bambino si sia procurato il trauma cranico.