L’ex allenatore del Benevento, Cristian Bucchi, ha rilasciato una toccante intervista a Il Corriere della Sera, parlando del suo dramma familiare e arrivando poi all’attualità e al concetto di solitudine nel mondo del calcio.
L’ex tecnico giallorosso, ai piedi della Dormiente nella stagione 2018-19 conclusasi con la semifinale play-off persa col Cittadella, ha parlato a cuore aperto dell’evento che ha vissuto ormai più di venti anni fa, quando perse la moglie.
A chi gli chiede come si fa ad andare avanti, con una figlia di un anno e mezzo dopo una disgrazia simile risponde: “Si fa. Per mille motivi, nessuno dei quali forse può essere compreso da chi una situazione del genere non l’ha vissuta. La forza è proprio la bambina che non può crescere vedendoti soffrire, non può sentirsi sempre e solo sfortunata perché ha perso la madre in quel modo. E, allora lei, piccola, diventa il tuo mondo. Per i quattro anni successivi non l’ho lasciata mai da sola. Il calciatore e la figlia insieme in giro per l’Italia con una tata per quando facevo gli allenamenti, per le partite. Ma Emily era sempre con me anche al campo“.
Una scena che diventa difficile dimenticare... “Una tragedia che fai fatica ad accettare senza cadere nella più inutile delle domande: perché è successo a me? Credo che purtroppo la vita a volte sa essere durissima, in quel momento mi sono chiesto se invece di giocare a calcio fossi stato lì, se avessi potuto far qualcosa. Il senso di colpa iniziale è inevitabile. Valentina ebbe un infarto fulminante, non si sarebbe salvata. A Emily siamo stati tutti vicini, le abbiamo raccontato pian piano la verità, lei non ricorda, era troppo piccola. Forse è stato un bene. Io non ho mollato di un centimetro e, come è successo anche in altre situazioni non belle della mia vita, dopo mi sono sentito addirittura più forte“.
Preparava un piano B, in alternativa al calcio?, chiede il giornalista. “Se non fossi riuscito nel calcio – spiega l’ex attaccante, ora allenatore – avrei fatto il giornalista. L’idea me l’aveva data la prof di italiano. Scrivevo bene e lei diceva che i miei lavori erano interessanti, riuscivo a non essere scontato, a fornire domande e dare risposte. Quando ho smesso di giocare un po’ l’ho fatto in tv, sia come opinionista che come giornalista“.
Nella carriera e nella vita di Bucchi anche la batosta dello stop per doping, nel momento migliore. “Altra batosta -racconta -, lì mi sentivo impotente. Sapevo di essere innocente ma non potevo dimostrarlo. Presi 16 mesi, poi ridotti a otto. Ancora oggi non so darmi una spiegazione. Up e down, la mia carriera è stata un po’ così, ma mi rialzavo sempre mosso dalla rabbia e dalla determinazione che non dovevo mollare“.
Un mondo, quello del calcio, dove la solitudine la fa da padrona. “Nel calcio – spiega – sei sempre da solo. Vivi solitamente lontano dai tuoi affetti, dagli amici, dalla famiglia, dalla città dove sei nato. Costruisci qualche rapporto che poi non puoi mai tenere nel tempo, quando torni a casa ti rendi conto che ciò che hai lasciato non è più com’era prima. Sei solo perché quando ti aspetti di condividere un dispiacere, una delusione con qualcuno spesso non trovi chi ti aspetti che ci sia. Forse per questo motivo il calcio ti rende anche forte. Io ho superato tanti limiti personali. Esistono i legami forti, pochi. De Zerbi, Pioli: due colleghi che sento vicini“.
Anche da allenatore la sua è una carriera di alti e bassi. Ora è fermo ma resiste... “Certo, studio e mi aggiorno. Non è piacevole stare a casa ma vale sempre la filosofia che se lavori più degli altri puoi farcela“.
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ESCLUSIVA BN24 – Bucchi: “Mi aspettavo le difficoltà iniziali del Benevento, ora ha trovato la marcia giusta”
Abbiamo raggiunto telefonicamente l’ex allenatore tra le altre di Benevento, Pescara, Gubbio, Torres, Perugia e Triestina, tutte squadre impegnate nei play-off di Serie C, Christian Bucchi, per avere una sua opinione riguardo al post-season della Lega Pro e non solo.
Mister Bucchi, ex attaccante che ha vestito le maglie anche di Perugia, Vicenza, Catania, Cesena e Pescara, per non citare la sua esperienza al Napoli, ha guidato la Strega nel campionato di Serie B 2018-19 terminando la regular season al terzo posto ma perdendo la semifinale play-off contro il Cittadella.
Salve Mister, partiamo dall’attualità: lei che conosce molte delle squadre che disputeranno i play-off di Serie C ormai alle porte, che cosa si aspetta da questo spareggio promozione? “Ci sono tante squadre di qualità, che probabilmente avevano anche ambizioni diverse a inizio campionato: penso a Catania, Avellino e Benevento, ma anche Vicenza e Triestina al nord. Sicuramente sono club che avevano iniziato la stagione con mire e aspettative diverse, ma sono tutte squadre qualitativamente molto valide quindi mi aspetto di vedere dell’ottimo calcio. I play-off sono complicati, sono lunghi, ci saranno tante battaglie e tante partite difficili, ma gli organici che sono arrivati a disputarli sono qualitativamente importanti e pieni di giocatori di qualità“.
C’è il rischio che venga sottovalutata la Torres, che ha terminato la stagione alle spalle del Cesena in un girone B il quale, ai nastri di partenza dei play-off, sembra il meno organizzato rispetto ai tre raggruppamenti? “Sicuramente nel girone B non ci sono squadroni costruiti materialmente per vincere. Nel girone C ha vinto un’outsider come la Juve Stabia, mentre corazzate come Catania, Avellino e Benevento affronteranno i play-off; stessa cosa dicesi nel girone A. Il Cesena invece, nel girone B, ha fatto una corsa a sé stessa: la Torres è stata straordinaria e ha fatto un campionato incredibile, ma non aveva le mira e l’ambizione di vincere il campionato pur trovandosi a combattere alla pari del Cesena per lunghi tratti. Squadre che dovevano fare qualcosa in più come Spal, Entella, Perugia e Pescara sono venute meno, almeno nella regular season. Forse il Perugia è quella che ha un organico importante e che potrebbe recitare un ruolo da protagonista nei play-off. Poi ci sono squadre che potrebbero essere delle mine vaganti, pur non avendo blasone, come Pontedera e Juventus Next Gen“.
Quanto è cresciuto il Benevento nella seconda parte di campionato, con Mister Auteri alla guida? “Mi aspettavo questo tipo di campionato da parte del Benevento, non come classifica ma sotto il profilo delle difficoltà. Quando si viene da una retrocessione, a prescindere dalla categoria, è molto difficile affrontare la stagione. Ho vissuto una cosa del genere proprio a Benevento, con la retrocessione della A alla B. Il Benevento era un organico pieno di giocatori validi e forti che potenzialmente potevano giocare anche in Serie A: ora non solo non giocavano più in A, ma neanche in Serie B. Devi calarti nella mentalità che non giocherai a San Siro né a Brescia o a Palermo, ma a Picerno: questa è una preparazione mentale che molti giocatori purtroppo fanno fatica ad avere o a ritrovare. Questa è una cosa che purtroppo accade in tutte le categorie, quest’anno in B la Cremonese farà i play-off, lo Spezia si sta giocando la salvezza e la Sampdoria ha centrato i play-off solo nelle ultime due giornate.
I fattori sono questi: l’ambiente, il club e le ambizioni. L’obiettivo è vincere come se fosse scontato e facile, ma non lo è. Riprendere in mano situazioni del genere, con giocatori che magari sono rimasti, non è facile: mi aspettavo queste difficoltà all’inizio. Di sicuro poi, da gennaio, il mercato e il cambio in panchina hanno aiutato il Benevento nel ritrovare la marcia giusta. Il fatto di saltare qualche turno di play-off agevola soprattutto l’aspetto fisico, chi fa tutti gli step arriva anche un po’ logoro fisicamente: chi entra dopo ne deve approfittare“.
Il Catania, che ha raggiunto i play-off con l’incubo play-out che ha tenuto banco fino all’ultima giornata, potrà rivelarsi una mina vagante? “Non avrei mai immaginato una situazione del genere a Catania, di solito le neopromosse si portano dietro un entusiasmo che le fa andare in scioltezza. Negli ambienti caldi poi, dove c’è un pubblico molto passionale, ci può stare che le difficoltà invece di attenuarsi si moltiplichino. Grazie alla Coppa Italia il Catania è riuscito ad accedere ai play-off, ha un organico importante e di grandi individualità quindi di diritto potrà arrivare in fondo“.
C’è un parallelismo con la sua stagione nel Sannio e l’attuale annata della Strega con quel campionato 2018-19 che, col senno di poi, è stato positiva e probabilmente non le è stato riconosciuto: quali sono i ricordi e il rammarico che si porta dietro? “Io da addetto ai lavori, essendo dentro, quando sono arrivato a Benevento conoscevo le difficoltà di una retrocessione e ci ho convissuto tutto l’anno. Mi scontravo però, in maniera ovviamente pacifica, con una percezione esterna di insoddisfazione. Il Verona, che era retrocesso in Serie A come il Benevento, ha conquistato i play-off da ottava l’ultima giornata; il Crotone, la terza retrocessa, ha rischiato invece ancora di retrocedere: alla fine tra le retrocesse avevamo avuto il rendimento migliore. Sicuramente abbiamo pagato un inizio complicato per le vicende che conosciamo, poi durante la stagione ci sono stati gli infortuni di Viola e Del Pinto, Asencio non c’è mai stato e Armenteros è arrivato a gennaio. Ai play-off siamo stati anche sfortunati nonostante avessimo vinto l’andata e un primo tempo spettacolare al ritorno meritando di andare in vantaggio, gli episodi non hanno girato a nostro favore.
Con la società, comunque, sapevamo che la squadra da febbraio-marzo aveva raggiunto una maturità tale che, se non avessimo vinto quel campionato, l’anno dopo con qualche innesto di qualità lo avremmo sicuramente conquistato. Così è stato: sono arrivati giocatori importanti come Schiattarella, Hetemaj, Kragl e Sau trattenendo chi c’era, con quella squadra che ha poi conquistato il campionato. Il rammarico è stato che sapevo che quella stagione a distanza di tempo sarebbe stata rivalutata e che l’anno successivo avremmo sicuramente vinto. Il dispiacere per non aver giocato quel campionato c’è, ma l’affetto e la stima che provo per città, club, tifoseria e squadra mi ha spinto sempre a gioire per ogni vittoria“.
Quanto sarebbe importante il rinnovo di Mister Auteri, indipendentemente dal cammino play-off e dall’eventuale promozione in B? “Non credo che il rinnovo dell’allenatore possa passare solo e indipendentemente dal risultato sportivo. I play-off possono essere condizionati da un singolo episodio, come accadde a noi: fummo eliminati purtroppo per quell’infortunio incredibile di Montipò, che ciccò la palla e lasciò segnare il Cittadella. Quell’episodio capita una volta nella carriera di un allenatore, ed è capitato in quel momento. Se io allenatore devo essere giudicato per un episodio credo che sia riduttivo, e la stessa cosa vale anche per gli episodi a favore. Credo che la società, in questi mesi, abbia avuto il modo di vedere come l’allenatore lavora in campo, come dialoga con la squadra e come entra in sinergia con la dirigenza. Anche quest’ultimo aspetto è molto importante. Nel bene o nel male, quindi, penso che non sia necessario aspettare i play-off per prendere una decisione: la società ha già i mezzi per poter fare certe valutazioni“.
Come si spiega il fatto che due piazze che lei ben conosce come Terni e Ascoli siano attualmente in lotta per non retrocedere in Serie C? “Il campionato di Serie B purtroppo è un campionato incredibile, non puoi stare un attimo tranquillo. Quando pensi di poter gestire, lì è l’inizio della fine. Play-off e play-out hanno un margine sottilissimo. Queste due squadre hanno avuto problemi diversi: lato Ternana credo che abbia inciso il passaggio societario e magari la non-facilità del nuovo gruppo nel riuscire ad allestire un organico in maniera veloce. Hanno anche ereditato l’allenatore e magari avevano idee diverse, infatti c’è stato il cambio in panchina. Ad Ascoli la situazione mi dispiace particolarmente, già l’anno scorso c’erano situazioni che potevano essere gestite in modo diverso e cose che potevano andare meglio ma purtroppo non è stato così. Salvare la categoria è nelle corde di entrambe le squadre“.
Che cosa è accaduto quest’anno al Napoli, fresco Campione d’Italia, e quanto è avvincente la lotta salvezza in Serie A? “Che il Napoli potesse incontrare difficoltà era certo, così tante però non erano preventivabili. In Serie A ci sono state anche cose molto belle quest’anno, come la conferma dell’Atalanta e l’exploit del Bologna. In zona salvezza, invece, ci sono Sassuolo e Udinese che nessuno a inizio stagione pensava potessero essere a rischio retrocessione. Mancano tre giornate, può accadere ancora di tutto. Un plauso va fatto al Frosinone, a Di Francesco, al Direttore Angelozzi e alla società, che con freschezza e giocatori giovani hanno reso onore a una città giocandosela sempre e dappertutto. Quando un lavoro è fatto bene i risultati si possono ottenere, il Frosinone ne è l’esempio nonostante tutto possa ancora accadere“.
Un’ultima domanda, provocatoria: l’anno prossimo dove la rivediamo? “Non è provocatoria, anzi. Spero di avere l’opportunità di trovare un club che abbia voglia di costruire qualcosa. Non sono così sognatore da credere in progetti infiniti, ma credo che bisogna trovare persone giuste con cui entrare in grande sintonia e far coincidere tanti aspetti, economici della società e di crescita del club con l’obiettivo di fare un buon campionato e raggiungere gli obiettivi prefissati“.
Foto: Getty Images
Panchine roventi in Serie B, anche De Rossi in bilico
Dopo gli esoneri di Fabio Cannavaro e Cristian Bucchi, rispettivamente ex allenatori di Benevento e Ascoli, continuano a scricchiolare alcune panchine della Serie B.
Oltre a Pep Clotet, la cui posizione come tecnico del Brescia è seriamente in dubbio dopo l’esonero di fine dicembre e il ritorno di metà gennaio, a rischio sarebbe anche il futuro di Daniele De Rossi.
L’attuale allenatore della SPAL, il cui rapporto con il Direttore Generale dell’Area Tecnica estense Lupo è tutt’altro che saldo dopo la chiusura del calciomercato, sarebbe infatti a rischio esonero.
La società biancoazzurra, attualmente 17esima con 24 punti, si sarebbe presa alcune ore di riflessione per decidere il futuro del tecnico romano dopo la sconfitta interna di questo pomeriggio contro il Bari.
Foto: Screenshot YouTube SPAL
Serie B, non solo Cannavaro: c’è un altro esonero ufficiale
Giornata di esoneri in Serie B dopo i match odierni.
Il Benevento, infatti, ha esonerato Fabio Cannavaro dopo la sconfitta del Vigorito contro il Venezia, che ha relegato la Strega al diciannovesimo posto in classifica. La vittoria, per i sanniti, manca dal lontano 11 dicembre, e nelle quattro sfide del 2023 i giallorossi hanno collezionato un pari e tre sconfitte consecutive.
Oggi, però, anche un altro esonero è stato reso ufficiale. L’Ascoli infatti, in caduta libera come il Benevento, ha un rullino di marcia molto simile alla Strega e ha sollevato dall’incarico Cristian Bucchi (con un passato anche nel Sannio). I bianconeri, però, sono tredicesimi a quota 26 punti, tre in più dei giallorossi. Fatale, per il tecnico romano, la sconfitta esterna per 3-0 di questo pomeriggio contro il Cittadella.
Infine, a breve potrebbe arrivare anche il secondo esonero stagionale di Pep Clotet da parte del Brescia. Le Rondinelle, annientate dal Perugia con un netto 4-0 al Curi, dovrebbero a breve comunicare il secondo addio dell’allenatore spagnolo. E, sullo sfondo, c’è l’ipotesi di un ritorno di Aglietti, allontanato a inizio anno.
Foto: LaPresse
AMARCORD – Coda e Insigne regalano l’unica vittoria casalinga contro il Venezia
Torna la rubrica “Amarcord” che in questo weekend regala ai tifosi giallorossi un ricordo legato alla Serie B 2018\19. La partita in questione è Benevento – Venezia del 3 Febbraio 2019, terminata con il risultato di 3-0 in favore dei giallorossi.
Nella stagione 2018/19 la Strega disputò il suo secondo campionato di Serie B, dopo la retrocessione dalla massima serie. Fu un campionato transitorio, chiuso comunque in zona playoff, che anticipò la stagione dei record sotto la guida di mister Inzaghi.
La formazione schierata da mister Bucchi fu: Montipò, Antei, Volta, Di Chiara, Letizia, Improta, Buonaiuto, Crisetig, Bandinelli, Insigne, Coda. Subentrati Gyamfi, Tello, Del Pinto; a disposizione Gori, Zagari, Armenteros, Asencio, Caldirola, Costa, Ricci, Tuia, Viola. Il match terminò con il risultato di 3-0, con la doppietta di Roberto Insigne ed il calcio di rigore realizzato da Massimo Coda.
I giallorossi chiusero in terza posizione con 60 punti, qualificandosi al secondo turno dei playoff in cui vennero clamorosamente eliminati in casa dal Cittadella con un secco 3-0. Il capocannoniere di quella stagione fu Massimo Coda con 21 reti realizzate, secondo solo dietro ad Alfredo Donnarumma. Buona stagione anche per Insigne e Iemmello, autori rispettivamente di 7 reti a testa.
Ascoli, Bucchi: “Andiamo via col rammarico, ma complimenti ai ragazzi. Su Benevento…”
Il tecnico bianconero ha commentato così il pareggio maturato questo pomeriggio dalla formazione marchigiana contro il Benevento.
Questo, quindi, il commento a caldo nella conferenza stampa del Vigorito di Cristian Bucchi:
SULL’ATTEGGIAMENTO DELLA SQUADRA: “Andiamo via col rammarico perché per quanto fatto potevamo ambire alla vittoria, ma il calcio è fatto di episodi e potevamo anche perderla con la traversa di Improta. Ho visto un atteggiamento diverso rispetto alle ultime due gare perse, la sosta ci è servita e con la squadra ci è stata coesione. Mi è piaciuto chi ha giocato ma anche chi è rimasto fuori e poi è entrato. E’ un nuovo inizio, faccio i complimenti ai ragazzi“.
SULLA PRESTAZIONE ODIERNA: “Abbiamo dominato il primo tempo e avuto tante occasioni per raddoppiare, alla prima palla abbiamo preso gol ma non ci siamo disuniti e abbiamo continuato a creare. Ci prendiamo questo buon punto, ho visto un ottimo Ascoli eccetto i primi 15 minuti della ripresa. Nello spirito voglio vedere sempre questa squadra, il cambio modulo ci ha dato più riferimenti in attacco e negli spazi ma alla base ci deve essere sempre l’atteggiamento“.
SUL BENEVENTO E SU BENEVENTO: “E’ sempre un piacere tornare qui, sono andato via con il magone. E’ stata un’annata bella, con alti e bassi, tutti abbiamo visto vicina la Serie A ma quella serata maledetta non ha sporcato il ricordo che ho di questa società e di questa città. Il Benevento è un’ottima squadra, ha un organico forte e se l’ambiente resta equilibrato può farsi strada. Immaginavamo questo assetto. Alle altre magari non aver pressioni ha dato la possibilità di partire forte ma in questo campionato non bisogna sconfortarsi né esaltarsi“.
Ascoli, Bucchi: “Da Benevento un nuovo inizio per noi”
Il tecnico bianconero, ex allenatore del Benevento, ha parlato così in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro i giallorossi.
L’Ascoli, infatti, affronterà la Strega al Ciro Vigorito domani pomeriggio alle 16:15. Queste, dunque, le parole di Cristian Bucchi, riportate da tuttoascolicalcio.it:
SULLE ULTIME SETTIMANE: “Sono state due settimane di gran lavoro, non solo in campo, ma anche nel dialogo e nei rapporti. Due mesi di conoscenza ci hanno dato tanto di noi, abbiamo vissuto sia belle giornate di vittorie e grandi prestazioni sia le sconfitte. E credo che proprio nelle sconfitte ci sia la reale percezione del gruppo e dei rapporti, anzi credo che le sconfitte accelerino questo perché, quando tutto va bene, molte cose si camuffano e rimangono nascoste, per esplodere poi al primo problema. Sappiamo come ognuno di noi ha reagito e in questi quindici giorni abbiamo calibrato il modo giusto di approcciarci”.
SULL’IMPORTANZA DELL’ATTEGGIAMENTO: “Le partite si possono perdere per episodi, per sfortuna, per bravura degli avversari, ma non deve mai mancare l’atteggiamento vincente, quello di una squadra che entra in campo e dà la sensazione di voler e poter vincere contro qualsiasi avversario. Il risultato finale può non corrispondere a questo per i motivi che ho già detto, ma l’atteggiamento si percepisce. Credo che nelle due sconfitte non abbiamo mostrato ciò. Questi quindici giorni sono serviti per un nuovo inizio, un nuovo punto di partenza, un nuovo campionato. Credo abbiamo fatto un ottimo lavoro da questo punto di vista”.
SUL PATRON PULCINELLI: “Lo abbiamo ringraziato perché in momenti particolari, specie nel mondo del calcio, si tende a perdere un po’ di serenità. Lui invece ce ne ha trasmessa tanta e allo stesso tempo ci ha trasferito grande ambizione e voglia di fare. Ci ha ricordato quello che vuole vedere: l’Ascoli come una grande famiglia in cui tutti hanno voglia di stare bene insieme e tutte le componenti si amalgamano e vanno in un’unica direzione. Questo è stato molto importante per tutto il gruppo perché si respira una grande aria di condivisione, voglia di far bene e regalare soddisfazioni al Patron, alla Società e a tutto il gruppo di lavoro, alle nostre famiglie e ai tifosi”.
SUL BENEVENTO: “Sappiamo quello che troveremo: un ambiente caldissimo, una bolgia, una squadra con grande entusiasmo, dato dal cambio di allenatore. Avremo grande umiltà nell’approcciarci all’avversario, ma tantissima consapevolezza nei nostri mezzi e nella nostra forza, partiamo assolutamente convinti di poter e voler fare risultato. Come abbiamo fatto su tutti i campi andremo a giocare per vincere, è questo il nostro punto di partenza. L’Ascoli quando fa l’Ascoli, con quello spirito giusto, battagliero, da squadra tosta e cazzuta come piace a me, è un avversario duro da affrontare”.
SULLE ASSENZE: “Oltre ai lungodegenti Leali e Gnahoré, c’è Adjapong che non abbiamo recuperato. Ciciretti, Falasco e Baumann si sono allenati parzialmente in gruppo, stanno discretamente ben e li valuteremo. Abbiamo ancora l’ultima seduta per capire meglio ma fanno parte dei convocati, poi valuteremo se e come impegnarli nella partita di domani”.
Foto: Ascoli Calcio
Benevento, così proprio non va: mai tanto male in Serie B dopo sei giornate
E’ cominciata la sosta Nazionali, che terrà ferma i campionati per circa due settimane, ed è quindi tempo dei primi bilanci per le società.
Il Benevento Calcio non è stato affatto un protagonista in positivo di questo inizio di stagione. Dopo l’eliminazione ai trentaduesimi di Coppa Italia per mano del Genoa ad inizio agosto e la sconfitta casalinga alla prima giornata contro il Cosenza, i giallorossi di Fabio Caserta sembravano aver ritrovato carattere e voglia di lottare per vincere.
Al secondo turno, infatti, è arrivato il grintoso pari contro il Genoa al Ferraris, poi le due vittorie contro Frosinone (al Vigorito) e Venezia (al Penzo). La squadra di Caserta, cresciuta sotto il punto di vista fisico e tattico con il passaggio al 3-5-2, sembrava essere pronta a lottare con le big del campionato cadetto. Alla quinta giornata, infatti, la Strega ha ospitato il Cagliari degli ex Viola e Lapadula al Vigorito. Una prestazione sfortunata, quella contro i sardi, in cui i giallorossi pur creando tanto non sono riusciti a siglare neanche un gol; i rossoblù, dal canto loro, hanno dimostrato di essere cinici ed opportunisti. Nel turno successivo la formazione sannita era alla ricerca del riscatto che, però, non è affatto arrivato. Il Benevento al Rigamonti contro il Brescia non ha disputato la partita che ci si aspettava, mostrandosi spesso a corto di fiato e di idee.
Fabio Caserta, che aveva allontanato le voci riguardo il suo esonero dopo il pari contro il Genoa, è ora nuovamente sul banco degli imputati. Sono infatti solamente 7 i punti conquistati dalla Strega nelle prime sei giornate, in cui ha siglato 4 gol subendone 5. Di certo, se la società ha intenzione di cambiare la guida tecnica, non ci potrebbe essere momento migliore di questo. Nelle due settimane di sosta l’ipotetico nuovo allenatore avrebbe a disposizione gran parte della rosa per mettere a punto il “suo” sistema di gioco.
Questo, infatti, è il peggior inizio stagionale del Benevento Calcio nelle cinque apparizioni della sua storia in Serie B. Il primo anno, nella stagione 2016-17 sotto la guida di Marco Baroni, furono ben 12 i punti conquistati dopo sei turni. I giallorossi, trainati da Amato Ciciretti (tre gol nelle prime sei partite), vinsero all’esordio in casa contro la Spal per poi pareggiare contro il Carpi; tornati alla vittoria contro il Verona, la squadra di Baroni pareggiò contro Latina e Pro Vercelli per poi imporsi 4-0 al San Nicola di Bari. La Strega siglò 11 gol nelle prime sei partite in cadetteria della sua storia, subendo gol solo nei tre pareggi per 1-1. I giallorossi terminarono la regular season al quinto posto con 65 punti (a -13 dalla Spal capolista), per poi vincere la finale play-off nella doppia sfida contro il Carpi e conquistare la prima promozione in A.
Il Benevento 2018-19, allenato da Cristian Bucchi dopo la retrocessione maturata l’anno prima con De Zerbi, inizia il suo campionato con il pirotecnico pari casalingo (3-3) contro il Lecce. La seconda giornata è di riposo per la formazione giallorossa, che torna in campo al Penzo per imporsi 3-2 sul Venezia. La Strega, poi, colleziona due importanti vittorie nel derby campano contro la Salernitana (4-0 all’Arechi) e contro il Cittadella (1-0 al Tombolato), salvo subire un brusco stop nel sentitissimo match interno contro il Foggia (1-3 per i pugliesi). Nelle prime sei giornate (cinque disputate) i sanniti conquistano 10 punti (che restano tali pur contando la sesta gara effettiva giocata dai giallorossi: 2-1 del Pescara all’Adriatico), siglando 12 reti e subendone 8. Bucchi guiderà il Benevento al terzo posto, a -7 dal Brescia vincitore, ma la pesante sconfitta nella semifinale play-off di Cittadella gli costerà la panchina sannita.
La stagione successiva verrà ricordata, dai tifosi giallorossi e dagli addetti ai lavori, come l’annata dei record del Benevento. Sotto la guida di Pippo Inzaghi, infatti, i sanniti furono in grado di far registrare ben otto record: 26 vittorie in campionato, 12 vittorie in trasferta, miglior attacco (67 gol fatti) e miglior difesa (27 gol subiti), 46 punti dopo 19 giornate ed 86 punti conquistati in stagione, 18 punti di vantaggio dalla seconda in classifica e promozione in Serie A con 7 giornate d’anticipo. Ma come iniziò il 2019-20? La Strega pareggiò 0-0 all’esordio esterno contro il Pisa, per poi vincere contro Cittadella, Salernitana e Cosenza. I pari per 1-1 contro Pordenone e Virtus Entella completano i 12 punti conquistati dai giallorossi nelle prime sei giornate. Nove furono i gol siglati, tre invece quelli subiti.
L’anno scorso, infine, il tecnico di Melito di Porto Salvo si presentò al pubblico giallorosso con la vittoria sulla neo-promossa Alessandria per 4-3. Alle seconda giornata i sanniti persero in pieno recupero il big match del Tardini contro il Parma ma, dopo la sosta nazionali, completarono i primi sei turni collezionando quattro risultati utili consecutivi. I giallorossi, infatti, pareggiarono contro Lecce (3o turno) e Como (6o) ma vinsero contro Ascoli e Cittadella, per un totale di 11 punti in sei giornate. Furono 11 le reti all’attivo e 6 quelle subite. L’allenatore calabrese, come noto, guidò la Strega al settimo posto, a -8 dal Lecce primo, gettando al vento la promozione diretta nelle ultime giornate. I giallorossi, poi, verranno eliminati nella doppia sfida valevole per la semifinale play-off dal Pisa.
Oggi invece, con il record negativo di 7 punti, sembra qualcosa si sia definitivamente rotto all’interno dello spogliatoio. Il presidente Vigorito, in queste ore, sta seriamente valutando l’esonero di Fabio Caserta, ma prima è necessario individuare un sostituto di livello.
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