57° Vinitaly, bilancio positivo per i vini dei territori di Avellino e Benevento

57° Vinitaly, bilancio positivo per i vini dei territori di Avellino e Benevento

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Pettrore (Camera di Commercio di Irpinia Sannio): “Boom operatori professionali danno fiducia al settore”.

È un Vinitaly positivo per le cantine dell’Irpinia e del Sannio che hanno preso parte alla 57ª edizione del Salone internazionale del vino e dei distillati, che si chiude oggi a Verona. Fra operatori e visitatori qualificati, delegazioni e buyer internazionali, gli espositori della collettiva organizzata dalla Camera di Commercio di Irpinia Sannio (111 aziende su un’area di 3mila metri quadrati nel padiglione della Campania, insieme con il Consorzio di Tutela Vini d’Irpinia e il Sannio Consorzio Tutela Vini) guardano al futuro con fiducia. I dazi annunciati dalla Casa Bianca impensieriscono naturalmente le aziende, ma una ampia presenza internazionale consente ai viticoltori delle province di Avellino e Benevento di esplorare alternative dall’Europa all’Asia, dall’Africa all’America Latina, fino all’Australia.

“Dal punto di vista della Camera di Commercio Irpinia Sannio possiamo parlare di un’edizione particolarmente interessante di Vinitaly – commenta il commissario straordinario dell’ente, Girolamo Pettrone -. Siamo di fronte a una manifestazione che sta evolvendo rapidamente, forse con un’affluenza minore rispetto agli anni scorsi, ma con una presenza molto più ampia di operatori professionali altamente qualificati, che offre alle aziende maggiori opportunità di business”.

Se la cronaca degli ultimi giorni batte insistentemente sul tasto dei dazi imposti dalla Casa Bianca all’Unione europea, il commissario straordinario Pettrone si fa portavoce di un clima meno teso da parte delle imprese in collettiva. “È logico che in questa fase iniziale vi sia incertezza sul tema dei dazi Usa – prosegue Pettrone -, ma il posizionamento premium dei vini irpini e sanniti dà una certa fiducia agli operatori. Da parte nostra continueremo a sostenere le azioni per promuovere i brand del territorio in collaborazione con i consorzi di tutela, così da sostenere l’export. Confidiamo che le nostre imprese possano superare anche questo momento di turbolenza”.

Teresa Bruno, presidente del Consorzio di Tutela Vini d’Irpinia, è entusiasta di questo Vinitaly. “Sono felicissima di come è andata l’edizione 2025 – sostiene -. Abbiamo organizzato eventi interessanti, che hanno riscosso notevole successo, e già da domani lavoreremo per potenziare ulteriormente l’operatività in vista del prossimo Vinitaly”. Boom di contatti sul piano internazionale, che stemperano la preoccupazione per le tariffe daziarie imposte da Washington. “Abbiamo incontrato operatori provenienti da diversi Paesi – prosegue la presidente Bruno – e parlato con la delegazione Ice per partecipare alla prossima missione in Giappone, un mercato che riteniamo molto promettente per i vini unici dell’Irpinia”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Libero Rillo, presidente Sannio Consorzio Tutela Vini, che conferma un “Vinitaly assolutamente positivo, caratterizzato da quattro giorni intensi e con un profilo particolarmente qualificato dei visitatori, tanto che possiamo ribadire che il Salone internazionale dei vini e distillati di Veronafiere rimane una delle fiere più interessanti al mondo”.

Vinitaly, Irpinia e Sannio puntano sull’export: Asia, Europa, Brasile e Africa nel mirino

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Terzo giorno di Vinitaly a Verona per la collettiva di imprese guidata dalla Camera di Commercio di Irpinia Sannio (111 aziende nel padiglione della Campania in collaborazione con i 2 Consorzi di Tutela) con la missione di rafforzare l’export e puntare sui mercati internazionali. Il tema dei dazi americani impensierisce gli operatori, in particolare quelli più esposti con le vendite verso gli Usa, ma il movimento di buyer da Italia ed estero rappresenta un antidoto di fiducia per le imprese.

“Con i dazi annunciati alla vigilia della manifestazione da parte della Casa Bianca, questo è sicuramente un Vinitaly particolare, dove regna l’incertezza – afferma Antonio Capaldo, presidente di Feudi di San Gregorio, una delle aziende leader dell’Irpinia che esporta il 30% dei propri volumi, dei quali l’8% negli Stati Uniti -. Devo però riconoscere che lo scenario attuale ha rafforzato molto il rapporto con i partner americani e con tutti gli altri operatori esteri: si è capito che la situazione complessiva, che non riguarda solamente le barriere tariffarie, ma anche il calo generale dei consumi di vino, deve essere affrontata insieme, attraverso il dialogo e nuove strategie che dobbiamo individuare con serenità”.

Il territorio irpino per Capaldo dovrà rafforzare il trend evidenziato negli ultimi anni, caratterizzato da una crescita “prima di tutto dei vini bianchi, di quelli minerali o che vantano una personalità molto spiccata, e puntare sulle varietà autoctone, fattore quest’ultimo che un tempo era considerato un fattore negativo, mentre oggi è un tratto distintivo del territorio e della produzione vitivinicola locale”, dice il numero uno di Feudi di San Gregorio. “Dobbiamo inoltre valorizzare maggiormente come regione l’opportunità dell’enoturismo, elemento che in una regione come la Campania può armonizzare ambiente, storia, cultura, produzioni locali”, conclude Capaldo.

Un Vinitaly che sta dando risultati positivi anche per Milena Pepe dell’azienda irpina Tenuta Cavalier Pepe. “In questi giorni abbiamo avuto diversi incontri, prenotati da tempo; questo ci permette di guardare avanti con fiducia, nonostante le incognite geopolitiche e le tensioni sui dazi americani – spiega -. Siamo però convinti che si riesca anche in futuro a lavorare con gli Stati Uniti, perché sono consumatori che se si affezionano a un’etichetta o a un’azienda, difficilmente cambieranno. Dovremo trovare delle intese, certamente, ma cerchiamo di dialogare e di guardare avanti in maniera costruttiva”.L’azienda irpina punta molto all’export, che oggi pesa per il 40% dei volumi, “con presenze in Brasile, Messico, Stati Uniti, Canada, Europa, Turchia e Africa, senza per questo trascurare il mercato interno, dove puntiamo prevalentemente al canale Horeca”.

Anche per i produttori sanniti al Vinitaly il bicchiere è mezzo pieno. “Buyer e importatori americani ci hanno rassicurato e spronato a non demordere; confidiamo in una svolta politica sui dazi e un accordo che sia meno penalizzante per i produttori italiani – afferma Domizio Pigna, presidente della cooperativa La Guardiense di Guardia Sanframondi, nel Beneventano -. Rispetto allo scorso anno stiamo registrando un incremento di oltre il 30% degli appuntamenti con gli operatori, credo sia un buon segnale”.
L’obiettivo è quello di incrementare le esportazioni per una delle più importanti cooperative vitivinicole campane, con 1.000 soci conferenti e 1.500 ettari vitati.

“Oggi l’export pesa per circa il 20%, vorremmo arrivare attorno al 50%, per bilanciare il mercato – dice Pigna -. Con gli Usa avevamo avviato un dialogo promettente, ma puntiamo anche all’Europa con Germania, Austria, Svizzera e Scandinavia in fase di ulteriore consolidamento e all’Asia, con Giappone, Corea del Sud e Cina da potenziare”.

Pioniere del vino biologico, Nicola Venditti dell’Antica Masseria Venditti è soddisfatto di questa edizione di Vinitaly con molti incontri in agenda. “Il mercato continua ad orientarsi verso i prodotti di alta qualità, per cui per le aziende che lavorano con elevati standard non intravedono grandi difficoltà – è convinto -. La nostra offerta è legata al settore bio, che è apprezzata proprio nei circuiti Horeca e dove si richiede un prodotto di pregio. Siamo una nicchia, ma questo ci ha permesso di distinguerci”.