Una scena che lascia sgomenti: una donna quarantenne, il figlio ventenne e la figlia ragazzina di appena 15 anni. Tutti insieme in visita al marito e padre detenuto. Ma l’obiettivo non era un semplice colloquio familiare: i tre avrebbero tentato di introdurre tre panetti di hashish all’interno del carcere del capoluogo sannita.
La droga era stata occultata nelle parti intime di uno dei visitatori, nel tentativo di eludere i controlli. A scoprire il piano sono stati gli agenti della Polizia Penitenziaria del Reparto di Benevento, supportati dal loro Nucleo Cinofili Antidroga: durante i controlli di routine, il fiuto dei cani ha indirizzato gli operatori proprio verso il punto in cui lo stupefacente era nascosto. Per la donna e il giovane è scattato l’arresto immediato.
Con loro, però, anche una minorenne. Una ragazzina di soli 15 anni coinvolta in una vicenda che non avrebbe mai dovuto sfiorarla. Secondo una prima ricostruzione i due maggiorenni avrebbero coinvolto la minorenne per rendere meno probabili controlli approfonditi. Durante l’operazione sono stati sequestrati denaro contante, telefoni cellulari e l’automobile utilizzata per raggiungere l’istituto penitenziario.
Sul posto è intervenuta anche una radiomobile del Comando Provinciale dei Carabinieri di Benevento, che ha contestato alla donna arrestata numerose violazioni al Codice della Strada: secondo quanto riferito, le sanzioni amministrative elevate ammontano a circa seimila euro e avrebbero coinvolto anche soggetti estranei all’arresto, in quanto proprietari di alcuni beni o mezzi legati al controllo. Per la quindicenne, invece, la Procura sta valutando misure di tutela. La ragazza viene considerata una possibile vittima, da proteggere e tutelare nel modo più appropriato.
Una vicenda che lascia l’amaro in bocca e che riporta l’attenzione su due aspetti cruciali: da un lato, l’efficacia dei controlli e del lavoro congiunto tra Polizia Penitenziaria e Carabinieri; dall’altro, il dramma di una minorenne coinvolta in un contesto di criminalità che non le appartiene. Un episodio che richiama l’importanza della prevenzione, dell’educazione e del sostegno ai più giovani, per impedire che l’illegalità diventi, anche solo per un attimo, una possibile strada da percorrere.
Accusato di sommossa carceraria, assolto 38enne di San Salvatore Telesino
El Joudi Adnane, 38 enne, di San Salvatore Telesino, era stato accusato unitamente ad altri detenuti di sommossa carceraria, nel maggio del 2024; nella mattina del 19/05, presso il Carcere di Benevento, dopo aver bloccato le porte di apertura interne, danneggiava la struttura carceraria, usando violenza con spranghe di ferro contro la Polizia penitenziaria ed in ultimo munito di fornellino acceso, poggiava la bomboletta del gas in dotazione per farla esplodere, creando un forte stato di tensione.
L’allora Gip aveva applicato la custodia cautelare in carcere, per le gravi condotte assunte, ed avverso tale decisione il difensore avv. Antonio Leone aveva proposto riesame che sostituiva la misura.
Oggi il Tribunale di Benevento all’esito della discussione del difensore avv. Antonio Leone, ha assolto l’imputato da tutte le accuse per l’insussistenza del fatto, disattendendo la richiesta di condanna avanzata dal P.M..
Strage di Paupisi, domani l’interrogatorio di garanzia per Salvatore Ocone
Il 58enne, reo confesso del duplice omicidio di Paupisi e del tentato omicidio della figlia, sarà sentito dal GIP Roberto Nuzzo.
Una tragedia familiare dalle tinte più oscure attende un nuovo, decisivo passaggio giudiziario. Domani mattina, martedì 21 ottobre alle ore 10.00, nel carcere di Benevento, si terrà l’interrogatorio di garanzia per Salvatore Ocone, l’operaio 58enne accusato di aver ucciso la moglie Elisabetta Polcino e il figlio 15enne Cosimo, e di aver tentato di togliere la vita anche alla figlia 17enne, Antonia (QUI le sue condizioni).
Il delitto ha scosso nel profondo la piccola comunità di Paupisi, nel beneventano. Ocone, secondo quanto emerso, avrebbe colpito a morte la moglie e il figlio con una pietra, per poi darsi alla fuga in auto portando con sé il corpo del ragazzo e la figlia gravemente ferita. La corsa disperata si è conclusa nelle campagne molisane di Ferrazzano, dove è stato bloccato da Carabinieri e Polizia Locale.
Da sabato 18 ottobre, Ocone si trova nel penitenziario di Benevento, trasferito dal carcere di Campobasso. Nei suoi confronti pendono accuse gravissime: duplice omicidio aggravato da legami familiari, tentato omicidio e sequestro di persona — reati che, per la loro efferatezza e per la natura del vincolo con le vittime, possono portare alla condanna all’ergastolo.
L’inchiesta è coordinata dai PM Gianfranco Scarfò e Chiara Maria Marcaccio, che stanno cercando di ricostruire nel dettaglio il movente e le dinamiche dell’accaduto. A difendere l’indagato è l’avvocato Giovanni Santoro, del foro di Campobasso.
Dramma di Paupisi, Salvatore Ocone trasferito nel carcere di Benevento. Migliorano le condizioni di Antonia
Arrivano aggiornamenti in merito al dramma di Paupisi. Salvatore Ocone, infatti, è stato trasferito in giornata dal carcere di Campobasso a quello di Benevento. Il trasferimento permette di spostare anche l’atto procedurale a suo carico nel capoluogo sannita.
Migliorano, inoltre, le condizioni di Antonia Ocone, sopravvissuta alla furia paterna che ha visto vittime la moglie Elisa Polcino e il figlio Cosimo. La 17enne era stata operata al Neuromed di Pozzilli la sera del 30 settembre.
Antonia un paio di giorni fa ha subito un nuovo intervento per curare un’infezione che le portava febbre alta. Ora le sue condizioni appaiono in miglioramento e la febbre è diminuita, con la situazione che su questo punto di vista è sotto controllo.
Anche se non parla, la 17enne è ora in grado di riconoscere le persone. Da valutare, ovviamente, come procederà la fase di riabilitazione prima di analizzare le conseguenze di quanto ha dovuto patire.
Benevento, 53enne si suicida in carcere a Ferragosto: indaga la Magistratura
Un detenuto di 53 anni, in carcere da quattro giorni nell’istituto penitenziario di Benevento, si è suicidato. Sulla modalità del gesto c’è il massimo riserbo: indaga la Magistratura.
“Ogni suicidio in carcere – commenta Samuele Ciambriello, garante dei detenuti in Campania – è una sconfitta della giustizia e della politica. Quello di oggi (ieri, ndr) è il quinto suicidio in Campania dall’inizio dell’anno, più un ristretto nella Rems di San Nicola Baronia (Avellino).
La macabra contabilità dei morti in carcere e di carcere minimizzata dal Governo, rischia di essere una strage di Stato. Nell’indifferenza generale ogni morte in carcere è una sconfitta della giustizia e della politica populista e giustizialista.
Invochiamo un sussulto della società civile, degli operatori della comunità penitenziaria, fatta di detenuti e detenenti. Una politica penitenziaria – conclude il garante regionale dei detenuti – che non sta funzionando, ci sono gravi carenze del sistema e non si fa nulla, solo retorica”.
Lo riporta l’Ansa.
Geloso e ubriaco, aggredisce moglie e figli con un bastone e tenta di sfondare la porta con due asce: arrestato
Un intervento tempestivo e risolutivo dei Carabinieri della Compagnia di Benevento ha permesso di mettere in salvo una donna e i suoi due figli minori, vittime di una brutale aggressione da parte del marito.
I militari della Stazione locale, congiuntamente al personale del Nucleo Operativo e Radiomobile di Benevento, sono intervenuti alle prime ore dell’alba, a seguito di una chiamata al numero di emergenza 112 da parte della donna, terrorizzata da quanto stava accadendo. La segnalazione, denunciava l’episodio di violenza da parte del coniuge, un 54enne già noto alle Forze dell’Ordine.
Secondo quanto ricostruito, l’uomo, accecato dalla gelosia e in evidente stato di alterazione psico-fisica dovuta all’abuso di alcol, avrebbe prima insultato e minacciato la moglie, per poi aggredire fisicamente lei e i figli minori, anche con un bastone. Armato di due asce, avrebbe cercato di distruggere la porta della stanza in cui la donna e i bambini si erano barricati per sfuggire alla furia violenta.
L’arrivo immediato dei Carabinieri ha interrotto l’aggressione. I militari hanno tratto in arresto l’uomo, mettendo in sicurezza le vittime e sequestrando le armi improvvisate utilizzate nell’attacco. Nel corso della perquisizione domiciliare, gli operanti hanno inoltre rinvenuto una piccola serra artigianale contenente sei piante di marijuana di varie dimensioni.
La donna, accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale “San Pio” di Benevento, ha ricevuto una prognosi di 15 giorni per le lesioni riportate, uno dei figli ha ricevuto invece una prognosi di 7 gg..
Il 54enne, al termine delle formalità di rito, è stato dichiarato in stato di arresto e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, tradotto presso la Casa Circondariale di Benevento.
Ancora una volta l’intervento rapido e professionale dell’Arma dei Carabinieri ha impedito che una situazione di violenza degenerasse ulteriormente, garantendo la tutela delle vittime e portando alla luce ulteriori reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti.
L’uomo tratto in arresto è, pertanto, allo stato indagato e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva.
VIDEO – Carcere: sanità carente e sovraffollamento. Garante e Camera Penale: “È ora che il Governo intervenga”
Una denuncia forte, lucida e determinata quella emersa oggi all’esterno della Casa Circondariale di Capodimonte a Benevento, dove la Garante territoriale dei diritti delle persone private della libertà, Patrizia Sannino, e il Presidente della Camera Penale di Benevento, Nico Salomone, hanno tenuto una conferenza stampa congiunta nell’ambito della mobilitazione nazionale promossa dalla Conferenza Nazionale dei Garanti Territoriali.
Un’iniziativa che fa seguito a una visita ispettiva all’interno dell’istituto penitenziario, alla quale hanno preso parte anche gli avvocati Mario Salerno, Daniela Martino e Fiorita Luciano, tutti membri dell’Osservatorio Carceri della Camera Penale.
Nel corso dell’incontro con la stampa, la Garante ha lanciato un allarme sulle gravi criticità riscontrate nella struttura, con particolare riferimento all ‘inefficienza dei servizi sanitari, una condizione che – ha dichiarato – mina profondamente i diritti fondamentali e la dignità dei detenuti.
Ancora una volta è stato denunciato il drammatico problema del sovraffollamento carcerario, più volte segnalato anche dal Presidente della Repubblica, ma per il quale – hanno sottolineato Garante e Presidente della Camera Penale di Benevento – il Governo continua a non adottare misure concrete. Proprio il sovraffollamento, hanno evidenziato, è una delle principali cause dell’aumento di suicidi tra i detenuti più fragili. Ascoltiamo le loro parole ai microfoni di Beneventonews24.it.
Evade dai domiciliari e viene trovato con un’auto rubata fuori regione: 43enne finisce in carcere
Intorno alle ore 17:30 di ieri i militari dell’Arma della Compagnia capoluogo hanno eseguito un’ordinanza di aggravamento di una misura cautelare, con custodia in carcere, emessa dal Tribunale di Benevento nei confronti di un 43enne del posto, già noto alle Forze dell’Ordine.
L’uomo era stato arrestato lo scorso 2 maggio sempre dai Carabinieri del N.O.R. di Benevento per tre furti consumati, un tentato furto in danno di esercizi commerciali con la tecnica della spaccata e di una tentata rapina ai danni di un passante (fatti successi a Benevento, San Giorgio del Sannio e Fragneto Monforte) ed era, pertanto, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.
Tuttavia, i successivi controlli eseguiti dai militari hanno permesso di documentare delle violazioni della misura imposta: l’uomo è infatti risultato assente dalla propria abitazione, fino all’episodio più eclatante, quando è stato fermato fuori regione durante un controllo alla circolazione stradale, alla guida di un’autovettura risultata rubata.
Alla luce delle reiterate condotte illecite, i Carabinieri hanno prontamente richiesto l’aggravamento della misura cautelare, ottenendo l’emissione del provvedimento da parte dell’Autorità Giudiziaria.
Conclusi gli adempimenti di rito, il 43enne è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Benevento, a disposizione dell’A.G., che ha riconosciuto la fondatezza delle risultanze investigative fornite dai militari.
L’operazione odierna testimonia la costante presenza sul territorio e l’efficace azione di contrasto alla criminalità da parte dell’Arma dei Carabinieri, impegnata quotidianamente nella tutela della sicurezza e della legalità.
Tenta di introdurre droga nel carcere di Benevento: arrestata una donna
Una giovane donna, proveniente dal Napoletano, è stata arrestata nelle scorse ore mentre si recava in visita al marito detenuto nel carcere di Benevento. L’operazione è frutto di una complessa e articolata attività investigativa condotta dal Reparto di Polizia Penitenziaria di Benevento, in stretta collaborazione con il Servizio Antidroga del Nucleo Regionale Cinofili della Campania, distaccamento di Benevento.
Secondo quanto emerso dalle indagini, la donna avrebbe tentato di introdurre sostanze stupefacenti all’interno dell’istituto penitenziario, presumibilmente destinate al marito o ad altri detenuti. L’intervento congiunto degli agenti e delle unità cinofile ha permesso di bloccarla e recuperare il materiale illecito grazie all’insostituibile fiuto dei cani antidroga Onia e Margout.
Le accuse a suo carico sono spaccio di sostanze stupefacenti, con indizi di colpevolezza ritenuti solidi dagli inquirenti. La donna è stata immediatamente posta a disposizione della Procura della Repubblica di Benevento e trasferita presso la casa circondariale del capoluogo sannita, dove si trova attualmente in stato di detenzione.
Si attende ora l’interrogatorio di garanzia da parte della magistratura, che dovrà valutare la posizione della donna e accertare eventuali responsabilità penali. Le indagini proseguono, anche per chiarire se vi siano eventuali complicità o una rete più ampia coinvolta nel tentativo di introduzione della droga all’interno del carcere.
Benevento, carcere in balia di una detenuta violenta: aggredite poliziotte
“E meno male che lo chiamavano ‘sesso debole’… “. Ricorre all’amara ironia Giuseppe Cimino, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per commentare quanto è avvenuto negli ultimi giorni nella Casa circondariale di Benevento.
“Nelle giornate di domenica e ieri, il Reparto femminile dell’Istituto penitenziario di Benevento ha registrato situazioni di grave disordine. Una detenuta italiana, recentemente trasferita da un altro carcere per motivi di ordine e sicurezza, presenta varie problematiche oltre alla tossicodipendenza, e, da diversi giorni, sta causando inconvenienti significativi”, spiega. “La detenuta ha distrutto la propria cella e si è resa responsabile di aggressioni nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria. In particolare, durante gli episodi di violenza avvenuti domenica e ieri, le colleghe aggredite hanno dovuto ricevere cure presso l’ospedale, con una prognosi di cinque giorni ciascuna”.
Il sindacalista evidenzia che “nonostante le difficoltà in cui opera il personale di Polizia Penitenziaria, è da apprezzare e lodare anche un importante intervento dei Baschi Azzurri di Benevento che hanno intercettato, presso l’Ufficio Casellario circa 800 grammi di hashish. La sostanza era stata tentata di essere introdotta nell’istituto tramite un pacco proveniente dai familiari dei detenuti”, conclude Cimino.
Il segretario generale del SAPPE Donato Capece giudica la condotta della detenuta violenta “irresponsabile e gravissima: sono quotidiane le nostre denunce con le quali evidenziamo che le carceri in Campania (in sono ristrette in cella oltre 7.500 persone) sono ad alta tensione ed immediato deve essere il trasferimento della detenuta: chi aggredisce un poliziotto aggredisce lo Stato e la risposta deve allora essere ferma ed immediata, anche riaprendo carceri nelle isole come Pianosa”. Rinnova al DAP la richiesta di potenziamento degli organici della Polizia Penitenziaria dei Reparti regionali, di Benevento in particolare, rammentando che “la popolazione carceraria nazionale attuale è composta per un 30% di detenuti in attesa di giudizio; 30% di detenuti extracomunitari e un 20% di tossicodipendenti. Cifre che a Benevento lievitano ulteriormente in termini percentuali: Lo scorso 31 maggio, rispetto ai 250 posti letto, la Casa circondariale ospitava ben 387 detenuti, 33 dei quali stranieri e ben 74 donne”.
Il leader nazionale del SAPPE ricorda che “il SAPPE da decenni chiede l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene ma anche la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinari.”. E torna a chiedere la dotazione, per il personale del Corpo, di strumenti di tutela e garanzia non letali come i flash ball ed i bola wrap: il primo è un fucile che spara proiettili di gomma, già in dotazione alla Polizia Penitenziaria francese, mentre la seconda è un’arma di difesa che spara lacci bloccante le gambe dei riottosi, anch’essa già in uso ad alcune Polizie locali di alcune città italiane. “Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!” conclude Capece.
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