Lutto nel rugby sannita, Aldo Guerra si è spento a 70 anni

Lutto nel rugby sannita, Aldo Guerra si è spento a 70 anni

RugbySport

Lutto nel mondo del rugby sannita: è morto, all’età di 70 anni, Aldo Guerra.

Bandiera del Rugby Benevento negli anni ’70 e ’80 da giocatore, Guerra era attualmente responsabile tecnico del IV Circolo Benevento. Guerra era un docente di scienze motorie in pensione e ha formato intere generazioni di ragazzi, trasmettendo loro i valori del rugby e dello sport in generale.

Nel 2009 Guerra è stato premiato con il Gladiatore Sannita per l’attività svolta nel mondo della palla ovale, da giocatore prima e allenatore poi. Nel 2021, invece, è stato inserito dell’ovale d’oro con fronda, onorificenza della FIR.

Venerdì pomeriggio la salma arriverà al IV Circolo Benevento per un commovente saluto. Questo, intanto, il messaggio di cordoglio del IV Circolo:

Con profonda tristezza, annunciamo la scomparsa di Aldo, un pilastro della nostra società di rugby e tecnico della squadra seniores. Aldo non era solo un membro del nostro team, ma una parte integrante della nostra famiglia, sempre presente con la sua passione, dedizione e spirito indomabile. La sua energia e il suo impegno hanno lasciato un segno indelebile su tutti noi, in campo e fuori. In questo momento di dolore, ci stringiamo alla sua famiglia e ai suoi cari, consapevoli che il suo ricordo vivrà sempre nei cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.
Ciao, Aldo. Grazie per tutto ciò che ci hai donato. Non ti dimenticheremo mai“.

Tutta la Redazione di BeneventoNews24 esprime la propria vicinanza alla famiglia Guerra.

Benevento 5, Lorenzo Guerra confermato: “Voglio dare il mio contributo in Serie A”

Benevento 5, Lorenzo Guerra confermato: “Voglio dare il mio contributo in Serie A”

Calcio a 5

Il GG Team Wear Benevento 5 comunica di aver trovato l’accordo con Lorenzo Guerra anche per la stagione 2024/2025. Il numero venti giallorosso, autore di otto reti stagionali tra campionato e Coppa, resterà al PalaTedeschi per il secondo anno consecutivo. 

Sono molto felice di aver rinnovato con il Benevento, ringrazio il dg Collarile e tutta la società per aver creduto in me, dando la giusta continuità al mio percorso di crescita iniziato l’anno scorso – le parole di Guerra.- Sono maturato, infatti, sotto vari aspetti rispetto ad un anno fa e spero di continuare a dare il mio contributo a questa squadra“.

La scorsa annata? Ricordo con molto piacere la doppietta a Regalbuto in un campo difficile ed in un momento molto delicato della stagione che ci ha proiettato poi alla vittoria finale. La prossima stagione daremo filo da torcere a chiunque, soprattutto al PalaTedeschi. Poi la classifica verrà da sé“.

Stop alle guerre, stasera Palazzo Bosco Lucarelli si illuminerà di blu

Stop alle guerre, stasera Palazzo Bosco Lucarelli si illuminerà di blu

AttualitàBenevento Città

Palazzo Bosco Lucarelli, questa sera, si illuminerà di blu. Il Comune di Benevento ha infatti aderito all’iniziativa promossa dall’ANCI e dall’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra in occasione della “Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo”, che si celebra nella giornata odierna per conservare la memoria delle vittime civili di tutte le guerre e promuovere, secondo i principi dell’articolo 11 della Costituzione, la cultura della pace e del ripudio della guerra.

Un’iniziativa che assume un valore ancora più denso di significato, alla luce delle atroci sofferenze che stanno subendo le popolazioni civili coinvolte nei 31 conflitti attualmente in corso nel mondo, aggravati quest’anno dalla recrudescenza delle guerre in Ucraina, Medio Oriente Nagorno Karabakh.

VIDEO – Benevento, conferita cittadinanza onoraria all’Ambasciatore Zazo: “Non ho mai dimenticato le mie origini sannite”

VIDEO – Benevento, conferita cittadinanza onoraria all’Ambasciatore Zazo: “Non ho mai dimenticato le mie origini sannite”

AttualitàBenevento Città
“Sono onorato e anche un po’ emozionato”, ha commentato ai nostri microfoni l’Ambasciatore.

E’ ufficialmente un cittadino onorario della città di Benevento, l’ambasciatore italiano a Kiev, Pier Francesco Zazo.

Questa mattina, infatti, Palazzo Paolo V ha fatto da cornice alla cerimonia di consegna della pergamena, da parte del sindaco di Benevento, Clemente Mastella, affiancato dal presidente del consiglio comunale, Renato Parente.

Zazo, che ha origini sannite essendo nipote di Alfredo Zazo, giurista e docente divenuto direttore dell’Archivio storico provinciale di Benevento nell’ottobre 1926, ha ricevuto questo riconoscimento perché è stato capace di coniugare la mitezza del diplomatico con il coraggio dell’uomo d’azione, fino a salvare vite umane con gesti di autentico eroismo.

Questa la motivazione posta alla base delle decisione di riconoscere tale onorificenza all’Ambasciatore, votata all’unanimità nel consiglio comunale dello scorso 29 luglio.

“Sono onorato e anche un po’ emozionato perché io sono nato a Benevento, anche se poi sono andato in giro per il Mondo da diplomatico”, ha ammesso l’Ambasciatore.

“Però – ha proseguito – , non ho mai dimenticato le mie origini sannite, anzi le ho rafforzate, soprattutto nella mia precedente esperienza in Australia, dove ho conosciuto tanti italiani emigrati lì dopo la Seconda Guerra Mondiale. Quello che mi colpii è che a distanza di così tanti anni, gli italo-australiani non hanno mai dimenticato le loro origini sannite, parlando ancora in dialetto”.

Sono stati mesi duri, gli ultimi, per l’Ambasciatore, trovatosi nel bel mezzo della guerra tra Russia e Ucraina, come ha sottolineato lui stesso ai nostri microfoni.

Ascoltiamo proprio le parole dell’Ambasciatore Pier Francesco Zazo e del sindaco di Benevento, Clemente Mastella, a margine della cerimonia di questa mattina.

ACLI | Guerra e protezione civile: la testimonianza del colonnello Lombardi ai ragazzi del servizio civile

ACLI | Guerra e protezione civile: la testimonianza del colonnello Lombardi ai ragazzi del servizio civile

AttualitàBenevento Città

La storia della Protezione civile arricchita dalla testimonianza diretta del colonnello Michele Lombardi, originario di Apice, ha caratterizzato l’appuntamento odierno dedicato alla formazione dei ragazzi del servizio civile delle Acli.

Lombardi, partendo dalla sua esperienza sul campo, maturata soprattutto all’estero, ha fornito ai giovani nozioni e spunti di riflessione relativi al sistema di Protezione civile in Italia e alla gestione delle emergenze sulla base di avvenimenti storici che riguardano da vicino il nostro territorio, come l’alluvione di Benevento del 2015 o il terremoto del 1980 in Irpinia, nonché accadimenti che hanno segnato la storia del nostro Paese.

Il tutto corredato da racconti in prima persona della guerra civile in Jugoslavia e dello sbarco dei 20mila albanesi a Bari nel ’91, dall’allestimento del campo profughi ai soccorsi fino alle regole d’ingaggio in ambito militare. Cenni storici che si rifanno all’attualità con il perdurare del conflitto russo-ucraino.

Una grande giornata di formazione per il servizio civile universale con la partecipazione del Colonnello Michele Lombardi, apicese doc, esperto in protezione civile e cooperazione internazionale, che ha affascinato e coinvolto le tante ragazze e i tanti ragazzi presenti” il commento del presidente regionale delle Acli, Filiberto Parente.

La sua partecipazione – prosegue – è stata per me motivo di orgoglio: il suo è un racconto narrativo di cittadinanza attiva che ci inorgoglisce, essendo un testimone credibile dell’Esercito italiano e delle forze armate.

Assume allora un significato speciale la celebrazione del 4 novembre scorso, giornata nella quale l’Italia si stringe, con riconoscenza, attorno alle sue forze armate.

Perché nessuno più degli uomini e delle donne in divisa conosce il valore della pace e cosa significhi metterla a rischio. Citando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i nostri militari sono impegnati per garantire pace e sicurezza in tante aree del mondo. Lo fanno con straordinaria professionalità e competenza, con uno spirito di umanità che li fa apprezzare come un vero e proprio modello. 

Voglio ricordare quanti in questi anni hanno sacrificato la loro vita o sono rimasti feriti compiendo il loro dovere in missione. A loro la Repubblica è grata“.

L’appuntamento odierno dedicato alla formazione generale ha riunito tutti i ragazzi che hanno aderito ai vari progetti presentati dalle Acli e che si svolgono presso le sedi provinciali di Avellino e Benevento, presso il Comune di Apice e all’Università Telematica Giustino Fortunato.

Il presidente Filiberto Parente, nel sottolineare la valenza della giornata, ricorda come i ragazzi che hanno aderito al servizio civile operano con le associazioni di Terzo Settore all’interno della progettazione sociale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

In tal senso le Acli nazionali, ente di prima classe, forniscono assistenza e progettazione esecutiva in relazione agli adempimenti di legge.

Scappa dalla guerra in Ucraina e scopre di avere un grave tumore: operato e curato al Fatebenefratelli di Benevento

Scappa dalla guerra in Ucraina e scopre di avere un grave tumore: operato e curato al Fatebenefratelli di Benevento

BeneventoCronaca

Quanto vale l’abbraccio di un bambino che ringrazia i medici che hanno salvato la vita al suo papà? Sicuramente più di qualsiasi prezzo possa raggiungere il gas o un barile di petrolio.

Lo scenario è quello della terribile tragedia umana rappresentata dalla guerra in Ucraina che impazza dal febbraio 2022. Y.B. è un uomo di 43 anni che nel giro di pochi giorni vede cadere tutte le certezze che caratterizzavano la sua famiglia, la sua terra e la sua vita. Con l’arrivo dell’invasore russo, infatti, decide di raccogliere poche cose, i suoi tre bambini, e con la moglie, attraverso mille sotterfugi rocamboleschi, partire con il cuore pieno di speranza verso l’Italia.

A Piano di Sorrento c’è infatti da anni sua sorella A. che si rende disponibile ad ospitarli. Lui non potrebbe lasciare il paese, visto l’obbligo di leva per tutti gli uomini sotto i sessant’anni imposto dal governo di Kiev, ma il suo amore per la patria non può superare quello per i suoi tre figli, tutti in età scolare. Davanti a sé un esercito di incertezza, un viaggio epico; alle spalle solo le bombe, ma con coraggio e fortuna YB e la sua famiglia raggiungono l’Italia. 

Proprio quando il peggio sembrava passato YB, trascurando da tempo i suoi problemi di salute per cause di forza maggiore, scopre di avere un grave tumore del glande in fase avanzata. Una patologia rara, importante, devastante, che se non curata in tempo porta a morte certa.

YB però non parla inglese, non parla l’italiano, e quando per puro caso viene visitato prima dal dottor Aniello Russo (responsabile dell’UOS di urologia del Fatebenefratelli di Benevento) e poi dal Dottor  Dante Di Domenico (urologo Fatebenefratelli Bn), la difficoltà nel comunicare al papà che scappa dalla guerra la terribile notizia è enorme. S’innesca così la macchina dell’umanità che distingue da sempre i Fatebenefratelli come insegnato dal suo fondatore San Giovanni di Dio.

Un protocollo non scritto che coinvolge Fra Lorenzo Gamos – Superiore dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù di Benevento, il dottor Giovanni Carozza (Direttore Amministrativo), il personale amministrativo ed il CUP, che si adoperano per semplificare la burocrazia ed affrontare fattivamente un caso medico umano unico e terribile.

YB viene sottoposto ad un intervento di penectomia che coinvolge oltre ai dottori Russo e Di Domenico, anche il prof.  Zito (Primario dell’Urologia dell’Ospedale del Mare), il dottore Castelluzzo, la dottoressa Cusano primario di anestesiologia dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù, gli infermieri e tutto il personale sanitario che, emotivamente coinvolti dalla storia incredibile di YB, non mancano di fornirgli, oltre alle cure del caso, anche amorevole assistenza, per lenire non solo i dolori fisici ma anche quelli dell’anima, già provata dall’ingiusto conflitto bellico.

Y.B. Viene dimesso, le cure sortiscono l’effetto desiderato, Y.B. può definirsi guarito.

L’emozione più grande difficile da descrivere è quella di Y.B. che con la sua famiglia ha voluto incontrare gli angeli del Fatebenefratelli (come piace chiamarli ad A. la sorella di Y.B.) per abbracciarli e ringraziarli per la professionalità e la grande umanità dimostrate.

UniFortunato: “Il credito bancario alle imprese tra post pandemia e conflitto Russia-Ucraina”

UniFortunato: “Il credito bancario alle imprese tra post pandemia e conflitto Russia-Ucraina”

Eventi
Il convegno si terrà martedì 5 luglio alle ore 10.00, presso l’Aula Magna dell’Università.

L’Università Giustino Fortunato, in collaborazione con Confindustria Campania Piccola Industria, promuove per martedì 5 luglio alle ore 10.00, un incontro di studio che vedrà al centro del dibattito il tema dell’accesso al credito delle imprese, da sempre una delle maggiori problematiche con cui gli imprenditori si confrontano, e poi acuitasi con la pandemia, con il rincaro delle materie prime e dell’energia e con il conflitto russo-ucraino.

Il convegno, che ha ottenuto il patrocinio dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Benevento nonché dell’Ordine degli Avvocati di Benevento, si terrà nell’Aula Magna dell’Università Giustino Fortunato.

L’incontro vedrà coinvolti mondo della ricerca, banche, istituzioni, rappresentanti ed operatori del settore al fine di sollecitare una riflessione ed un confronto sul sistema di finanziamento delle imprese, per condividere difficoltà e prospettive, non solo un momento di analisi, ma anche di proposta comune.

IL PROGRAMMA

SALUTI ISTITUZIONALI

Giuseppe Acocella – Magnifico Rettore UniFortunato Benevento

Clemente Mastella – Sindaco di Benevento

Fabrizio Russo – Presidente Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Benevento

Stefania Pavone – Presidente Ordine degli Avvocati di Benevento

PRESIEDE E CONCLUDE

Angela Principe – Università di Salerno – Ordinario di Diritto dell’Economia

INTRODUCE

Ida D’Ambrosio – Università Giustino Fortunato – Docente di diritto dell’Economia

INTERVENGONO

Matteo Pignatti – Centro Studi Confindustria

Pasquale Lampugnale – Vice Presidente Nazionale e Presidente Piccola Industria Confindustria Campania

Angela Maria Pierro – Banca Mediolanum – Credit specialist 

Egidio Filetto – PWC TLS – Partner

Guerra in Ucraina, il Comune di Cerreto Sannita aderisce al sistema di accoglienza e<br>di integrazione della rete “SAI”

Guerra in Ucraina, il Comune di Cerreto Sannita aderisce al sistema di accoglienza e
di integrazione della rete “SAI”

AttualitàDalla Provincia

Il Comune di Cerreto Sannita aderisce alle misure urgenti di accoglienza ordinaria della rete SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati.

Il protrarsi della guerra e della crisi umanitaria in Ucraina ha indotto il “Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione” a comunicare agli enti locali l’avvio della procedura per il finanziamento del Fondo Nazionale per le Politiche e i Servizi dell’Asilo inerente l’ampliamento del sistema di accoglienza di carattere ordinario della rete SIPROMI/SAI, da destinare in tutta Italia all’ospitalità di nuclei familiari o monoparentali ucraini in fuga dalla guerra.

Il modello SAI è un servizio di accoglienza e di integrazione, promosso dal Ministero dell’Interno e dagli Enti Locali, che offre ai richiedenti asilo, ai rifugiati e ai titolari di protezione umanitaria, nei limiti delle disponibilità, un supporto di tipo alloggiativo e un aiuto nell’avvio di un percorso di integrazione sul territorio nazionale, grazie alla presenza di figure professionali specifiche, specialistiche e multidisciplinari, per le azioni richieste (operatori sociali, assistenti sociali, avvocati e operatori legali, psicologi, mediatori
interculturali).

Un’azione sociale ed amministrativa puntuale per il Comune di Cerreto Sannita, in quanto perseguirà alcuni fondamentali obiettivi, quali la realizzazione di una buona accoglienza integrata (generata da formazione professionale, inserimento abitativo e scolastico e apprendimento della lingua e della cultura italiana) e l’attuazione del principio di sussidiarietà che “valorizza l’autonomia e l’integrazione di stranieri presenti sul territorio nazionale e fornisce risposte comunitarie al bisogno sociale”.

Caritas, il 4 aprile il primo convoglio di aiuti per l’Ucraina

Caritas, il 4 aprile il primo convoglio di aiuti per l’Ucraina

AttualitàBenevento Città

“Poco più di un mese fa ci siamo trovati di fronte all’esplosione di una drammatica guerra, questa volta non lontana da noi. La Caritas Diocesana di Benevento, in comunione con Caritas Italiana e rispondendo anche alla tempestiva chiamata del Sindaco di Benevento, ha inteso con il suo intervento ribadire vicinanza e solidarietà al popolo Ucraino così duramente colpito”. Così  il direttore della Caritas, Pasquale Zagarese.

Nei giorni scorsi – prosegue – abbiamo sperimentato con gioia l’esaltante e proficua attività con tutte le associazioni laiche e cattoliche del nostro territorio con la regia di Prefettura e Comune di Benevento e il fondamentale sostegno di Questura, Forze dell’ordine e Asl. Sono stati numerosi e intrisi di fratellanza caritatevole i frutti della partecipazione solidale delle nostre cittadinanze: è stata una risposta, all’appello, venuta dal cuore del nostro territorio che si fa piccolo, per portare, nell’aridità e nella follia della guerra, il segno della speranza e l’infinita misericordia di Dio. Il nostro primo convoglio umanitario, il vostro “dono”, varcherà i confini politici e geografici porgendo la mano ai nostri fratelli che gridano “pace”, ricordandoci che non c’è solidarietà senza giustizia e non c’è giustizia senza carità. La partenza da Benevento è prevista per il 4 aprile c.a. e il convoglio sarà accompagnato dal direttore e da alcuni volontari“.

La prima fase di raccolta dei beni di prima necessità si è conclusa. Continuano l’impegno per l’accoglienza dei profughi attraverso la rete Caritas Diocesana e in collaborazione con le autorità territoriali statali e gli enti locali, nonché la raccolta fondi da destinare al sollievo del popolo Ucraino. Con commozione rinnoviamo la più sentita gratitudine a tutti coloro che ci hanno fatto e ci fanno sentire fratelli a cominciare dai privati cittadini che sono venuti in Caritas a portare i beni di prima necessità, a quanti hanno contribuito alla raccolta fondi e a quanti si sono messi a disposizione per accogliere nelle proprie case i profughi in arrivo. Non possiamo né vogliamo dimenticare tutte le associazioni e il mondo del volontariato che, ciascuno secondo il proprio carisma, hanno reso efficace ed efficiente la complessa macchina organizzativa che ci ha visto camminare tutti insieme fraternamente“, ha concluso Zagarese.

L’8 Marzo e la guerra delle donne ucraine e russe

L’8 Marzo e la guerra delle donne ucraine e russe

Attualità

Triste 8 marzo 2022, un anniversario che ha sempre ricordato come esista un macigno che si contrappone sul percorso della dignità delle donne e dell’affermazione dei suoi diritti, ma ancor più triste oggi alla luce di una guerra incomprensibile e brutale che pretende la cancellazione di un popolo, tutto in nome dell’orgoglio autoritario e prevaricatore di un individuo che pretende di agire in nome della sua gente.

Da sempre le donne sono state vittime e protagoniste di guerre, volti di paure, sgomento, angoscia, ma anche di forza e capacità di resilienza, martiri di un sistema bellico voluto e guidato da uomini che hanno lasciato alle donne l’incombenza di proteggere i loro figli, i loro cari e le loro storie.

Siamo alle soglie di un 8 marzo che si sarebbe dovuto celebrare all’insegna dei diritti delle donne, invece siamo di fronte ad una nuova emergenza e cioè al bisogno della pace, della protezione della vita, della difesa non solo dei diritti delle donne ucraine, improvvisamente in fuga con i loro figli verso una salvezza lontana dalle loro case e dalle loro famiglie, lontane dai propri compagni rimasti a combattere, ma dei diritti di ogni essere civile

Giornale di Sicilia

Si tenta di decidere tregue difficili e complesse, ma chi siede intorno ai tavoli del confronto tra aggrediti e aggressori? Attorno a quei tavoli di guerra russi e ucraini non ci sono donne, solo uomini che si confrontano in un contrasto che ha poche speranze di accontentare tutti. Solo uomini anche nei consigli di guerra che si svolgono a Mosca, generali con le mostrine, consiglieri e dirigenti dei servizi segreti in abito scuro, eccezione è la presenza di una sola donna: Elvira Nabiullina, governatrice della Banca centrale russa, unica donna, che però evitava di guardare lo zar e unico volto contrariato tra decine di volti maschili annuenti.

Non ci sono dunque donne dove si decide di bombardare località e gente in fuga, di stabilire misure di emergenza o nuovi confini, le donne sono altrove, straordinarie, nell’uno e nell’altro fronte, nel loro antico ruolo di difendere, a mani nude, gli affetti, i bisogni essenziali, l’esistenza e l’amore della vita.

Ecco allora la madre russa che parla straziata con il proprio figlio fatto prigioniero dagli ucraini, un ragazzino mandato a combattere una guerra di cui non conosce le ragioni, o quella che legge l’ultimo messaggio su WhatsApp del proprio figlio morto, lontano da lei e che non può più proteggere. Donne ucraine che fuggono per salvare le proprie creature dall’illogico conflitto come Nina, che incinta al nono mese è dovuta scappare da Kiev, mentre attorno a lei piovevano bombe, per arrivare a Como dopo due giorni di viaggio terribile e dare alla luce la sua bimba.

Come Elena, ucraina che lavorava in Sicilia e che, allo scoppio della guerra è tornata in patria per portare in salvo, dopo un viaggio inverosimile, la sua figlia maggiore o come Tania, mamma di un ragazzo affetto da sindrome di Down, che ha trasformato il corridoio della sua casa di Kiev in un bunker dove tenere suo figlio, impossibilitato a essere portato in un rifugio,  mentre tutto attorno a lei esplodono bombe e la sua casa trema, ma non il suo coraggio e la sua determinazione a difendere ciò che ha di più caro. 

Come non ricordare le infermiere dell’ospedale pediatrico Okhmadet di Kiev che continuano ad accudire i piccoli degenti, malati di cancro, nei sotterranei dell’ospedale?

Donne che abbracciano i loro figli nelle metropolitane affollate, sui treni stracarichi di umanità disperata, per le strade, dove l’unico rumore è quello di proiettili invisibili che uccidono, donne che trascinano bagagli improvvisati, ma essenziali, che giocano con i bambini in un angolo del rifugio per far dimenticare loro la paura, il freddo e la fame.

Donne ucraine che fuggono e piangono mentre giungono nei Paesi confinanti maledicendo la guerra e i loro artefici, mentre i loro uomini vengono impegnati nella resistenza agli invasori, ma anche donne russe che vengono malmenate ed arrestate dalla polizia perché marciavano contro la guerra.

Fanpage

Ovviamente ci sono donne che combattono sia tra le fila russe che ucraine, tra queste ultime donne e bambine che, nelle retrovie, preparano bombe molotov nelle città minacciate  per fare fronte ai carri armati nemici in arrivo o per fronteggiare i cannoni che distruggono il loro mondo ed i loro cari, ma tutto questo avviene lontano dalle stanze in cui si decide la guerra, dai luoghi dove la sofferenza umana conta poco, dove l’unica cosa importante è ridisegnare i confini, controllare i territori, usare le armi giuste per mettere a tacere i nemici, catturare i nemici. 

Europa Today

Ci sono anche donne che però hanno deciso di “combattere come gli uomini”, a Mariupol, città sotto assedio a cui manca da giorni elettricità e acqua,molte donne di tutte le età hanno imbracciato il fucile e hanno deciso di difendere la città seguendo il motto “Contro Putin e patriarcato”, una scelta dolorosa, ma necessaria per cercare di salvare il proprio mondo da un’aggressione violenta e ingiustificata.

Noi vogliamo dedicare questo 8 marzo a tutte le donne, di ogni nazionalità, che stanno salvaguardando la vita di chi li circonda anche a costo della propria, pensando solo agli affetti più cari, al loro benessere e alla pace, rifiutando ogni logica di inutile violenza.

Per questo motivo pensiamo dunque che l’8 marzo 2022 deve diventare, in questo tragico momento dell’Europa e dei diritti umani universalmente calpestati, una pietra miliare nella memoria della storia delle donne, non in quanto individui di un genere particolare, ma come persone che rifiutando ogni forma di sopraffazione e sottomissione personale, sia civile che fisica, rifuggono anche la logica disumana della violenza e che, forti della propria storia di “àncora nella tragedia di ogni guerra”,  considerano la guerra degli uomini un gioco insensato che contraddice l’amore per la vita.