Liliana Segre e il toccante discorso inaugurale del nuovo Parlamento

Liliana Segre e il toccante discorso inaugurale del nuovo Parlamento

AttualitàPolitica

Nella mattina di giovedì 13 ottobre, si è tenuta la prima seduta inaugurale del nuovo Parlamento italiano con un  discorso di Liliana Segre, Presidente provvisorio del Senato in occasione dell’apertura della XIX legislatura.

La Segre ha tenuto a ricordare, come senatrice più anziana, di avere l’onore di presiedere l’aula del Senato al posto di Giorgio Napolitano (indisposto), ricordando ai presenti le parole dell’ex Presidente della Repubblica : “Desidero esprimere a tutte le senatrici ed i senatori, di vecchia e nuova nomina, i migliori auguri di buon lavoro, al servizio esclusivo del nostro Paese e dell’istituzione parlamentare ai quali ho dedicato larga parte della mia vita”.

Dando poi il benvenuto alle nuove Colleghe e Colleghi che ha immaginato “sopraffatti dal pensiero della responsabilità che li attende e dall’ austerità dell’aula in cui si trovano” in molti, per la prima volta al servizio dello Stato, ha voluto esprimere sue brevi considerazioni personali.

Ella ha voluto ricordare che stiamo vivendo un tempo nel quale la guerra è tornata in Europa e molto vicino a noi, una guerra che, come atto di scontro militare oltre che territoriale e umano, porta con sé un “carico di morte, distruzione, crudeltà, terrore….una follia senza fine”.

Proprio in merito ai terribili avvenimenti della guerra Russo-Ucraina, la Segre ha voluto unirsi alle parole del Presidente della Repubblica Mattarella che ha recentemente affermato: “ La pace è urgente e necessaria. La via per ricostruirla passa da un ristabilimento della verità, del diritto internazionale, della libertà del popolo ucraino”.

Ella ha poi voluto ricordare che in questo mese di Ottobre cade il centenario della Marcia su Roma, atto che aprì la strada alla dittatura fascista e come, quasi paradossalmente, coincide con il momento in cui ella presiede provvisoriamente l’aula del Senato, di quel Parlamento che, noi ricordiamo, fu svuotato di poteri e significato dal Fascismo distruggendo il suo significato democratico.

Ella ricorda poi come l’evento di cui si celebrano i cento anni, è impresso nella sua mente in quanto ha determinato, nel 1938, le leggi razziali che l’hanno allontanata, lei bambina smarrita delle elementari, dal suo banco di scuola, dalla sua vita di cittadina italiana e dalla sua serenità, fino all’orrore di Auschwitz.

Nella giornata di insediamento del nuovo Parlamento ella siede, ricorda, per un destino beffardo verso i suoi persecutori, sul banco più prestigioso del Senato.

Ha poi ricordato che l’istituzione parlamentare è, ad oggi, profondamente rinnovata e cambiata nei numeri, nell’aula della Camera dei deputati infatti siederanno 400 eletti anzichè 630 , in quella del Senato si ritroveranno 200 senatori al posto dei 315.

Per la prima volta, inoltre, ricorda, hanno potuto accedere al voto i giovani dai 18 ai 25 anni. Un numero ridotto di rappresentanti del Parlamento che implica però, ha continuato, la consapevolezza che tutto il paese guarda loro aspettandosi atti e gesti di responsabilità e di esempio, atti che siano rispettosi nell’adempiere con “disciplina e onore” il servizio che si è chiamati a svolgere, servendo le istituzioni senza pensare di servirsi di esse per scopi privati.

Ella ha poi chiesto ai presenti di lasciare fuori dall’aula la politica urlata, praticando invece il rispetto per l’avversario politico pur rimanendo fedeli alle proprie idee. Ha poi ricordato che l’imperativo di tutti deve essere “preservare le istituzioni della Repubblica” che appartengono a tutti e che hanno il compito di agire e lavorare nell’interesse del paese.

La Costituzione, ha continuato, “ non è un pezzo di carta”, come affermò Piero Calamandrei, ma essa è   “ un testamento di 100 mila morti caduti nella lunga lotta per la libertà”, una lotta che affonda le sue radici nel 1924 con la morte di Giacomo Matteotti.

La Costituzione si può cambiare, come stabilito dall’articolo 138 di essa, ma più che cambiarla, ella afferma, la cosa principale è attuarla.

Ella ricorda infine la centralità dell’articolo 3 della Costituzione, un punto fermo nello stabilire l’uguaglianza di tutti, un principio che “ non è utopia, è la stella polare che dovrebbe guidarci tutti, anche se abbiamo programmi diversi per seguirla: rimuovere gli ostacoli!”

Un particolare richiamo viene poi destinato ai presenti dalla Segre in merito al ricordo condiviso delle festività civili come il 25 aprile, il 1 maggio e il 2 giugno, date che rappresentano un “patto tra generazioni, tra memoria e futuro…”, nello stesso tempo ella richiama alla “comune responsabilità” della lotta contro l’imbarbarimento politico, i pregiudizi e le discriminazioni.

Ella richiama poi i presenti ad evitare il più possibile l’abuso della decretazione d’urgenza e della fiducia. La maggioranza deve ricordare quando era all’opposizione e l’opposizione quando era al governo.

Un particolare richiamo ai senatori da parte della Segre a rispondere al “grido di dolore” che giunge da imprese e famiglie colpiti da inflazione e dagli aumenti dei costi dell’energia, una risposta necessaria che rassicuri sul fatto che “nessuno verrà lasciato solo”, evitando così il dilagare di paura e rabbia da parte dei cittadini.

Saluto e discorso di alto spessore istituzionale e civile da parte di chi ha vissuto, sulla propria pelle, prepotenze, aggressività e sopraffazione, pagando un prezzo altissimo al diritto alla libertà ed alle proprie prerogative civili e sociali e che oggi è membro di un Parlamento democratico che ha il compito di attuare la Costituzione, a prescindere da posizioni politiche diverse, ma che soprattutto ha il dovere di sacrificare determinate idee se esse non sono rispettose del dettato costituzionale e del principio di democrazia che lo ha ispirato.

Condividiamo in pieno le parole della Segre, augurando a tutti buon lavoro e sperando che le scelte democratiche e politiche del popolo italiano siano state quelle giuste.