Domenica 20 aprile ore 20.00 in occasione dell’International Jazz Day l’Associazione Blu’S APS e Informazione Cultura e Spettacolo organizzano un concerto con il Duo Paolo Loveri – Pietro Condorelli.
L’evento si svolgerà all’interno delle Antiche Cantine Mustilli in via dei Fiori 20. Al concerto farà seguito una Jam Session con i musicisti presenti, numerose le partecipazioni previste.
La direzione artistica dell’evento è curata da Maurizio Chiantone, il coordinamento organizzativo è affidato a Paolo Russo. Il programma si baserà soprattutto su composizioni originali di Condorelli e Loveri tratte soprattutto dal CD edito in Belgio Paolo Loveri trio featuring Pietro Condorelli “3+1”, nonché sulla musica che rappresenta l’enorme “corpus” dello sviluppo dell’esperienza musicale afroamericana.
All’interno dello spazio sarà possibile consumare calici di vino Mustilli e assaggi culinari preparati da Filocafè.
Per il duo di chitarristi jazz sono previsti altri due appuntamenti in zona, il 29 aprile a Pignataro Maggiore e il 4 maggio a Caserta.
Accademia di Santa Sofia, gran successo per il concerto del Simone Sala Trio
Ospite speciale della serata, che rientra nell’ambito della rassegna “Jazz steps – I venerdì del Jazz”, Arturo Caccavale.
Venerdì sera all’Auditorium San Vittorino di Benevento, l’Accademia di Santa Sofia, per il suo quinto appuntamento con la rassegna “Jazz steps – I venerdì del Jazz”, curata dal M° Umberto Aucone, ha ospitato il concerto del Simone Sala Trio con l’ospite speciale Arturo Caccavale.
Un altro successo per il cartellone jazz inserito nell’ambito della poliedrica Stagione Concertistica 2023 che l’Accademia di Santa Sofia presenta in sinergia con l’Università degli Studi del Sannio e il Conservatorio di Benevento.
Come sempre Maria Buonaguro, Presidente Amici dell’Accademia e Marcella Parziale, Direttore Artistico dell’Accademia, salutano il pubblico accogliendo l’intervento di Umberto Aucone che con brevi parole racconta il concerto e gli artisti che si esibiranno.
Simone Sala è un vero funambolo, che sovverte le regole e i confini tra i generi musicali. Pianista eclettico e disinvolto, perfettamente a suo agio sul palco del teatro San Vittorino, assiepato di estimatori e appassionati, propone il suo concerto, con fare istrionico, loquace ed esuberante, con le parole come con le note, e ci trasporta in un viaggio nella musica che non ha confini. Il suo vero elemento. In concerto fin dal titolo promette percorsi inconsueti: “Non esistono i generi musicali”.
Sala esordisce con Franz Liszt (1811-1886), nella Fantasia quasi Sonata: “Après une lecture du Dante”, dove Liszt trascrive in musica, su un pianoforte fiammeggiante, sensazioni, impressioni, emozioni, suscitate dalla sua personale lettura, incredibile (lui era ungherese), della Divina Commedia di Dante Alighieri. Quindici minuti di umano furore e sentimenti contrastanti. Corrono infervorate le mani di Sala sulla tastiera, nell’impeto dell’interprete che insegue le orme del suo mito pianistico. Emozione tangibile pervade la sala che grida Bravo al termine dell’intensa performance.
Non contento, nell’impressionante esaltazione esecutiva, Simone Sala, approccia un altro suo mito, Rachmaninov (1873 – 1943), in ben due composizioni di inestricabile complessità, dense di patos e tangibile oscurità, squarciata da lampi di luce, il Prelude op.23 n.4 e l’Etude Tableaux op.39 n.9.
Le note aggrumate e saettanti, risuonano potenti e affilate, tra le pareti del San Vittorino. Le due esecuzioni riscuotono ovazioni dal pubblico, di neofiti sbalorditi ed esperti ammiratori.
Arriva il momento del passaggio fluttuante da un genere a un altro, torna il Maestro Aucone per dare tempo al pianista “trasformista” di cambiarsi d’abito e di attitudine.
Aucone introduce la seconda parte del concerto, presentando con numerosi aneddoti e riferimenti, il prossimo mondo musicale, collocato in ambito prettamente jazzistico, con sonorità e ritmiche latine di matrice sud americana, e in particolare dedicato a un altro autore, simbolico mentore di Simone Sala, il compositore Michel Camilo (Santo Domingo, 4 aprile 1954), anche lui equilibrista fra il mondo classico e il Jazz.
Arriva così in scena la sezione ritmica del Simone Sala Trio, composta dagli ottimi Lorenzo Mastrogiuseppe al basso, e Oreste Sbarra alla batteria.
Il trio affiatato e rodato da ben dieci anni di concerti insieme, in giro per il mondo, snocciola una serie di pezzi infuocati, concepiti dalla mente vulcanica di Michel Camilo: Tropical Jam, Caribe, From Within, e il bis On Fire. Una serie iper energetica dall’esplosività trascinante, di infiniti pezzi di bravura concatenati, spericolati virtuosismi e scambi continui, tra cambi di ritmo e sfrenate galoppate tra i meandri dell’armonia.
Un crescendo di entusiasmo reciproco tra pubblico e artisti, doveil pianoforte di Simone Sala dà sfogo a ogni suo guizzo improvvisativo, interagendo e lasciando ampio spazio propositivo all’efficacissimo basso di Lorenzo Mastrogiuseppe, prontissimo complice navigato e divertito. O all’ “Uomo Batteria” Oreste Sbarra, che si impone come una perfetta, viva, potentemente creativa e iperbolicamente variopinta “drum machine” umana, straordinariamente variegata, come nel suo pirotecnico interminabile assolo, che nel cuore del Latin Jazz, trasuda gusto partenopeo da tutti i pori e persino aggressive, scorticanti, sonorità Hard Rock.
Mentre lo special guest, l’ospite speciale del Simone Sala Trio, il cantante e trombettista Arturo Caccavale, con il suo intervento misurato aggiunge anima e fascino all’esecuzione muscolare del Trio.
Accademia di Santa Sofia, successo per il concerto di Jodice Bros Jazz Trio
Con il bellissimo concerto del Jodice Bros Jazz Trio, un altro Venerdì sera all’insegna del Grande Jazz, all’Auditorium San Vittorino di Benevento.
L’evento, dal respiro internazionale, faceva parte della rassegna curata dal M° Umberto Aucone, “Jazz steps – I venerdì del Jazz”, terza costola della poliedrica Stagione concertistica 2023 che l’Accademia di Santa Sofia sta proponendo in sinergia con l’Università degli Studi del Sannio e il Conservatorio di Benevento.
Sempre con la consulenza scientifica di Marcello Rotili, Massimo Squillante e Aglaia McClintock e sotto la direzione artistica di Filippo Zigante e Marcella Parziale che, come sempre ha rivolto a tutti i presenti, calorosi saluti iniziali di benvenuto insieme a Maria Buonaguro, Presidente Amici dell’Accademia.
Il fantastico Trio Jazz, è composto da tre vere punte di diamante, orgoglio del Jazz italiano nel mondo: Pino Jodice, pluripremiato pianista a livello internazionale, compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra Jazz e docente di composizione Jazz del Conservatorio G. Verdi di Milano; Luca Bulgarelli, contrabbassista, che suona nei più importanti Festival Jazz del mondo, collabora in studio e dal vivo con numerosissimi artisti registrando oltre 70 album, anche nel settore della musica italiana d’autore, e che come Sound Designer ha mixato e masterizzato numerosi lavori discografici per diverse etichette; e Pietro Iodice batterista di spicco del panorama Jazz italiano, attualmente batterista della PMJO (Parco della Musica Jazz Orchestra) dell’auditorium di Roma, e che insegna Batteria Jazz in vari conservatori.
Questo trio ha all’attivo una collaborazione ventennale e un’attività concertistica infinita, come ha spiegato Pino Jodice, durate il concerto. Insieme rappresentano una solida e imponente sezione ritmica, per molti anni parte fondamentale di una delle orchestre Jazz nazionali più importanti, la Parco della Musica Jazz Orchestra di Roma, e vantano collaborazioni con le orchestre più importanti in Italia e all’estero, e con i più grandi musicisti Jazz internazionali.
Il duo Jodice, Pino e Pietro, napoletani di nascita ma romani d’adozione, fratelli nella vita e nell’arte, con il fratello acquisito Luca Bulgarelli – come li ha presentati il Maestro Umberto Aucone – nel corso della magnifica serata, hanno proposto soprattutto, composizioni originali del leader Pino Jodice, rompendo il ghiaccio con la composizione AnnA. Come il nome, tutto il tema è melodicamente sviluppato come un palindromo (Si Mi Mi Si). Anna è una bravissima violinista ukraina e il brano è un inno alla pace. Hanno poi proseguito con l’affascinante brano Gravitational Waves, dal disco Infinite Space, il loro ultimo lavoro pre pandemia. Il brano evoca il suono che potrebbero avere le onde gravitazionali dell’universo. L’esecuzione del trio è veramente “spaziale”, atmosfere siderali dalle ritmiche iperboliche, stranianti ma perfette. Il trio è micidiale. Il pubblico conquistato.
Arriva poi il brano Reflection (riflessioni sull’anima), che fa parte di un nuovo album omonimo, che il trio inciderà a breve con un quartetto d’archi il Sunrise String Quartet. Qui esplode invece, una melodia dal tema raffinato, che evolve poi in impressionanti improvvisazioni, ricche di fantasia e gustose pennellate variopinte tipiche del colorato mondo del Jazz. Gli applausi scrosciano da un assolo all’altro. È la volta di Melodia Infinita, ballad scritta da Pino Jodice, inizialmente per orchestra, eseguita per la prima volta da Enrico Rava al Barga Jazz Festival (LU), sempre dal cd Infinite Space. Una stupenda composizione, contemplativa, malinconica e riflessiva, dai caldi sapori mediterranei, evocatrice di paesaggi marini e ipnotiche suggestioni acquatiche dove le note del pianoforte si fanno liquide.
Elegantemente geniale Pino Jodice, sempre. Nelle sue composizioni come nella vita multiforme ed esuberante che evoca dai tasti del suo pianoforte. Seducente il contrabbasso di Bulgarelli che apre e chiude l’esecuzione, e che in tutti i brani conduce le danze con ironia, trasporto ed energica sicurezza. Il pubblico sottolinea ogni pezzo di bravura con grandi applausi.
Il quinto brano è New Step, inciso nel primo album del trio, dedicato al celebre disco del sassofonista John Coltrane, Giant Steps, album pubblicato nel 1960, uno dei dischi più importanti della storia del Jazz. L’esecuzione del trio, una corsa frenetica dal ritmo serrato e folle, è sorprendente per il controllo e la precisione. Come la tecnica sopraffina e l’affiatamento che li contraddistingue in tutto il concerto. L’ultimo brano è dedicato a un loro stimato collega, Aldo Bassi, compositore italiano, tra i più apprezzati trombettisti Jazz italiani, e leader in campo jazzistico a livello internazionale, mancato purtroppo prematuramente nel 2020.
Apprezzatissimo docente anche al conservatorio di Benevento, per il suo inconfondibile stile e per la sua passione, Bassi ha fatto anche lui parte del Parco della Musica Jazz Orchestra di Roma. Per onorarne la memoria, il trio sceglie Nice Groove, composta da Pino Jodice per l’Album di Bassi, Muah!. Grande swing dal piglio contemporaneo, il groove del titolo mantiene le promesse nella perfezione di un’esecuzione esemplare dove, ancora una volta, l’entusiasmo e il piacere di suonare sono complementari alla tecnica e al talento smisurato dei tre magistrali interpreti. La batteria di Pietro Jodice, qui come nei suoi altri assolo, è di un altro mondo. Misurata potenza, smisurata dinamica, elettrizzante creatività.
La platea del San Vittorino si esalta. Il bis, acclamato a gran voce da un pubblico euforico, è Matrix, di un altro genio del Jazz da poco scomparso, Chick Corea, compositore, pianista e tastierista statunitense, morto nel 2021. L’ “interplay” del trio è una garanzia, la chiusura è da manuale. Il suono è una meraviglia. Questi signori, nostri Maestri del Jazz nel mondo, sono portatori sani di tecnica impeccabile, scambi continui di provocazioni, suggerimenti e giochi di improvvisazione, eclettismo musicale, inesauribile vena poetica e verace ironia. Il Jazz è vivo. Viva il Jazz.
Venerdì al San Vittorino il 4^ appuntamento con la rassegna “Jazz steps – I venerdì del Jazz”, targata Accademia di Santa Sofia
Venerdì 17 marzo alle ore 19:00, presso l’Auditorium San Vittorino di Benevento, l’Accademia di Santa Sofia, per il suo quarto appuntamento con la rassegna “Jazz steps – I venerdì del Jazz”, curata dal M° Umberto Aucone, ospiterà “Infinite Space”, concerto del valentissimo Jodice Bros Jazz Trio.
Altro evento imperdibile, dal respiro internazionale, del cartellone jazz, inserito nell’ambito della poliedrica Stagione concertistica 2023 che l’Accademia di Santa Sofia sta proponendo in sinergia con l’Università degli Studi del Sannio e il Conservatorio di Benevento.
Il concerto “Infinite Space”, è un progetto musicale del Trio Jazz composto da tre vere punte di diamante, orgoglio del jazz italiano nel mondo: Pino Jodice al pianoforte; Luca Bulgarelli al contrabbasso e Pietro Iodice alla batteria.
Il progetto del Jodice Bros Jazz Trio, Infinite Space, rappresenta l’ultimo lavoro discografico di questo trio che ha all’attivo una collaborazione ventennale e un’attività concertistica infinita. È stata per molti anni sezione ritmica di una delle orchestre jazz nazionali più importanti, la Parco della Musica Jazz Orchestra di Roma, e vanta collaborazioni con artisti internazionali di chiara fama come: Mike Stern, Kenny Wheeler, Michel Portal, Bob Brookmeyer, Maria Scheneider, Bill Holmann, Nguyen Le, Dick Oatts, Tommy Smith, Paul Mc Candless, Dave Douglas, Frank Tiberi, George Garzone, Enrico Rava, Paolo Fresu e tantissimi altri.
Il lavoro discografico si sviluppa attraverso le composizioni originali del leader Pino Jodice, pianista, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra jazz, musicista pluripremiato a livello internazionale e riconosciuto già nel 2002 come miglior nuovo talento jazz al Premio Palazzo Valentini Jazz (RM) e al Premio Positano Jazz (Na). Ha inoltre scritto e arrangiato per musicisti internazionali di grande fama come Gary Burton, John Scofield, Bradford Marsalis, Mike Stern, e tantissimi altri. Luca Bulgarelli e Pietro Iodice vantano collaborazioni con i più grandi musicisti internazionali ed insieme rappresentano una solida e imponente sezione ritmica tra le più richieste in Italia e all’estero. Il trio è legato non solo dall’amicizia ma dall’incredibile affiatamento che si evince sia nelle registrazioni che nei live attraverso un continuo e magico “interplay”.
PINO JODICE, pianista, compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra jazz e docente di composizione jazz del Conservatorio G. Verdi di Milano, vanta una trentennale esperienza in orchestra sia come strumentista che come compositore arrangiatore e direttore. Pluripremiato e vincitore di oltre 11 primi premi di composizione e arrangiamento per orchestra jazz, nel 2002 riceve il premio Positano jazz (Napoli) e il premio palazzo Valentini Jazz (Roma) come “The best new Talent”, pianista, compositore e arrangiatore. Collabora come pianista, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra con Mike Stern, John Scofield, Bradford Marsalis, Gary Burton, Dave Douglas, Bob Brookmayer, Bill Holmann, Maria Scheneider, Paolo Fresu, Fabrizio Bosso, Orchestra e coro dell’Accademia Nazionale di santa Cecilia, Orchestra Sinfonica Abruzzese, Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento, Parco della Musica Jazz Orchestra, Verdi Jazz Orchestra, Orchestra Nazionale Jazz dei Conservatori Italiani, Scottish National Jazz Orchestra, Salerno Jazz Orchestra, Orchestra Jazz della Sardegna, Orchestra Jazz della Sicilia, Orchestra Jazz Parthenopea, Area M Orchestra.
LUCA BULGARELLI nasce in Abruzzo nel 1972 e studia Basso Elettrico e Contrabbasso. Vince una borsa di studio alla prestigiosa Università di Siena Jazz nel 1992 e si laurea in Contrabbasso presso il Conservatorio di Campobasso nel 1997. Partecipa ai più importanti Festival Jazz nel mondo. Collabora in studio e dal vivo con numerosissimi artisti registrando oltre 70 album: Enrico Pieranunzi, Roberto Gatto, Maurizio Giammarco, Enrico Rava, Paolo Fresu, Rita Marcotulli, Mariapia De Vito, Danilo Rea, Nicola Stilo, Rosario Giuliani, Stefano Bollani, Gianluca Petrella, Fabrizio Bosso, Stefano Di Battista, Gunther Schuller, Kenny Wheeler, Mike Manieri, George Garzone, Toninho Horta, Gal Costa, Donnie Mc Caslin, Alain Jean Marie, Mundell Lowe, Philip Catherine, Rick Margitza, Bob Mintzer, Tooth Thielemans, John Abercrombie, Dave Liebman, Seamus Blake, Jorge Rossy, Nir Felder, Greg Osby. Anche nel mondo della musica pop le collaborazioni sono svariate: Mimmo Locasciulli, Francesco De Gregori, Beppe Servillo, Paola Turci, Daniele Silvestri, Joe Barbieri, Gino Paoli e Sergio Cammariere. Come Sound Designer ha mixato e masterizzato numerosi lavori discografici per diverse etichette quali; Emarcy/Universal, CAM jazz, Albore Jazz, Abeat records, Auand, Widesound, DreyfusJazz, ViaVeneto Jazz, Giandomusic. Attualmente è docente di musica d’insieme e di contrabbasso presso il Saint Louis College of Music.
PIETRO IODICE nato a Napoli, si trasferisce a Roma nell’88 diventando da subito batterista di spicco del panorama jazz italiano. Attualmente batterista della PMJO (Parco della Musica Jazz Orchestra) dell’auditorium di Roma, insegna Batteria Jazz al conservatorio Tito Schipa di Lecce. Ha all’attivo 4 cd come co-leader nel Corvini & Iodice Roma Jazz Ensamble. Il primo dal titolo “Signor Jones”, il secondo, uscito negli U.S.A., dal titolo “Homage to Yusef Lateef & Corvini Iodice Roma Jazz Ensamble”, il terzo, “Fast Race”. Ha all’attivo inoltre due “minus one” (delle tracce audio per studio e didattica) per big band dal titolo “Suonare la batteria nella big band” Vol.1 e Vol. 2. Ha suonato con: Art Farmer, Rick Margitza, John Patitucci, Jerry Bergonzi, Miles Griffith, Dick Oatts, Phil Woods Cedar Walton, Paul MC Candless, Shawn Montero,Ulf Radelius, Joey Calderazzo,George Lewis,Martial Solail, Mike Stern, Nguyèn Lè, Kenny Wheeler, Bob Mintzer, Donny Mc Caslin, Yusef Lateef, Dave Fuczynski, Bill Holmann, Dominique Di Piazza, Vic Juris, Matthew Garrison, Linley Marthe. Bob Brookmeyer, Maria Shneider, George Lewis.
Ricordiamo che l’ingresso è gratuito ed è consigliata la prenotazione. Per Informazioni tel. 0824.1901208, www.accademiadisantasofia.it, accademiadisantasofia@alice.it.
A Benevento, il Jazz torna a ruggire con il giovane entusiasmo dell’Angelo Cioffi 4et.
Successo Venerdì sera all’Auditorium San Vittorino di Benevento, con il concerto “Omaggio ad Aldo Bassi”, terzo appuntamento della rassegna “Jazz steps – I venerdì del Jazz” voluto da Accademia di Santa Sofia sempre in sinergia con Università degli Studi del Sannio e Conservatorio di Benevento.
L’evento rientrava nel cartellone jazz inserito nell’ambito della poliedrica Stagione concertistica 2023 che l’Accademia di Santa Sofia sta proponendo, sempre con la consulenza scientifica di Marcello Rotili, Massimo Squillante e Aglaia McClintock, e sempre sotto la direzione artistica di Filippo Zigante e di Marcella Parziale che ha accolto il pubblico con i consueti saluti di rito insieme a Maria Buonaguro, Presidente Amici dell’Accademia.
Il consulente artistico della bella rassegna Jazz è il M° Umberto Aucone che, all’inizio della serata, ha introdotto, con sentite parole, il bellissimo ed emozionante concerto dal titolo “Omaggio ad Aldo Bassi”, che ha visto protagonista il quartetto del ventitreenne Angelo Cioffi, giovane ma già ottimo trombettista campano, accompagnato dai quasi coetanei e altrettanto valenti, Enrico Asquitti al piano, Andrea Venditti al basso e Marco Leone alla batteria.
La formazione molto promettente, nata nelle aule del Conservatorio di Benevento, ha voluto onorare la memoria di Aldo Bassi, trombettista e compositore italiano, considerato tra i più apprezzati trombettisti jazz italiani, mancato purtroppo prematuramente nel 2020. Una vera e propria icona anche per il conservatorio di Benevento – ha ricordato Umberto Aucone – dove è stato apprezzatissimo docente, lasciando il segno sia per il suo peculiare approccio didattico sia per le speciali doti umane.
Nato a Roma nel 1962, Bassi si era diplomato presso il Conservatorio di Santa Cecilia, facendosi subito notare per il suo inconfondibile stile e per la sua passione. Un leader in campo jazzistico, a livello internazionale, famoso anche in America Latina. Fondatore di tanti gruppi, anche le sue formazioni lasciavano il segno. Bellissimi i suoi album: L’Incontro, Distanze, Muah!, Sirio, New Research, solo per citare alcuni titoli.
Trombettista raffinato, Bassi era anche un compositore e un direttore d’orchestra scrupoloso e intenso, indimenticabile nel tour con “I Soliti Ignoti” per un omaggio a Morricone. Preziose le collaborazioni di Bassi alle colonne sonore del Maestro Premio Oscar, ma anche di Renato Serio, Manuel De Sica, Armando Trovajoli.
Bassi ha fatto parte anche dell’Orchestra nazionale del Jazz e del Parco della Musica Jazz Orchestra all’Auditorium di Roma. Ha insegnato al S.Louis della Capitale, all’Accademia Romana di Musica, nei Conservatori di Frosinone e di Benevento.
Da anni Aldo Bassi portava avanti un lavoro di sperimentazione nell’utilizzo della tromba, come ad esempio lo splendido progetto Metal Jazz Trio dove arrivava ad utilizzare effetti tipici della chitarra elettrica creando sonorità impensabile per lo strumento.
Il concerto di venerdì sera, dell’Angelo Cioffi 4et, ha portato all’attenzione del folto pubblico di appassionati, alcune bellissime composizioni di Bassi, come Yes, I sogni che, Undici/dodici, Nove rose, e il grande Blues del brano Cri Cri. Dove i quattro musicisti hanno dimostrato con entusiasmo il talento, la grande attitudine e tutta la loro passione per i linguaggi del jazz.
Non sono mancate le chicche, come i tre straordinari standard jazz, cari al compositore e più noti al grande pubblico, come Overjoyed di Stevie Wonder, Guarda che luna di Fred Buscaglione, l’immancabile bis, con una pietra miliare per i trombettisti, ossia Night in Tunisia di Dizzy Gillespie, e per finire un secondo, intenso ed emozionante bis, Vedrai Vedrai di Luigi Tenco. Applausi scroscianti e grande soddisfazione nel pubblico e nei giovani artisti.
“Play what you feel”: successo per il concerto di Beatrice Valente Quartet al San Vittorino
“Play what you feel”…suona ciò che senti. Tra musica, emozioni ed entusiasmo è un successo il concerto a “passi di Jazz” con la voce, il fascino, il cuore e il talento musicale di Beatrice Valente, abbracciata al suo fedele contrabbasso, e affiancata dal suo affiatato ensemble.
Il Beatrice Valente Quartet, venerdì sera all’Auditorium San Vittorino ha regalato al folto pubblico di Benevento, il suo concerto “Play what you feel”, secondo appuntamento della rassegna “Jazz steps – I venerdì del Jazz”, terza costola della poliedrica Stagione concertistica 22/23 dell’Accademia di Santa Sofia, sempre realizzata in sinergia con l’Università degli Studi del Sannio e il Conservatorio di Benevento, sotto la direzione artistica di Marcella Parziale e Filippo Zigante, e con la consulenza scientifica di Marcello Rotili, Massimo Squillante e Aglaia McClintock. La bella rassegna Jazz è curata artisticamente dal M° Umberto Aucone che ha brevemente presentato il concerto dopo le consuete parole di accoglienza di Marcella Parziale e Maria Buonaguro, Presidente Amici dell’Accademia S.Sofia.
Beatrice Valente, classe ’93, è una contrabbassista, bassista e cantante italiana, nata e cresciuta in una famiglia di musicisti e artisti, che respira musica e jazz fin dalla culla, e che, a quattordici anni, si è innamorata del basso elettrico.
Durante un ricco e variopinto concerto, Beatrice Valente, di nome e di fatto, fa sfoggio del suo generoso talento di strumentista e cantante, a suo perfetto agio con il suo strumento d’elezione, il contrabbasso e dotata di una voce limpida e cristallina, dagli eleganti virtuosismi, che vira spesso e volentieri su ricercate sonorità flautate e affascinanti morbidezze vellutate.
Diplomata al Conservatorio di Benevento ammette, durante la serata, di essere emozionata a esibirsi come artista proprio nella città che ha l’ha vista muovere i suoi primi passi nella musica.
Ad accompagnarla con giocosa maestria, il fratello, Ergio Valente al pianoforte, Rocco Sagaria alla batteria, e Massimo Barrella alla chitarra.
Il loro è un quartetto nato dalla gioia di fare musica insieme, con il desiderio di unire le differenti esperienze, per comunicare nuove atmosfere sonore, vibrazioni e ritmi incalzanti. E così studio e approfondimento, divertimento e passione per i variegati linguaggi del Jazz, si fondono nelle mirabolanti improvvisazioni acrobatiche, tra inconsuete elaborazioni armoniche e svolazzi melodici.
E i quattro magnifici artisti ci regalano un viaggio musicale che fluttua dalle Americhe al Mediterraneo, e ritorno. In un vortice che va da “I’ve Got the World on a String”, standard jazz del 1932, composto da Harold Arlen (l’autore di “Over the Rainbow”) e portato al successo da Cab Calloway, leggendario cantante del Cotton Club di New York, e ripreso poi da Bing Crosby e da Frank Sinatra, che ne fece una hit, solo per citare alcuni dei miti che l’hanno interpretata; per passare poi ai sapori latino-brasiliani di “Flor de lis” del 1976, forse la bossa nova più conosciuta di Djavan.
Arriva poi un commovente omaggio al genio e alla grazia di Pino Daniele con una versione struggente di “Quando”, dedicata anche al suo grande contrabbassista Rino Zurzolo, prematuramente scomparso, che Beatrice ha avuto come maestro e mentore.
È la volta di un inedito, “Fly”, composto proprio dalla Valente e dedicato con profondo affetto al suo contrabbasso, solo apparentemente ingombrante zavorra e pesante compagno di viaggio, che invece le cambia la vita, permettendole ogni giorno di spiccare il suo inarrestabile volo.
Torna il calore di Rio De Janeiro, con una composizione di Carlos Lyra, “Influência do Jazz”, altra affascinante bossa nova, dove il batterista, Rocco Sagaria, offre un saggio esplosivo del suo straordinario talento.
Il sesto brano è una folgorazione di rara bellezza, raffinata e spumeggiante, intitolata “Blame it on my Youth” altro capolavoro, standard jazz, cantato da tutti i più grandi, scritto nel 1934 da Oscar Levant, artista poliedrico, pianista, compositore, autore, attore, conduttore e tanto altro, che ricordiamo anche nel film capolavoro “Un americano a Parigi”.
Segue ancora un omaggio al Sudamerica, con il brano “Brazil” di Jobim.
Non poteva mancare “lo standard” di gran classe “It Don’t mean a thing, (If It Ain’t Got That Swing)” (1931) di Duke Ellington, dove abbiamo ammirato il piano di Ergio Valente e la batteria di Rocco Sagaria, affrontarsi in una serratissima gara di “solo”.
Ecco poi un omaggio alla storia della musica leggera e ai cantautori italiani, con un ricordo di Luigi Tenco e un grande arrangiamento della sua “Mi sono innamorato di te” del 1962.
E poi Beatrice Valente affronta con garbo e trasporto le raffinate note e le toccanti parole di “Oh Che Sarà” scritta da Ivano Fossati su una traduzione, accorciata, della canzone O que será del cantautore brasiliano Francisco “Chico” Buarque de Hollanda. Ci cattura il bellissimo gioco a due voci, di grandissimo effetto, tra la chitarra di Massimo Barrella e il pianoforte di Ergio Valente.
L’ultimo brano è un altro storico standard, “(Get Your Kicks On) Route 66”, dove la chitarra di Massimo Barrella, spadroneggia alla grande, pur sempre nel grandissimo “interplay” con tutti gli altri strumenti, dove il contrabbasso freme e balla letteralmente, fino ad arrivare al vivacissimo dialogo finale, tra batteria e voce, il tutto in un tripudio esaltante di esemplare tecnica be-bop. Gli applausi scroscianti, i tanti “bravi” e “bis” del pubblico esultante, portano i nostri bravissimi musicisti a un doveroso bis, un “Samba brasileiro”, per chiudere in bellezza.
Accademia di Santa Sofia…a “passi di Jazz” con Beatrice Valente Quartet e il concerto “Play what you feel”
Venerdì 13 gennaio, alle ore 19:00, presso l’Auditorium San Vittorino di Benevento, arriva il secondo imperdibile appuntamento con “Jazz steps – I venerdì del Jazz”, cartellone inserito nell’ambito della poliedrica Stagione concertistica 22/23 dell’Accademia di Santa Sofia, realizzata in sinergia con l’Università degli Studi del Sannio e il Conservatorio di Benevento, sempre sotto la direzione artistica di Marcella Parziale e Filippo Zigante, e con la consulenza scientifica di Marcello Rotili, Massimo Squillante e Aglaia McClintock. Mentre il consulente artistico della bella rassegna Jazz è il M° Umberto Aucone.
Protagonista della serata sarà il Beatrice Valente Quartet con il concerto “Play what you feel”.
Beatrice Valente, classe ’93, è una contrabbassista, bassista e cantante italiana. Nata e cresciuta in una famiglia di musicisti e artisti, respira musica e jazz fin dalla culla. A quattordici anni si innamora del basso elettrico.
Si diploma presso il Conservatorio Statale di musica di Benevento in Contrabbasso classico con il Mº Giuseppe Rutigliano. Segue i corsi del grande e compianto maestro Rino Zurzolo, prematuramente scomparso, del quale è assistente presso il Conservatorio di Benevento, e poi del maestro Aldo Vigorito e del maestro Tommaso Scannapieco. Nel 2010 da vita al suo progetto Beatrice Valente trio, si esibisce in importanti jazz club i festival taliani e internazionali tra cui: Pozzuoli Jazz Festival, Pomigliano Jazz Festival, Summer Live Tones, Barga Jazz Festival, Jazz Per l’Aquila, Polistena Jazz Festival, Bèlvarosi festival di Budapest, Festival dei due Mondi di Spoleto, Bach Internetional festival di Las Palmas de Gran Canaria.
Nel 2014 vince il premio di musica jazz “Bruno Rotoli” e prende parte allo spettacolo teatrale “Cercando Segnali d’amore nell’Universo” come contrabbassista e cantante insieme alla Band di Marco Zurzolo.
Dal 2014 al 2016 lavora come contrabbassista presso “L’orchestra acustica del Pausilypon” collaborando come musicista e cantante al primo disco dell’orchestra intitolato “Orchestra Acustica del Pausilypon VOL. I”.
È stata bassista e cantante della band “Batà Ngoma” di Paolo Bianconcini con la quale ha registrato il disco “Don’t stress” uscito a dicembre 2018.
Da gennaio 2017 suona come contrabbassista con l’orchestra televisiva Rai del “Concerto dell’Epifania” diretta dai Maestri Renato Serio ed Adriano Pennino.
Nel 2017 è stata bassista; contrabbassista e cantante nel tour “Millevoci” di Francesco Cicchella con la regia di Gigi Proietti. A febbraio 2019 è semifinalista nel programma televisivo “Italia’s got Talent”.
Ad agosto 2019 riceve il Premio “Arte in Movimento” sezione “Best talent, musica Jazz” organizzato dall’associazione Saranno Vietresi e patrocinato dalla regione Campania.
È regolarmente invitata nell’ambito di trasmissioni televisive tra cui il “Concerto di Pasqua” di Rai2, al programma televisivo “Questa è vita” di Tv2000. Affianca all’attività artistica anche quella di insegnante.
Ha insegnato canto e contrabbasso all’Istituto Pontano di Napoli, teoria della musica, solfeggio e musica d’insieme presso l’Accademia Musicisti Associati.
Ha diversi progetti all’attivo tra cui “The Swing strings duet” con Carlo Lomanto; “Jazz Ladies” con la pianista e cantante Ivana Muscoso; “Riccardo Arrighini in 3/4” con il pianista Riccardo Arrighini e il batterista Piero Borri, con i quali ha inciso il disco “Anima”; è contrabbassista e cantante nella Vesuvian Jazz Society di Leonardo De Lorenzo.
Per il progetto “Play what you feel”, nuovo disco di composizioni inedite che ascolteremo venerdì, suonano con lei, contrabbasso e voce; Ergio Valente, pianoforte; Rocco Sagaria, batteria; e Massimo Barrella, chitarra. Il quartetto nasce con il desiderio di comunicare nuove atmosfere sonore, vibrazioni e ritmi incalzanti provenienti dalle singole esperienze fuse insieme nella gioia di fare Musica. Un viaggio musicale che parte dalle sonorità di New Orleans fino ad arrivare al calore di Rio De Janeiro, senza trascurare le irrinunciabili radici partenopee.
L’ingresso è gratuito e si consiglia la prenotazione.
Accademia Santa Sofia, successo per la rassegna “Jazz Steps – I venerdì del Jazz”
Con Accademia di Santa Sofia, ha preso il via anche la rassegna “Jazz Steps – I venerdì del Jazz”, con il primo Venerdì sera all’insegna del Jazz di gran classe, grazie all’eleganza, al gusto e alla misura del Pietro Condorelli Trio, con il suo concerto intitolato Visions, protagonista del terzo appuntamento della ricca e variegata Stagione Concertistica 2022/23, proposta in efficace cooperazione da Accademia di Santa Sofia, Università degli Studi del Sannio e Conservatorio di Benevento, sempre con la consulenza scientifica di Marcello Rotili, Massimo Squillante e Aglaia McClintock e sotto la direzione artistica di Filippo Zigante e Marcella Parziale che, come sempre ha rivolto a tutti i presenti, calorosi saluti iniziali di benvenuto insieme a Maria Buonaguro, Presidente Amici dell’Accademia.
Nella serata di ieri, dunque, in un Auditorium San Vittorino gremito di amanti del jazz, Pietro Condorelli, il rinomato Signore della chitarra Jazz, con Emiliano De Luca al contrabbasso e basso elettrico e Claudio Borrelli alla batteria, ha portato sul palco la sua ultima fatica discografica, “Visions”, figlia della pandemia e registrata con tutte le complicazioni, pratiche e psicologiche, del lock down.
Grazie al Maestro sassofonista Umberto Aucone, che ne cura la direzione artistica, è iniziata, con un primo gustosissimo successo, anche la terza costola del cartellone musicale 22/23 di Accademia Santa Sofia, una rassegna che, come ha spiegato il M° Aucone nella sua introduzione – …nel nome “Jazz Steps – I venerdì del Jazz”, richiama proprio un celebre disco del sassofonista John Coltrane, Jant Steps, album pubblicato nel 1960, che, oltre che il suo primo grande successo, rimane uno dei suoi capolavori nonché uno dei dischi più importanti della storia del jazz. Il brano che dà il nome all’album, Giant Steps ossia “passi da gigante” è costruito su una progressione armonica basata su intervalli di terza maggiore (i passi cui si riferisce il titolo), una progressione molto insolita e di grande difficoltà per i solisti. Questa sua ricerca e innovazione sulle progressioni armoniche, fondamentale nella tecnica dell’improvvisazione e nella storia dell’evoluzione del jazz, è detta ancora oggi “Coltrane Changes” -.
Pietro Condorelli con la sua fidata chitarra affiancato da Emiliano De Luca al contrabbasso e basso elettrico e da Claudio Borrelli alla batteria, fin da subito immerge il pubblico di Benevento in un’accogliente capsula del tempo fatta di swing, ritmo ed emozioni dal sapore vintage, calore umano e precisione tecnica, sapiente interpretazione ed entusiasmante improvvisazione, iniziando dal raffinato “Tenderly”, celebre standard del 1946, portato al successo da Rosemary Clooney (sì proprio la zia di George) e da tantissimi artisti tra cui tre mostri sacri, le indimenticabili Voci di Sarah Vaughan e Nat King Cole, e il pianoforte di Bil Evans.
Il trio entra poi nel vivo del concerto e del disco Visions, eseguendo due composizioni, “Longtime Friendship”, un’accattivante bossanova che richiama subito stile e voce della chitarra di un fuoriclasse come George Benson e “Song For Galbright” dedicata a un altro eccezionale chitarrista, Paul Galbraith, geniale docente e strumentista purtroppo poco conosciuto. Condorelli gli rende omaggio con un solo trascinate, di soave complessità e perfetta leggerezza, caratteri peculiari che riconosciamo poi anche nelle successive esecuzioni.
Il quarto brano, “Notte che va” è un omaggio al cuore, all’anima, al gusto musicale, al genio compositivo, alla napoletanità, e alla poesia di Pino Daniele. E Condorelli con il suo trio, ne fa un ritratto fedele dalle pennellate precise e vibranti, una sintesi impressionante e commovente, con sprazzi di puro realismo nel ricordo dell’artista che traspare tutto dai colori sorprendentemente vivi che riescono a evocare i tre magistrali interpreti.
Il quinto pezzo si intitola MLM ed è una emozionante dedica ai musicisti che sono venuti a mancare durante la pandemia. È impressionante e ipnotico, ritmico ed estraniante, tutto affidato alle percussioni e al poliedrico talento del batterista Claudio Borrelli e al contrabbasso di Emiliano De Luca, altra voce portante e importante della composizione. Sezione ritmica eccezionale per un duo affiatato, ricettivo e pronto alle reciproche suggestioni, dove la chitarra di Condorelli rimane sullo sfondo, elegantemente ai bordi delle emozioni da loro scatenate, a disegnarne i delicati contorni, con sottili tratti in punta di dita e di chitarra.
Come sesto brano in scaletta, il trio propone un altro standard, elegante e sofisticato come “It Had To Be You”, celeberrima canzone di straordinario successo composta nel 1924, cantata da decine di artisti famosi, oggi i più la ricordano soprattutto nella colonna sonora del film “Harry ti presento Sally”, del 1989.
È il turno finalmente del brano che da il titolo a tutto il disco, “Visions”, e un orecchio attento riconosce immediatamente il linguaggio inconfondibile dei Weather Report. Infatti il brano è ispirato proprio alla musica di Joe Zawinul, pianista e compositore, fondatore, insieme al sassofonista Wayne Shorter (altri due mostri sacri!), del leggendario gruppo, pietra miliare del genere Fusion negli anni settanta e ottanta. E quindi in “Visions” emerge, proprio come in un sintetico spettacolare compendio, tutto il lavoro di profonda conoscenza, curiosa ricerca e perfetta assimilazione, che Condorelli mette in atto nei confronti del jazz, dagli albori ai giorni nostri, dalla tradizione all’innovazione, attraverso la sua personale rilettura dei generi, delle correnti, e dei diversi stili dei più grandi maestri della chitarra jazz. Domina, nel brano, affinatissima e nitida la sua mirabile tecnica di Fingerpicking.
Calorosi applausi scroscianti e fervidi complimenti convincono gli artisti a eseguire l’effervescente bis intitolato “Sean Connery” dove il Condorelli Trio volge uno sguardo alle atmosfere swing, fumose e conturbanti dei film polizieschi, noir e di spionaggio degli anni ‘50/’60 (più genere Alfred Hitchcock che saga 007 per intenderci), citando tutta la migliore produzione sullo stile di Henry Mancini, maestro del genere, sempre in perfetto equilibrio tra composizione e improvvisazione, strizzando anche un occhio, in più di un passaggio, a See you later Alligator, rock and roll reso famoso da Bill Haley e a Summertime di George Gershwin. Magico Jazz.
rpt
Accademia Santa Sofia, venerdì al San Vittorino il Jazz del Pietro Condorelli Trio
Venerdì 9 dicembre Accademia di Santa Sofia, per il suo terzo appuntamento in cartellone, rilancia con il Jazz di gran classe del Pietro Condorelli Trio.
Venerdì infatti alle ore 19:00, all’Auditorium San Vittorino, arriva Pietro Condorelli, il rinomato Signore della chitarra Jazz, con il concerto intitolato Vision. Con lui suoneranno Emiliano De Luca al contrabbasso e basso elettrico e Claudio Borrelli alla batteria. Una formazione che prende il nome proprio dal progetto Vision, con cui il leader torna sulle scene dopo vent’anni e…una pandemia.
Un altro straordinario appuntamento da non perdere, dunque, questo concerto al San Vittorino, che fa parte della rassegna, curata artisticamente del Maestro Umberto Aucone, “Jazz Steps – I venerdì del Jazz”, terza costola della ricca e variegata Stagione Concertistica 2022/23 proposta in efficace cooperazione da Accademia di Santa Sofia, Università degli Studi del Sannio e Conservatorio di Benevento, sempre sotto la direzione artistica di Marcella Parziale e Filippo Zigante e con la consulenza scientifica di Marcello Rotili, Massimo Squillante e Aglaia McClintock.
Pietro Condorelli, nato nel 1962 a Milano ma di origini casertane, dopo aver ottenuto il diploma in chitarra classica e una laurea al DAMS, dal 1980 svolge attività concertistica e professionale sia in Italia sia all’estero. Collabora con importanti mostri sacri del Jazz internazionale come Lee Konitz, Paolo Fresu, Franco Cerri, Giulio Capiozzo, Gary Bartz, George Cables, Jimmy Wood, Fabrizio Bosso, Charles Tolliver, Bob Mover, segnalandosi come uno dei migliori chitarristi jazz italiani.
Nel 1988, fonda il Sonora Art Quartet insieme a Marco Sannini, Salvatore Tranchini e Ares Tavolazzi, con il quale suona negli Stati Uniti e registra l’album “Sonora”. Il Sonora Art Quartet vedrà poi nel tempo l’alternarsi di nuovi componenti tra i quali: Dario Deidda, Pietro Iodice, Maurizio Gianmarco, Massimo Urbani.
Collabora stabilmente, dal 1994 al 1996 con lo storico gruppo di jazz e progressive rock degli Area, chiave di volta del panorama musicale italiano dagli anni 70. Nel 1997 vince il referendum della critica “Top jazz” (Musica Jazz) come miglior nuovo talento.
Oltre alla carriera musicale ha al suo attivo un’intensa attività didattica. Le collaborazioni con scuole private sono numerosissime e importanti e numerosi sono i seminari e workshop organizzati con diversi chitarristi di fama internazionale come Mike Stern, Mick Goodrik, Jim Hall, insomma un bel pezzo di storia della chitarra jazz.
Nel 2011 si aggiudica la prima posizione – per la categoria “chitarra jazz” – del Jazzit Award 2011, il concorso indetto ogni anno dalla rivista musicale Jazzit.
La critica lo ha definito “eccellente chitarrista da sempre concentrato in certosino lavoro di ricerca sulle varie possibilità comunicative dell’universo chitarristico, attraverso molteplici approcci stilistici, dalla musica etnica al funk, dal jazz al rock” e poi “la sua tempra stilistica, il suo tocco mediterraneo son evidenti, così come il suo complesso vissuto esistenziale e le sue percezioni dell’humus jazzistico italiano e mondiale”.
Di sé stesso ha detto “Non mi reputo semplicemente un chitarrista, sono, piuttosto, una persona che spende il suo tempo a tradurre in musica le sue emozioni”.
È attualmente titolare della cattedra di jazz presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.
Questi gli album pubblicati: Guitar Style Journey’ (1996), On my browser (1998), Quasimodo (2000), Easy (2005), Wild cats difficult to Bo… ed altre storie (2010), Jazz, Ideas & Songs [DVD] (2017).
L’ingresso al concerto è gratuito e si consiglia la prenotazione: accademiadisantasofia@alice.it, 0824-1901208, 339-4363315.
Ponte | Al via Falanghina Jazz tra musica, gastronomia e…vino
Oggi, sabato 17 settembre, si alza il sipario sulla seconda edizione di Falanghina Jazz, in programma a Ponte fino a domenica 18 settembre nella centralissima piazza Mercato.
Una kermesse organizzata in sinergia tra Comune di Ponte, Pro Loco ‘Ad Pontem’, Pro Loco ‘La Rinascente’, Forum dei Giovani e il Nucleo Comunale di Protezione Civile.
Un evento per tutti gli amanti del vino, del jazz e del buon cibo che è diventato ormai un appuntamento annuale e che quest’anno si presenta con un programma alquanto ricco e variegato.
Sono ventidue le cantine del Taburno in degustazione con diversi piatti della cucina tradizionale da abbinare all’eccellenza territoriale della Falanghina del Sannio DOP, e non solo, preparati dall’Antica Osteria Frangiosa e dal pub-birreria The Hops. L’Osteria Frangiosa tra i piatti che farà degustare c’è la gustosissima trippa al sugo, il ciambotto preparato rigorosamente con verdura di campagna e fagioli del Monte Taburno, poi salumi e formaggi vari tra cui il prestigioso caciocavallo con una consistenza fragrante ed un gusto amabilmente saporito che trasforma un semplice ‘sfizio’ in un momento speciale.
Mentre il pub-birreria The Hops farà degustare il panino “Black truffle“: panino bianco tostato, insalata songino, hamburger di fassona, tartufo nero estivo locale, provola d’agerola e salsa tartufata; poi panino “Mister wine” composto da panino bianco tostato, hamburger di vitello nostrano, cipolla di tropea caramellata con riduzione all’aglianico, insalata soncino, grana a scaglie.
E poi un classico: gli arrosticini di pecora! Tutte queste squisitezze saranno accompagnate dai vini delle 22 cantine che hanno aderito alla kermesse: Nifo Sarrapochiello, Cantine Sciore, I Rapisti, Cantine Pietreionne, Caputalbus, Euvitis, Torre A Oriente, Fontanavecchia, La Rivolta, Il Poggio Vini, Torre dei Chiusi, Cantina del Maresciallo, Cantine Iannella, Pietrefitte, La Dormiente ,Torre Varano, Terra di Briganti, Terrantiqua, Torre del Pagus, Cantina del Taburno, La Guardiense e la Cantina di Solopaca.
Questo il programma ufficiale della due giorni pontese: sabato 17 settembre ore 19.00 inaugurazione ufficiale della manifestazione ed apertura del banco di assaggio e degli stand gastronomici; alle ore 20.00 concerto del cantautore e musicista palermitano Vincenzo Salamone e alle ore 22.00 concerto ‘Newpolitan Quartet’ con Antonio Onorato (guitar-breath guitar), Alessandro La Corte (piano, keiboards), Giuseppe Arena (bass) e Mario De Paola (drums).
Domenica 18 settembre invece il sipario si alzerà nel primo pomeriggio con l’Eno-Laboratorio.
Infatti, nello scenario di Falanghina Jazz tra musica e calici anche i bambini saranno protagonisti di un laboratorio fatto di emozioni e tante sorprese. I bimbi partiranno da piazza Mercato alle ore 16.00 e saranno accompagnati in un viaggio didattico attraverso la vendemmia e la pigiatura cercando di tramandare loro una tradizione storica e raccontando il paesaggio che quotidianamente accoglie le loro giornate.
Il programma prevede l’arrivo in vigna, dove vendemmieranno, poi pausa con la ‘merenda del contadino’ e per le ore 18.00 è previsto il rientro in piazza Mercato dove ci sarà la pigiatura e la degustazione finale.
Domenica ci sarà anche una visita del paese guidata dallo storico pontese Giuseppe Corbo: alle ore 17 raduno dei partecipanti in via G.U. Domenico Ocone (nei pressi dell’Ufficio Postale) e alle ore 17.15 la partenza e si andrà verso il monumento ai Caduti in Guerra, poi piazza Borgo Taverna, a seguire l’Abbazia di Sant’Anastasia, via dei Longobardi, via Dogana, poi la visita al Castello e al centro storico di Ponte e rientro in piazza Mercato per le ore 19.15 dove è prevista una degustazione dei vini. Sempre nel pomeriggio di domenica ci sarà anche il Moto Giro in collaborazione con The Hops e il Moto Club Legio Linteata.
Il ritrovo delle moto è previsto alle ore 16.00 al The Hops Ponte con partenza per la prima cantina dell’itinerario: Azienda “Pietreionne Vini” visita in cantina, visione e spiegazione della vendemmia, pigiatura e Diraspatura. Seguirà poi la visita all’ Azienda “Torre Pagus” di Paupisi con visita in cantina e spiegazione della fermentazione e vinificazione. Ci si sposta poi a Torrecuso presso l’Azienda “Cantine Iannella” dove si approfondirà la visione e spiegazione dell’affinamento e filtrazione/stabilizzazione in bottiglia. Ed infine cantine “Il Poggio” dove si spiegherà imbottigliamento e conservazione della falanghina.
L’arrivo in piazza Mercato è previsto per le ore 19.30 con apericena e cocktail offerto a base di falanghina. Seguirà l’apertura dei banchi di assaggio e degli stand gastronomici e alle ore 21.00 concerto di Marco Zurzolo, colonna sonora del programma di Rai1‘I Bastardi di Pizzofalcone 2’.
All’interno di Falanghina Jazz anche un concorso aperto ai bambini dai 3 ai 12 anni “EsprimiTie verrai premiato“: i bimbi attraverso le varie forme d’arte, dando spazio alla fantasia, raccontano una fase della vendemmia. Le premiazioni si terranno sempre domenica 18 settembre alle ore 20.30 in piazza Mercato.
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