Buon debutto del Sannio Music Fest Winter, il Teatro Comunale attende ora Danilo Rea

Buon debutto del Sannio Music Fest Winter, il Teatro Comunale attende ora Danilo Rea

AttualitàBenevento Città

Il sassofonista Rick Margitza ha inaugurato, ieri sera, la rassegna invernale del Sannio Music Fest accompagnando, con le sue sonorità da fuoriclasse, il grande batterista napoletano Elio Coppola il quale, nonostante la sua giovinezza, si sta prepotentemente affermando nel panorama jazzistico internazionale. Risultato una serata emozionante e da ricordare.

Prossimo appuntamento in cartellone quello di sabato 9 marzo, quando sul palco del Teatro Comunale di Benevento, salirà il noto ed apprezzatissimo pianista Danilo Rea, accompagnato dal fisarmonicista Luciano Biondini. I due, protagonisti dello spettacolo ‘Cosa sono le nuvole’, sono considerati i poeti della canzone italiana in grado di far nascere, con le loro capacità improvvisative, un incredibile gioco di movimenti armonici. Le loro esuberanze creative, infatti, si fondono in melodie che rievocano, come in un viaggio, la grande storia della musica italiana.

Ricordiamo che questa edizione del festival riserva un occhio di riguardo nei riguardi dei giovani. Per tutte le serate, infatti, gli studenti del Conservatorio di Musica Nicola Sala di Benevento e quel li dell’Università degli Studi del Sannio potranno usufruire di un biglietto scontato (€10,00 posto disponibile), acquistandolo direttamente in teatro la stessa sera del concerto.

VIDEO – Benevento e il Jazz, venerdì si apre il sipario sull’edizione invernale del Sannio Music Fest

VIDEO – Benevento e il Jazz, venerdì si apre il sipario sull’edizione invernale del Sannio Music Fest

Eventi

Presentato questa mattina, presso il foyer del Teatro Comunale di Benevento, l’edizione invernale del Sannio Music Fest.

A fare gli onori di casa, nell’incontro moderato dal giornalista Francesco Carluccio, è stato il direttore artistico Michele Solipano, il quale ha sottolineato l’importanza della sinergia con il Comune di Benevento e ìle Associazioni Culturali ‘Napoli Jazz Club’ e ‘New Around Midnight’.

Presente anche il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, che di concerto con l’assessore alla Cultura, Antonella Tartaglia Polcini, ha reso pubblica la volontà dell’Amministrazione di estendere i futuri appuntamenti della kermesse agli altri luoghi di cultura cittadini, come l’Hortus oppure il Teatro De Simone.

Hanno preso parte alla conferenza stampa anche il consigliere Marcello Palladino e la presidente della Commissione cultura, Mara Franzese.

PROGRAMMA COMPLETO RASSEGNA:

VENERDI 29 FEBBRAIO 2024 ore 21.00
TEATRO COMUNALE VITTORIO EMANUELE – BENEVENTO
RICK MARGITZA & ELIO COPPOLA TRIO

SABATO 9 MARZO 2024 ore 21.00
TEATRO COMUNALE VITTORIO EMANUELE – BENEVENTO
DANILO REA & LUCIANO BIONDINI “COSA SONO LE NUVOLE”

SABATO 16 MARZO 2024 ore 21.15
CINE TEATRO MODERNISSIMO – TELESE TERME
DANIELE GORGONE 4et – feat. FLAVIO BOLTRO

VENERDI 20 APRILE 2024 ore 21.00
TEATRO COMUNALE VITTORIO EMANUELE – BENEVENTO
FUORI STANDARD canzoni & storie di jazz di e con Lino Volpe
Lino Volpe & Pietro Condorelli 5et

VENERDI 26 APRILE 2024 ore 21.00
TEATRO COMUNALE VITTORIO EMANUELE – BENEVENTO
STEFANIA TALLINI & FRANCO PIANA “E SE DOMANI”

Ascoltiamo ora le parole del direttore artistico, Michele Solipano, e dell’assessore Antonella Tartaglia Polcini, ai microfoni di BeneventoNews24.it.

Il giovane saxofonista Federico Califano tra i cinque finalisti del Concorso nazionale per talenti del Jazz

Il giovane saxofonista Federico Califano tra i cinque finalisti del Concorso nazionale per talenti del Jazz

AttualitàDall'Italia

La finale si svolgerà sabato prossimo 3 febbraio al Milestone Jazz Club di Piacenza.

Il giovane saxofonista beneventino Federico Califano è tra i cinque finalisti che si disputeranno la finale sabato prossimo 3 febbraio al Milestone Jazz Club (PC) del Concorso nazionale per giovani talenti del jazz italiano.

Il Concorso quest’anno taglia il traguardo della XXI edizione, così come il Piacenza Jazz Fest a cui è da sempre collegato, grazie all’immancabile sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano oltre al contributo di Yamaha Music Europe GmbH – Branch Italy.

La prima parte del lavoro legato al Concorso avviene a porte chiuse, tramite un’accurata selezione delle demo che pervengono alla Giuria. Lavoro che quest’anno è stato particolarmente oneroso, visti i numeri e la qualità decisamente alta delle proposte pervenute.

La selezione per la categoria storica del Bettinardi, quella dei solisti, ha portato a scegliere i nomi di cinque musicisti che si esibiranno sabato 3 febbraio alle 21.30 presso il Milestone Live Club nel corso della prima delle finali in programma a ingresso gratuito con tessera del Piacenza Jazz Club (che è possibile fare anche all’ingresso la sera stessa).

Durante la serata ciascuno dei cinque selezionati suonerà tre brani e sarà accompagnato sul palco da una ritmica d’eccezione, che è anche componente della giuria: Andrea Pozza al pianoforte, Attilio Zanchi al contrabbasso (che ne è anche Presidente) e Massimo Manzi alla batteria. La giuria, che si riunirà al termine delle varie esibizioni per decretare il primo e il secondo classificato, è composta inoltre dal musicista e docente della Milestone School of Music Giovanni Guerretti, dal giornalista Fabio Bianchi del quotidiano “Libertà”, dal direttore di “Musica Jazz” Luca Conti e dall’esperto di musica afroamericana e docente Giuseppe “Jody” Borea.

I finalisti di quest’anno hanno tutti un brillante curriculum, oltre ad avere già tanti anni di musica alle spalle nonostante la giovane età. In rigoroso ordine alfabetico, il primo arriva da Benevento ed è un saxofonista di nome Federico Califano. Fa attualmente parte dell’Orchestra nazionale jazz, della Jazz Band di Michele Corcella e del sestetto The Moonshiners, ha già avuto modo di suonare in contesti jazzistici nazionali e internazionali di assoluto valore.

Il secondo finalista si chiama Aberto Di Leone e proviene da Bari. Diplomato in tromba presso il Conservatorio di Bari, si è perfezionato a Siena Jazz e ha avviato una carriera che lo vede parte di diverse formazioni jazz, come la Pocket Orchestra, con cui suona in locali e rassegne, ma si è esibito anche con big band e in contesto di Orchestra come giovane solista.

Nato a Verbania ma cresciuto a Mergozzo, in provincia di Vicenza, invece è il pianista Simone Locarni che si è diplomato al Conservatorio Verdi di Milano per passare poi al Jazz. Al suo attivo già esibizioni nei principali festival jazz italiani insieme a Bebo Ferra, Yuri Goloubev, Michele Gori, Fabrizio Sferra, Hector Costita e John B. Arnold, due dischi come solista e numerosi premi e attestati come giovane talento.

Da Genova arriva il chitarrista Simone Magioncalda, segni particolari più che giovane, giovanissimo, dato che è nato nel 2006, oltre che molto talentuoso, visto che si è già esibito nei club della sua città con noti musicisti della scena jazz genovese, come Dino Cerruti e Rodolfo Cervetto.

L’ultimo finalista della sezione solisti è il saxofonista Attilio Sepe di Nola, in provincia di Napoli. Vincitore nel 2021 del premio “Giovani Visionari” assegnatogli dalla Federazione Nazionale “Il Jazz italiano”, ha già diversi album al suo attivo tra cui uno come solista e uno insieme al suo gruppo “Parking Attendants”.

Al vincitore andrà un assegno del valore di 1.200 euro oltre all’ingaggio al Piacenza Jazz Fest dell’anno successivo, mentre per il secondo classificato l’assegno sarà del valore di 600 euro.

Nel cartellone principale accanto ai grandi nomi che si sono già fatti strada nel mondo della musica ci sono sempre stati i vincitori dell’edizione precedente del Concorso. Loro caratteristica comune è quella di essere giovani musicisti talentuosi e straordinariamente bravi dal punto di vista della tecnica, che devono trovare l’occasione per sperimentarsi davanti a pubblico e critica e costruirsi quelle esperienze che li porteranno a essere gli artisti acclamati di domani.

Il Concorso continuerà con una finale ogni sabato: sabato 10 febbraio sarà il turno della sezione Gruppi e sabato 17 febbraio quella dei Cantanti.

Jazz sotto le stelle Pietrelcina festival: musica, territorio, enogastronomia e benessere

Jazz sotto le stelle Pietrelcina festival: musica, territorio, enogastronomia e benessere

Eventi

Si svolgerà dal 31 luglio al 3 agosto il Jazz sotto le stelle Pietrelcina festival. La 19ª edizione, intitolata Suoni E Visioni, ha il contributo della Regione Campania, il patrocinio del Comune, l’organizzazione della Pro Loco e la direzione artistica di Giovanni Russo. Nella suggestiva cornice del Parco Colesanti sono in programma i seguenti concerti davvero imperdibili:

  • 31 luglio Antonello Salis & Simone Zanchini
  • 1 agosto Auditorium Band featuring Maria Pia De Vito & Raiz
  • 2 agosto Boris Savoldelli
  • 3 agosto Emilio Casalini conduttore di “Generazione Bellezza” RAI 3 con Vincenzo Saetta e Aldo Pareo

In caso di maltempo i concerti si svolgeranno presso la palestra Comunale in Viale Europa.

Prima dei concerti, come sempre gratuiti, si potranno gustare alcune eccellenze enogastronomiche sannite a cura della Pro Loco.

Il concerto del 1° agosto sarà preceduto dalla presentazione da parte dell’AMIP (Associazione Malati di Ipertensione Polmonare) del libro “Ho visto persone attraversare le Ande – Diario di un medico” di Francesco Parisi. Modera Donato Faiella, giornalista del Il Mattino.

Nelle ore diurne l’Associazione Guide Turistiche Pietrelcina Benevento Samnium, che quest’anno collabora col festival, organizza itinerari alla scoperta delle bellezze storiche, culturali e paesaggistiche di cui è ricco il territorio sannita

Soddisfatto il Direttore Artistico Giovanni Russo: “Anche nel 2023 abbiamo allestito un programma di qualità proponendo artisti di assoluto livello a conferma che il JssPf è ormai da tempo uno dei festival jazz più importanti in Campania”.

Altrettanto felice il Presidente della Pro Loco di Pietrelcina, Dario Faiella:” Il Jazz sotto le stelle Pietrelcina festival dà un enorme valore aggiunto alla programmazione degli eventi organizzati durante l’anno dalla Pro Loco finalizzata a valorizzare l’intera comunità”. 

Insomma, tanti motivi per trascorre 4 giorni a Pietrelcina, sempre più luogo dell’anima, in una dimensione autentica e a misura d’uomo.

Sant’agata de’ Goti,, domenica il concerto del duo Paolo Loveri – Pietro Condorelli

Sant’agata de’ Goti,, domenica il concerto del duo Paolo Loveri – Pietro Condorelli

Eventi

Domenica 20 aprile ore 20.00 in occasione dell’International Jazz Day l’Associazione Blu’S APS e Informazione Cultura e Spettacolo organizzano un concerto con il Duo Paolo Loveri – Pietro Condorelli.

L’evento si svolgerà all’interno delle Antiche Cantine Mustilli in via dei Fiori 20. Al concerto farà seguito una Jam Session con i musicisti presenti, numerose le partecipazioni previste.

La direzione artistica dell’evento è curata da Maurizio Chiantone, il coordinamento organizzativo è affidato a Paolo Russo. Il programma si baserà soprattutto su composizioni originali di Condorelli e Loveri tratte soprattutto dal CD edito in Belgio Paolo Loveri trio featuring Pietro Condorelli “3+1”, nonché sulla musica che rappresenta l’enorme “corpus” dello sviluppo dell’esperienza musicale afroamericana.

All’interno dello spazio sarà possibile consumare calici di vino Mustilli e assaggi culinari preparati da Filocafè.

Per il duo di chitarristi jazz sono previsti altri due appuntamenti in zona, il 29 aprile a Pignataro Maggiore e il 4 maggio a Caserta.

Accademia di Santa Sofia, gran successo per il concerto del Simone Sala Trio

Accademia di Santa Sofia, gran successo per il concerto del Simone Sala Trio

AttualitàBenevento Città
Ospite speciale della serata, che rientra nell’ambito della rassegna “Jazz steps – I venerdì del Jazz”, Arturo Caccavale.

Venerdì sera all’Auditorium San Vittorino di Benevento, l’Accademia di Santa Sofia, per il suo quinto appuntamento con la rassegna “Jazz steps – I venerdì del Jazz”, curata dal M° Umberto Aucone, ha ospitato il concerto del Simone Sala Trio con l’ospite speciale Arturo Caccavale.

Un altro successo per il cartellone jazz inserito nell’ambito della poliedrica Stagione Concertistica 2023 che l’Accademia di Santa Sofia presenta in sinergia con l’Università degli Studi del Sannio e il Conservatorio di Benevento.

Come sempre Maria Buonaguro, Presidente Amici dell’Accademia e Marcella Parziale, Direttore Artistico dell’Accademia, salutano il pubblico accogliendo l’intervento di Umberto Aucone che con brevi parole racconta il concerto e gli artisti che si esibiranno.

Simone Sala è un vero funambolo, che sovverte le regole e i confini tra i generi musicali. Pianista eclettico e disinvolto, perfettamente a suo agio sul palco del teatro San Vittorino, assiepato di estimatori e appassionati, propone il suo concerto, con fare istrionico, loquace ed esuberante, con le parole come con le note, e ci trasporta in un viaggio nella musica che non ha confini. Il suo vero elemento.
In concerto fin dal titolo promette percorsi inconsueti: “Non esistono i generi musicali”.

Sala esordisce con Franz Liszt (1811-1886), nella Fantasia quasi Sonata: “Après une lecture du Dante”, dove Liszt trascrive in musica, su un pianoforte fiammeggiante, sensazioni, impressioni, emozioni, suscitate dalla sua personale lettura, incredibile (lui era ungherese), della Divina Commedia di Dante Alighieri. Quindici minuti di umano furore e sentimenti contrastanti. Corrono infervorate le mani di Sala sulla tastiera, nell’impeto dell’interprete che insegue le orme del suo mito pianistico. Emozione tangibile pervade la sala che grida Bravo al termine dell’intensa performance.

Non contento, nell’impressionante esaltazione esecutiva, Simone Sala, approccia un altro suo mito, Rachmaninov (1873 – 1943), in ben due composizioni di inestricabile complessità, dense di patos e tangibile oscurità, squarciata da lampi di luce, il Prelude op.23 n.4 e l’Etude Tableaux op.39 n.9.

Le note aggrumate e saettanti, risuonano potenti e affilate, tra le pareti del San Vittorino. Le due esecuzioni riscuotono ovazioni dal pubblico, di neofiti sbalorditi ed esperti ammiratori.

Arriva il momento del passaggio fluttuante da un genere a un altro, torna il Maestro Aucone per dare tempo al pianista “trasformista” di cambiarsi d’abito e di attitudine.

Aucone introduce la seconda parte del concerto, presentando con numerosi aneddoti e riferimenti, il prossimo mondo musicale, collocato in ambito prettamente jazzistico, con sonorità e ritmiche latine di matrice sud americana, e in particolare dedicato a un altro autore, simbolico mentore di Simone Sala, il compositore Michel Camilo (Santo Domingo, 4 aprile 1954), anche lui equilibrista fra il mondo classico e il Jazz.

Arriva così in scena la sezione ritmica del Simone Sala Trio, composta dagli ottimi Lorenzo Mastrogiuseppe al basso, e Oreste Sbarra alla batteria.

Il trio affiatato e rodato da ben dieci anni di concerti insieme, in giro per il mondo, snocciola una serie di pezzi infuocati, concepiti dalla mente vulcanica di Michel Camilo: Tropical Jam, Caribe, From Within, e il bis On Fire. Una serie iper energetica dall’esplosività trascinante, di infiniti pezzi di bravura concatenati, spericolati virtuosismi e scambi continui, tra cambi di ritmo e sfrenate galoppate tra i meandri dell’armonia.

Un crescendo di entusiasmo reciproco tra pubblico e artisti, doveil pianoforte di Simone Sala dà sfogo a ogni suo guizzo improvvisativo, interagendo e lasciando ampio spazio propositivo all’efficacissimo basso di Lorenzo Mastrogiuseppe, prontissimo complice navigato e divertito. O all’ “Uomo Batteria” Oreste Sbarra, che si impone come una perfetta, viva, potentemente creativa e iperbolicamente variopinta “drum machine” umana, straordinariamente variegata, come nel suo pirotecnico interminabile assolo, che nel cuore del Latin Jazz, trasuda gusto partenopeo da tutti i pori e persino aggressive, scorticanti, sonorità Hard Rock.

Mentre lo special guest, l’ospite speciale del Simone Sala Trio, il cantante e trombettista Arturo Caccavale, con il suo intervento misurato aggiunge anima e fascino all’esecuzione muscolare del Trio.

Accademia di Santa Sofia, successo per il concerto di Jodice Bros Jazz Trio

Accademia di Santa Sofia, successo per il concerto di Jodice Bros Jazz Trio

AttualitàBenevento Città

Con il bellissimo concerto del Jodice Bros Jazz Trio, un altro Venerdì sera all’insegna del Grande Jazz, all’Auditorium San Vittorino di Benevento.

L’evento, dal respiro internazionale, faceva parte della rassegna curata dal M° Umberto Aucone, “Jazz steps – I venerdì del Jazz”, terza costola della poliedrica Stagione concertistica 2023 che l’Accademia di Santa Sofia sta proponendo in sinergia con l’Università degli Studi del Sannio e il Conservatorio di Benevento.

Sempre con la consulenza scientifica di Marcello Rotili, Massimo Squillante e Aglaia McClintock e sotto la direzione artistica di Filippo Zigante e Marcella Parziale che, come sempre ha rivolto a tutti i presenti, calorosi saluti iniziali di benvenuto insieme a Maria Buonaguro, Presidente Amici dell’Accademia.

Il fantastico Trio Jazz, è composto da tre vere punte di diamante, orgoglio del Jazz italiano nel mondo: Pino Jodice, pluripremiato pianista a livello internazionale, compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra Jazz e docente di composizione Jazz del Conservatorio G. Verdi di Milano; Luca Bulgarelli, contrabbassista, che suona nei più importanti Festival Jazz del mondo, collabora in studio e dal vivo con numerosissimi artisti registrando oltre 70 album, anche nel settore della musica italiana d’autore, e che come Sound Designer ha mixato e masterizzato numerosi lavori discografici per diverse etichette; e Pietro Iodice batterista di spicco del panorama Jazz italiano, attualmente batterista della PMJO (Parco della Musica Jazz Orchestra) dell’auditorium di Roma, e che insegna Batteria Jazz in vari conservatori.

Questo trio ha all’attivo una collaborazione ventennale e un’attività concertistica infinita, come ha spiegato Pino Jodice, durate il concerto. Insieme rappresentano una solida e imponente sezione ritmica, per molti anni parte fondamentale di una delle orchestre Jazz nazionali più importanti, la Parco della Musica Jazz Orchestra di Roma, e vantano collaborazioni con le orchestre più importanti in Italia e all’estero, e con i più grandi musicisti Jazz internazionali.

Il duo Jodice, Pino e Pietro, napoletani di nascita ma romani d’adozione, fratelli nella vita e nell’arte, con il fratello acquisito Luca Bulgarelli – come li ha presentati il Maestro Umberto Aucone – nel corso della magnifica serata, hanno proposto soprattutto, composizioni originali del leader Pino Jodice, rompendo il ghiaccio con la composizione AnnA. Come il nome, tutto il tema è melodicamente sviluppato come un palindromo (Si Mi Mi Si). Anna è una bravissima violinista ukraina e il brano è un inno alla pace.
Hanno poi proseguito con l’affascinante brano Gravitational Waves, dal disco Infinite Space, il loro ultimo lavoro pre pandemia. Il brano evoca il suono che potrebbero avere le onde gravitazionali dell’universo. L’esecuzione del trio è veramente “spaziale”, atmosfere siderali dalle ritmiche iperboliche, stranianti ma perfette. Il trio è micidiale. Il pubblico conquistato.

Arriva poi il brano Reflection (riflessioni sull’anima), che fa parte di un nuovo album omonimo, che il trio inciderà a breve con un quartetto d’archi il Sunrise String Quartet. Qui esplode invece, una melodia dal tema raffinato, che evolve poi in impressionanti improvvisazioni, ricche di fantasia e gustose pennellate variopinte tipiche del colorato mondo del Jazz. Gli applausi scrosciano da un assolo all’altro.
È la volta di Melodia Infinita, ballad scritta da Pino Jodice, inizialmente per orchestra, eseguita per la prima volta da Enrico Rava al Barga Jazz Festival (LU), sempre dal cd Infinite Space. Una stupenda composizione, contemplativa, malinconica e riflessiva, dai caldi sapori mediterranei, evocatrice di paesaggi marini e ipnotiche suggestioni acquatiche dove le note del pianoforte si fanno liquide.

Elegantemente geniale Pino Jodice, sempre. Nelle sue composizioni come nella vita multiforme ed esuberante che evoca dai tasti del suo pianoforte. Seducente il contrabbasso di Bulgarelli che apre e chiude l’esecuzione, e che in tutti i brani conduce le danze con ironia, trasporto ed energica sicurezza. Il pubblico sottolinea ogni pezzo di bravura con grandi applausi.

Il quinto brano è New Step, inciso nel primo album del trio, dedicato al celebre disco del sassofonista John Coltrane, Giant Steps, album pubblicato nel 1960, uno dei dischi più importanti della storia del Jazz. L’esecuzione del trio, una corsa frenetica dal ritmo serrato e folle, è sorprendente per il controllo e la precisione. Come la tecnica sopraffina e l’affiatamento che li contraddistingue in tutto il concerto.
L’ultimo brano è dedicato a un loro stimato collega, Aldo Bassi, compositore italiano, tra i più apprezzati trombettisti Jazz italiani, e leader in campo jazzistico a livello internazionale, mancato purtroppo prematuramente nel 2020.

Apprezzatissimo docente anche al conservatorio di Benevento, per il suo inconfondibile stile e per la sua passione, Bassi ha fatto anche lui parte del Parco della Musica Jazz Orchestra di Roma. Per onorarne la memoria, il trio sceglie Nice Groove, composta da Pino Jodice per l’Album di Bassi, Muah!. Grande swing dal piglio contemporaneo, il groove del titolo mantiene le promesse nella perfezione di un’esecuzione esemplare dove, ancora una volta, l’entusiasmo e il piacere di suonare sono complementari alla tecnica e al talento smisurato dei tre magistrali interpreti. La batteria di Pietro Jodice, qui come nei suoi altri assolo, è di un altro mondo. Misurata potenza, smisurata dinamica, elettrizzante creatività.

La platea del San Vittorino si esalta. Il bis, acclamato a gran voce da un pubblico euforico, è Matrix, di un altro genio del Jazz da poco scomparso, Chick Corea, compositore, pianista e tastierista statunitense, morto nel 2021. L’ “interplay” del trio è una garanzia, la chiusura è da manuale. Il suono è una meraviglia. Questi signori, nostri Maestri del Jazz nel mondo, sono portatori sani di tecnica impeccabile, scambi continui di provocazioni, suggerimenti e giochi di improvvisazione, eclettismo musicale, inesauribile vena poetica e verace ironia. Il Jazz è vivo. Viva il Jazz.

Venerdì al San Vittorino il 4^ appuntamento con la rassegna “Jazz steps – I venerdì del Jazz”, targata Accademia di Santa Sofia

Venerdì al San Vittorino il 4^ appuntamento con la rassegna “Jazz steps – I venerdì del Jazz”, targata Accademia di Santa Sofia

Eventi

Venerdì 17 marzo alle ore 19:00, presso l’Auditorium San Vittorino di Benevento, l’Accademia di Santa Sofia, per il suo quarto appuntamento con la rassegna “Jazz steps – I venerdì del Jazz”, curata dal M° Umberto Aucone, ospiterà “Infinite Space”, concerto del valentissimo Jodice Bros Jazz Trio.

Altro evento imperdibile, dal respiro internazionale, del cartellone jazz, inserito nell’ambito della poliedrica Stagione concertistica 2023 che l’Accademia di Santa Sofia sta proponendo in sinergia con l’Università degli Studi del Sannio e il Conservatorio di Benevento.

Il concerto “Infinite Space”, è un progetto musicale del Trio Jazz composto da tre vere punte di diamante, orgoglio del jazz italiano nel mondo: Pino Jodice al pianoforte; Luca Bulgarelli al contrabbasso e Pietro Iodice alla batteria.

Il progetto del Jodice Bros Jazz Trio, Infinite Space, rappresenta l’ultimo lavoro discografico di questo trio che ha all’attivo una collaborazione ventennale e un’attività concertistica infinita. È stata per molti anni sezione ritmica di una delle orchestre jazz nazionali più importanti, la Parco della Musica Jazz Orchestra di Roma, e vanta collaborazioni con artisti internazionali di chiara fama come: Mike Stern, Kenny Wheeler, Michel Portal, Bob Brookmeyer, Maria Scheneider, Bill Holmann, Nguyen Le, Dick Oatts, Tommy Smith, Paul Mc Candless, Dave Douglas, Frank Tiberi, George Garzone, Enrico Rava, Paolo Fresu e tantissimi altri.

Il lavoro discografico si sviluppa attraverso le composizioni originali del leader Pino Jodice, pianista, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra jazz, musicista pluripremiato a livello internazionale e riconosciuto già nel 2002 come miglior nuovo talento jazz al Premio Palazzo Valentini Jazz (RM) e al Premio Positano Jazz (Na). Ha inoltre scritto e arrangiato per musicisti internazionali di grande fama come Gary Burton, John Scofield, Bradford Marsalis, Mike Stern, e tantissimi altri.
Luca Bulgarelli e Pietro Iodice vantano collaborazioni con i più grandi musicisti internazionali ed insieme rappresentano una solida e imponente sezione ritmica tra le più richieste in Italia e all’estero. Il trio è legato non solo dall’amicizia ma dall’incredibile affiatamento che si evince sia nelle registrazioni che nei live attraverso un continuo e magico “interplay”.

PINO JODICE, pianista, compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra jazz e docente di composizione jazz del Conservatorio G. Verdi di Milano, vanta una trentennale esperienza in orchestra sia come strumentista che come compositore arrangiatore e direttore. Pluripremiato e vincitore di oltre 11 primi premi di composizione e arrangiamento per orchestra jazz, nel 2002 riceve il premio Positano jazz (Napoli) e il premio palazzo Valentini Jazz (Roma) come “The best new Talent”, pianista, compositore e arrangiatore. Collabora come pianista, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra con Mike Stern, John Scofield, Bradford Marsalis, Gary Burton, Dave Douglas, Bob Brookmayer, Bill Holmann, Maria Scheneider, Paolo Fresu, Fabrizio Bosso, Orchestra e coro dell’Accademia Nazionale di santa Cecilia, Orchestra Sinfonica Abruzzese, Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento, Parco della Musica Jazz Orchestra, Verdi Jazz Orchestra, Orchestra Nazionale Jazz dei Conservatori Italiani, Scottish National Jazz Orchestra, Salerno Jazz Orchestra, Orchestra Jazz della Sardegna, Orchestra Jazz della Sicilia, Orchestra Jazz Parthenopea, Area M Orchestra.

LUCA BULGARELLI nasce in Abruzzo nel 1972 e studia Basso Elettrico e Contrabbasso. Vince una borsa di studio alla prestigiosa Università di Siena Jazz nel 1992 e si laurea in Contrabbasso presso il Conservatorio di Campobasso nel 1997. Partecipa ai più importanti Festival Jazz nel mondo. Collabora in studio e dal vivo con numerosissimi artisti registrando oltre 70 album: Enrico Pieranunzi, Roberto Gatto, Maurizio Giammarco, Enrico Rava, Paolo Fresu, Rita Marcotulli, Mariapia De Vito, Danilo Rea, Nicola Stilo, Rosario Giuliani, Stefano Bollani, Gianluca Petrella, Fabrizio Bosso, Stefano Di Battista, Gunther Schuller, Kenny Wheeler, Mike Manieri, George Garzone, Toninho Horta, Gal Costa, Donnie Mc Caslin, Alain Jean Marie, Mundell Lowe, Philip Catherine, Rick Margitza, Bob Mintzer, Tooth Thielemans, John Abercrombie, Dave Liebman, Seamus Blake, Jorge Rossy, Nir Felder, Greg Osby. Anche nel mondo della musica pop le collaborazioni sono svariate: Mimmo Locasciulli, Francesco De Gregori, Beppe Servillo, Paola Turci, Daniele Silvestri, Joe Barbieri, Gino Paoli e Sergio Cammariere. Come Sound Designer ha mixato e masterizzato numerosi lavori discografici per diverse etichette quali; Emarcy/Universal, CAM jazz, Albore Jazz, Abeat records, Auand, Widesound, DreyfusJazz, ViaVeneto Jazz, Giandomusic. Attualmente è docente di musica d’insieme e di contrabbasso presso il Saint Louis College of Music.

PIETRO IODICE nato a Napoli, si trasferisce a Roma nell’88 diventando da subito batterista di spicco del panorama jazz italiano. Attualmente batterista della PMJO (Parco della Musica Jazz Orchestra) dell’auditorium di Roma, insegna Batteria Jazz al conservatorio Tito Schipa di Lecce. Ha all’attivo 4 cd come co-leader nel Corvini & Iodice Roma Jazz Ensamble. Il primo dal titolo “Signor Jones”, il secondo, uscito negli U.S.A., dal titolo “Homage to Yusef Lateef & Corvini Iodice Roma Jazz Ensamble”, il terzo, “Fast Race”. Ha all’attivo inoltre due “minus one” (delle tracce audio per studio e didattica) per big band dal titolo “Suonare la batteria nella big band” Vol.1 e Vol. 2. Ha suonato con: Art Farmer, Rick Margitza, John Patitucci, Jerry Bergonzi, Miles Griffith, Dick Oatts, Phil Woods Cedar Walton, Paul MC Candless, Shawn Montero,Ulf Radelius, Joey Calderazzo,George Lewis,Martial Solail, Mike Stern, Nguyèn Lè, Kenny Wheeler, Bob Mintzer, Donny Mc Caslin, Yusef Lateef, Dave Fuczynski, Bill Holmann, Dominique Di Piazza, Vic Juris, Matthew Garrison, Linley Marthe. Bob Brookmeyer, Maria Shneider, George Lewis.

Ricordiamo che l’ingresso è gratuito ed è consigliata la prenotazione. Per Informazioni tel. 0824.1901208, www.accademiadisantasofia.it, accademiadisantasofia@alice.it.

A Benevento, il Jazz torna a ruggire con il giovane entusiasmo dell’Angelo Cioffi 4et.

A Benevento, il Jazz torna a ruggire con il giovane entusiasmo dell’Angelo Cioffi 4et.

Cultura

Successo Venerdì sera all’Auditorium San Vittorino di Benevento, con il concerto “Omaggio ad Aldo Bassi”, terzo appuntamento della rassegna “Jazz steps – I venerdì del Jazz” voluto da Accademia di Santa Sofia sempre in sinergia con Università degli Studi del Sannio e Conservatorio di Benevento.

L’evento rientrava nel cartellone jazz inserito nell’ambito della poliedrica Stagione concertistica 2023 che l’Accademia di Santa Sofia sta proponendo, sempre con la consulenza scientifica di Marcello Rotili, Massimo Squillante e Aglaia McClintock, e sempre sotto la direzione artistica di Filippo Zigante e di Marcella Parziale che ha accolto il pubblico con i consueti saluti di rito insieme a Maria Buonaguro, Presidente Amici dell’Accademia.

Il consulente artistico della bella rassegna Jazz è il M° Umberto Aucone che, all’inizio della serata, ha introdotto, con sentite parole, il bellissimo ed emozionante concerto dal titolo “Omaggio ad Aldo Bassi”, che ha visto protagonista il quartetto del ventitreenne Angelo Cioffi, giovane ma già ottimo trombettista campano, accompagnato dai quasi coetanei e altrettanto valenti, Enrico Asquitti al piano, Andrea Venditti al basso e Marco Leone alla batteria.

La formazione molto promettente, nata nelle aule del Conservatorio di Benevento, ha voluto onorare la memoria di Aldo Bassi, trombettista e compositore italiano, considerato tra i più apprezzati trombettisti jazz italiani, mancato purtroppo prematuramente nel 2020. Una vera e propria icona anche per il conservatorio di Benevento – ha ricordato Umberto Aucone – dove è stato apprezzatissimo docente, lasciando il segno sia per il suo peculiare approccio didattico sia per le speciali doti umane.

Nato a Roma nel 1962, Bassi si era diplomato presso il Conservatorio di Santa Cecilia, facendosi subito notare per il suo inconfondibile stile e per la sua passione. Un leader in campo jazzistico, a livello internazionale, famoso anche in America Latina. Fondatore di tanti gruppi, anche le sue formazioni lasciavano il segno. Bellissimi i suoi album: L’Incontro, Distanze, Muah!, Sirio, New Research, solo per citare alcuni titoli.

Trombettista raffinato, Bassi era anche un compositore e un direttore d’orchestra scrupoloso e intenso, indimenticabile nel tour con “I Soliti Ignoti” per un omaggio a Morricone. Preziose le collaborazioni di Bassi alle colonne sonore del Maestro Premio Oscar, ma anche di Renato Serio, Manuel De Sica, Armando Trovajoli.

Bassi ha fatto parte anche dell’Orchestra nazionale del Jazz e del Parco della Musica Jazz Orchestra all’Auditorium di Roma. Ha insegnato al S.Louis della Capitale, all’Accademia Romana di Musica, nei Conservatori di Frosinone e di Benevento.

Da anni Aldo Bassi portava avanti un lavoro di sperimentazione nell’utilizzo della tromba, come ad esempio lo splendido progetto Metal Jazz Trio dove arrivava ad utilizzare effetti tipici della chitarra elettrica creando sonorità impensabile per lo strumento.

Il concerto di venerdì sera, dell’Angelo Cioffi 4et, ha portato all’attenzione del folto pubblico di appassionati, alcune bellissime composizioni di Bassi, come Yes, I sogni che, Undici/dodici, Nove rose, e il grande Blues del brano Cri Cri. Dove i quattro musicisti hanno dimostrato con entusiasmo il talento, la grande attitudine e tutta la loro passione per i linguaggi del jazz.

Non sono mancate le chicche, come i tre straordinari standard jazz, cari al compositore e più noti al grande pubblico, come Overjoyed di Stevie Wonder, Guarda che luna di Fred Buscaglione, l’immancabile bis, con una pietra miliare per i trombettisti, ossia Night in Tunisia di Dizzy Gillespie, e per finire un secondo, intenso ed emozionante bis, Vedrai Vedrai di Luigi Tenco. Applausi scroscianti e grande soddisfazione nel pubblico e nei giovani artisti.

“Play what you feel”: successo per il concerto di Beatrice Valente Quartet al San Vittorino

“Play what you feel”: successo per il concerto di Beatrice Valente Quartet al San Vittorino

AttualitàBenevento Città

“Play what you feel”…suona ciò che senti. Tra musica, emozioni ed entusiasmo è un successo il concerto a “passi di Jazz” con la voce, il fascino, il cuore e il talento musicale di Beatrice Valente, abbracciata al suo fedele contrabbasso, e affiancata dal suo affiatato ensemble.

Il Beatrice Valente Quartet, venerdì sera all’Auditorium San Vittorino ha regalato al folto pubblico di Benevento, il suo concerto “Play what you feel”, secondo appuntamento della rassegna “Jazz steps – I venerdì del Jazz”, terza costola della poliedrica Stagione concertistica 22/23 dell’Accademia di Santa Sofia, sempre realizzata in sinergia con l’Università degli Studi del Sannio e il Conservatorio di Benevento, sotto la direzione artistica di Marcella Parziale e Filippo Zigante, e con la consulenza scientifica di Marcello Rotili, Massimo Squillante e Aglaia McClintock. La bella rassegna Jazz è curata artisticamente dal M° Umberto Aucone che ha brevemente presentato il concerto dopo le consuete parole di accoglienza di Marcella Parziale e Maria Buonaguro, Presidente Amici dell’Accademia S.Sofia.

Beatrice Valente, classe ’93, è una contrabbassista, bassista e cantante italiana, nata e cresciuta in una famiglia di musicisti e artisti, che respira musica e jazz fin dalla culla, e che, a quattordici anni, si è innamorata del basso elettrico.

Durante un ricco e variopinto concerto, Beatrice Valente, di nome e di fatto, fa sfoggio del suo generoso talento di strumentista e cantante, a suo perfetto agio con il suo strumento d’elezione, il contrabbasso e dotata di una voce limpida e cristallina, dagli eleganti virtuosismi, che vira spesso e volentieri su ricercate sonorità flautate e affascinanti morbidezze vellutate.

Diplomata al Conservatorio di Benevento ammette, durante la serata, di essere emozionata a esibirsi come artista proprio nella città che ha l’ha vista muovere i suoi primi passi nella musica.

Ad accompagnarla con giocosa maestria, il fratello, Ergio Valente al pianoforte, Rocco Sagaria alla batteria, e Massimo Barrella alla chitarra.

Il loro è un quartetto nato dalla gioia di fare musica insieme, con il desiderio di unire le differenti esperienze, per comunicare nuove atmosfere sonore, vibrazioni e ritmi incalzanti. E così studio e approfondimento, divertimento e passione per i variegati linguaggi del Jazz, si fondono nelle mirabolanti improvvisazioni acrobatiche, tra inconsuete elaborazioni armoniche e svolazzi melodici.

E i quattro magnifici artisti ci regalano un viaggio musicale che fluttua dalle Americhe al Mediterraneo, e ritorno. In un vortice che va da “I’ve Got the World on a String”, standard jazz del 1932, composto da Harold Arlen (l’autore di “Over the Rainbow”) e portato al successo da Cab Calloway, leggendario cantante del Cotton Club di New York, e ripreso poi da Bing Crosby e da Frank Sinatra, che ne fece una hit, solo per citare alcuni dei miti che l’hanno interpretata; per passare poi ai sapori latino-brasiliani di “Flor de lis” del 1976, forse la bossa nova più conosciuta di Djavan.

Arriva poi un commovente omaggio al genio e alla grazia di Pino Daniele con una versione struggente di “Quando”, dedicata anche al suo grande contrabbassista Rino Zurzolo, prematuramente scomparso, che Beatrice ha avuto come maestro e mentore.

È la volta di un inedito, “Fly”, composto proprio dalla Valente e dedicato con profondo affetto al suo contrabbasso, solo apparentemente ingombrante zavorra e pesante compagno di viaggio, che invece le cambia la vita, permettendole ogni giorno di spiccare il suo inarrestabile volo.

Torna il calore di Rio De Janeiro, con una composizione di Carlos Lyra, “Influência do Jazz”, altra affascinante bossa nova, dove il batterista, Rocco Sagaria, offre un saggio esplosivo del suo straordinario talento. 

Il sesto brano è una folgorazione di rara bellezza, raffinata e spumeggiante, intitolata “Blame it on my Youth” altro capolavoro, standard jazz, cantato da tutti i più grandi, scritto nel 1934 da Oscar Levant, artista poliedrico, pianista, compositore, autore, attore, conduttore e tanto altro, che ricordiamo anche nel film capolavoro “Un americano a Parigi”.

Segue ancora un omaggio al Sudamerica, con il brano “Brazil” di Jobim.

Non poteva mancare “lo standard” di gran classe “It Don’t mean a thing, (If It Ain’t Got That Swing)” (1931) di Duke Ellington, dove abbiamo ammirato il piano di Ergio Valente e la batteria di Rocco Sagaria, affrontarsi in una serratissima gara di “solo”.

Ecco poi un omaggio alla storia della musica leggera e ai cantautori italiani, con un ricordo di Luigi Tenco e un grande arrangiamento della sua “Mi sono innamorato di te” del 1962.

E poi Beatrice Valente affronta con garbo e trasporto le raffinate note e le toccanti parole di “Oh Che Sarà” scritta da Ivano Fossati su una traduzione, accorciata, della canzone O que será del cantautore brasiliano Francisco “Chico” Buarque de Hollanda. Ci cattura il bellissimo gioco a due voci, di grandissimo effetto, tra la chitarra di Massimo Barrella e il pianoforte di Ergio Valente.

L’ultimo brano è un altro storico standard, “(Get Your Kicks On) Route 66”, dove la chitarra di Massimo Barrella, spadroneggia alla grande, pur sempre nel grandissimo “interplay” con tutti gli altri strumenti, dove il contrabbasso freme e balla letteralmente, fino ad arrivare al vivacissimo dialogo finale, tra batteria e voce, il tutto in un tripudio esaltante di esemplare tecnica be-bop. Gli applausi scroscianti, i tanti “bravi” e “bis” del pubblico esultante, portano i nostri bravissimi musicisti a un doveroso bis, un “Samba brasileiro”, per chiudere in bellezza.