Benevento, 15 anni senza Marco Santamaria: un’anima gentile che resta viva nei cuori

Benevento, 15 anni senza Marco Santamaria: un’anima gentile che resta viva nei cuori

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Sono passati già 15 anni da quel maledetto 19 maggio del 2010, quando Marco Santamaria lasciò la vita terrena, procurando un vuoto in tutti noi che gli volevamo e continuiamo a volergli bene.

Marco Santamaria, nato a Benevento il 13 giugno 1987, nel giorno della festa di sant’Antonio da Padova, ha lasciato un’impronta indelebile nei cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. La sua vita, seppur breve, è stata caratterizzata da una straordinaria bontà d’animo e da una fede profonda e autentica.

Cresciuto in una famiglia dove la spiritualità era fondamentale, Marco ha fatto propri quei valori, portandoli a maturazione con una coerenza rara per un giovane della sua età. La sua fede non era mai ostentata, ma si manifestava nelle sue azioni quotidiane, nel suo modo di relazionarsi con gli altri, nell’attenzione che mostrava verso i più bisognosi.

La sua dedizione al prossimo lo spinse a impegnarsi in numerose attività: dalla Gioventù Francescana al Movimento Studenti di Azione Cattolica, dal volontariato ospedaliero al ministero straordinario della Comunione. In ogni contesto, Marco dimostrava una maturità sorprendente e una capacità unica di mettere gli altri prima di sé stesso.

Nonostante la sua profonda spiritualità, Marco era un giovane come tanti: appassionato di calcio, desideroso di realizzarsi come giornalista sportivo, circondato da amici e legato alla sua fidanzata Carmen, con la quale condivideva ideali e valori.

La sua vita è stata segnata da prove difficili: prima la perdita della madre Rita, alla quale era profondamente legato, e poi la scoperta di un tumore che lo ha portato a intraprendere un doloroso cammino di cure e sofferenze. Eppure, anche nella malattia, Marco non ha mai perso il sorriso né la serenità che lo contraddistinguevano.

Durante i ricoveri in ospedale, si preoccupava più degli altri pazienti che di sé stesso, offrendo loro conforto e sostegno. La sua straordinaria forza d’animo gli permetteva di continuare a lavorare e a mantenere i suoi impegni, nonostante il dolore che lo accompagnava.

Una settimana prima della sua morte si rivolse così a mons. Andrea Mugione, Arcivescovo di Benevento, che gli fece visita in ospedale: “Non pregate per la mia guarigione, ma perché si compia in me la volontà di Dio e per la grazia di una buona morte”. Parole che rivelano la profondità della sua fede e la sua totale accettazione della volontà divina.

Marco, come detto, ci ha lasciato il 19 maggio del 2010 ed a lui è intitolata la sala stampa del “Ciro Vigorito” al quale era molto legato.

Mi permetterete di approfittare di questo spazio per un piccolo pensiero personale. È stato una fortuna aver conosciuto Marco, un privilegio aver potuto chiamarlo amico. Marco era l’amico sincero che tutti vorrebbero avere: presente, altruista, capace di ascoltare senza giudicare e di offrire il proprio sostegno nei momenti difficili. Aver trascorso quel poco tempo terreno con lui è stato un dono prezioso che ha arricchito le vite di chi gli è stato accanto.

Ci manca ogni giorno. Manca il suo sorriso, la sua gentilezza, la sua capacità di rendere migliori le persone che incontrava. La sua vita ci ricorda che la vera grandezza sta nella semplicità, nell’autenticità e nella capacità di donarsi agli altri.

Non sarà mai dimenticato. Il suo esempio continua a illuminare il cammino di chi lo ha conosciuto, esortandoci a vivere con maggiore consapevolezza, generosità e fede.

Ciao Marcolino, manchi tanto.