Narcotraffico, scarcerato Francesco Iannone detto “Pippetto”

Narcotraffico, scarcerato Francesco Iannone detto “Pippetto”

CronacaRegione

Il Gup del Tribunale di Napoli, Dott. Discepolo, accogliendo l’istanza dell’avvocato Vittorio Fucci, ha scarcerato il narcotrafficante Francesco Iannone, detto Pippetto, noto pregiudicato, 51 anni, di Arienzo.

Iannone è imputato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga.

Era stato arrestato nell’ambito del maxi-blitz della DDA contro il clan dei Piscitelli, alias “Cervinari”, in cui furono sottoposte a misure cautelari 39 persone.

Francesco Iannone è considerato uno dei vertici dell’associazione criminale, vicinissimo al capo-promotore Filippo Piscitelli, detto “O’ Cervinar”.

Le indagini gli attribuiscono un ruolo chiave nell’organizzazione del traffico della droga tra la Valle di Suessola e la Valle Caudina.

Come si ricorderà Iannone vanta una molteplicità di precedenti, anche specifici. Di recente era stato condannato ad 8 anni di reclusione su 14 richiesti dalla Procura Distrettuale Antimafia.

Nell’ambito del maxi-blitz, inoltre, era stata tratta in arresto anche la compagna di Iannone, Veronica Morgillo, che costituiva una spalla importante dei disegni criminali attribuiti dagli inquirenti a Francesco Iannone, tanto da essere denominati come “Bonnye e Claide”.

Il Gup Discepolo, accogliendo l’ istanza dell’ avvocato Vittorio Fucci, ha scarcerato Iannone, concedendogli gli arresti domiciliari.

In carcere per narcotraffico, detenuto sannita fa ricorso alla Corte Costituzionale

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BeneventoCronaca

Erano stati arrestati nel periodo del primo lockdown quando le restrizioni alla circolazione erano rigidissime, per questo motivo i due corrieri della droga si erano mossi alle prime luci dell’alba per ricarsi a Napoli per rifornirsi di droga, pensando così di eludere i controlli della Questura di Benevento che, però, già era sulle loro tracce.

I due beneventani Primo Aniello De Luca e Antonio Amato furono tratti in arresto alle porte di Benevento alle 6 del mattino del 27 aprile 2020 perchè trovati in possesso di circa 33 grammi di eroina suddivisa in 24 ovuli già pronti per lo spaccio.

In sede di convalida dell’arresto i due rivendicarono immediatamente il possesso dello stupefacente per uso personale ma il Gip applicò nei loro confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari.

A fronte della richiesta da parte del Pm di 6 anni di reclusione per entrambi per l’ipotesi di spaccio di stupefacenti, il giudice dell’udienza preliminare, dopo la discussione dell’Avv. Claudio Fusco (per De Luca) e dell’Avv. Luca Russo (per Amato), riqualificata l’ipotesi accusatoria in quella di spaccio di lieve entità, condannò il primo ad anni 1 e mesi 4 di reclusione ed il secondo ad anni 1 e mesi 2 di reclusione.

La Corte Costituzionale dovrà, ora invece, pronunciarsi su di una questione di legittimità costituzionale della norma che non consente ai detenuti imputati di delitti di grave allarme sociale di accedere alle misure alternative alla detenzione. Questa è la decisone del Tribunale di Sorveglianza di Firenze che, accogliendo l’eccezione di legittimità costituzionale sollevata dalla difesa di Piscopo Arpino (Avv. Luca Russo), ha trasmesso gli atti alla Consulta.

Il detenuto beneventano sta scontando una pena di anni 20 di reclusione per il delitto di associazione finalizzata al narcotraffico.

Ora la Corte dovrà fissare un’udienza di discussione a seguito della quale dovrà pronunciarsi sulla legittimità della norma.