Pochi giorni fa Emanuele Polito, di Calvi, che è tra i vincitori del ‘Premio Leonardo’, è stato ricevuto al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il ventisettenne sannita nel gennaio 2021 ha conseguito la laurea magistrale in Economia & Management presso l’Università degli Studi del Sannio, discutendo una tesi di ricerca su: “L’impatto della trasformazione digitale sui modelli di business delle imprese manifatturiere: alcune evidenze empiriche”, ottenendo votazione di 110 con lode e menzione alla tesi. La tesi si focalizzava, fra l’altro, sull’analisi dei comportamenti delle imprese manifatturiere per contrastare gli effetti negativi della pandemia.
La suddetta tesi è risultata vincitrice del prestigioso premio di laurea Pelliconi promosso dal Comitato Leonardo – Italian Quality Committee. La Cerimonia di premiazione si è svolta in occasione della Giornata Qualità Italia nella quale sono stati assegnati gli altri Premi Leonardo ad imprenditori e personalità che hanno concorso in modo significativo ad affermare e promuovere l’immagine dell’Italia nel mondo.
Lo scorso 27 novembre il Presidente della Repubblica Mattarella ha accettato di incontrare i vincitori dei Premi Leonardo a Palazzo del Quirinale.
Nel corso dell’incontro il Presidente ha affermato: “abbiamo una giovane generazione che cresce ed è una magnifica generazione. Piuttosto vorremmo fosse più numerosa, che non fosse ridotta percentualmente secondo i limiti demografici.
E’ una magnifica generazione, che interpreta le novità in maniera straordinariamente presente e consapevole non solo quelle tecnologie cosi fondamentali e indispensabili, ma anche la capacità di seguire e comprendere aspetti complessi come le vicende internazionali. I giovani sono una frontiera che incoraggia ed è giusto sostenerli in questo percorso”.
E non poteva mancare la forte emozione del giovane Emanuele Polito che ha dichiarato: “Sono orgoglioso, felice e soddisfatto di aver vinto questo prestigioso premio. E’ la felicità che deriva dall’impegno costante e dal sacrificio fatto durante il mio percorso di studi. E’ stato emozionante poi incontrare il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella il quale ringrazio per aver dato a noi giovani questa occasione e di alimentare le nostre speranze per il futuro”. Presenti il presidente del Comitato Leonardo, Sergio Dompè, il presidente di Agenzia ICE, Matteo Zoppas, il presidente onorario di Comitato Leonardo, Luisa Todini, la vice presidente di Confindustria per l’internazionalizzazione, Barbara Beltrame, il capo dipartimento dei Vigili del Fuoco, Renato Franceschelli e i rappresentanti di Agenzia ICE e del “Premio Leonardo”.
ITALIA. “Siamo in altissimo mare. A questo punto non escludiamo il Mattarella bis”. E’ il primo pomeriggio, subito dopo lo spoglio della quarta votazione, quando un esponente del governo, del Pd, fa il punto a Montecitorio con i deputati della sua area politica. “Se non ci sono fatti nuovi – dice – su Draghi non ce la facciamo. La destra non ha nomi, e anche noi siamo divisi. A questo punto mettiamo in conto di convergere su Mattarella“.
La rosa dei realmente papabili si è ristretta a due: Mario Draghi e Sergio Mattarella. I ministri dem non escludono la permanenza del Capo dello Stato al Colle. La qual cosa comporta la permanenza anche del premier a Palazzo Chigi. Uno sviluppo che c’entra ancora poco con i voti espressi in aula, che pure registrano un crescente consenso per il presidente della Repubblica (da 125 a 166 voti). Conta semmai la confusione palpabile nelle trattative tra i partiti, che fa montare in Parlamento la voglia di votare Mattarella, e blindare definitivamente la legislatura.
Lo dimostra chiaramente un incidente che si è verificato tra Pd e M5s e che ben spiega il clima di queste ore. Il vertice del centrosinistra di questa mattina si era chiuso con l’accordo a votare scheda bianca. Eppure dopo due ore di votazioni, il M5s ha fatto sapere che l’indicazione per loro, e solo per loro, non era “scheda bianca” ma scheda bianca “e liberta’ di coscienza”. Un modo per disinnescare in partenza le accuse di tradimento all’interno della coalizione. Molti senatori e deputati M5s infatti stavano votando Mattarella, sotto gli occhi delle ‘vedette’ Pd, Fiano e De Luca, che registravano i tempi di voto in aula.
Se i partiti sono incartati e i parlamentari sono sempre piu’ orientati a votare Mattarella, a Mario Draghi la politica ha riservato un trattamento difficilmente immaginabile pochi mesi fa. Al premier e’ stato rimproverato prima l’eccessivo silenzio sulla partita del Colle. Quindi dopo alcuni contatti coi partiti, finalizzati peraltro a rassicurare sulla vita del governo, Draghi e’ stato criticato per l’eccessivo dinamismo.
Ma contro il premier si sono mosse forze parlamentari spinte esclusivamente dal proprio tornaconto. Il caso della telefonata del premier a Silvio Berlusconi ne e’ la prova lampante. A quanto apprende la Dire da fonti parlamentari convergenti, il premier ha tentato di chiamare Berlusconi fin da domenica, pochi giorni dopo il ricovero al San Raffaele. Lo scopo, ovviamente, era di sincerarsi delle sue condizioni di salute. Ma, incredibilmente, a Draghi e’ stato risposto che Berlusconi non era raggiungibile.
Solo oggi il presidente del consiglio ha potuto parlare con il leader di Forza Italia. E Berlusconi, senza che Draghi lo avesse chiesto, gli avrebbe assicurato il personale sostegno nella partita per il Colle. Poco dopo, Antonio Tajani, che ieri ha visto Berlusconi, e’ andato a Palazzo Chigi per un colloquio con il premier. Ne e’ uscito ribadendo che Draghi deve restare al governo. Due linee diverse. La divergenza nasconde forse le divisioni in Forza Italia sulla delegazione al governo. Ma l’episodio e’ indicativo dei metodi con cui i partiti hanno cercato di usare la partita del Colle per allungare la vita della legislatura e del governo.
Agenzia DiRE-www.dire.it
(LaPresse) – La corsa per il Quirinale? “Dipende dal Parlamento se vuole avere un sussulto di orgoglio e di dignità. Quando i generali sbagliano, c’è anche un dovere morale delle truppe di mandare al diavolo i generali. È il momento? Esattamente. Io sono per i parlamentari che votino liberamente. Non essendo guidati, se uno ti porta al disastro, che fai?“. Così il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, in compagnia della moglie, la senatrice Sandra Lonardo, parlando con i cronisti fuori da Montecitorio. “Io – ha aggiunto – auspico Casini, non faccio mistero da questo punto di vista. Mai visto scheda bianca, astensione: il Parlamento deve essere il Parlamento. O c’è questo rigurgito sul piano del voto segreto, che è l’unica espressione di recupero della dignità parlamentare, o viceversa…“. I tempi per l’elezione? “Domani, al massimo dopodomani. Si dessero una regolata“.
ITALIA. Primo turno di votazioni per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. La dialettica politica tra le varie anime del Parlamento è ancora nel vivo: non si è ancora trovata la quadra su di un nome condiviso che possa prendere il posto di Sergio Mattarella.
Serviva la maggioranza dei due terzi (672 voti, a causa del decesso di un deputato) per chiudere oggi la partita del Quirinale, risultato che non è stato raggiunto come da pronostico.
Ecco quali sono stati i risultati del primo scrutinio (fonte: Nicola Porro:
- Schede bianche: 672
- Paolo Maddalena: 36
- Silvio Berlusconi: 7
- Elisabetta Belloni: 3
- Sergio Mattarella: 16
- Marta Cartabia: 9
- Guido De Martini 7
- Bruno Vespa 4
- Ettore Rosato 6
- Umberto Bossi 6
- Pierferdinando Casini: 2
- Antonio Tasso: 7
- Marco Cappato: 5
- Roberto Cassinelli: 9
- Antonio Tajani
- Sabino Cassese
- Amedeo Sebastiani
- Salvatore Borsellino
- Nicola Gratteri
- Virginia Villani
- Giancarlo Giorgetti
- Anna Finocchiaro
- Gonnelli Mauro
- Amadeus
- Gioacchino Gabbuti
- Stefano Goggi
- Nicola Landucci 4
- Chiocci: 2
- De Rosa
- Folgori
- Maisano
- Torromino
- Roi: 2
- Marzo Risso: 3
- Siani
- Piero Angela
- Ermanno Leo
- Giuseppe Cossiga
- Dino Zoff
- Francesco Rutelli: 2
- Craxi: 3
- Giuliano Amato: 2
- Elisabetta Alberti Casellati: 2
- Giuseppe Conte: 2
- Antonio Martino: 2
- Pastorino
- Fulvio Abbate
- Alfonso Signorini
- Carlo Nordio: 2
- Alessandro Barbero
- Pierluigi Bersani 3
- Giuseppe Cruciani
- Maria Teresa Baldini: 2
- Mario Draghi
- Vincenzo De Luca
- Claudio Sapelli: 3
- Walter Veltroni
- Moles: 3
- Elio Fagioli
- Alessandro Barbero
- Mauro Corona
- Mario Segni
- Gianluca De Fazio: 2
- Liliana Segre
- Vincenzo Alaia
- Aldo Morrone
- Antonio Razzi
- Giorgio Lauro: 2
- Prosperetti
- Ciocci
- Rosy Bindi
- Claudio Lotito: 3
- Giovanni Cirillo
- Benito Rosati
- Mario Razzo
- Giovanni Maria Chessa
- Giulio Elefante
- Annunziata Mannarola
- Leopoldo Spedaliere
- Mario Calassi
- Bruno Mafei
- Eleonora Faina
- Alessandro Mazzi
- Novella
- Panarese
- Desa
- Valentino Frescura
- Romano Levoni
- Giovanni Stornaiuolo
ITALIA. “Vorrei Casini al Quirinale e Draghi a Palazzo Chigi, però un Draghi non incazzato, un Draghi che sia convinto che fa il bene dell’Italia e saremo grati di quello che fa”. Lo ha detto Clemente Mastella, sindaco di Benevento ed ex ministro della Giustizia, intervenuto a un forum del Messaggero sull’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Secondo Mastella “c’è una situazione un po’ singolare che ho intravisto andando alla Camera: c’è un parlamentarismo che scivola verso Casini e un anti parlamentarismo, che è più all’esterno del Parlamento, che va nella direzione di Draghi”.
Analizzando la situazione, Mastella ha spiegato che “questo surriscaldamento di alcuni partiti, la crisi vera è determinata dal fatto che il gruppo dei 5 Stelle, che è il più numeroso, in realtà si è frantumato. I due leader, Conte e Di Maio, si rincorrono a vicenda non esercitando quel tipo di traino politico che pure era dovuto per numeri parlamentari. Dall’altro lato, nessun gruppo, tranne pochi, è in grado di avere una governance delle rispettive truppe parlamentari. Al di fuori di questo, c’è un gruppo misto fatto per la prima volta nella storia da 100 parlamentari. Tutte queste incognite da sviluppare portano solo a dire: altolà, fermiamoci e troviamo una soluzione”.