Rapsodie: serata di parole e musica per ribadire chi siamo nel Mondo

Rapsodie: serata di parole e musica per ribadire chi siamo nel Mondo

Cultura

Si è tenuto, nella serata di sabato 14 Giugno, presso il Convento San Francesco di Benevento, la penultima serata della rassegna “Rapsodie”, stagione eventi live ideata e prodotta da Monica Carbini per il Test Teatro Stage di sua organizzazione.

 Il Recital-Concerto dal titolo “Nuie ca stammo vicino ‘o mare”, ha visto protagonisti la scrittrice e performer Antonella La Frazia ed il duo musicale composto da Ciro Maria Schettino alla fisarmonica e Roberto Polcino alla chitarra.

La performance si è aperta con un potente monologo della La Frazia sull’essere donna, anche quando il mondo e soprattutto il partner di vita vorrebbe che ella fosse solo un oggetto, quando il silenzio imposto da chi dovrebbe amare la compagna, diventa solo uno strumento di sopraffazione e metodo per cancellare dignità e identità.

Di fronte a tale condotta, dopo un primo momento di sconcerto e passiva accettazione,  dettati da timore e incapacità a comprendere il senso di una violenza all’interno di una relazione più significativa, cosa che rende difficile  la richiesta di aiuto da parte delle donne vittime di violenza domestica, va esplodendo, malgrado tutto, il bisogno di affermare se stesse e, come proclamato dalla performer, di dichiarare il proprio essere donna “grazie a se stessa”, quasi, in significato etico, un giubileo personale che sa sciogliere ogni catena.

E’ seguito un brano  musicale di spessore da parte dei musicisti come “Bammenella” di Viviani e, subito dopo, il parlato con  la storia di Nene’, fanciulla di un arroccato paesino di nome Petranera, un luogo simile ad “ un grumo di rocce scure somiglianti a sangue rappreso”, quasi un eremo geografico e sociale in cui il mondo sembrava essersi fermato, dove le donne in casa uscivano solo per andare in chiesa e gli uomini stavano nel bar del paese a giocare a carte.

Nenè però “covava il fuoco” e usciva ogni sera, quando tutti dormivano, per girovagare nelle campagne e respirare la libertà, finchè una notte, conquistata la propria identità, non tornò più a casa, diventata tutt’uno con la natura e con se stessa.

Ancora la musica ha accompagnato la narrazione con i brani “Nuie ca nu stammo vicino ‘o mare” (Ciro Maria Schettino) e “Terra  ca nun senti”  ( Rosa Balistreri).  Alcuni di questi brani sono stati anche cantati da Roberto Polcino.

Poi il racconto è andato al tempo dell’emigrazione, epoca di viaggi lunghissimi via mare verso terre sconosciute che promettevano un benessere mai provato, viaggi per scacciare la miseria, tragitti per conquistare, specie per le donne, un’autonomia mai provata, una dignità mai assaporata, una stima per se stesse affermata con il lavoro fuori casa e la fuga da tradizioni soffocanti che uccidevano il loro se’.

E poi le disillusioni, l’essere visti nel nuovo mondo come ladri e puzzolenti, trattenuti all’arrivo a New York sull’isoletta di  Ellis Island ( l’isola degli immigrati), per controlli burocratici e medici, lavorare per 10, 12 ore al giorno, spesso rinchiusi nei luoghi di lavoro per paura di pause troppo frequenti o furti del materiale prodotto, disillusione soprattutto per le donne, che venivano sfruttate e rischiavano di morire a decine in incendi sul luogo di lavoro da cui non potevano uscire.

Ancora il dramma di “chi siamo nel mondo”, cosa sono le donne agli inizi del secolo scorso ma,  noi crediamo, anche di questi tempi, con le parole di una donna che, in attesa di un treno in  una stazione buia e misteriosa del nuovo mondo, si dispera per la sua situazione, ma manda lettere alla sorella in Italia dicendole di stare bene e che le avrebbe mandato danaro per  essere raggiunta dove avrebbe trovato lavoro.

Bugie pietose di chi ancora cerca la via del riscatto, ma dona speranza a chi è rimasto nel buio di un mondo che non sa neppure cosa sia il riscatto.

Un ricordo doloroso va poi, ricordando gli scritti di Corrado Alvaro sul Corriere della Sera nel 1953, ai valani, bambini venduti come schiavi a Benevento, a Piazza Orsini, davanti al Duomo cittadino, da contadini poveri che, per qualche sacco di grano o poco altro, davano i loro figli a personaggi facoltosi che li avrebbero usati come schiavi per qualche anno. 

Pagina buia di un tempo in cui la vita umana valeva meno di un soldo sociale, tempo in cui nessuno sapeva valutare chi siamo come persone ed esseri pensanti, momento per molti lontano, ma macigno collettivo e sociale sorprendentemente gravoso nella memoria, istante storico in cui anche i bambini, trattati come animali da pesare, visionare, valutare, perdevano la loro identità e dignità.

Ma la degradazione ha poi toccato un altro apice quando tanti giovani vennero mandati a morire nella grande guerra, ma noi pensiamo anche a quanti ragazzi ancora oggi muoiono sui campi di battaglia in nome di chi o cosa nessuno lo sa, giovani vite che per scelta di pochi e protetti “sovrani” della politica, lasciano la vita per obbedire ad ordini insensati ed irragionevoli.

La musica ha poi ripreso la guida della serata con altri pezzi come “Ranci e mosca” (canto antico di autore sconosciuto), “Senza cielo” della Nuova Compagnia di Canto Popolare, “Si Vo Dio” e “No pe me” di Schettino, e il bellissimo brano di un amore distrutto dal regime di Pinochet “ Te recuerdo Amanda” con, alla fine,  la descrizione parlata di un amore “normale” tra due persone non più giovani.

La Frazia ha infine incoraggiato al necessario cambiamento nell’impostazione della vita, nell’affermazione del “chi siamo nel mondo” senza differenze antropiche e genetiche, perché, come ha detto bene l’ultimo brano suonato e cantato : “Todo Cambia” ( Merceds Sosa).

FOTO – Rapsodie: Cristian Izzo e la sua commedia dell’arte incanta il pubblico

FOTO – Rapsodie: Cristian Izzo e la sua commedia dell’arte incanta il pubblico

Cultura

Nella serata di domenica 8 giugno, “Rapsodie” , stagione eventi live ideata e prodotta da Monica Carbini per il Test Teatro Stage di sua organizzazione, ha portato in scena Cristian Izzo, giovane attore e drammaturgo di teatro tra i più giovani ad essere conosciuto per numerose interpretazioni, accompagnato da Giovanni Borrelli , anche lui giovane e capace artista.

La rappresentazione dal titolo “79 Dopo Cristo“, si è tenuta presso il Convento San Francesco di Benevento sito a Piazza Dogana.

La serata interamente dedicata al Teatro e alla Commedia dell’Arte, ha visto la presenza di un numeroso pubblico, attento ed incuriosito da una performance che si prospettava fuori dagli schemi tradizionali di una classica rappresentazione teatrale.

In effetti lo spettacolo si è aperto con la presenza degli attori che, alle spalle del pubblico, hanno iniziato declamando un discorso che annunciava la distruzione di Napoli a causa dell’eruzione del Vesuvio, fenomeno realmente accaduto nel 79 Dopo Cristo.

Subito dopo, tra ricostruzione storica e facezie sui resti mortali di Pompei, paragonati al luogo ed al pubblico presente che ha accolto il paragone con sorridente ironia, i due attori si sono esibiti in sagaci battute sulla distruzione della stessa Pompei paragonandola al luogo in cui si esibivano, il tutto attraversando il pubblico tra le sedute, esibendosi in capriole tra lo stesso e, nello stesso momento, prendendo in giro quanti stavano usando il cellulare per riprenderli e chiedendo loro se pensavano che nel 79 Dopo Cristo i cittadini pompeiani avessero uno strumento simile o un loro precursore.

La rappresentazione è poi continuata con un serrato dialogo tra i due artisti, momenti nel quale Cristian Izzo, assumendo il ruolo del saccente, ha iniziato a citare personaggi del tempo testimoni dell’eruzione, come Plinio il Vecchio e Plinio il giovane, quest’ultimo, avvocato, magistrato e scrittore romano, nonché nipote di Plinio il Vecchio.

Il Borrelli, nel ruolo di illetterato e incolto, ha scherzato su di loro e sulla presunzione del Vecchio, come raccontato da Izzo, di andare verso l’eruzione per aiutare i fuggiaschi cercando di portare con sé il nipote che, invece, ha preferite restare al sicuro per studiare.

Izzo ha poi descritto come passavano il tempo i greci ed i romani, soprattutto con il teatro, luogo nel quale in Grecia si tenevano soprattutto commedie e tragedie mentre i romani amavano anche opere teatrali di natura erotica e, nel citare il fatto, Izzo ha chiesto ironicamente scusa per la citazione a Frate Luciano presente alla rappresentazione.

La piece teatrale è poi continuata, fra citazioni storiche e ipotetiche illazioni culturali, oltre che tra battute storico/ contemporanee, in un clima di grande armonia tra i due attori e piacevole coinvolgimento del pubblico che, trascinato spesso nel vortice dialogante come oggetto di piacevole scherno, è stato portato, con un salto temporale e culturale, dalla poesia antica a quella di Leopardi, poeta della modernità.

La cultura, la storia e le burle sono continuate intorno al termine ” canti” , riferendosi a Leopardi, che Borrelli ha immaginato come canzoni e ” ballate” che, su precisazione di Izzo, non sono balli in senso attuale. Divertente il duetto su questi termini che ha avuto il suo culmine nella lettura di Izzo della “Ginestra” di Leopardi, opera recitata tra intermezzi satirici e travolgimenti linguistici per i quali sono stati chiamati esponenti de pubblico a correggere o declamare.

Dopo gli ultimi passaggi teatrali durante i quali non sono mancate letture in latino, lingua scambiata ironicamente per avellinese dal Borrelli, i due hanno chiuso la perfomance ringraziando i presenti per la pazienza ed il calore loro dimostrato.

Fresca e vitale la loro interpretazione, dinamica ed energica la recitazione, coinvolgente e divertente il rapporto con il pubblico, momento di sana e proficua condivisione tra storia, cultura, vita quotidiana e sana ironia, serata dunque di piacevole condivisione di un afflato intellettuale e di un divertente tempo di relax intelligente e arguto di cui si ha davvero un gran bisogno.

“Canticum per Francesco”: il Test TeatroStage celebra gli 800 anni del Cantico delle Creature

“Canticum per Francesco”: il Test TeatroStage celebra gli 800 anni del Cantico delle Creature

Cultura

Nella serata di domenica 25 Maggio, all’interno della stagione di eventi live Rapsodie, ideata e prodotta dal Test TeatroStage di Monica Carbini, il gruppo di attori, sempre affiatato e finemente organizzato, si è esibito in una performance teatrale con la quale, all’interno della chiesa di San Francesco, sita a Piazza Dogana a Benevento, ha voluto ricordare gli 800 anni del Cantico delle creature, o di Frate Sole, di San Francesco D’Assisi, performance intitolata “Canticum per Francesco”.

L’iniziativa e nata dalla volontà di condividere, con un ” racconto teatrale”, le celebrazioni organizzate dalla Comunità dei Frati Minori Conventuali di Benevento per l’ottavo centenario del Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi.

Monica Carbini ha voluto ricordare, prima della manifestazione, l’impegno profuso dai suoi ragazzi nella realizzazione di un lavoro dal taglio laico, ma fedele ai gesti ed alla volontà mistica di San Francesco. Frate Luciano ha poi presentato il lavoro ricordando gli 800 anni dalla composizione del Cantico, la sua valenza umana, sociale e, ovviamente religiosa.

La celebrazione/spettacolo si e tenuta infatti nel tempio francescano affollato di credenti ed estimatori del gruppo teatrale che, con semplicità, ma intensità, si sono approcciati all’altare in processione intonando il brano Amazing Grace , inno cristiano protestante composta da un commerciante di schiavi pentito, brano di grande emozione celebrativa.

Schieratisi poi lungo l’altare, hanno letto a turno, con grande coinvolgimento recitativo ed emozionale, storie dei momenti della vita di San Francesco, tratti dalle memorie dei confratelli del santo di Assisi riportate nella cosiddetta Compilazio Assisiensis o Leggenda perusina o Leggenda antiqua sancti Francisci, il tutto tramandato da un manoscritto della Biblioteca Augusta di Perugia.

il momento è stato emozionante perché i ragazzi, dopo alcune preghiere di lode e ringraziamento presenti ancora oggi nelle diverse liturgie, hanno saputo dare voce ai pensieri e agli atti che il santo ha compiuto nella sua vita in nome del Signore di cui si dichiarava “servo dei servi di Dio”, ma anche “Giullare di Dio”, in tal modo riconoscendo la sua umiltà e la sua devozione a Dio, credeva che questo fosse il modo giusto di porsi per crescere nella sua fede.

Momenti di fede e umanità si sono dunque intrecciati nel ricordo di un uomo che ha scoperto in sé fede e umanità, amore per l’Altissimo e per le cose del mondo, preghiera e voglia di dare voce al mondo della natura nell’amore per tutto il creato.

Le letture hanno poi ricordato la ferma volontà di Francesco di seminare amore e pace, oltre alle parole del santo che propone nei suoi scritti la necessità di lodare il Signore con queste parole lette dagli attori : “Date lode al nostro Dio voi tutti suoi servi e voi che temete Dio piccoli e grandi; lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli”.

È stato poi ricordato come e quando San Francesco d’Assisi compose il  il Cantico delle creature ( anche noto Cantico di Frate Sole) intorno al 1224. Questo testo, una lode a Dio e alla natura, è considerato la prima poesia in lingua italiana. San Francesco lo compose durante un periodo di malattia e cecità, esprimendo la sua gratitudine alla bellezza del creato, una bellezza che spesso l’uomo dimentica o ignora.

Il Cantico è stato poi recitato interamente dai diversi attori che si sono divisi le potenti strofe.

Il Cantico delle creature è, oltre che una lode a Dio nel ricordo della bellezza della natura, di tutte le creature e del creato, certamente anche un punto fermo nell’esaltazione necessaria dell’armonia tra uomo e natura, un richiamo sociale, più che solo religioso, ad un’armonia che il presente ha, troppo spesso, dimenticata e calpestata, in una sorta di presunzione insulsa della superiorità dell’uomo sul creato, egemonia incompetente ed analfabeta che serve solo a ferire il mondo e la stessa vita umana.

Alla fine delle letture, in un gesto di empatia e amore del prossimo, i giovani attori hanno preso per mano molti dei presenti invitandoli a procedere in circolo all’interno del tempio, quasi in un volteggio sacro che tutti hanno letto come momento di gioia e amore condivisa e volontà di dirimere ogni differenza e diffidenza, un modo semplice, ma efficace, di partecipare, credenti e non, ad un messaggio di amore senza tempo e necessaria fratellanza umana.

Applauditi con decisione e affetto da tutti i , i ragazzi del Test Teatro Stage hanno graziosamente ringraziato i presenti invitando sulla scena l’animatrice Monica Carbini che, in un gesto di affetto e gratitudine, ha ricevuto da Frate Luciano una targa commemorativa e di gratitudine per il lavoro presentato, un gesto di affetto per la lucidità della performance ed, ovviamente, per il calore di fede che esso ha rappresentato per i francescani e per tutta la comunità dei credenti.

FOTO – Beppe Casales e la crisi climatica protagonista della quarta serata di “Rapsodie”

FOTO – Beppe Casales e la crisi climatica protagonista della quarta serata di “Rapsodie”

Cultura

La stagione di eventi live ideata e prodotta da Monica Carbini per il Test Teatro Stage di sua organizzazione, ha portato in scena, nella serata di sabato 11 Maggio, l’attore, autore e storyteller padovano Beppe Casales con lo spettacolo “400”, uno spettacolo multimediale, un monologo sul cambiamento climatico e le responsabilità umane per ripensare il nostro posto nel mondo, scritto in collaborazione artistica con Matteo Crespi e prodotto in collaborazione con Legambiente, che affronta un tema spesso sottovalutato in quanto ritenuto un problema solo futuribile, ma lontano nel tempo.

L’evento si è tenuto presso il Convento San Francesco di Benevento sito a Piazza Dogana, negli spazi del giardino del Convento stesso, affollato di amanti di forme culturali e arte nelle sue diverse forme.

Beppe Casales lavora come attore professionista dal 1998, ha lavorato con Toni Servillo, Anna Bonaiuto, Michela Cescon, Mirko Artuso, e già dal 2000 la sua ricerca artistica è concentrata su un teatro di narrazione, una rappresentazione di tipo popolare fatta con linguaggio profondo, diretto, immediato e complessivamente semplice, lo stesso messo in mostra nella serata in oggetto.

Il Casales, regista e attore sensibile ai temi ambientali e sociali, ha esordito raccontando di sua figlia Nina che, ancora piccola, ha deciso di avvicinare ai temi ambientali portandola in un bosco. Qui la storia si fa affascinante, la passeggiata nel bosco diventa un viaggio per scoprire il nostro rapporto con quella cosa che chiamiamo natura, così sconosciuta, come sconosciuto è il nostro rapporto con l’aria, l’acqua e il cibo, le tre cose senza le quali davvero non possiamo vivere.

In un luogo dove troneggiano alberi secolari, egli racconta della concentrazione di CO2 nell’atmosfera (400 ppm, 400 parti per milione, soglia superata nel 2013 per la prima volta in 55 anni di misurazioni, e probabilmente in più di tre milioni di anni di storia della Terra). Parliamo di 400 ppm, 400 parti per milione di anidride carbonica in atmosfera. Questo limite era considerato il massimo da non superare per fare in modo che il cambiamento climatico non diventasse quasi irreversibile. Purtroppo questo limite noi lo abbiamo superato nel 2016 e quel numero continua a salire.

Dovremmo sapere, ricorda Casales, ma spesso in modo superficiale vogliamo ignorare, che la CO2 contribuisce all’effetto serra, intrappolando il calore terrestre e causando il riscaldamento globale. La sua massiccia presenza nell’aria, porta a conseguenze come lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello del mare, la modifica dei modelli climatici e l’intensificazione degli eventi meteorologici estremi, valori che la terra ha conosciuto già solo nel lontano Pliocene.

la prova vera però consiste nel ripensare il nostro posto nel mondo, capire e decidere cosa vogliamo essere e rappresentare in questo mondo, se odiare la natura vista come ” maligna” e indifferente ai dolori degli uomini, come diceva Leopardi, oppure imparare a sentirci parte di essa.

Infatti dobbiamo renderci conto, ha ricordato Casales, che viviamo grazie all’essere parte di un mondo complesso nel quale, ogni forma naturale: microbi, batteri ed ogni altra forma della natura sono con noi, dentro di noi, in una totalità complessa, ma meravigliosa che fa di noi ciò che siamo.

L’attore ha alternato la sua performance con la proiezione di immagini della natura spesso calpestata, di personaggi che si sono insigniti, in modo anche ridicolo, del titolo di presunti protettori della natura, sottoscrittori di accordi internazionali mai messi in atto, ma che in realtà si preoccupavano solo del loro profitto, accompagnando a tali figure immagini innocenti di un libro per bambini che vorrebbero trasmettere ai più giovani immagini di una verità della natura solo fiabesca, ma in realtà adulterata e falsa.

Si può parlare di tutto questo in un teatro? Noi crediamo che ogni luogo, soprattutto se c’è gente che vuole ascoltare, vada bene per parlare di ciò che si vuole vedere davvero, infatti non possiamo prenderci cura di ciò che non conosciamo.

La ricerca di Casales è dunque una forte documentazione di una storia incredibile, d’altra parte lui cerca storie incredibili dove nessuno cercherebbe, vicende ignorate o sottovalutate perché siamo sempre presi dal nostro smisurato ego, dai nostri bisogni tutti umani e dall’idea che non abbiamo bisogno di un mondo “ignorante e poco intelligente” quale, con presunzione, riteniamo sia la natura.

Nina vive dunque la sua avventura con il padre guardandosi in giro affascinata dagli alberi, esseri che vivono una vita di comunità con funghi, insetti inseminatori, radici profonde e invisibili, rami multipli che vivono vita autonoma quasi parlandosi e raccontando all’aria storie di luce, vento e di una comunità che dona vita.

Appassionante la storia raccontata da Casales di un albero di cachi sopravvissuto al bombardamento atomico di Nagasaki nel 1945, diventato simbolo di pace e rinascita che ha diffuso nel mondo piantine che hanno invitato a coltivare la pace. Un albero resiliente sopravissuto a migliaia di piccoli uomini e donne che credevano di essere superiori alle cose della natura.

In scena dunque la storia di un mondo vivente ritenuto stoltamente inferiore a noi uomini, ma in realtà costituito da muti esseri che insieme, quasi silenziosa ma fruttuosa confraternita, inalterabile nel tempo e nell’evoluzione di se stessi, danno vita e senso al mondo e in silenzio sbugiardano la superiorità e l’arroganza umana.

Semplici in realtà sono solo le problematiche umane, apparentemente e artatamente ritenute complesse dagli esseri umani, soggetti che ignorano il senso della vita e soprattutto ignorano il valore di una natura che troppo spesso aggrediscono, fidando in un mondo che può ignorare il cuore pulsante della vita.

Caloroso l’applauso finale all’attore da parte del pubblico che lo ha richiamato ripetutamente sulla scena, grato per l’argomento trattato, ma soprattutto per le modalità leggere e profonde con cui lo ha presentato, oltre che per dare un riconoscimento al suo significativo monologo.

Non sono mancati applausi anche all’organizzatrice dell’evento Monica Carbini che, ancora una volta è stata capace di trascinare i presenti in un’ attività artistica significativa e coinvolgente.

Rapsodie, domenica 11 aprile in scena lo spettacolo “400” contro il cambiemento climatico

Rapsodie, domenica 11 aprile in scena lo spettacolo “400” contro il cambiemento climatico

Eventi

“400” spettacolo teatrale, contro il cambiamento climatico, di e con Beppe Casales, in scena domenica 11 aprile alle ore 20.00 presso il Chiostro del Convento San Francesco di Benevento, cui saranno devolute le offerte volontarie raccolte.

Lo spettacolo, a ingresso libero, rientra nell’ambito della rassegna Rapsodie 2025 organizzata da Monica Carbini curatrice di Test Teatro Stage.

400 è uno spettacolo di e con Beppe Casales, scritto in collaborazione artistica con Matteo Crespi, e prodotto in collaborazione con Legambiente, per ripensare il nostro posto nel mondo.

400 ppm, 400 parti per milione di anidride carbonica in atmosfera. Era il limite da non superare per fare in modo che il cambiamento climatico non diventasse quasi irreversibile. Noi il limite lo abbiamo superato nel 2016, e quel numero continua a salire. Gli effetti del cambiamento climatico saranno sempre più forti nei prossimi anni e peseranno soprattutto sulle nuove generazioni. “400” è una passeggiata nel bosco con mia figlia Nina, un viaggio per scoprire il nostro rapporto con quella cosa che chiamiamo natura, così sconosciuta, come sconosciuto è il nostro rapporto con l’aria, l’acqua e il cibo, le tre cose senza le quali davvero non possiamo vivere. Una passeggiata con una bimba, per portare in questo viaggio la curiosità e lo stupore che portano i bambini.

”400” è uno spettacolo contro il cambiamento climatico. Ma la lotta non può essere solo quella per abbassare quel numero. La sfida è di ripensare completamente il nostro posto nel mondo. Perché non è possibile prendersi cura di ciò che non si conosce. “400” è prodotto in collaborazione con Legambiente per essere una possibilità di cambiamento. Il teatro è il luogo delle domande, dell’incontro tra sconosciuti, del calore dell’emozione. Oggi più che mai le persone hanno bisogno anche di altri strumenti per uscire dal teatro e tradurre quell’esperienza in azione di cambiamento del mondo. L’attivismo non è più una possibilità, è l’unica opzione. “400” vuole essere un tramite tra il teatro e l’attivismo ambientale.

Beppe Casales lavora come attore professionista dal 1998.Ha lavorato tra gli altri con Toni Servillo, Anna Bonaiuto, Michela Cescon, Mirko Artuso. La sua ricerca artistica si concentra sul teatro di narrazione, un teatro popolare. Seguendo una continua ricerca di un linguaggio originale ha messo in scena “Salud”, “Einstein aveva ragione”, “Appunti per la rivoluzione”, “La spremuta – Rosarno, migranti, ‘ndrangheta” (selezionato per il Torino Fringe Festival 2013 e vincitore del premio “LiNUTILE del teatro” 2013), “L’albero storto – una storia di trincea” (selezionato come miglior drammaturgia e finalista al Fringe Festival di Roma), “Welcome” (patrocinato da Amnesty International Italia), “Nazieuropa” (vincitore del bando Theatrical Mass 2019), “Cara professoressa” e “Il Monsone”. Ha fatto parte di CRISI, laboratorio di scrittura permanente a cura di Fausto Paravidino, progetto del Teatro Valle Occupato.

Svariati anche i suoi importanti riconoscimenti:- Vince come miglior attore con “Nazieuropa” al Premio Mauro Rostagno 2021. – Vince il Bando Theatrical Mass 2019 e viene selezionato per il Festival nazionale del teatro di resistenza 2019 dell’Istituto Cervi con “Nazieuropa”. – Vince il premio “Miglior drammaturgia” ed è semifinalista al Roma Fringe Festival 2015 con lo spettacolo “L’albero storto”. – Selezionato per il progetto NDN – Network Drammaturgia Nuova 2015, condotto da Michele Santeramo e promosso da Wonderland Festival/ResidenzaIDRA, Kilowatt festival, Campo Teatrale, Officina culturale DISTRETTO CREATIVO/ 20Chiavi Teatro, L’Arboreto/TEATRO DIMORA, Centro Nazionale di Drammaturgia Contemporanea. – Vincitore del premio nazionale “Linutile del teatro 2013” con lo spettacolo “La spremuta”.

Ricordiamo anche l’importante Workshop sul “Teatro di Narrazione”, curato sempre da Beppe Casales, dal titolo “Questa è la mia storia”, che si svolgerà sabato 10 e domenica 11 aprile dalle ore 10.00 alle ore 17.00, presso il Convento San Francesco, Piazza Dogana, Benevento.

Per partecipare al Workshop, prenotazioni al numero: 348 3736087.

Terzo incontro dell’edizione “Rapsodie” con “La stagione di Battiato” (FOTO)

Terzo incontro dell’edizione “Rapsodie” con “La stagione di Battiato” (FOTO)

Cultura

Con la musica di autore di Franco Battiato si è realizzato il terzo incontro dell’edizione “Rapsodie” stagione eventi live ideata e prodotta da Monica Carbini per il Test Teatro Stage di sua organizzazione.

L’evento si è tenuto presso il Convento San Francesco di Benevento sito a Piazza Dogana, lungo il porticato del giardino del Convento stesso, affollato di amanti di musica e arte nelle sue diverse forme.

Carbini ha aperto la serata presentado il personaggio Battiato, la sua semplicità personale e relazionale, ma soprattutto la sua musica, una marea di combinazioni sonore del synth, nate da ore e ore, anche al buio, per costruire, mattone su mattone, il suono di quelle che stavano diventando le sue canzoni.

Musica tutta caratterizzata da una profonda sperimentazione, alla ricerca di linguaggi sempre nuovi, in un percorso eclettico che ha abbracciato, nel tempo, molti generi diversi, dalla musica classica a quella rock, dalla musica popolare a quella elettronica.

Nelle sue composizioni , ricorda Carbini, non mancano riferimenti filosofici, ma anche culturali e religiosi, la sua è stata infatti una musica che ha coinvolto il corpo e la mente facendoli danzare nella profondità dell’essere, accompagnata dalla sua voce dal timbro unico, calda e tutta personale.

Questa la ragione per cui, continua, è stata fatta una ricerca di suoi testi famosi, ma soprattutto emblematici della sua magica produzione musicale.

Dalla musica leggera degli anni ’60, ha sempre ricordato la Carbini, Battiato è poi passato al rock progressivo ed all’avanguardia, fino ad allontanarsi dalla musica sperimentale con l’album ” L’era del cinghiale bianco” e dando vita ad un personale pop di autore ricco di testi criptici con influenze new wave.

E’ poi iniziato il percorso interamente musicale della serata con il brano ” Summer on a solitary beach” ( Bandiera bianca), come estratto dall’album “La voce del padrone” ed a seguire ” Cuccurucucu..Paloma” del 2011. Alla presentazione dei due pezzi hanno dato la loro abilità artistica Sally Cangiano e la sua chitarra “parlante”, oltre all’ uso della loop machines e la sua voce roca, ma penetrante e Monica Carbini, che in modo inaspettato per i più, ha accompagnato con la voce calda ed accordata, i pezzi presentati.

Sono seguiti altri brani, come “Centro di gravità permanente” – questa volta cantata a gran voce anche dal pubblico presente, “Sentimiento nuevo“, “Voglio vederti danzare“, “E ti vengo a cercare“. Le canzoni sono state accompagnate dal ricordo di Carbini di Battiato come arrangiatore, vero pioniere dell’elettronica in Italia, come è possibile ricordare con i suoi album più famosi come : Orizzonti perduti“, ” L’ ombrello e la Macchina da cucire” e “La voce del Padrone“.

Ed ancora è seguita musica con i pezzi “Alexander Platz“, che Cangiano ha ricordato Battiato diede a Milva per l’ interpretazione e che Monica Carbini ha eseguito, nella serata, magistralmente.

Sono poi stati intonati i brani : ” Gli uccelli“, ispirata all’operetta di Leopardi, “Prospettiva Nevski” , brano del 1980, per finire con due melodie famose di Battiato come ” La cura” e ” Bandiera bianca“, canzoni molto celebri e particolarmente amate dal pubblico che li ha accompagnati con battimani ritmici e cantando alcuni passaggi dei due pezzi.

Serata dunque particolarmente gradevole e ben organizzata alla quale hanno contribuito, oltre alla musica del genio Battiato, la voce impetuosa e passionale oltre che la fascinosa chitarra di Sally Cangiano e la presenza scenica e la voce calda e affabulante di Monica Carbini.

Rapsodie 2025, giovedì il concerto “Solo Project” con Sally Cangiano

Rapsodie 2025, giovedì il concerto “Solo Project” con Sally Cangiano

Eventi

Con il concerto “Solo Project” l’ottima musica e il vulcanico talento di Sally Cangiano, giovedì 10 aprile alle 20.00, torna Rapsodie, la rassegna di eventi live e performance artistiche, teatrali, musicali e poetiche, a cura di Monica Carbini – Test TeatroStage.

Il nuovo cartellone, sempre a ingresso libero, si svolgerà presso il Convento San Francesco (Piazza Dogana 13, Benevento) cui verrà devoluta integralmente l’offerta libera volontaria raccolta a ogni spettacolo.

Il concerto del chitarrista cantautore nato a Piedimonte Matese, dal titolo “Solo Project”, è un progetto innovativo e originale che, anche grazie alla particolare verve dell’artista, cattura subito il pubblico. Grazie a delle speciali corde, ideate da lui, Sally riesce a ottenere dalla sua chitarra anche le sonorità di un vero e proprio basso che unite all’uso di 2 loop machines rendono la sua musica un vero e proprio spettacolo da ascoltare ma anche da guardare. Sally tesse la struttura ritmica percuotendo la chitarra e usando oggetti vari, come spazzole o altro, registrandola in tempo reale sulle “loop machines”, per poi aggiungervi la sua chitarra/basso, sovrapponendo basso e armonia. Con l’ausilio degli effetti Sally riesce a imitare anche le tastiere e altri strumenti. Dalla sua chitarra si origina dunque una vera e propria band, che fa da base a Sally, libero così di cantare e fare i suoi “assolo”. Uno spettacolo unico, tutto da ascoltare e da guardare.

In programma alcune sue composizioni e brani iconici della musica Italiana e interazionale, dove non mancheranno alcune chicche, riscoperte e rarità del repertorio contemporaneo pop, rock, blues, world music, cantautorato italiano o appartenente alla cosiddetta scena del neapolitan power, con molte sorprese veramente di gran pregio riarrangiate e rese attuali dalla veste personalissima frutto del talento e del grande lavoro creativo di Sally che arricchisce sempre ogni esibizione con aneddoti o curiosità sugli artisti e la loro musica..

Sally Cangiano, cantautore impegnato vicino alla tradizione partenopea è artista ironico e di cuore, poliedrico e intrattenitore di razza, partito da ragazzo dallo studio della chitarra come autodidatta, si è specializzato prima nel linguaggio a lui più congeniale del jazz, del jazz-fusion e del blues, e molte sono le sue collaborazioni con artisti di calibro, per poi approfondire i più disparati generi musicali e aprirsi ai diversi orizzonti della musica mondiale anche recente. E queste sue frequentazioni musicali emergono tutte dalle sue esecuzioni ora ricercate ora sanguigne, ora più vicine alla tradizione popolare ora ai repertori pop, elettropop, rock-blues, latin-jazz, funkie, reggae, ecc.

Nasce nel 1973 a Piedimonte Matese. A 10 riceve in dono una chitarra e inizia a imparare dal padre che gestisce una radio privata, circostanza che permette a Sally di accedere a una nutrita collezione di vinili. La sua curiosità per la musica lo porta ad ascoltare artisti di tutti i tipi, da Raffaella Carrà a John Coltrane, a Pat Metheny, uno dei suoi più importanti punti di riferimento.

A 18 anni, si trasferisce a Roma, dove suona con alcuni tra i migliori musicisti della scena jazz capitolina. Dopo aver suonato nel Blue Mood Quartet, si sposta a Bologna per suonare al mitico “Cantina Bentivoglio”. È il musicista più giovane a calcare quel palco.

A 24 anni, partecipa all’Eddie Lang Jazz Festival e raggiunge la finale. Un anno dopo decide di dare una svolta alla sua vita e si trasferisce a Bologna per studiare musicoterapia. Questa disciplina lo aiuta a comprendere alcuni parametri musicali che creano emozione: per lui, la musica serve, infatti, a comunicare emozioni e non si riduce a una dimostrazione di abilità tecnica.

Tornato a casa, oltre alla sua attività di musicista che lo porta a collaborare con esponenti di riferimento del panorama jazzistico nazionale (uno su tutti: Ernesto Vitolo), lavora in un centro per l’obesità, fonda “Musica Mente”, associazione di musicoterapia che aiuta i bambini socialmente svantaggiati.

La sua straordinaria qualità artistica lo porta a diventare “Endorser” di importanti marchi quali la DvMark, che produce amplificatori per chitarra e basso, e la D’Orazio, che produce corde.

Nel 2014 incide il suo primo album dal titolo Natale a modo mio. Nel 2015 presenta il suo progetto di musicoterapia all’Expo di Milano. Nel 2017 è cantante e chitarrista nell’album “La chiave” di Franco Del Prete e i Sud Express, collabora nei concerti con gli storici musicisti di Pino Daniele, Tony Esposito, Ernesto Vitolo, Joe Amoruso, Monica Sarnelli, Nello Daniele. Nel 2019 si aggiudica il terzo posto al Festival di Napoli. Nel 2021 riceve il Premio della Critica al Festival di Napoli con il suo brano ” Terè”.

Nel 2022 partecipa al programma RAI “Dalla strada al palco” condotto da Nek, riproponendo una visione personale della musica di Pino Daniele.

Nello stesso anno si iscrive al Conservatorio di Benevento nel corso di chitarra pop dove conosce il suo maestro che diventerà suo amico Pino Mazzarano, con il quale comincia i lavori del suo primo disco cantautorale ” Quanta strada” uscito a maggio 2024 per la Bobo records di Bari, Disco che vede oltre Sally alle composizioni e alle chitarre classiche e acustiche, Pino Mazzarano come arrangiatore e chitarre elettriche, Peppe Fortunato al piano e tastiere, Piepaolo Giandomenico al basso e Felice Di Turi alla batteria, Rosanna D’Ecclesiis come corista, Antonio Fazio all’organo .

Dal 2023 porta in giro per le scuole della Campania e non solo, un progetto sulla musica di “Pino Daniele”.

Test TeatroStage, ‘SeSonRose’ domenica aprirà la seconda edizione di ‘Rapsodie’

Test TeatroStage, ‘SeSonRose’ domenica aprirà la seconda edizione di ‘Rapsodie’

Eventi

Test TeatroStage apre con “SeSonRose”, domenica 30 marzo 2025 alle ore 19.00, la seconda edizione di “Rapsodie” la rassegna di eventi live e performance artistiche, teatrali, musicali e poetiche, ideata e diretta da Monica Carbini.

Da quest’anno il nuovo cartellone, sempre a ingresso libero, si svolgerà presso il Convento San Francesco (Piazza Dogana 13, Benevento) cui verrà devoluta integralmente l’offerta libera volontaria raccolta a ogni spettacolo.

Ad aprire le danze, il 30 marzo, proprio una produzione Test TeatroStage, lo spettacolo SeSonRose che, dopo i successi nei vari teatri di Benevento e Apice, torna con una veste rinnovata e arricchita.

La pièce, diretta da Monica Carbini, è il risultato di un approfondito lavoro attoriale individuale e corale che ha visto attrici e attori coinvolti nella ricerca e nell’elaborazione dei testi, alcuni dei quali interamente composti da loro, così come nella drammaturgia e nella scelta e preparazione di scene e costumi. 

La messa in scena, con le coreografie curate da Marialuisa Russo, è un vortice multicolore di spaccati di vita e personaggi reali e surreali, forti e paradigmatici, di situazioni-limite dal ritmo incalzante. È un invito a riflettere, volta per volta con serietà, ironia, sensualità, trasporto, commozione o spietata oggettività, sui rapporti sentimentali e di coppia, sull’amore e le relazioni, sui pregiudizi e sulle disparità di genere, aprendo piccole finestre sulle diverse epoche e società, attraverso la storia dell’umanità, attingendo alla memoria universale della poesia e della letteratura, teatrale e non, prendendo spunto e ispirazione dai più celebri classici, da Dante a Molière e Goldoni, da Marina Cvetaeva a Franca Valeri, da James Joyce a Eduardo a Marilyn Monroe e Billy Wilder, per arrivare fino a noi e all’attualità più dolorosa o paradossale con testi di Antonella La Frazia e Maresa Calzone.

Gli interpreti saranno Mariapia Boffa, Francesca Bozzella, Alessandra De Figlio, Antonio Inserra, Antonella La Frazia, Marialuisa Russo, Anna Chiara Serino.

Per informazioni chiamare o inviare messaggi whatsapp al numero 348 3736087. TeSt – TeatroStage è su Facebook e Instagram.

Test TeatroStage, dal 30 marzo al via la seconda edizione di “Rapsodie”: il calendario degli eventi

Test TeatroStage, dal 30 marzo al via la seconda edizione di “Rapsodie”: il calendario degli eventi

Eventi

Al via, dal 30 marzo 2025, la seconda edizione di “Rapsodie”, la stagione eventi live ideata e prodotta da Test TeatroStage di Monica Carbini. L’iniziativa a scopo benefico, rigorosamente a ingresso libero con offerta volontaria, devolverà integralmente ogni somma raccolta a sostegno del convento San Francesco Benevento che ospita la manifestazione.

Test TeatroStage, il Laboratorio di Recitazione e Sperimentazione Scenica diretto da Monica Carbini, presenta, infatti, a partire dal 30 marzo 2025, la seconda edizione di Rapsodie – Teatro, Poesia e Musica, rassegna di eventi e performance artistiche, teatrali, musicali e poetiche.

Da quest’anno il nuovo cartellone si svolgerà presso il Convento San Francesco (Piazza Dogana 13, Benevento) cui verrà devoluta integralmente l’offerta libera raccolta a ogni spettacolo.

Spazio dunque a performance di teatro, spettacoli, concerti, nonché a importanti workshop con autori e artisti del panorama teatrale nazionale e internazionale, insomma tante occasioni di confronto, riflessione e intrattenimento di qualità.

Interessanti e diversificati gli appuntamenti che anche quest’anno comporranno un calendario eterogeneo e ghiotto.

Da sottolineare il graditissimo ritorno di protagonisti d’eccezione, come l’amato e intenso cantautore e chitarrista campano Sally Cangiano, giovedì 10 aprile alle ore 20.00, con il suo sorprendente Solo Project, e poi il pluripremiato attore e drammaturgo, Cristian Izzo che, sempre insieme a Giuseppe Borrelli, nella giornata di domenica 8 giugno, proporrà, alle ore 20.00, il suo nuovo attesissimo spettacolo “79 dopo cristo” preceduto, in mattinata e primo pomeriggio, da un Workshop intensivo dedicato alla “Commedia dell’Arte” e all’uso della maschera.

Tra le novità, invece, domenica 11 maggio alle ore 20.00, l’apprezzato attore/narratore e drammaturgo Beppe Casales, a conclusione di due imperdibili giorni di Workshop sul “Teatro di Narrazione”, porterà in scena il suo spettacolo teatrale sui temi del cambiamento climatico dal titolo “400”.

Tre le proposte prodotte da Test TeatroStage: dopo lo spettacolo di apertura della rassegna, previsto il 30 marzo alle ore 19.00 con una riproposizione rinnovata e arricchita dello spettacolo SeSonRose, seguiranno, domenica 4 maggio, un concerto recital dedicato a Franco Battiato, curato da Monica Carbini e Sally Cangiano e, domenica 25 maggio, una performance dedicata agli 800 anni del Cantico di Frate Sole di San Francesco, entrambi alle ore 20.00. 

Il 14 giugno, a chiudere la rassegna, sempre alle 20.00, torneranno altri artisti, sanniti ma non solo, molto apprezzati per la sensibilità e il loro impegno civile e sociale, come la scrittrice e performer Antonella La Frazia, accompagnata dai musicisti Ciro Maria Schettino e Roberto Polcino, con il nuovissimo spettacolo “Nuje ca nun stammo vicino ’o mare”, un recital/concerto tra poesia, letteratura e musica folk contemporanea d’autore.

Tutti gli eventi si svolgeranno presso il Convento San Francesco, Piazza Dogana 13 a Benevento. Per informazioni e/o prenotazioni Workshop contattare Monica Carbini -Test TeatroStage al numero 348 3736087 e seguire FB e Instagram.

Calendario completo RAPSODIE 2025:

DOMENICA 30 MARZO: ore 19.00

“Se§onRose” Spettacolo Teatrale

Produzione TEST TeatroStage, Regia Monica Carbini

GIOVEDì 10 APRILE: ore 20.00

Sally Cangiano in Concerto

“Solo Project”

DOMENICA 4 MAGGIo: ore 20.00

“La Stagione di Battiato”

Concerto-Recital Omaggio a Franco Battiato

di e con Monica Carbini e Sally Cangiano

domenica 11 maggio: ore 20.00

“400” Spettacolo Teatrale

di e con Beppe Casales

Extra: Pomeriggio 11/12 Maggio

Workshop sul “Teatro di Narrazione”

DOMENICA 25 maggio: ore 20.00

“Canticum per Francesco”

Studio Teatrale per gli 800 anni

del Cantico delle creature o di Frate Sole

Produzione Test TeatroStage, Regia Monica Carbini

DOMENICA 8 GIUGNo: ore 20.00

“79 dopo cristo” Spettacolo Teatrale

di e con Cristian Izzo e Giuseppe Borrelli

Extra: Dal mattino

WORKSHOP SULLA “COMMEDIA DELL’ARTE”

SABATO 14 GIUGNO: ore 20.00

“Nuje ca nun stammo vicino ’o mare”

Recital-Concerto di Antonella La Frazia

Chitarra e voce Ciro Maria Schettino

Fisarmonica Roberto Polcino

La chitarra di Sally Cangiano come un’orchestra magica in ” Solo proyect” di Rapsodie

La chitarra di Sally Cangiano come un’orchestra magica in ” Solo proyect” di Rapsodie

AttualitàCultura

Si è chiusa, nella serata del 18 maggio, con il concerto “Solo Project” di Sally Cangiano, chitarrista jazz, la stagione degli eventi di Rapsodie del Test TaetroStage curata da Monica Carbini in collaborazione con Accademia di Santa Sofia.

Interessante e coinvolgente la musica prodotta da Cangiano che, con una chitarra particolare, insieme all’uso di 2 loop machines, registratori a pedale, è riuscito a produrre melodie originali che, nel suo insieme, sono state pari a quella di un’orchestra, grazie anche al sapiente uso di oggetti, come una spazzola che strofinava sulle corde o lo sfregare delle corde stesse lungo la gamba o le percussioni sul suo strumento con vari oggetti e con le mani.

La sua musica, attenta e appassionata, fatta di suoni su diverse frequenze e da una voce che alternava potenza musicale e richiami biblici all’energia della vita, ha evocato il viaggio che ognuno di noi compie alla ricerca di se stesso nella speranza di trovare, nella musica, una zattera di salvataggio dalle mostruosità che spesso accompagnano l’esistenza umana.

La sua è “musica che libera emozioni”, compendio di passioni e speranze, dolore e gioia pura, ricordo e oblio, amore per il mondo e volo verso un cielo di trepidazione a lungo cercato.

La sua esibizione è iniziata con la spiegazione delle tecniche da lui usate per ottenere i diversi suoni e la dichiarazione di aver creato un repertorio che non avesse una coerenza, la musica infatti, come da lui stesso dichiarato, filtrata dalle proprie emozioni, cambia ogni volta che la si produce. Egli, ha affermato, fa solo la musica che gli piace, per godere del gesto musicale generato e per compiacere chi ascolta.

Nella sua musica dunque pezzi inglesi di Eric Clapton, altri della cultura partenopea, tutto filtrato dall’amore, un amore globale, proibito o mancato, che coinvolge un uomo ed una donna, ma anche una madre con i suoi figli, quello fra fratelli o amici e quello per la propria terra.  

Egli inizia il concerto con un pezzo di Sting nella sua versione portoghese, prosegue poi con “Quanno chiove” di Pino Daniele, canzone appassionata di un amore per una giovane ragazza meretrice, testo di cui recita alcuni passaggi con passione per il messaggio contenuto nel testo e della musica che lo accompagna.

Interpreta poi “Via con me” di Paolo Conte, storia di un “amore maturo” di uomo che si innamora di una ragazza molto più giovane. Dal racconto di un rubinetto di casa sua che perdeva e di una goccia che imperterrita cadeva nel lavello creando rumore, è nata poi, ha continuato simpaticamente, il pezzo “Acqua io e acqua tu”, ironico e malinconico amore tra due acque, quella di un umile rubinetto e quella limpida di una sorgente di montagna.

Le sue chitarre, che ha cambiato a seconda del pezzo da eseguire, oggetti per lui di amore profondo, lo hanno accompagnato nel concerto in una simbiosi perfetta tra uomo e melodia, quasi fondendosi con lo strumentista, con i suoi pensieri e, all’unisono, creando messaggi di amore per la vita, per il mondo e l’armonia del creato.

Ha poi eseguito un’appassionata versione del brano “Vasame” di Enzo Gragnaniello, ironizzando sulla velocità da dare al pezzo, da paragonare, con le parole di Gragnaniello, ad una donna “chiatta chiatta” che sale per i quartieri.

Ha poi eseguito il brano “wicked game” di Chris Isaak, ironizzando sulla bellezza dell’interprete e sulla fortuna avuta dal pezzo. Dopo aver eseguito il brano “Malasorte”, ricorda che la musica con voce e chitarra di Pino Daniele, è figlia di una tradizione precedente della musica americana, tecnica che il cantautore napoletano ha fatta sua con la fortuna che tutti noi ricordiamo.

Le note che l’interprete pensa, egli dimostra al pubblico con abilità, possono essere ripetute con la voce anticipandone la sequenza musicale in maniera incredibilmente simile al suono stesso dello strumento.

Ricorda infine la censura che ha subito in passato la musica ed in particolare il pezzo “Maria Maddalena” di James Senese, ad opera del Pontefice, pezzo poi cantato anche da Lucio Dalla. Il brano, che parlava di una storia d’amore fra Maria Maddalena ed il Nazzareno fu ritenuta, negli anni ’70, blasfema e perciò emarginata dal panorama musicale, prova questa di un’arte che spesso è troppo libera per il potere, ma proprio per questo deve essere affermata come giusta e necessaria.

Cangiano conclude la sua performance coinvolgendo il pubblico in un momento di musica reggae in cui, su indicazioni e incitazioni dell’interprete, i presenti compartecipano all’evento musicale battendo le mani e ripetendo ritmicamente frasi del genere musicale originario della Giamaica.

Serata interessante e piacevole che, l’abilità comunicativa e musicale dell’artista ha reso coinvolgente ed intrigante.