Casa delle Donne, responsabile e operatori ringraziano i donatori della raccolta fondi per l’acquisto della nuova cucina

Casa delle Donne, responsabile e operatori ringraziano i donatori della raccolta fondi per l’acquisto della nuova cucina

AttualitàDalla Provincia

“Il progetto “Casa delle Donne” della cooperativa sociale di comunità iCare, la casa-rifugio che accoglie donne e bambini vittime di violenza, abusi e soprusi, desidera ringraziare pubblicamente quanti (sia chi si è firmato, sia chi ha scelto di rimanere anonimo), con la loro generosità, hanno contribuito, con il gesto concreto affettuoso della donazione, a consentirci di acquistare una nuova cucina, più adatta alle nuove esigenze che si sono presentate, essendosi la nostra “famiglia” allargata.

La cucina è il cuore di una casa, è spazio di condivisione, di dialogo, di famiglia e serenità riacquisita. Come sapete, Casa delle Donne è da 7 anni al fianco di donne e minori vittime di violenza, che necessitano di un porto sicuro in cui vivere in tranquillità per ricominciare e ripartire per crearsi un percorso di autonomia, lontano da quel clima di violenza e intolleranza. La solidarietà è un gesto d’amore che regala nuove speranze”.

AORN San Pio, i ringraziamenti di un paziente ai medici

AORN San Pio, i ringraziamenti di un paziente ai medici

AttualitàBenevento Città

Un paziente (G.G. le sue iniziali), in una lettera indirizzata al Direttore Generale Maria Morgante ha voluto ringraziare i medici ed il personale sanitario dell’AORN San Pio di Benevento per le cure e l’assistenza ricevuta durante la sua degenza in ospedale.

 “Sono stato operato presso la Chirurgia d’Urgenza dell’Ospedale San Pio. Fui ricoverato in urgenza –racconta- per un blocco intestinale acuto. Dopo alcuni giorni di indagini, TAC ed altro, sono stato sottoposto ad un complesso intervento chirurgico di asportazione di buona parte del pancreas, colon, stomaco e milza. Il risultato finale è stato buono.

Durante il  ricovero ho constatato l’ elevata professionalità e umanità del reparto di Chirurgia d’Urgenza, sia del Primario, dott. Buonanno, che mi ha operato, che dei Medici e degli Infermieri. Anche durante la  fase post-operatoria in  Rianimazione ho apprezzato analoga professionalità e gentilezza nel Primario, dott. Vincenzo Colella, e del suo gruppo di Medici ed Infermieri. Durante la degenza in Chirurgia ho osservato analoga assistenza verso gli altri pazienti, molti dei quali operati in urgenza per neoplasie o altre patologie importanti.

Mi complimento con Lei, -conclude la nota di ringraziamento- e con l’Ospedale per una sanità che, nonostante tempi difficili in termini di risorse, ci dà garanzia di qualità tecnica e umanità”.

“Ringrazio I medici ed il personale sanitario dell’AORN San Pio di Benevento, che grazie ad un lavoro di equipe e ad un rapporto fondato sull’integrazione tra competenze, garantiscono ogni giorno ai cittadini-utenti qualità e sicurezza delle cure. Auguro al paziente in questione una veloce guarigione e lo ringrazio per averci fatto partecipe della sua esperienza positiva, che conferma l’organizzazione efficiente e puntuale dei servizi ospedalieri ed il grande valore umano dei nostri sanitari, che assicurano ogni giorno risposte assistenziali efficaci e di qualità” –afferma il Direttore Generale dell’Aorn San Pio Maria Morgante.

Da Arpaise a Capua, l’Associazione Guerra di Liberazione ha partecipato al Cambio del Comandante della Divisione Acqui dell’Esercito Italiano

Da Arpaise a Capua, l’Associazione Guerra di Liberazione ha partecipato al Cambio del Comandante della Divisione Acqui dell’Esercito Italiano

AttualitàRegione

Il Presidente Michele Panaggio ed il Vice Presidente Giovanni Russo, dell’Associazione Nazionale Combattenti Guerra di Liberazione Sezione di Arpaise e Sezione Provinciale di Benevento, presso la Caserma “Oreste Salomone” di Capua, alla presenza del Vice Comandante e Comandante Area Operativa delle Forze Operative Terrestri, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Cuoci, hanno partecipato alla cerimonia di avvicendamento al comando della Divisione “Acqui” tra il Generale di Divisione Francesco Bruno e il Generale di Brigata Maurizio Fronda.

Erano presenti inoltre alla cerimonia, l’Associazione Confederazione tra Associazioni Combattentistiche e d’Arma sede di Morcone con il Presidente Cavalier Nicolino Lombardi, l’Associazione Nazionale Superstiti Reduci e Famiglie dei Caduti Divisione Acqui e l’Associazione Arma Aeronautica di Capua, insieme a numerose autorità civili, religiose e militari presenti.

La cerimonia ha avuto inizio con l’afflusso delle rappresentanze e della massima autorità, l’entrata dei reparti del comando, dei labari delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e dei Gonfaloni dei Comuni, la resa degli onori alla Bandiera di Guerra, le allocuzioni del Comandante cedente e del Comandante subentrante, la recita della Preghiera per la Patria officiata dal cappellano militare.

Il Generale di Divisione Francesco Bruno nel suo intervento, ha espresso grande soddisfazione per i risultati conseguiti nei suoi due anni di comando, sottolineando come il merito va alla professionalità e all’impegno degli uomini e delle donne e del personale dell’Acqui, che ha partecipato alla pianificazione di numerose attività addestrative, anche di carattere internazionale che consentono alla Divisione di confrontarsi con le unità delle Nazioni alleate e al personale di crescere professionalmente, proiettando il comando verso una dimensione multinazionale sempre più consolidata e aderente ai compiti che l’Esercito gli assegna. Al termine del suo intervento il Generale Bruno ha augurato al Generale Fronda di vivere a pieno l’entusiasmante avventura al comando di una delle più gloriose unità del nostro Esercito.

Il Generale di Brigata Maurizio Fronda ha ringraziato tutte le autorità presenti alla cerimonia, le associazioni combattentistiche, ed ha espresso il profondo orgoglio per l’incarico che gli è stato assegnato dallo Stato Maggiore dell’Esercito, sottolineando che la sua azione di comando sarà all’insegna della continuità rispetto al solco tracciato dal Generale Bruno.

Il Generale di Corpo d’Armata Cuoci, ha sottolineato a tutto il personale come la grande storia dell’Acqui e l’esempio dei suoi Eroi sono un grande patrimonio morale e di tradizioni da cui avere sempre nuovi stimoli per raggiungere sempre più brillanti risultati.

Il Vice Comandante e Comandante Area Operativa delle Forze Operative Terrestri, ha ringraziato il Generale Bruno per il lavoro svolto e augurato al Generale Fronda le migliori fortune alla guida della Divisione “Acqui”.

I vertici dell’Associazione Guerra di Liberazione Panaggio e Russo, prima dell’inizio della cerimonia, hanno avuto il piacere, l’onore di incontrare il Comandante cedente Generale di Divisione Francesco Bruno e il nuovo Comandante Generale di Brigata Maurizio Fronda, ove nel corso dell’incontro oltre che ringraziarli per il gradito invito di partecipazione, l’occasione è stata quella di rinnovare il plauso per il prezioso ed importante servizio reso alla Nazione, è sempre un onore, un emozione forte per noi partecipare alle cerimonie della Divisione Acqui e del Reggimento Addestramento Volontari Acqui, presenti nella Caserma Oreste Salomone in Capua. Ringraziamo per l’accoglienza ricevuta, per il sentirci a casa, in famiglia, nella grande famiglia del glorioso Esercito Italiano, è un immenso piacere aver potuto incontrare dopo qualche anno dalla pandemia, gli ufficiali, i graduati presenti al Comando Divisione Acqui, dove la cui sede era in San Giorgio a Cremano. 

GdF, Matera (FdI): “Grazie a Bua per il grande lavoro svolto e benvenuto al nuovo Comandante”

GdF, Matera (FdI): “Grazie a Bua per il grande lavoro svolto e benvenuto al nuovo Comandante”

Politica

Voglio ringraziare il colonnello Eugenio Bua, Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Benevento negli ultimi tre anni, per aver svolto un grande lavoro in silenzio ma tangibile sul territorio. Allo stesso tempo voglio dare il benvenuto nel Sannio al nuovo Comandante, il colonnello Michelangelo Sportelli, formulando i migliori auguri di buon lavoro’.

Lo dichiara in una nota il senatore Domenico Matera, presidente provinciale di Fratelli d’Italia.

Russia: il dissenso di Marina Ovsyannikova deve tacere, nuovamente arrestata la giornalista

Russia: il dissenso di Marina Ovsyannikova deve tacere, nuovamente arrestata la giornalista

AttualitàPolitica

Come accade in ogni potere forte e dittatoriale, l’opposizione deve essere messa a tacere ed è quanto accade nella Russia di Putin, paese governato dal potere centrale e nel quale ogni voce di dissenso è considerata atto di discredito dell’esercito e del paese.

L’accusa mossa a Marina Ovsyannikova è di “aver screditato l’esercito del Cremlino”, la giornalista russa, in passato della redazione di Channel one, si è resa protagonista, nel marzo di quest’anno, di una forma di dissenso in diretta. 

La Ovsyannikova è   infatti è apparsa, durante una diretta del Primo canale russo e durante l’edizione serale del telegiornale condotto da Yekaterina Andreeva, una delle anchor woman russe più famose prediletta di Putin e durante il programma più visto nel paese, con un cartello con su scritto :  No alla guerra in inglese e, sotto, in russo, una scritta fin troppo coraggiosa :“Fermate la guerra, non credete alla propaganda, qui vi stanno mentendo”.

L’apparizione, durata solo pochi secondi, è stata però immediatamente interrotta per mandare in onda un filmato di una corsia di ospedale. Immediatamente però, sull’account Facebook della giornalista, sono comparsi messaggi di solidarietà e ringraziamento. Il sito, ovviamente, è stato subito oscurato. Anche il video del telegiornale con all’interno la protesta è stato cancellato dai siti online e non sarà più visibile.

Ovviamente la Ovsyannikova è stata ringraziata anche dal Presidente Zelensky  che ha affermato : “Sono grato a quei russi che non smettono mai di cercare di divulgare la verità”.

Atto incredibile per gli standard dell’informazione russa, gesto che ha determinato il suo immediato fermo da parte della polizia.

Perché la giornalista russa ha compiuto quel gesto? Forse sarebbe meglio sentire quanto ella stessa ha dichiarato in una registrazione nella sua casa prima del clamoroso gesto: “ Quello che sta accadendo in Ucraina è un crimine. La Russia è l’aggressore e la responsabilità di questa aggressione ricade sulla coscienza di un uomo solo Vladimir Putin. Mio padre è ucraino, mia madre russa e non sono mai stati nemici.

 La collana che indosso è simbolo del fatto che la Russia deve porre fine a questa guerra fratricida. I nostri popoli fratelli potranno ancora trovare la pace . Sfortunatamente ho trascorso molti degli ultimi anni lavorando per Channel one, facendo propaganda al Cremlino e me ne vergogno profondamente. Mi vergogno di aver permesso che le bugie provenissero dallo schermo della tv.

 Mi vergogno di aver permesso che il popolo russo diventasse come gli zombie. Siamo rimasti in silenzio nel 2014 quando tutto questo era appena iniziato , non abbiamo protestato quando il Cremlino ha avvelenato Navalyn, abbiamo semplicemente osservato in silenzio questo regime non umano all’opera ed ora il mondo intero gli ha voltato le spalle .

Le prossime 10 generazioni non laveranno via la macchia di questa guerra fratricida. Noi russi siamo persone intelligent .E’ nostro potere fermare tutta questa follia. Andate a protestare. Non abbiate paura di niente. Non possono rinchiuderci tutti”.

Parole forti pronunciate senza paura, rivendicando un diritto democratico, quello di protestare contro ciò che non riteniamo giusto ed agire perché l’errore sia denunciato.

Il suo coraggio l’ha portata a continuare la protesta quando il 15 luglio, tornata a casa dopo un periodo all’estero, aveva esposto, sull’argine della Sofiyskaya (lungo la Moscova, nella capitale russa), un nuovo cartello nel quale definiva Putin “assassino” ed ancora, rivolgendosi al Presidente russo : “I suoi soldati sono fascisti.  352 bambini sono morti. Quanti altri bambini devono morire perché tu smetta?”.

La giornalista russa Marina Ovsiannikova, in un fermo immagine tratto da una intervista. TV ++ HO – NO SALES EDITORIAL USE ONLY++

Inevitabile il suo nuovo arresto, accompagnato dalla perquisizione del suo appartamento, l’accusa è stata: “ Ha diffuso informazioni false”. Lo ha deciso il tribunale Basmanny di Mosca, su richiesta della procura. Il suo fermo è avvalorato da una legge di censura, approvata a marzo dal Parlamento all’unanimità, la Duma di Stato, che criminalizza le “false informazionisulle forze armate.

Secondo Vyacheslav Volodin, portavoce della Duma, “coloro che hanno mentito e fatto dichiarazioni che screditano le nostre forze armate saranno costretti a subire punizioni molto dure”, una legge dunque che non ammette violazioni, in puro stile dittatoriale e diretta ad una giornalista che si era licenziata.

Una legge, entrata in vigore all’indomani dell’invasione dell’Ucraina, che non definisce con precisione cosa sia reato, lasciando ampio margine di interpretazione, un provvedimento che colpisce qualunque pensiero non gradito e dunque trattato come crimine, in merito alla guerra contro l’Ucraina.

Secondo Amnesty International Putin usa, per reprimere il dissenso: arresti di massa ( sono 15.000, tra cui 133 bambini, le persone arrestate per aver manifestato in strada), censura ( chiusura di molti media indipendenti), leggi per limitare la libertà di espressione (i giornalisti non possono scrivere o pronunciare le parole “guerra” e “invasione, se lo fanno rischiano fino a 15 anni di prigione, il Cremlino infatti continua a parlare di “operazione militare speciale”).

Secondo questa legge liberticida la Ovsyannikova rischia dunque fino a 15 anni di carcere solo per aver espresso un suo pensiero. Nonstante avesse lasciato la Russia per lavorare per tre mesi per la testata tedesca Die Welt, ella era tornata per ragioni familiari e, nello stesso tempo, per sostenere il politico dell’opposizione Ilya Yashin, cosa per la quale era stata condannata a pagare una multa di 50 mila rubli, ancora una volta per “discredito delle Forze armate della Federazione russa”.

L’uso del terrore è condizione necessaria ad un regime totalitario, scrive Hanna Arendt, la massa amorfa va convinta, continua, con l’uso della propaganda. L’opera in cui la Arendt descrive i totalitarismi – “Le origini del totalitarismo” – viene pubblicata nel 1951, ma, ci chiediamo, alla luce della criminalizzazione di qualsiasi tipo di opposizione da parte di Putin, è davvero cambiato qualcosa oggi dai totalitarismi del ‘900 descritti dalla filosofa?