L’America e le armi: diritto, consuetudine, senso di onnipotenza o frutto di una legislazione cieca ed obsoleta?

L’America e le armi: diritto, consuetudine, senso di onnipotenza o frutto di una legislazione cieca ed obsoleta?

Attualità

A distanza di qualche giorno dalla strage in Texas nella Robb Elementary School di Uvalde, piccola comunità a circa un’ora dal confine con il Messico, l’America si interroga sul diritto a possedere un’arma, come sancito dal secondo emendamento della Costituzione americana e noi con lei sulla eccessiva facilità di averne una.

Un diciottenne, tale Salvador Ramos, è entrato nella scuola texana armato di fucile e pistola semiautomatica ed ha cominciato a sparare. 21 i morti di cui 19 bambini  e due loro insegnanti. E’ stata solo l’ultima strage di un “comune cittadino” possessore di armi.

Difficile risalire al movente, l’unica cosa certa è che il giovane aveva comprato due fucili d’assalto nel giorno del suo 18esimo compleanno, ciò grazie alla permissività delle leggi del suo Stato e aveva postato su Istagram una foto dei suoi fucili.

Ci chiediamo allora, considerato che tali stragi si ripetono numerose negli Usa – sono più di 200 dall’inizio dell’anno –  e le leggi americane non pongono limiti al possesso delle armi, perché gli americani non vedono l’ora di avere un’arma?

E’ bene sapere che negli Stati Uniti ci sono 1,13 armi da fuoco per ogni abitante, mentre solo un italiano su nove è armato. Per acquistare un’arma in America è sufficiente presentare un documento di identità, compilare un modulo e pagare…anche a rate.

Da cosa nasce il bisogno di avere un’arma con sé? E’ forse riconducibile alla condizione storica del paese come luogo di esplorazione con una natura da frontiera? O piuttosto tale bisogno è figlio di  un retroterra storico molto diverso da quello delle nazioni europee?

Il secondo emendamento della Costituzione americana sancisce il “diritto a possedere un’arma”, tale emendamento nasce certamente a seguito delle occupazioni, da parte degli imperi britannico e spagnolo, di territori inesplorati e dunque del bisogno, da parte dei cittadini, di difendere se stessi, case e famiglie.

Il tempo delle conquiste territoriali è però finito da un pezzo, la necessità di difendersi da un “nemico” è passato da tanto e allora, perché è necessaria un’arma? La verità, noi crediamo, è che il possesso di un’arma rappresenti l’atto simbolico della gestione di un potere, di difendersi certo, ma anche di attaccare per dimostrare la propria forza.

Paradossalmente molti cittadini americani credono che “aumentare il numero delle armi sia il modo migliore per diminuire la violenza”! Dunque più armi, più sicurezza, ma sicurezza da chi ci chiediamo? L’idea di base che è nelle fondamenta del secondo emendamento, è che la nazione è libera solo quando riesce a difendersi da sola.

Dopo l’unificazione degli Stati, esisteva il timore che indiani pellerossa, banditi e coloni europei potessero minacciare gli Stati Uniti, da qui l’esigenza di difendersi e far valere il principio dello “Stand Your Ground” cioè “difendi la terra”.

Nel 2008 inoltre, viene emessa dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, una decisione vincolante per tutti gli Stati dell’Unione e cioè che era costituzionalmente tutelato il diritto dei cittadini americani di possedere un’arma da fuoco. Questa decisione ha fortemente influenzato la massiccia diffusione delle armi nel paese e, soprattutto, ha impedito che la mentalità e la cultura da Far West potesse mutare.

Il diritto di armarsi però, ci chiediamo, autorizza ad andare in giro con un’arma mettendola in bella mostra? Autorizza il possesso di un fucile d’assalto? ( Ma c’è una guerra in atto?). Consente l’accesso alle armi da parte di bambini o pregiudicati senza possibilità di controlli su chi le acquista?

Nello Iowa il parlamento ha approvato una legge che consente ai bambini sotto i 14 anni di possedere e usare “una pistola, un revolver o delle munizioni” sotto la supervisione di un adulto almeno diciottenne, con lo scopo di “prendere dimestichezza fin da piccoli con le armi” per non arrivare impreparati all’età adulta!

Molto di moda è anche la pubblicità di fucili o pistole rosa per le bambine.

Il problema è che negli Usa bambini e adolescenti muoiono più per le armi da fuoco che per gli incidenti stradali, infatti nel paese ci sono più armi che abitanti!

In moltissimi Stati, le cosiddette open carry laws consentono ai detentori di armi, di andare in giro mostrando pistole e fucili anche nei ristoranti, biblioteche, chiese, scuole e parchi.

Come si muove la politica a fronte del problema? Joe Biden ha affermato: “Sono stanco di quanto accade e continua ad accadere….il secondo emendamento non è assoluto”, inoltre ha sollecitato l’approvazione di leggi di “buon senso” per il controllo delle armi da fuoco.

Al contrario in Texas, alla convention della National Rifle Assosciation, ( organizzazione che agisce in favore dei detentori di armi da fuoco), appena tre giorni dopo il massacro di Uvalde, Donald Trump ha ribadito: “Vuole limitare il nostro diritto all’autodifesa….abbiamo dato 40 miliardi all’Ucraina, dovremmo essere in grado di fare qualsiasi cosa per proteggere i nostri figli”. Ha poi aggiunto : “ L’esistenza del male non è un buon motivo per disarmarci” ed ancora : “ L’unico modo per fermare un cattivo con una pistola è un bravo ragazzo con una pistola”.

Inutile ricordare che il dibattito sul possesso delle armi e sul secondo emendamento è fortemente condizionato dall’influenza politica della NRA , fondata nel 1871, durante la Guerra di Secessione, viene definita come la più antica organizzazione per i diritti civili d’America.

Molti i politici finanziati dalla NRA, quasi tutti repubblicani. Lo stesso Donald Trump, a quanto risulta, avrebbe ricevuto 21 milioni di dollari durante la sua campagna elettorale per la presidenza americana.

L’uso delle armi dunque come diritto, consuetudine, senso di onnipotenza o figlie di una legislazione cieca e obsoleta? Probabilmente tale pratica è frutto di tutte le componenti citate, ognuna di esse sorda e sprezzante nei confronti delle conseguenze di un uso indiscriminato delle armi da fuoco, ma fiera del principio del loro possesso come patrimonio di una scelta di vita che pretende di definirsi “libera”.