Omicidio Rosa Alfieri: il vicino confessa ma nega violenze

Omicidio Rosa Alfieri: il vicino confessa ma nega violenze

CronacaRegione

NAPOLI. Elpidio D’Ambra, il 31enne fermato nel pomeriggio di ieri per l’omicidio di Rosa Alfieri, la ragazza trovata senza vita nell’abitazione di Grumo Nevano (Napoli) dove l’uomo viveva, ha confessato il delitto negando però le violenze sulla donna.

    Ascoltato dagli investigatori del commissariato di Polizia di Bagnoli, dove D’Ambra è stato condotto subito dopo essere stato bloccato dai poliziotti, ha confessato davanti al sostituto procuratore di Napoli Nord e al dirigente di Ps.

D’Ambra, che aveva fatto perdere le sue tracce, è stato riconosciuto da due agenti che si erano recati nell’ospedale S.Paolo di Napoli per motivi di servizio. (ANSA).

Omicidio Rosa Alfieri, preso il presunto assassino

Omicidio Rosa Alfieri, preso il presunto assassino

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NAPOLI. È stato arrestato a Napoli Elpidio D’Ambra, ritenuto dagli inquirenti l’assassino di Rosa Alfieri, uccisa ieri a Grumo Nevano proprio nell’abitazione del giovane napoletano. Il 31enne in fuga da alcuni giorni è stato arrestato da Polizia e Carabinieri.

Uccisa per aver reagito a un tentativo di violenza sessuale? Si cerca l’omicida di Rosa, la 23enne trovata senza vita nell’abitazione del vicino

Uccisa per aver reagito a un tentativo di violenza sessuale? Si cerca l’omicida di Rosa, la 23enne trovata senza vita nell’abitazione del vicino

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Sono andate avanti per tutta la notte e sono ancora in corso da parte dei carabinieri, con il coordinamento della Procura di Napoli Nord, le ricerche del vicino di casa di Rosa Alfieri, la 23enne uccisa ieri a Grumo Nevano (Napoli), probabilmente strangolata dopo aver reagito ad un tentativo di violenza sessuale.

Due le circostanze che hanno generato forti sospetti verso il vicino della ragazza, un 31enne: il corpo di Rosa è stato infatti trovato nell’abitazione dell’uomo, e questi è scappato subito dopo il fatto.

Di certo si sa che il 31enne era arrivato da poco nell’abitazione al primo piano del palazzotto di proprietà della famiglia di Rosa, ed era quindi un affittuario del papà della vittima. La dinamica è invece ancora tutta da accertare, anche perché non sarebbero emersi per ora testimoni diretti del fatto né altre persone che abbiano raccontato di eventuali precedenti incontri tra i due.

    L’ipotesi è che la 23enne, che viveva con i genitori al piano superiore, sia stata attirata dal vicino nella sua abitazione a pian terreno, e questi potrebbe aver tentato un approccio sessuale respinto dalla ragazza; circostanza, quest’ultima, che potrebbe aver poi provocato la reazione violenta del 31enne, che ha ucciso la giovane strangolandola. Si tratta di ipotesi suffragate da elementi di prova emersi che però potranno essere confermate con certezza solo con l’autopsia, che potrà rivelare se la ragazza ha subito violenza e si è difesa, e dallo stesso presunto responsabile una volta che verrà individuato e fermato.

    Il corpo di Rosa, 23enne descritta come molto dolce e disponibile che aiutava il padre nella contabilità e il fidanzato nella tabaccheria di famiglia, è stato trovato dal padre, che non vedendola ritornare ma vedendo l’auto della figlia parcheggiata nel cortile interno del palazzo, era andato a bussare alla casa del vicino per vedere se l’avesse vista; questi ha detto di “no” e solo dopo due ore il papà della ragazza ha sfondato a spallate la porta di casa del vicino, che intanto era scappato, trovando il corpo della 23enne in bagno, privo di vita, con uno strofinaccio in bocca e i vestiti non a posto. (ANSA).