Sembra quasi un discorso rotto: telefonini e droga trovati dalla Polizia Penitenziaria all’interno dell’IPM di Airola.
Ennesima denuncia del SAPPE, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che, per voce di Sabatino De Rosa, viceresponsabile della Campania per il settore minorile, offre anche una nuova chiave di lettura di questi rinvenimenti: “In circa un mese, è già il quarto ritrovamento di strumenti atti alla comunicazione con l’esterno nell’Istituto, illegalmente in possesso dalla popolazione detenuta. Come si evince dalla fattispecie, i protagonisti della vicenda non sono nuovi a comportamenti turbativi dell’ordine e della sicurezza nell’Istituto sannita, in quanto già precedentemente coinvolti in una rissa (già denunciata dal Sindacato) che ha visto coinvolte diverse fazioni all’interno dell’I.P.M. con cui fu chiesto l’allontanamento dei suddetti ristretti. Pertanto, il SAPPE torna a sollecitare, nuovamente, che il provvedimento venga preso in modo concreto, evitando che gli stessi possano rendersi nuovamente protagonisti di comportamenti turbativi dell’ordine e della sicurezza”.
De Rosa aggiunge che “il SAPPE mette ancora una volta in evidenza, come peraltro già ampiamente segnalato in precedenza alla Direzione, la difficoltà nel contrastare l’ingresso di oggetti non consentiti all’interno dell’I.P.M. di Airola, data la mancanza di strumenti in grado di intercettare tali apparecchiature, che possano fungere da filtro rispetto ai pacchi provenienti dall’esterno ed indirizzati alla popolazione detenuta”.
Il sindacalista, che da anche notizia del nuovo rinvenimento di sostanza stupefacente sequestrata nei confronti di un arrestato all’atto dell’ingresso nell’I.P.M. di Airola, fa giungere “i più sentiti e sinceri complimenti al Personale di Polizia Penitenziaria in forza all’I.P.M. di Airola, il quale, nonostante le innumerevoli difficoltà strutturali e logistiche di cui è vittima, svolge in modo impeccabile e diligente il suo compito, salvaguardando a 360 gradi l’ordine e la sicurezza all’interno dell’Istituto sannita. Per tale motivo, il personale va elogiato in modo opportuno, a differenza di quanto avvenuto fino ad ora: tale plauso deve manifestarsi in modo fattivo, meritando di essere proposto per il conseguimento di riconoscimenti cui è suscettibile”
Anche Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, sollecita urgenti e rapidi interventi a favore del personale in servizio nell’Istituto penale per minorenni di Airola, ricordando che “nel triennio 2022/2024 sono stati sequestrati dalla Polizia Penitenziaria, nelle carceri italiane, circa 5.000 telefonini (4.931, per la precisione). Servono fatti concreti, nello specifico, senza però dimenticare che sulla questione detentiva minorile va fatta una riflessione più approfondita, che porti a non avere più maggiorenni tra i detenuti. Non possiamo più permetterci che episodi di questo tipo diventino la norma. La sicurezza degli operatori, dei detenuti e dell’intera comunità è a rischio”,conclude il leader nazionale del SAPPE.
Airola| Allarme blatte in carcere, De Rosa (Sappe): “Il Garante dei detenuti non le ha viste o pensa che stiano realizzando un insettario?”
È sempre più frequente, per gli operatori penitenziari e i detenuti dell’Istituto penale dei minorenni di Airola, nel Beneventano, la presenza di blatte, sia nel refettorio Agenti che in quello dei ristretti.
“E’ un problema segnalato numerose volte, informalmente e con le relazioni di servizio del personale Polizia Penitenziaria operante, ma la problematica persiste e gli interventi messe in atto dalla direzione non sono stati efficaci”, spiega Sabatino De Rosa, vicecoordinatore regionale campano per il settore minorile del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
“Peraltro, a nostro parere, prima di effettuare un’adeguata disinfestazione, bisogna eliminare il deposito rifiuti adiacente alla cucina (cosa igienicamente non adeguata), delimitare un’apposita area distante dai refettori e dalla cucina per il deposito rifiuti, disinfestare prima l’area esterna e a seguire quella interna”, prosegue il sindacalista, che annuncia, qualora non si provveda tempestivamente alla risoluzione del problema, la presentazione di un esposto “al Dipartimento di prevenzione dell’ASL territorialmente competente, all’Ispettorato del lavoro ed al Visag, che è il Servizio di Vigilanza sull’Igiene e Sicurezza dell’Amministrazione della Giustizia”.
“Mi aspetto che anche il garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, assuma iniziative. Anche di recente è stato in visita ad Airola”, conclude De Rosa: “possibile che non si sia mai accorto dell’accumulo dei rifiuti e della poca igiene dell’intera struttura? O forse le blatte sono una delle specie di un insettario che stanno realizzando, a nostra insaputa, all’Ipm di Airola?”.
Avellino, tensione in carcere: sequestrati telefoni cellulari. Detenuto aggredisce personale di Polizia Penitenziaria
“Nella giornata di ieri il personale di polizia penitenziaria della Casa Circondariale di Avellino ha effettuato un sequestro di oggetti non consentiti ben occultati nei cancelli di ferro delle celle. Solo grazie al pronto istinto del personale di Polizia Penitenziaria, – riferisce il vice segretario regionale per la Campania del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, Marianna Argenio, – sono stati scoperti e sequestrati tre smartphone, un micro cellulare e 7 schede telefoniche.
Il SAPPe, Primo Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, esprime il proprio compiacimento al Personale che ha effettuato tale rinvenimento e scoperto questa nuova modalità di occultamento di oggetti non consentiti richiedendo sin da subito un monitoraggio per tutte le camere detentive della Casa Circondariale di Avellino.
Sempre nella giornata di ieri un detenuto, pare lo stesso che nella giornata di sabato 04 gennaio allontanandosi dalla sala colloqui ha attuato un’azione verosimilmente riconducibile ad una tentata evasione – episodio poi ridimensionato e smentito dal Dipartimento – ha aggredito il personale di polizia penitenziaria. Sebbene la situazione all’interno dell’istituto Irpino appare meno esplosiva, anche grazie all’invio di Personale da parte del DAP, ci vuole ancora tempo per migliorare le condizioni di lavoro del Personale ivi in servizio. E’ ancora presente una grave carenza di organico nel ruolo dei sottoufficiali che oltre ad incidere sulla sicurezza interna del reparto comporta ripercussioni sul ruolo degli agenti/assistenti che continuano a lavorare senza punti di riferimento ed a vivere una situazione di disorientamento.”
Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria che esprime solidarietà e vicinanza a tutto il Reparto operativo di Avellino, servono “interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Servono poliziotti e regole d’ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze”. Il riferimento del leader nazionale del SAPPE è alla necessità di “prevedere l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene e la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario”. Ma Capece torna anche a sollecitare, per la Polizia Penitenziaria, “la dotazione del taser, che potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza in chiave anti aggressione (anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola ad impulsi elettrici)”.
Airola, ancora violenze nel carcere minorile: ennesima lite tra detenuti
Momenti di panico e tensione, ancora una volta, nella struttura detentiva minorile di Airola, nel Beneventano.
Sabatino De Rosa, vice coordinato regionale campano per il settore minorile del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, spiega: “non si placano gli eventi critici ad Airola. Nonostante il SAPPE avesse già previsto quanto sarebbe potuto succedere a seguito degli eventi dei giorni scorsi, nella giornata di ieri si è registrata una nuova lite tra due detenuti, un italiano ed uno di origine straniera: uno dei due già protagonista della lite precedente che, in modo inspiegabile, è ancora presente in struttura a minare l’ordine e la sicurezza. Un detenuto napoletano ha portato a termine una vera e propria spedizione punitiva ai danni di un detenuto di origine afghana, per “vendicare” gli amici che nei giorni scorsi subirono l’aggressione da quest’ultimo.
Si è dovuto addirittura ricorrere al pronto soccorso più vicino per le cure del caso e, come sempre, si è evitato il peggio grazie al tempestivo intervento degli appartenenti alla Polizia Penitenziaria”. Il sindacalista evidenzia come “la gestione delle utenze nella struttura sannita è fuori controllo, soprattutto se si pensa che i detenuti che si rendono protagonisti di tali vicende, turbative dell’ordine e della sicurezza, siano ancora presenti in istituto, nonostante gli allontanamenti cui sono stati destinatari in precedenza. A questo punto, il SAPPE si chiede cosa stiano aspettando la Direzione e gli organi preposti alle assegnazioni a trasferire, come già richiesto, tali soggetti problematici prima che si possa arrivare a conseguenze peggiori ed irreversibili”. De Rosa “si riserva, a breve, di richiedere un incontro con il Prefetto della Provincia di Benevento qualora i soggetti promotori di tali eventi non saranno allontanati dalla struttura sannita, ripristinando quanto prima la legalità, l’ordine e la sicurezza all’interno dell’I.P.M.”.
Per Donato Capece, segretario generale del SAPPE, “è ora di rivedere completamente le politiche di gestione e di trattamento dei detenuti minorenni, tra i quali vi sono soggetti con profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e persino da adulti, fino a 25 anni di età, che continuano ad essere ristretti! La realtà detentiva minorile italiana, come denuncia sistematicamente il SAPPE, è più complessa e problematica di quello che si immagina o si rappresenta in fortunate serie Tv. E servono, per questo, figure professionali adeguate per la gestione dei Centri per la Giustizia minorile, provenienti anche dalle fila della Polizia Penitenziaria: non servono psicologici o esterni delle Asl che delle carceri sanno ben poco”.
Casa Circondariale di Avellino, detenuto tenta di evadere
SAPPE: “Nelle carceri campane nuovo anno ma stessi eventi critici. Riformare il sistema dopo le sollecitazioni del Capo dello Stato”.
Ancora eventi critici nelle carceri campane. “Cambia l’anno ma non i problemi operatici e gestionali per il personale di Polizia Penitenziaria”, denuncia Tiziana Guacci, segretario per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Nella Casa Circondariale di Avellino, ieri mattina, un detenuto ha scavalcato un muretto del Reparto Colloqui ed è quasi riuscito a raggiungere l’esterno confondendosi tra i propri familiari. L’uomo per fortuna è stato immediatamente individuato dal personale Di Polizia Penitenziaria in servizio presso il carcere di Bellizzi Irpino e dunque solamente grazie al pronto intervento del personale in servizio si è riusciti ad evitare quello che sarebbe stato un “ennesimo” grave evento”.
Per la sindacalista, “la vicenda porta alla luce ancora una volta quelle che sono le priorità della sicurezza con cui giornalmente combattono gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria. Personale che con grande professionalità svolge ogni giorno un lavoro encomiabile” ed informa che “nella giornata di venerdì, gli uomini della Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Salerno sono riusciti ad intercettare e sequestrare un ingente quantitativo di sostanza stupefacente che era pronto per essere smistato all’interno. Il Sappe plaude al lavoro svolto dalla polizia penitenziaria e chiede a tutti i vertici dell’amministrazione Penitenziaria, per questo nuovo anno, segnali significativi che possano contrastare il disagio lavorativo che vive quotidianamente il personale di Polizia Penitenziaria”, conclude Guacci.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, richiama il discorso di fine anno dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e le sue indicazioni per superare l’emergenza penitenziaria: “È vero: sono inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale di Polizia penitenziaria, impegnato “H24” nelle sezioni detentive e i cui appartenenti sono sempre più vittime di aggressioni e atti violenti dalla parte minoritaria della popolazione detenuta più refrattaria a rispettare l’ordine e la sicurezza anche durante la carcerazione. Ma nei nostri istituti di pena, anche per minori, si può e si deve “potere respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine”. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo”.
La proposta operativa del SAPPE è “prevedere un sistema penitenziario basato su tre “gradini”: il primo, per i reati meno gravi con una condanna non superiore ai 3 anni, caratterizzato da pene alternative al carcere, quale l’istituto della “messa alla prova”; il secondo riguarda le pene superiori ai 3 anni, che inevitabilmente dovranno essere espiate in carcere, ma in istituti molto meno affollati per lo sgravio conseguente all’operatività del primo livello e per una notevole riduzione dell’utilizzo della custodia cautelare; il terzo livello, infine, è quello della massima sicurezza, in cui il contenimento in carcere è l’obiettivo prioritario”.
Quello del sovraffollamento, secondo il SAPPE, “è certamente un problema storico e comune a molti Paesi europei, che hanno risolto il problema in maniera diversa – sottolinea Capece – L’osservazione della tipologia dei detenuti e dei reati consente di affermare che il sistema della repressione penale colpisce prevalentemente la criminalità organizzata e le fasce deboli della popolazione In effetti, il carcere è lo strumento che si usa per affrontare problemi che la società non è in grado di risolvere altrimenti”. Il leader del SAPPE conclude evidenziando che “i peculiari compiti istituzionali del Corpo di Polizia Penitenziaria sono richiamati nel motto del nostro Stemma araldico: “Despondere spem munus nostrum“ (garantire la speranza è il nostro compito), iscritto nella lista d’oro alla base dello stemma. Proprio garantire la speranza è un nostro dovere istituzionale, che le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio, nelle carceri per adulti e minori della Nazione, con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato”.
Airola, turbolenza continua nel carcere minorile. SAPPE: “Ripartire da appello Capo dello Stato Mattarella”
Persiste la turbolenza nell’Istituto Penale per Minorenni di Airola che torna al centro delle cronache per gravi episodi accaduti all’interno della struttura del Beneventano. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce di Sabatino De Rosa, vice coordinato regionale campano per il settore minorile.
“Ieri la Polizia Penitenziaria, nel corso di una perquisizione nell’IPM, ha rivenuto diversi grammi di sostanze stupefacenti del tipo hashish, occultata all’interno di un armadietto in dotazione alla popolazione detenuta”. Fatto questo che assume una rilevanza particolare, considerato che il rinvenimento è avvenuto a seguito della professionalità, dell’accuratezza dei poliziotti e “nonostante da tempo non venga richiesto l’ausilio delle unità cinofile”.
Il sindacalista aggiunge che “poco dopo, si è verificato un altro evento critico, ovvero un litigio tra due detenuti, uno di origine afghana e l’altro del Napoletano. Il tempestivo intervento dei poliziotti ha scongiurato il peggio, ma lo stesso detenuto afghano ha tentato, inoltre, di sottrarre le chiavi del reparto all’addetto alla sicurezza, che con destrezza e fermezza riusciva a evitare che la condotta del detenuto fosse portata a termine”.
De Rosa si domanda “come sia possibile che il detenuto, di origine straniera e precedentemente già allontanato dall’istituto sannita per problemi di ordine e sicurezza, aggiunto ad un allertamento di tentata evasione, la stessa verificatasi durante la sua permanenza in comunità, sia stato riassegnato senza criteri e senza logica nuovamente all’I.P.M. di Airola dove sono iniziati i lavori di ristrutturazione e dove il livello di sicurezza si è abbassato notevolmente, come già segnalato”. Ed è netta la sua denuncia: “Queste assegnazioni scellerate mettono seriamente a repentaglio non solo i poliziotti penitenziari ma anche il personale civile presente in istituto a vario titolo. Per questo il SAPPE torna a chiedere l’allontanamento immediato del detenuto per evitare che tale evento possa avere ripercussioni nei prossimi giorni, capaci di turbare l’ordine e la sicurezza, data la situazione di astio che si è creata tra le varie “fazioni” formatesi tra la popolazione detenuta, napoletani e stranieri”.
Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, esprime vicinanza ai poliziotti di Airola ed indica la linea tracciata per superare l’emergenza penitenziaria nel discorso di fine anno del Capo dello Stato, dichiara: “Esprimiamo, ancora una volta, la nostra gratitudine al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha voluto volgere lo sguardo alla realtà penitenziaria delle nostre carceri in occasione del suo apprezzato discorso di fine anno. È vero: sonoinaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale di Polizia penitenziaria, impegnato “H24” nelle sezioni detentive e i cui appartenenti sono sempre più vittime di aggressioni e atti violenti dalla parte minoritaria della popolazione detenuta più refrattaria a rispettare l’ordine e la sicurezza anche durante la carcerazione. Ma nei nostri istituti di pena, anche per minori, si può e si deve “potere respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine”. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo”.
La proposta operativa del SAPPEè “prevedere un sistema penitenziario basato su tre “gradini”: il primo, per i reati meno gravi con una condanna non superiore ai 3 anni, caratterizzato da pene alternative al carcere, quale l’istituto della “messa alla prova”; il secondo riguarda le pene superiori ai 3 anni, che inevitabilmente dovranno essere espiate in carcere, ma in istituti molto meno affollati per lo sgravio conseguente all’operatività del primo livello e per una notevole riduzione dell’utilizzo della custodia cautelare; il terzo livello, infine, è quello della massima sicurezza, in cui il contenimento in carcere è l’obiettivo prioritario”.
Quello del sovraffollamento, secondo il SAPPE, “è certamente un problema storico e comune a molti Paesi europei, che hanno risolto il problema in maniera diversa – sottolinea Capece – L’osservazione della tipologia dei detenuti e dei reati consente di affermare che il sistema della repressione penale colpisce prevalentemente la criminalità organizzata e le fasce deboli della popolazione In effetti, il carcere è lo strumento che si usa per affrontare problemi che la società non è in grado di risolvere altrimenti”. Per il SAPPE, “anche il settore della giustizia minorile può e deve essere rimodulato, a cominciare dalla eliminazione della previsione che i giovani adulti fino al compimento del 25° anno di età possano permanere negli IPM, condizione questa che è una delle ragioni principali dell’attuale ingovernabilità delle carceri minorili”. Capece conclude evidenziando che “i peculiari compiti istituzionali del Corpo di Polizia Penitenziaria sono richiamati nel motto del nostro Stemma araldico: “Despondere spem munus nostrum“ (garantire la speranza è il nostro compito), iscritto nella lista d’oro alla base dello stemma. Proprio garantire la speranza è un nostro dovere istituzionale, che le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio, nelle carceri per adulti e minori della Nazione, con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai com
Ariano Irpino | Detenuto tenta il suicidio in cella: provvidenziale l’intervento della Polizia Penitenziaria
Giornata di follia ieri, l’ennesima, nel carcere di Ariano Irpino. “Ieri, nel tardo pomeriggio un detenuto straniero, comune e ristretto nel Reparto ordinario ha tentato di impiccarsi: fortunatamente il tempestivo intervento dell’Agente di Polizia Penitenziaria di servizio nel Reparto, insieme ad altri colleghi hanno salvato il detenuto, anche con l’aiuto del medico di turno, tramite massaggio cardiaco e defibrillatore, poi trasportato in ospedale”, riferisce Tiziana Guacci, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che aggiunge:
“il SAPPE chiede all’Amministrazione, per i poliziotti intervenuti, un riconoscimento premiale per la professionalità e altruismo dimostrata nella circostanza evitando un probabile suicidi di una detenuto”.
Per Donato Capece, segretario generale del SAPPE, “ci sono troppi detenuti che presentano problemi psichiatrici. Questa una delle gravi problematiche che al momento interessa le carceri italiane, e purtroppo non risparmia neanche Ariano. Con la scellerata ed improvvida chiusura nel 2015 degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e il passaggio alle REMS, le residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza, i posti a disposizione per ospitare i detenuti con questi disagi non sono sufficienti a colmare le reali necessità e per questo molti di loro sono stati rinchiusi nelle carceri. È così che anche ad Ariano Irpino” gli agenti della Polizia Penitenziaria, pur non avendo le competenze necessarie, sono chiamati a gestire queste persone con le più svariate problematiche mentali”.
Il leader del SAPPE ricorda, inoltre, che “il problema dei detenuti con disagio psichiatrico è la prima e più importante emergenza nazionale nelle carceri italiane. La riforma che ha previsto la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari non ha indicato delle valide alternative, tant’è che è stata bocciata anche dalla Corte costituzionale”.
Capece si rivolge in particolare al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Russo:
“Al Capo DAP Russo rinnoviamo l’invito ad incontrare il SAPPE per affrontare i temi della gestione dei detenuti stranieri, dei malati psichiatrici, della riorganizzazione istituti, della riforma della media sicurezza. Ma chiediamo anche l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la Polizia Penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.
Per questo, il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria non esclude clamorose forme di protesta dei poliziotti: “perché ormai il tempo delle interlocuzioni è finito: in questi ultimi anni ci siamo recati in ogni istituto di pena del Paese, per adulti e minori, abbiamo pazientemente ascoltato il personale, abbiamo scritto e riscritto alle varie Autorità competenti, ma ci rendiamo conto che chi di dovere non ha ancora intrapreso le iniziative che abbiamo richiesto e che ci aspettavamo”.
Airola | Lite tra detenuti dell’IPM: il Sappe torna a denunciare le pessime condizioni della struttura sannita
Giornata ad alta tensione, quella appena trascorsa, nell’Istituto penale per minorenni di Airola, nel Beneventano, dove un litigio interraziale tra detenuti avrebbe potuto avere nefaste conseguenze se l’intervento della Polizia Penitenziaria non fosse stato immediato, tempestivo e risolutivo.
Ne danno notizia Sabatino De Rosa e Vincenzo Pascale, rispettivamente vicecoordinatore regionale campano per il settore minorile e delegato provinciale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
“Nei locali dedicati alla consumazione del vitto, un minorenne napoletano, non nuovo a questi comportamenti, ha aggredito un detenuto straniero per futili motivi. Tutti gli altri ristretti presenti in sala sono balzati in piedi, pronti ad intervenire ed a schierarsi per l’uno o l’altro se fosse immediatamente intervenuta la Polizia Penitenziaria a sedare l’aggressione e allontanare immediatamente i promotori. Una situazione pericolosissima, stemperata grazie al pronto intervento dei Baschi Azzurri ai quali va il nostro plauso”, dichiarano De Rosa e Pascale.
“I sindacalisti tornano a segnalare “le gravi carenze strutturali che affliggono il carcere minorile, dove in una sola settimana si sono registrate numerose perdite di acqua dai solai in vari punti dell’istituto. In particolare, c’è stata segnalata quella presso l’area trattamentale, dove detenuti, agenti e docenti lavorano e trascorrono la maggior parte della giornata e dove viene messa continuamente a rischio la loro incolumità”, continuano.
“Proprio per questo una docente si è rifiutata di svolgere lezione in un’aula dove l’infiltrazione d’acqua attraversava il quadro elettrico”. Il SAPPE denuncia infine che, a seguito dei lavori, “l’I.P.M. di Airola si trova in una situazione di totale insicurezza dove, nonostante tutte le segnalazioni degli agenti, si continua a non prendere provvedimenti per garantire un livello minimo di sicurezza: praticamente, i detenuti, in un istituto con i lavori in corso e con i cancelli perimetrali abbattuti, si trovano “ad un passo dalla libertà”. E non è questa, purtroppo, solamente una metafora…”.
“Da qui – aggiungono – le richieste sindacali per la “predisposizione di un adeguato piano di sicurezza per i lavori, di concerto con i vigili del fuoco ed il sindacato, e l’allontanamento dei detenuti che, con il loro comportamento aggressivo, avrebbe potuto far degenerazione la già critica situazione in una maxi rissa”.
Per il segretario generale SAPPE Donato Capece, “la Polizia Penitenziaria è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze o di trovarsi in situazioni ad alto rischio per la reiterata indole criminale di certo soggetti detenuti”. Per questo, servono “interventi straordinari e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario miorile, intervenendo in primis sul regime custodiale aperto”.
“Servono poliziotti e regole d’ingaggio chiare – continua Capece – tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze. Bisogna applicare ai violenti l’arresto in flagranza di reato per i detenuti che aggrediscono poliziotti penitenziari o mettono in grave pericolo la sicurezza del carcere, il carcere duro con isolamento fino a 6 mesi (articolo 14 bis dell’Ordinamento penitenziario) ed il trasferimento immediato in particolari sezioni detentive a centinaia di chilometri dalla propria residenza, come prevede il successivo articolo 32 del Regolamento”.
Sicuramente – conclude il segretario generale SAPPE – a molti detenuti violenti la voglia di creare disordini mettendo a rischio la sicurezza delle carceri oppure aggredire il personale passerà”.
Capece e la lettera al Ministro Nordio: “La vera emergenza nelle carceri è la violenza dilagante”
“Caro Ministro Nordio”. Comincia cosi la lettera aperta che il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Donato Capece, ha scritto al Ministro Guardasigilli, pubblicata integralmente sul blog del SAPPE www.poliziapenitenziaria.it.“Le scrivo con la speranza che le parole di questa lettera possano scuotere la Sua coscienza e quella delle Istituzioni che rappresenta… È ora di guardare in faccia la realtà: l’emergenza nelle carceri non è solo il sovraffollamento, per quanto grave e inaccettabile, ma una piaga ancora più subdola e devastante. Parlo delle violenze che, giorno dopo giorno, vengono inflitte ai poliziotti penitenziari, spesso nell’indifferenza generale”.
Per il leader del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, “non possiamo più permettere che la violenza nei confronti dei poliziotti penitenziari venga trattata come un semplice fatto di cronaca. Questa violenza mina le fondamenta dello Stato di diritto, delegittima il ruolo delle istituzioni e mette in pericolo non solo la vita dei poliziotti, ma anche quella dei detenuti più deboli, spesso sopraffatti e soggiogati dai più violenti. Le leggi ci sono, ma vanno fatte rispettare. L’arresto in flagranza degli aggressori. L’applicazione del regime speciale e l’isolamento nelle sezioni previste per i detenuti ribelli e violenti. E, soprattutto, trasferire in apposite strutture sanitarie i detenuti malati mentali, i tossicodipendenti e gli alcoldipendenti”.
“Ministro è il momento di agire, non c’è più tempo da perdere”, conclude la sua lettera aperta Capece. “Solo così si può ristabilire l’ordine nelle carceri, solo così lo Stato può riacquistare credibilità e la fiducia dei cittadini. Ministro Nordio, è il momento di agire. Non c’è più tempo da perdere”.
Foto: Polizia Penitenziaria
Campania: settimana di alta tensione nelle carceri di Salerno, Benevento, Avellino e Ariano Irpino
È allarme nelle carceri della Campania dove si registrano continui eventi critici, dopo la settimana intensa vissuta dagli uomini del Reparto di Polizia Penitenziaria in servizio in alcune strutture detentive della Regione, come sempre impegnati a 360° per il contrasto alle illegalità ed alle violenze. E quanto avvenuto ripropone l’allarme lanciato mesi fa dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria circa la necessità di “intervenire nel “mondo carcere”, che merita un profondo rinnovamento di tecniche e formazione del personale, ma anche l’ausilio di strumenti moderni, di regole precise e rigorose, di strutture adeguate che sappiano essere al passo con l’evoluzione”, come spiega Tiziana Guacci, segretaria per la Campania del SAPPE.
Questo il resoconto che fornisce la sindacalista della settimana ‘di passione’ vissuta: “Nella Casa Circondariale di Salerno la popolazione detenuta ha messo in atto per tutta la settimana una protesta, rifiutandosi di rientrare nelle celle a causa delle inefficienze dell’assistenza sanitaria e del vitto avente prezzi non adeguati. A Benevento due detenuti, per futili motivi, hanno aggredito il personale di Polizia Penitenziaria, costringendoli a ricorrere alle cure del vicino ospedale. Nel carcere di Avelllino, poi, ieri è stato ritrovato nel locale adibito alla socialità del reparto Alta Sicurezza un ingente numero di telefoni cellulari. La cosa più preoccupante è la tipologia di detenuti, ossia quelli appartenenti al circuito Alta Sicurezza. Ormai i livelli di sicurezza del carcere irpino sono compromessi, soprattutto perché i detenuti di qualsiasi circuito non sono chiusi in deroga alle disposizioni dipartimentali. La grave carenza di organico soprattutto nel ruolo dei sottoufficiali provoca un senso di disorientamento nel personale di polizia penitenziaria con un grave aumento delle malattie”. Ultimo, ma non ultimo, la particolare situazione in atto presso la Casa Circondariale di Ariano Irpino, in cui per tutta la settimana il personale di Polizia ha svolto turni massacranti, dalle 8 all’1 di notte, sacrificando in alcuni casi il riposo settimanale. Per questo, Guacci reitera “il grido di allarme del SAPPE sulla stabilità delle carceri regionali campane. Il sistema sembra essere saltato con evidenti ripercussioni sia sull’ordine e la sicurezza dei penitenziari sia sul benessere psico-fisico dei poliziotti. A fronte di questa inaccettabile situazione il Provveditore regionale della Campania, con sede a Napoli, non interviene con azioni risolutive ed aggrava la situazione con una gestione amministrativa del personale di polizia penitenziaria poco efficiente ed efficace, generando per tal via ulteriore malessere!”
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, auspica che “anche l’Amministrazione Penitenziaria adotti con urgenza gli opportuni provvedimenti per restituire sicurezza e serenità lavorativa al personale di Polizia Penitenziaria che fa servizio nelle carceri della Campania”, senza trascurare quella che è una richiesta storica del SAPPE: “dotare il personale del Corpo del taser e di ogni altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.
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