Airola, ancora caos e tensione nel carcere minorile

Airola, ancora caos e tensione nel carcere minorile

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De Rosa, vicecoordinatore regionale per la Campania del SAPPE: “E’ come l’inferno dantesco: non lasciate sola la Polizia Penitenziaria”.

Ancora tensione in un carcere della Campania, ancora al centro delle cronache quello l’Istituto penale per minorenni di Airola, nel Beneventano.

Sabatino De Rosa, vicecoordinatore regionale per la Campania del settore minorile del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, racconta quanto è avvenuto negli ultimi giorni nel carcere per minori: “Nelle ultime ore si è vissuta una notte di tensione quando un detenuto minorenne, tunisino ha tentato il suicidio. A salvarlo, come spesso accade negli istituti di pena per minori ed adulti, è stata la prontezza, la professionalità e la tempestività dell’intervento della Polizia Penitenziaria che, sempre attenta e vigile, anche stavolta ha evitato il peggio. A seguito di ciò, si è dovuto richiedere l’intervento del 118, che ha trasportato il minore al Nosocomio più vicino, ovvero all’ospedale San Pio di Benevento. Oltre al danno la beffa, verrebbe da dire, perché va rimarcato che è stata particolarmente lunga l’attesa da parte della scorta di Polizia Penitenziaria – circa 15 ore! – per attendere l’arrivo del neuropsichiatra infantile dalla lontana Foggia questo perché il San Pio di Benevento non aveva lo specialista disponibile in sede (!) per cui si è reso necessario chiederlo alla Regione limitrofa”. Il sindacalista evidenzia che “quanto accaduto deve fare riflettere molto, perché’ nell’ultimo periodo la gestione dei detenuti stranieri nell’Ipm sannita è fuori controllo. Qualche settimana fa, un detenuto egiziano minorenne ha aggredito due Agenti di Polizia Penitenziaria, i quali solo grazie al tempestivo intervento di colleghi di supporto non hanno avuto la peggio e, nonostante questo grave per il quale si dovrebbe disporre un trasferimento in altra sede per ordine e sicurezza, l’arabo continua a permanere ad Airola. Non solo: chiediamo che a tutti gli stranieri venga fatta una misurazione dell’età ossea , ovvero un esame radiografico del polso e della mano sinistra, dal quale si evinca l’età reale di questi ragazzi perché è successo che la Polizia Penitenziaria si sia ritrovava a gestire anche ultra venticinquenni”. De Rosa denuncia infine che “la Polizia Penitenziaria di Airola sta svolgendo turni massacranti, anche di 12 ore, pur di garantire la sicurezza all’interno dell’istituto detentivo. Per questo torniamo a sollecitare il trasferimento dei detenuti stranieri che si rendono responsabili di atti violenti e chiediamo che il ristretto che ha tentato il suicidio venga seguito in strutture specializzate su questi tipi di gesti estremi”. 

Alla Polizia Penitenziaria di Airola giungono espressioni di “vicinanze e solidarietà” da parte del Segretario Generale del SAPPE, Donato Capece: “Il carcere è diventato come l’inferno dantesco e questo non è accettabile e men che meno tollerabile. La denuncia del SAPPe è la urgente necessità di trovare soluzioni concrete a questa spirale di violenza e di situazioni limite. Per questo, il primo Sindacato del Corpo, il SAPPE, torna a chiedere urgenti provvedimenti per assicurare tutti gli elementi necessari a garantire la sicurezza degli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria”. Capece ribadisce ancora una volta che “il SAPPE denuncia ormai da tempo la situazione insostenibile delle carceri per minori, così come quelle per adulti: ma il dato oggettivo è che chi dovrebbe intervenire e tutelare i nostri Agenti continua a tacere ed a restare inerme. Mai udito un silenzio così assordante da parte di questa Amministrazione della Giustizia minorile e di comunità e di quella Penitenziaria!”

“Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose”, conclude il leader del SAPPE.

Airola, caos nel carcere minorile: detenuto dà fuoco al materasso della sua cella

Airola, caos nel carcere minorile: detenuto dà fuoco al materasso della sua cella

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Come denuncia Sabatino De Rosa, vice Coordinatore regionale campano per il settore minorile del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “ieri nel carcere minorile di Airola vi è stata l’ennesima giornata da dimenticare per la Polizia Penitenziaria. Verso le 17.30 un detenuto nordafricano, che già si era reso responsabile di comportamenti irresponsabili come l’ingerimento di detersivo in una folle scelta di autolesionismo e quello di alcune pile (sventato in tempo per l’importante opera di dissuasione del personale del Corpo di Polizia, ha dato fuoco al materasso della sua cella. È stato provvidenziale l’intervento degli Agenti di Polizia Penitenziaria in servizio che, pur numericamente ridotto in quantità, sono intervenuti in tempo, dando l’allarme ed assicurando i primi interventi. Ancora una volta la professionalità e la prontezza della Polizia Penitenziaria ha evitato il peggio. A loro va l’apprezzamento e la solidarietà del Sappe, primo Sindacato del Corpo di Polizia Penitenziaria, che per l’ennesima volta si vede costretto a denunciare le gravi problematiche che assillano ormai da tempo le carceri campane, per adulti e minori”. In serata, poi, la struttura minorile è rimasta senza acqua e corrente elettrica per diverse ore.

Il SAPPE denuncia, per l’ennesima volta, le pessime condizioni di lavoro della Polizia Penitenziaria, anche per la cattiva organizzazione del lavoro: “Non si conoscono ancora le ragioni ed i motivi del folle gesto, ma quello che è certo che in tutto il carcere minorile erano di servizio solamente quattro unità di Polizia, compresa portineria e preposto: ogni agente aveva due Reparti, molto al di sotto della soglia minima di sicurezza. Un problema già esposto ampiamente in precedenza, ma i vertici dell’IPM sembrano fare orecchie da mercanti… Il Comandante di Reparto, figura centrale per una organizzazione del lavoro efficace e funzionale e che dovrebbe stare all’IPM in pianta stabile, vi è in realtà solamente alcuni giorni a settimana: i servizi non funzionano, ovvero i poliziotti addetti ai Reparti sono sempre al di sotto del limite minimo di sicurezza. Nelle maggior parte dei giorni la Sorveglianza generale del carcere è affidata anche ad un Agente scelto, nonostante in istituto vi siano superiori di grado, ossia dei sovrintendenti, che però non svolgono quasi mai tale importante e fondamentale incarico. Tutte criticità che vedono coinvolto il Comandante di Reparto, evidentemente senza adeguati stimoli professionali. Tutto questo, a parre del SAPPE, conferma con chiarezza come la gestione e l’organizzazione dell’Istituto penale per minorenni di Airola sono decisamente deficitarie, per cui occorre che le Autorità ministeriali intervengano con la massima sollecitudine, con una ispezione interna e con l’avvicendamento del Comandante del Reparto di Polizia Penitenziaria”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, sollecita interventi ministeriali: “Si intervenga al più presto perché il Personale di Polizia Penitenziaria è allo stremo. Non si può continuare così, senza un minimo di sicurezza per i colleghi che vanno a lavorare e non sanno se e quando ritorneranno a casa, senza contusioni o quant’altro. Mi preoccupa questo nuovo grave episodio avvenuto nel carcere minorile di Airola. Restano inascoltate le nostre segnalazioni al Dipartimento della Giustizia minorile e di Comunità di Roma sulle disfunzioni e sugli inconvenienti che si riflettono sulla sicurezza e sulla operatività delle carceri campane e del personale di Polizia Penitenziaria che vi lavora con professionalità, abnegazione e umanità nonostante una significativa carenza di organico. Ed è incomprensibile che chi ha il dovere di intervenire, ossia l’Amministrazione della Giustizia minorile e di Comunità regionale e nazionale, non intervenga tempestivamente”.

“Permessi premio”: ad Airola, un detenuto del carcere minorile non fa rientro

“Permessi premio”: ad Airola, un detenuto del carcere minorile non fa rientro

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Un fatto gravissimo, che non potrà che avere per lui gravi ripercussioni se non si costituisce al più presto”.

Questo il commento di Sabatino De Rosa, vice coordinatore regionale del settore minorile del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, in merito alla vicenda relativa ad un ventunenne di origini marocchine che, dopo aver ottenuto un permesso premio, non ha fatto rientro nel carcere minorile di Airola dove era detenuto. 

In particolare De Rosa pone l’accento su una più rigida valutazione dei permessi premio invocando l’urgente istituzione di un tavolo tecnico: “Verrebbe da porsi l’interrogativo: ma i permessi premio vengono concessi previa preventiva adeguata valutazione del soggetto da parte di chi è preposto a tale compito? Viene davvero valutata la pericolosità del soggetto, l’appartenenza, i contatti che lo stesso può o potrebbe avere con famiglie malavitose?

È necessario operare una decisa inversione di rotta nella concessione dei permessi premio a taluni soggetti detenuti; occorre una stretta, in termini di rigidità, soprattutto verso coloro che provengono da determinate zone ad alto tasso camorristico, o nei confronti di quei soggetti che si sono macchiati di reati di grave pericolosità sociale!

A nostro avviso, occorre un urgente “tavolo tecnico” di tutti gli attori in causa, Magistratura, Autorità penitenziarie, Polizia Penitenziaria per mettere in campo, con la competenza e il contributo di tutti, una strategia comune, capace di rispondere in maniera più incisiva alle esigenze di sicurezza delle strutture e anche del territorio, dal momento che taluni detenuti che non rientrano dal permesso, di sicuro rientrano nel loro territorio a delinquere!! E questo, per una società civile, non è ammissibile, tollerabile!”.

Dello stesso avviso il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, che in merito sottolinea l’importanza di un nuovo e rafforzato assetto dei presidi sul territorio:

Si deve arrivare ad una riorganizzazione del Corpo di Polizia Penitenziaria che sia più funzionale al sistema della sicurezza del Paese, considerato proprio che il nostro Corpo di Polizia è espressione di una specializzazione nel panorama del Comparto Sicurezza e del sistema giustizia del Paese.

Servirebbe, piuttosto, un potenziamento dell’impiego di personale di Polizia Penitenziaria nell’ambito dell’area penale esterna.

A nostro avviso è fondamentale potenziare i presidi di polizia sul territorio – anche negli Uffici per l’Esecuzione Penale esterna -, potenziamento assolutamente indispensabile per farsi carico dei controlli sull’esecuzione delle misure alternative alla detenzione, delle ammissioni al lavoro all’esterno, degli arresti domiciliari, dei permessi premio, sui trasporti dei detenuti e sul loro piantonamento in ospedale.

E per farlo, servono nuove assunzioni nel Corpo di Polizia Penitenziaria.

La sicurezza dei cittadini non può essere oggetto di tagli e non può essere messa in condizione di difficoltà se non si assumono gli Agenti di Polizia Penitenziaria”.

Per il SAPPE, spiega Capece: “E’ fondamentale che la Polizia Penitenziaria venga tenuta al centro di ogni riforma strutturale nonché assicurare uno sviluppo qualificato del personale verso i ruoli apicali della dirigenza, dei direttivi, degli ispettori e dei sovrintendenti, nell’interesse dello stesso sistema penitenziario che è incentrato sullo sviluppo degli elementi del trattamento, sulla sua individualizzazione, sul rispetto della dignità e dei diritti fondamentali nell’esecuzione penale”

In conclusione, il segretario generale del citato sindacato esprime tutta la sua solidarietà al Corpo della Polizia Penitenziaria: “La situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose: a loro, e a tutti i colleghi, va la vicinanza del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria per l’abnegazione che dimostrano quotidianamente”. 

Airola, grave episodio nel carcere minorile. Sappe: ” E’ allarme detenuti con problemi psichiatrici”

Airola, grave episodio nel carcere minorile. Sappe: ” E’ allarme detenuti con problemi psichiatrici”

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Grave evento critico, ieri nel pomeriggio, nel carcere minorile di Airola.

“Quel che è successo ieri conferma quel che avevamo detto per spiegare la nostra scelta di disertare la Cerimonia regionale della Polizia Penitenziaria di Secondigliano: per la Polizia Penitenziaria non c’è nulla da festeggiare e la situazione delle carceri per minori sta tornando a livelli allarmanti senza vedere gli auspicati provvedimenti correttivi”, spiega il vice coordinatore regionale del settore minorile del SAPPE Sabatino De Rosa.

“Ieri pomeriggio, un detenuto albanese che pretendeva di cambiare cella e che si è già reso protagonista di altri eventi critici in carcere si è autolesionato il corpo: solo il deciso intervento dei poliziotti lo ha salvato da peggiori conseguenze. Qui ogni giorno c’è un evento critico ed il personale di Polizia Penitenziaria svolge il servizio con grande professionalità, ma la situazione è grave. Continuiamo ad essere con un direttore ed un comandante ‘ad intermittenza’, alcune ore a settimana, mentre qui devono essere i vertici dell’istituto in pianta stabile. Cosa si aspetta ad assumere quei provvedimenti urgenti e non più rinviabili per l’IPM di Airola?”.

Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri, torna a denunciare “come la consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza delle carceri del Paese. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni.

Ed è grave che, pur essendo a conoscenza delle problematiche connesse alla folta presenza di detenuti psichiatrici, le Autorità competenti non sia ancora state in grado di trovare una soluzione. Ogni giorno nelle carceri italiane succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Anche la gestione dei detenuti con problemi psichiatrici, che hanno invaso le carceri dopo la chiusura degli O.P.G., merita attenzione ed una urgente e compiuta risoluzione. Certo è che la loro presenza ha fatto aumentare il numero degli eventi critici nelle carceri”.

“A nostro avviso sarebbe importante rivedere il modello custodiale in atto”, conclude Capece. “Fondamentale sarebbe eliminare l’ozio nelle celle. Altro che vigilanza dinamica. L’Amministrazione Penitenziaria non ha affatto migliorato le condizioni di vivibilità nelle celle, perché ad esempio il numero dei detenuti che lavorano è irrisorio rispetto ai presenti, quasi tutti alle dipendenze del Dap in lavori di pulizia o comunque interni al carcere, poche ore a settimana”. Il SAPPE si rivolge quindi “al Guardasigilli Marta Cartabia di trovare una soluzione urgente ai problemi penitenziari di Airola, di tutta la Campania e dell’intero Paese”.