Benevento, la Camera Penale delibera l’adesione all’astensione nazionale dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale

Benevento, la Camera Penale delibera l’adesione all’astensione nazionale dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale

AttualitàBenevento Città
Tale astensione è prevista per i giorni 4, 5 e 6 novembre.

La Camera Penale di Benevento ha deliberato l’adesione all’astensione nazionale dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale nei giorni 4, 5 e 6 novembre.

Tale decisione è dovuta dal fatto che – come si legge nella Delibera stessa – la Camera Penale di Benevento, riunitasi per il tramite del proprio organismo di Giunta, condivide in pieno le motivazioni poste a sostegno della delibera del proprio organo rappresentativo nazionale.

In particolare, nella Delibera si fa riferimento alla deriva populista assunta dall’attuale Governo con il “pacchetto sicurezza”, DDL AC 1660-A, il quale reca – per quanto concerne le “disposizioni in materia di sicurezza pubblica, tutela del personale in servizio nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario” – aspetti che, a detta della Camera Penale di Benevento – non sono in sintonia con un programma di riforma della giustizia in senso liberale poiché carichi di uno sproporzionato e ingiustificato rigore punitivo nei confronti dei fenomeni devianti meno gravi e ai danni dei soggetti più deboli.

La Camera Penale di Benevento sottolinea, inoltre, che l’ Avvocatura penale ha manifestato più volte la propria contrarietà all’introduzione delle norme del pacchetto sicurezza, da ultimo anche con la delibera dello stato di agitazione del 30 settembre 2024 nella piena convinzione – come enunciato dal Manifesto del Diritto Penale Liberale e del Giusto Processo – che «Liberale è il modello di diritto penale che legittima l’intervento punitivo solo quando è strettamente necessario e proporzionato alle esigenze di tutela, oltre che rispettoso della persona che lo subisce» (Canone 3) e che «Ogni eccesso punitivo, che superi il principio del “minimo sacrificio necessario”, costituisce un arbitrio dello Stato e, nei casi più gravi, un delitto. È compito precipuo delle istituzioni assicurare il pieno rispetto della persona del colpevole, che non può mai essere oggetto di strumentalizzazione in nome della prevenzione dei reati» (Canone 5).

Per questo motivo, la Camera Penale di Benevento invita tutti i suoi iscritti a partecipare alla manifestazione che si terrà in Roma il giorno 5 novembre 2024, alle ore 10.00 presso il Centro Congressi “Roma Eventi Fontana di Trevi”, in piazza della Pilotta 4.

Sciopero ANM, il dissenso della Camera Penale di Benevento

Sciopero ANM, il dissenso della Camera Penale di Benevento

AttualitàBenevento Città

La Camera Penale di Benevento, in piena sintonia ed aderenza alla linea tracciata dalla Giunta nazionale dell’Unione Camere Penali Italiane, manifesta il suo totale dissenso nei confronti dello sciopero indetto dall’ANM ritenendo, peraltro, inadeguata questa forma di protesta da parte di un potere dello Stato.

Il testo della riforma dell’ordinamento giudiziario ha subito nel tempo numerose modifiche, come è anche naturale attendersi in un percorso così accidentato e con una maggioranza così irrimediabilmente divisa proprio sulle idee di fondo della organizzazione e della amministrazione della giustizia.

Al centro della riforma, come sappiamo, c’è il sistema elettorale del CSM. È pura illusione pensare che un sistema elettorale piuttosto che un altro possa restituire credibilità e forza alla magistratura italiana, considerata la gravità della sua crisi, che è crisi di credibilità della funzione agli occhi del cittadino.

Per questo i penalisti italiani hanno, da subito, indicato gli ambiti di intervento ritenuti indispensabili per dare concretezza alla riforma: rafforzamento della terzietà del giudice; responsabilizzazione professionale del magistrato, attraverso giudizi di professionalità finalmente rigorosi e legati innanzitutto a ciò che il
singolo magistrato ha fatto nella sua quotidiana attività; eliminazione di ogni assurda commistione tra potere giudiziario e potere esecutivo, ponendo fine allo spostamento di magistrati in ruoli amministrativi nel Governo, che dovrebbero essere naturalmente riservati a funzionari di carriera.

La nostra forte insistenza, politica e mediatica, su questi tre temi ha in qualche modo fatto breccia nelle attenzioni del Governo e del Parlamento. E così sono comparse successive versioni della legge delega che hanno progressivamente incluso interventi sui fuori ruolo, poi sui criteri delle valutazioni professionali
quadriennali, ed anche sulla accentuazione della separazione delle funzioni.ù

Queste novità sono, a nostro avviso, ancora lontane dalle migliori e più efficaci capacità di incidere in modo risolutivo su quelle questioni, ma almeno sono temi finalmente presenti nel corpo della legge delega. E sono questi temi che hanno scatenato la furibonda reazione della magistratura associata, che aveva mantenuto un atteggiamento molto più controllato, fino a quando la riforma si era dedicata unicamente a risolvere le problematiche elettorali del CSM.

I penalisti italiani sono consapevoli che tali novità sono assai poco rivoluzionarie. Siamo ancora ben al di sotto del minimo necessario per una reale riforma della magistratura italiana, che le restituisca forza, credibilità, affidabilità, autorevolezza. Non si può, dunque, condividere la reazione della magistratura associata di fronte ad interventi che sono blandi rispetto a ciò che sarebbe davvero necessario.

L’unica plausibile spiegazione a questa reazione è l’idea che Governo e Parlamento abbiano pensato di potersi assumere la responsabilità politica di disegnare un ordinamento giudiziario nella pienezza della propria autonomia costituzionale, e non sotto dettatura delle toghe, sovvertendo, in questo modo, l’assetto squilibrato (in favore del giudiziario) dei poteri dello Stato come consolidatosi negli ultimi
trent’anni!

Non si può far a meno di eccepire la pretestuosità di alcune delle argomentazioni che sono proposte sui temi caldi. La riforma del fascicolo valutativo, che già esiste ma è effettuata con controlli di procedimenti a campione, prevede oggi di acquisire l’intera attività del magistrato, unico modo per consentire l’acquisizione delle cd. sentenze creative, che, diversamente, sarebbero tagliate fuori dalla mera statistica.

Non si comprende affatto il timore di una valutazione complessiva della propria attività di magistrato laddove la valutazione è fatta dagli stessi colleghi!

Nel vostro ultimo comunicato, affisso impropriamente alle porte delle nostre aule di udienza in questi ultimi giorni, è sotto attacco il diritto di voto sulla valutazione di professionalità agli avvocati quali componenti dei Consigli Giudiziari. Anche questo timore è del tutto infondato! Poiché la legge delega modifica solo in parte la situazione disegnata nel 2006. Prevede, infatti (all’art.3) che gli avvocati presenti in consiglio giudiziario possano votare sulla professionalità dei magistrati solo se c’è una segnalazione su fatti specifici da parte del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati.

I pubblici ministeri possono valutare i loro “colleghi” giudicanti ma non gli avvocati che devono rimanere la cd. “componente laica”! Si riscontra, invece, un assordante silenzio sulla tematica dei magistrati fuori ruolo. E’ assolutamente un caso unico al mondo quello del nostro Governo cui prendono parte circa 200 magistrati. La comunità intera deve prendere contezza del fatto che un gruppo di magistrati (potere giudiziario dello Stato) lavora nell’Esecutivo!!!

Allora certo che crisi della giurisdizione equivale a crisi della democrazia. Occorre ristabilire un equilibrio a partire dalla separazione delle carriere. Mentre sulla responsabilità civile abbiamo condiviso il punto di vista critico della magistratura associata, sul tema della separazione delle carriere, pur nel rispetto e
nell’ascolto delle osservazioni della magistratura, alcune certamente fondate, degne di rilievo e oggetto di confronto e dibattito, è necessario uno scatto di civiltà giuridica.

Condividiamo pienamente, dunque, le parole pronunciate nel corso del recente intervento in assemblea ANM da parte del nostro Presidente nazionale, l’Avv. Caiazza: “Noi vogliamo un giudice forte .Vogliamo entrare in aula temendo la qualità, la severità, l’intransigenza del giudice. Ma come l’Avvocato, anche il
Pubblico Ministero deve temerlo. Vogliamo un Pubblico Ministero indipendente dal potere politico e un giudice indipendente dal Pubblico Ministero e dalle procure”.

In ragione del dissenso espresso, la Camera Penale di Benevento il 16 maggio 2022, in concomitanza con lo sciopero nazionale dei magistrati, parteciperà alla manifestazione che si terrà in Torre Annunziata, organizzata di concerto con la Camera Penale di Torre Annunziata e con le altre Camere Penali campane, dal titolo: “La riforma dell’ordinamento giudiziario. Riflessioni sul rapporto tra Potere Legislativo e Ordine Giudiziario”.

COMUNICATO STAMPA