Sequestrata attività di autonoleggio: il titolare non aveva trasmesso alle autorità di PS i dati identificativi dei clienti

Sequestrata attività di autonoleggio: il titolare non aveva trasmesso alle autorità di PS i dati identificativi dei clienti

CronacaDalla Provincia

Nella giornata del 27 giugno 2025 gli operatori della Polizia Stradale e della Squadra Mobile di Benevento hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare reale, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della locale Procura della Repubblica, con la quale è stato disposto il sequestro preventivo di una società di autonoleggio, ubicata nella provincia di Benevento.

La misura reale è stata disposta nei confronti del legale rappresentante, indagato perché ritenuto gravemente indiziato della violazione dell’art. 17 D.L. 112/2018 come modificato dall’art. 2 del Dl. 48/2024 convertito in legge 80/2025 (c.d. Decreto Sicurezza) ovvero la trasgressione – ora penalmente rilevante – dell’obbligo, già previsto ma di fatto non compiutamente attuato nella pratica, di accreditarsi sul portale Ca.R.G.O.S. (Car Renter Guardian Operation System) e provvedere alla trasmissione alla autorità di Pubblica Sicurezza in modalità telematica dei dati identificativi dei soggetti che noleggiano i veicoli.

All’esito dell’attività di controllo effettuato dalla Polizia Stradale di Benevento veniva accertato che la società in questione risultava inadempiente circa il rispetto di alcune regole formali che l’esercente ha l’obbligo di adottare nell’esercizio dell’attività all’atto della stipula dei contratti di noleggio.

Veniva infatti verificato che il titolare della società in argomento, benché avesse stipulato una pluralità di contratti di noleggio successivamente al 12 aprile 2025, non aveva effettuato le comunicazioni nelle modalità prescritte dalla normativa vigente, né tantomeno aveva mai richiesto le credenziali di accesso alla Questura per autenticarsi sul portale prescritto.

Tale omissione comporta di fatto la incompleta ed immediata identificazione dei soggetti noleggianti; fenomeno questo che si presta a preoccupanti conseguenze non tanto per l’attività in sé ma per la difficoltà di identificare il reale utilizzatore del veicolo ed il pericolo della commissione di più gravi reati (come di fatto riscontrato nell’esperienza pratica) da parte di soggetti che possono trarre vantaggio dalla mancanza di tracciamento automatica dei dati di noleggio dell’autoveicolo.

Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare reale, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è allo stato indagato e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva.

Benevento, maltrattamenti in famiglia e tentata estorsione aggravata: divieto di avvicinamento per un 23enne

Benevento, maltrattamenti in famiglia e tentata estorsione aggravata: divieto di avvicinamento per un 23enne

BeneventoCronaca

A seguito dell’attività d’indagine coordinata da questa Procura della Repubblica, la Squadra Mobile di Benevento, nel pomeriggio di ieri, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi abitualmente frequentati dalla stessa, con braccialetto elettronico, emessa dal GIP del locale Tribunale, nei confronti di un 23enne residente in provincia di Benevento, gravemente indiziato del delitto di maltrattamenti in famiglia e tentata estorsione aggravata.

Le indagini sono state avviate a seguito della denuncia-querela sporta il mese scorso dalle parti offese, madre e sorella dell’indagato, le quali hanno raccontato delle angherie che erano corrette a subire dal 2015, anche quando la sorella era ancora minorenne.

In particolare, entrambe hanno rivelato di essere state più volte picchiate e minacciate dall’ indagato, anche con cadenza quotidiana, soprattutto nei momenti in cui questi abusava di sostanze alcoliche, ma, per amore del congiunto, avevano sempre evitato di denunziarlo.

Negli ultimi tempi, tuttavia, gli episodi violenti si erano intensificati, costringendole a chiedere aiuto gli agenti della Polizia di Stato.

In particolare, l’episodio scatenante si era verificato pochi giorni fa, quando il destinatario dell’odierna misura aveva tentato di costringere la madre a consegnargli monili in oro, dapprima stringendole con entrambe le mani il collo e poi puntandole una pistola scacciacani, del tutto simile ad un’arma vera, alla nuca.

L’attività di indagine, rapida e meticolosa, ha consentito di raccogliere gravi indizi di reato a carico dell’autore delle condotte denunziate. Infatti, a seguito di perquisizione domiciliare è stata anche rinvenuta e sequestrata la pistola in argomento. Pertanto, il GIP presso il Tribunale di Benevento, accogliendo la richiesta della locale Procura, ha emesso il provvedimento applicativo della misura cautelare del divieto di avvicinamento alle persone offese e ai luoghi abitualmente frequentati dalle stesse, con previsione di braccialetto elettronico, ritenuta necessaria per frenare le gravi condotte realizzate dall’indagato.

La misura oggi eseguita è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.

Il beneventano Alfonso Iadevaia è il nuovo capo della squadra mobile di Milano

Il beneventano Alfonso Iadevaia è il nuovo capo della squadra mobile di Milano

AttualitàDall'Italia

Il Sindaco di Durazzano rag. Alessandro Crisci e tutta l’Amministrazione comunale, si congratulano con il Dott. Alfonso Iadevaia, figlio della comunità durazzanese per l’importante nomina alla guida della squadra mobile di Milano.

Iadevaia, nato a Durazzano in provincia di Benevento, si è insediato lo scorso 3 Aprile, prendendo il posto di Marco Calì, nominato Questore di Como.

Nel suo percorso professionale Iadevaia ha condotto e partecipato a numerose e importanti indagini sulla criminalità organizzata, alcune delle quali hanno portato alla cattura di latitanti esponenti di spicco della mafia. Tra queste quella terminata con l’arresto a Marsiglia del boss latitante Giuseppe Falsone. Allo Sco si è occupato di criminalità organizzata siciliana, latitanti, indagini patrimoniali e ha partecipato attivamente alla cattura del latitante mafioso Bruno Sebastiano, arrestato nel 2014 sull’isola di Malta. Sua la “firma” anche sull’indagine Dirty Soccer della Dda di Catanzaro e su quella della Dda di Genova sulle infiltrazioni della ‘Ndrangheta nella Costa Azzurra e Liguria. Adesso la nuova esperienza sotto la Madonnina.

Benevento, obbliga ragazza a compiere atti sessuali: nei guai 19enne

Benevento, obbliga ragazza a compiere atti sessuali: nei guai 19enne

CronacaProvincia

Nella mattinata di ieri, all’esito di un’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, personale della 2ª Sezione della locale Squadra Mobile, competente in materia di reati sessuali, ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi abitualmente dalla stessa frequentati, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un diciannovenne della provincia di Benevento, ritenuto gravemente indiziato del delitto di violenza sessuale nei confronti di una coetanea.

Le indagini, avviate tempestivamente dalla Polizia di Stato a seguito della denuncia della parte offesa, hanno consentito di raggiungere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’odierno indagato, che, dopo aver raggiunto un luogo isolato ed aver atteso che la giovane consumasse un rapporto sessuale consenziente con altro coetaneo, la raggiungeva e nonostante la ragazza manifestasse il proprio dissenso, anche cercando di allontanarlo con le mani, la obbligava a compiere e subire atti sessuali contro il suo consenso.

Il tutto è stato, altresì, confermato in sede di incidente probatorio tenutosi nella sala per le audizioni protette della Questura di Benevento, chiesto dal P.M. titolare delle indagini, nel corso del quale le dichiarazioni della giovane sono state ritenute dal G.I.P. coerenti ed univoche.