Satira, musica e teatro: gli Oblivion protagonisti della stagione dell’Accademia di Santa Sofia

Satira, musica e teatro: gli Oblivion protagonisti della stagione dell’Accademia di Santa Sofia

Eventi
L’evento è in programma sabato presso il Teatro Comunale di Benevento.

Saranno gli Oblivion gli attesi protagonisti del nono appuntamento della stagione artistica dell’Accademia di Santa Sofia, in programma sabato 22 marzo alle ore 20 presso il Teatro Comunale di Benevento.

Un evento di grande rilievo, organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi del Sannio e il Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento, sotto la direzione artistica di Marcella Parziale e Filippo Zigante, con la consulenza scientifica di Aglaia McClintock. Gli Oblivion porteranno in scena il loro spettacolo “Tuttorial. Guida contromano alla contemporaneità”, diretto da Giorgio Gallione. Un vero e proprio viaggio nel presente e nel futuro, dove il quintetto mescola satira, musica, teatro e cultura pop in un susseguirsi di gag e parodie. Galileo Galilei star di TikTok, Leonardo da Vinci alle prese con contenuti virali e Alessandro Manzoni che immagina i suoi “Promessi Sposi” nelle più celebri serie televisive: questi sono solo alcuni degli ingredienti di uno spettacolo tanto irriverente quanto brillante.

“Tuttorial” è una realtà alternativa in cui le figure storiche interagiscono con il mondo digitale e i fenomeni della modernità. Nulla è risparmiato dal geniale frullatore oblivionesco: dai tormentoni musicali alle dinamiche dei social, dalle serie televisive più seguite dal pubblico alle contraddizioni della società attuale. Il tutto condito con il virtuosismo degli Oblivion, che non si limitano a cantare e recitare, ma diventano essi stessi orchestra, fondendo sonorità elettroniche, strumenti insoliti e arrangiamenti originali. Sul palco del Comunale sabato saliranno Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli, un quintetto capace di unire l’intelligenza del teatro d’autore alla leggerezza dell’intrattenimento, in un mix esplosivo che richiama la tradizione del Quartetto Cetra ma con un occhio puntato sul presente.

Lo spettacolo si snoda tra momenti esilaranti e riflessioni acute, passando dai duelli tra Bell e Meucci per l’invenzione del telefono, all’analisi delle nuove figure della contemporaneità, come l’infaticabile rider e il pavido leone da tastiera. Il regista Giorgio Gallione descrive “Tuttorial” come un «helzapoppin coltissimo e folle, una satira tagliente sulla società odierna che, tra canzoni, parodie e momenti di grande teatralità, esplora con acume e ironia la cultura digitale e i suoi effetti». La serata sarà aperta dal professor Riccardo Resciniti, ordinario di Economia e gestione delle imprese presso l’Università del Sannio, con un preludio intitolato «Il percorso contromano del capitalismo woke».

I biglietti sono disponibili online sul sito www.clappit.com e presso la libreria Ubik Liberitutti in via Lungosabato Riccardo Bacchelli. Inoltre, la sera dell’evento sarà possibile acquistare il ticket direttamente presso il botteghino del teatro.

Lina Sastri  con musica e parole racconta  Napoli e incanta il pubblico di Benevento

Lina Sastri con musica e parole racconta Napoli e incanta il pubblico di Benevento

Cultura

Spettacolo da protagonista e da appassionata navigante della cultura musicale e drammaturgica di Napoli, Lina Sastri ha presentato, nel piccolo gioiello del Teatro “Vittorio Emanuele” di Benevento, la sua opera “Voce e notte”, una rappresentazione che dà vita ad un genere canzone/teatro creato da lei stessa alcuni anni fa.

Lo spettacolo rientra nel cartellone di “Città Spettacolo Teatro”, promosso dal Comune di Benevento e Fondazione Benevento Città Spettacolo e con il contributo di “Pastificio Rummo”.

Lina Sastri è un’attrice e cantante italiana che, ricordiamo, ha tra le sue esperienze professionali l’aver recitato in TV nel ciclo scarpettiano di Eduardo De Filippo e al cinema nel film “Il prefetto di ferro” di Pasquale Squitieri. Ha anche  vinto due David di Donatello per la migliore attrice protagonista, per “Mi manda Picone” (1984) e per “Segreti segreti” (1985) e un David di Donatello per la migliore attrice non protagonista, per “L’inchiesta” (1987).

Ha anche partecipato al Festival di Sanremo 1992  con Femmene ‘e mare.

La rappresentazione della Sastri è stata un’immersione emotiva e personale nella cultura musicale e teatrale della città che ama e di cui è figlia, un viaggio senza appigli fra le parole ed i suoni di una metropoli unica di cui ha voluto svelare, con i brani scelti e da lei interpretati e le parole poetiche della grande cultura napoletana e di alcuni suoi autori, il cuore pulsante di un popolo che, senza veli, grida al mondo il suo dolore, la sua gioia e la sua vita, un mondo che si è spesso incrociato con i suoi ricordi più personali e intimi.

Accompagnata al pianoforte da Ciro Cascino, suo compagno nell’esibizione, la Sastri è entrata sul palco con un abito bianco frusciante, sfilato più tardi, per sfoggiarne uno rosso, ed il viso tutto preso dalle emozioni che nascevano dall’interpretazione del brano poetico “Pianefforte ‘e notte” di Salvatore di Giacomo, mentre il suo corpo accompagnava le parole muovendosi sinuosa sulle note del pianoforte.

La sua voce esile nel gioco delle emozioni, è diventata via via sempre più forte ed incisiva nel recitare il brano che parla di un pianoforte che, di pari passo con pensieri e sentimenti, accompagna l’anima a riscoprire se stessi nel silenzio della notte.

E’ seguita l’esibizione musicale di molti brani, tra cui ricordiamo “Reginella”, “Torna maggio”, “Era de maggio”e “Dicitencello vuje”. Ogni brano però non era mai fine a se stesso, era sempre accompagnato da parole che narravano storie di uomini, donne e luoghi di Napoli, quasi a portare gli spettatori nei luoghi incantati della vita di tante persone e della stessa Sastri, in una esplorazione di una terra e di una cultura in cui ella è riuscita a mescolare la musica partenopea con il racconto personale della sua vita, i suoi ricordi ed i pensieri che hanno arricchito e reso importanti le vicende del suo vissuto.

Sono seguiti altri brani musicali tra cui ricordiamo “Passione”, “Napulitanata”, “Amaro è o bene”, “Indifferentemente”, ”Na sera e maggio”.

Non sono mancati altri ricordi personali, come quello di lei bambina dalle suore, che, spronata dalla religiosa, è salita per la prima volta su un palco per recitare, ignara ovviamente che quel gesto sarebbe stato il primo passo verso la sua carriera di attrice.

Quello più dolce è stato però il ricordo di suo padre che, tornando dal lavoro, prendeva tra le braccia sua madre e ballava con lei sulle note di una musica del sud America, due persone felici la cui immagine è rimasta nella sua mente e nel cuore.

E’ seguita poi l’esecuzione di altri brani musicali, tra i quali  “Core’ngrato”, “Si t’To sapesse dicere”, “Torna a Surriento”, “Chiesa di mare” – con il mare altro grande protagonista della musica napoletana – , “Avita e comm’e o mare” e “Maruzzella”.

Non poteva mancare nel suo repertorio il brano recitato di “Filomena Marturano”, commedia scritta nel 1946 da Eduardo De Filippo, composta dal grande attore napoletano per sua sorella Titina. Grande ed intensa la recitazione da parte della Sastri;  partecipe e quasi identificata nella storia di Filumena, la Sastri ha proposto infatti al pubblico un convincente ed avvincente spaccato di recitazione, ricca di grande immersione emotiva personale.

Grande ed affettuoso l’applauso da parte del pubblico che ha seguito con attenzione questo passaggio della rappresentazione.

Sono seguiti gli ultimi brani, inframmentati da passi di danza di due ballerini sullo sfondo, quasi a ricordare che le parole, messe in musica o recitate, sono comunque canovaccio dello scorrere della vita, quasi simile ad una danza che, con il movimento del copro, parla di noi e di ciò che siamo.

Ha poi esguito “Alleria”, “Assaje”, “O sole mio”, “Napul’è” e, naturalmente “La canzone di Ninetta”, brano con musica e testo di Lina Sastri che accompagna il film “La casa di Ninetta”, lavoro in cui la stessa Sastri individua la giusta narrazione del suo rapporto con la figura materna.

Lo spettacolo è terminato con il brano “Napul’è”, canzone scritta dall’amico Pino Daniele, quando egli aveva diciotto anni e dedicata alla città di Napoli.  

Un caldo e scrosciante applauso ha salutato gli interpreti della piece teatrale, l’innovativo andamento musica/recitazione, ma soprattutto l’abilità artistica di una grande attrice che, senza veli e con passione, ha raccontato, con la voce e con le parole, il suo amore e la cultura e la storia umana di una città antica e contemporanea come la sua Napoli.

Foto: Benevento Città Spettacolo e BeneventoNews24.it

FOTO – Uto Ughi e la magia del violino: standing ovation al Teatro “Vittorio Emanuele”

FOTO – Uto Ughi e la magia del violino: standing ovation al Teatro “Vittorio Emanuele”

Cultura
Il celebre violinista incanta il pubblico beneventano con un’esibizione straordinaria al Teatro “Vittorio Emanuele”, accompagnato dall’Ofb del Conservatorio “Nicola Sala”. Un viaggio tra virtuosismo, emozione e pura bellezza musicale.

La musica è sicuramente un linguaggio universale che solo l’anima può capire, tuttavia essa è diventata, attraverso il suono del violino di Uto Ughi, nella serata di sabato 22 febbraio a Benevento , momento di deflagrante bellezza acustica e psicologica, attimo di riscoperta di messaggi interiori che spesso ignoriamo, volo appagante in un universo di incanto che ha regalato armonia, non solo musicale, ma anche personale.

Il celebre violinista Uto Ughi è stato il protagonista del settimo appuntamento della stagione artistica dell’Accademia di Santa Sofia. L’evento, organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi del Sannio e il Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento, sotto la direzione artistica di Marcella Parziale e Filippo Zigante, con la consulenza scientifica di Aglaia McClintock, si è tenuto nell’incantevole cornice del Teatro “Vittorio Emanuele” di Benevento.

A precedere il momento sonoro è stato l’intervento di Giuseppe Ilario, direttore del Conservatorio di musica ‘Nicola Sala’ di Benevento, intorno al tema:” Lezioni dal Romanticismo: evitare le ombre del Nazionalismo dell’A.I. nella Musica”. Egli ha spiegato come, partendo dal Romanticismo, movimento artistico sviluppatosi a cavallo tra il XVIII° ed il XIX° secolo, esso ha rivoluzionato la musica.

I compositori romantici cercavano di dar voce all’individualità, all’emozione ed all’immaginazione, tuttavia, spesso, esso è diventato strumento di espressione collettiva che, nella speranza di innovare la società, ha generato il nazionalismo, con una piega ben più oscura ed  anche la musica è diventata spesso strumento di simbolo di identità nazionale.

In realtà i temi del Romanticismo sono stati stravolti dalle vicende storiche a lui successivi anche se le sue idee e innovazioni, hanno prodotto effetti fino ai nostri tempi. Oggi siamo dipendenti dalla Intelligenza Artificiale, che sicuramente ci regala una società più evoluta e veloce, tuttavia troppo spesso ne diventiamo succubi. Anche nella musica spesso l’A.I agisce sostituendosi al pensiero umano, ai sui errori necessari e affascinanti e, sebbene sia perfetta nella riproduzione, essa rimane comunque oggetto estraneo ai sentimenti e dunque da ridimensionare.

E’ seguito poi il concerto di Uto Ughi, accompagnato dall’Ofb del Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento, diretta dal maestro Maurizio Petrolo.

I giovani artisti dell’Ofb cittadina, sono stati gli splendidi compagni di viaggio dell’enfant prodige Uto Ughi, il musicista infatti ha iniziato a suonare a quattro anni e, nella sua carriera, si è esibito con le maggiori orchestre del mondo e sotto la direzione dei più prestigiosi direttori.

Suo compagno di viaggio musicale è stato il suo violino Guarneri del Gesù del 1744, strumento che possiede un suono caldo dal timbro scuro ed è forse uno dei più bei “Guarneri”.

In più occasioni egli ha presentato il brano che si accingeva a suonare raccontando del suo autore, come ad esempio di Vivaldi che, essendo un sacerdote, mentre diceva messa, spesso lasciava l’altare per andare a scrivere musica, cosa che porterà i suoi superiori a costringerlo a “messe private” per evitare interruzioni nel rito liturgico!

L’ingresso del Mestro è coinciso con il deflagrare della sua incantevole ed ammaliante musica, tanti i brani da lui eseguiti insieme all’Ofb del Conservatorio beneventano, da Jenkins : Palladio, ad alcuni brani di J.S.Bach come il Concerto in La min. BWV 1041 per violino, archi e cembalo, per continuare con G. Pugnani-F. Kreisler : preludio e allegro nello stile di Pugnani e chiudere con  A. Vivaldi ed il suo Concerto in Mi minore per violino, archi e cembalo “IL FAVORITO”.

Initile dire che ogni sua singola esibizione si è conclusa sempre con scroscianti e ripetuti applausi da parte di un teatro in sold aut e di spettatori mai paghi della sua esibizione.

La sua abilità artistico-musicale ed il suo stile interpretativo hanno trasportato tutti i presenti in un universo di beatitudine melodico e antropico di significativa rilevanza, le sue sonate, ricche di particolari e volute “svisate”, hanno reso la sua musica ed il modo in cui l’ha offerta ai presenti, la chance giusta per volare alto nei sentimenti e nell’empatia generale di un momento magico.

Ai suoi saluti finali, è seguito un lunghissimo applauso che ha richiamato il Maestro sul palco, un’occasione che lui non ha perduto per fare i complimenti all’Ofb, giovani talenti, ha detto, che sicuramente faranno strada e, per accontentare il pubblico impaziente di riascoltarlo ha proposto, come lui stesso ha detto :”metà Capriccio di Paganini, precisamente il  capriccio numero 24”.

Il pubblico è allora andato in estasi alla sua esibizione musicale del pezzo, complessa, precisa, intrigante, affascinante, difficile e articolata.

Momento dunque magico di arte musicale ed umano, istante incantato di serenità e amore per la grande musica ed uno dei suoi maggiori interpreti.

Angela Finocchiaro e il “Calamaro gigante”, l’impossibile che diventa vivo

Angela Finocchiaro e il “Calamaro gigante”, l’impossibile che diventa vivo

Cultura

Serata di favola e realtà al Teatro “Vittorio Emanuele” di Benevento con la rappresentazione de “Il Calamaro gigante”, storia tratta dal romanzo omonimo di Fabio Genovesi, con l’interpretazione di Angela Finocchiaro e Bruno Stori.

Sold aut per il bel teatro cittadino, affollato di persone desiderose di scoprire in cosa mai consistesse la storia di un animale mitico di cui per molto tempo non si è accettata l’esistenza, continuando poi con la vita di un’assicuratrice trascinata in un viaggio assurdo fuori da ogni realtà, ma, nello stesso tempo, nella condizione del bisogno psicologico di dare significato alla propria vita aggrappandosi ad un sogno.

Con lo svolgersi della storia, il palco è diventato un luogo fantastico dove, grazie agli attori/acrobati della compagnia, precisamente Gennaro Apicella, Silvia Biancalana, Marco Buldrassi, Simone Cammarata, Sofia Galvan, Stefania Menestrina, Caterina Montanari e Francesca Santamaria Amato, i sogni sono diventati realtà, con grandi lenzuoli che simulavano le onde del mare che hanno avvolto la Finocchiaro in un vortice di paure e scoperte che l’hanno proiettata in un’altra realtà.

La vita di Angela viaggia tra l’assurdo e l’incomprensibile, come accade per ciascuno di noi, la sua vita, apparentemente normale, subisce una brusca virata quando, in coda verso Roccobilancio mentre tornava a Milano per la cena d’ufficio, a causa dei vacanzieri in rientro dal mare, luogo che lei detesta, viene travolta da un’onda impossibile e assurda che la porta via in un mondo sconosciuto che sconvolge la sua vita.

Inizia così un viaggio, tra l’assurdo ed il reale, tra persone che hanno abbracciato il mare come loro vita, marinai e studiosi che sono vissuti per il mare ed i suoi segreti, viaggio che si realizza, per Angela, con la compagnia di uno strano personaggio del passato, tale Pierre Denys de Montfort, zoologo e naturalista francese del settecento.

La storia si dipana tra citazioni di personaggi del passato che hanno deciso di affrontare pericoli e situazioni sconosciute per trovare ed affrontare il Grande Sconosciuto, quel Calamaro Gigante di cui molti parlano, ma ancora non hanno trovato.

Una ricerca che si rivela, al di là del fatto naturalistico e scientifico, analisi delle proprie paure, proiezione di bisogni inconsci nella ricerca di una realtà che superi la vita quotidiana, esigenza di concretizzare il desiderio di una vita che trasformi la necessità in realtà, che superi i sogni e appaghi l’animo e la vita quotidiana, perché i sogni sono realtà senza i quali non possiamo vivere.

Tutto diventa possibile se si giunge a credere nell’esistenza del Calamaro Gigante, quasi emblema di quell’interiorità che spesso disconosciamo, ma che rappresenta, in realtà, il motore della vita, perché se esiste davvero il Calamaro Gigante, è evidente che non esistono sogni irrealizzabili, conflitti senza soluzioni o anche amori impossibili.

La piece è anche divertente, non mancano infatti battute argute e riferimenti alla vita quotidiana fatta di necessità cui può rispondere, secondo Angela, solo una buona assicurazione.

Ci sono poi riferimenti a sua nonna che parla con il nonno morto, per questo ritenuta fuori di testa, eppure alla fine della storia la vecchia donna insegnerà alla nipote che il sogno di avere ancora accanto chi si ama dipende solo dalla voglia di raggiungere un bisogno e farlo proprio.

La storia ha anche un risvolto educativo, in essa tutto parla di quel “ce la puoi fare” di cui tutti, specie i giovani, hanno bisogno.

In sostanza il Calamaro Gigante rappresenta l’approccio coraggioso ed appassionato alla vita, la spinta ad afferrare i sogni e renderli realtà, senza paure o preconcetti, a trasformare l’impossibile in realtà, perché solo questo approccio può dare senso alla nostra vita.

La storia racconta infine come sia stata provata l’esistenza del Calamaro Gigante, animale degli abissi e re di un mondo dove noi non possiamo vivere, ma che esistendo dà significato al valore di ciò che sembrava impossibile ed è diventato realtà.

Bravissimi tutti gli attori, dalla Finocchiaro a Stori, a tutti i giovani attori/acrobati che sono stati capaci di trascinare il pubblico in una storia solo apparentemente oscura, ma in realtà di grande chiarezza e immediatezza comunicativa, un’avventura che, tra risvolti psicologici, naturalistici e di vita quotidiana, ha trascinato il numeroso pubblico presente in un viaggio interiore di grande spessore.

Grande successo e doppio sold out per il concerto di Capodanno diretto dal maestro Veaceslav Quadrini

Grande successo e doppio sold out per il concerto di Capodanno diretto dal maestro Veaceslav Quadrini

Eventi

Il “Gran Concerto di Capodanno” del 1 gennaio 2025, giunto alla 32^ edizione, non tradisce le attese. Lo dimostra il sold out dei due spettacoli. L’ evento, organizzato dall’ associazione “Musicainsieme” con la collaborazione dell’ Accademia delle Opere Aps, rientra nella rassegna “InCanto di Natale” coordinata da Renato Giordano. A presentare questa edizione l’ avvocato Mario Collarile, il quale ha sottolineato come le varie edizioni abbiano avuto grandissimi nomi come la fisarmonica di Peppino Principe e la tromba di Nello Salza, giusto per citarne alcuni.

Impeccabile la direzione del maestro – concertatore Veaceslav Quadrini Ceaicovschi, che ha “condotto” alla grande l’ Orchestra Internazionale della Campania. Ospite di eccezione Piero Ricci alla zampogna, che ritorna in quel di Benevento a distanza di 10 anni dal suo ultimo successo. Il maestro ha eseguito: “Matese, Natale internazionale” e “Mainarde”.

Un pubblico attento ha apprezzato moltissimo le varie esecuzioni.

Ad aprire il concerto, la sinfonia “L’ italiana in Algeri” di Rossini. Poi si continua con “Cavalleria leggera – Ouverture” di Franz Von Suppé, ma non potevano mancare brani di Strauss come la famosissima “Marcia di Radetzky” e “Sul bel Danubio blu” che il pubblico ha accompagnato scandendo il ritmo con il battito delle mani. Da rimarcare, inoltre, la bellissima coreografia preparata da Saveria Cotroneo, insegnante dell’ omonima scuola di danza classica. Ad attirare l’ attenzione del pubblico, diversi palloni bianchi che le bravissime allieve della scuola di danza della maestra Cotroneo, hanno lanciato nel cielo di un gremitissimo teatro “Vittorio Emanuele” .

Al termine del concerto, ogni donna è stata omaggiata con una confezione di pasta Rummo, che ha aggiunto alla serata un tocco ulteriore di originalità.

Benevento | “Magia in musica – Tango e dintorni”: stamani la conferenza stampa

Benevento | “Magia in musica – Tango e dintorni”: stamani la conferenza stampa

Eventi

In mattinata, nel foyer del teatro “Vittorio Emanuele” di Benevento, si è tenuta la conferenza stampa dell’evento “Magia in musica – Tango e dintorni“, che si terrà il 31 ottobre (Teatro Vittorio Emanuele) con due spettacoli (19.30 e 21.30) da non perdere assolutamente. Un viaggio in musica attraverso il fascino del tango. 

“E’ un’iniziativa molto bella  – afferma l’assessore alla Cultura, Antonella Tartaglia Polcini  – che abbina l’emozione della musica alla danza. Ci auguriamo che la cittadinanza possa apprezzare il valore culturale e rievocativo che questo evento porta con sé, perché nel tango c’è anche molta spiritualità. Benevento accoglie un candlelight che avremmo dovuto proporre da tempo, ma aspettavamo la giusta proposta poichè questa non è una semplice serata, ma un trionfo di arte, cultura e poesia. Per quanto mi riguarda, il tango è poesia in musica”.

Francesco Tuzio, presidente dell’Accademia delle Opere Aps, si è occupato dell’intera produzione dell’evento: “In effetti  – ha dichiarato  – a Benevento è la prima volta che portiamo il candlelight intorno al quale è stato costruito l’intero spettacolo. Vorrei ringraziare anche Linda Ocone che ha curato la regia. Naturalmente il mio ringraziamento va anche all’insegnate di danza Carmen Castiello che sarà presente con una parte di danzatori che fanno parte del suo corpo di ballo. Questo è un viaggio in musica. Tornando al candlelight – continua Tuzio –  sono felice di portarlo a Benevento per la prima volta. Per me è un po’ la data del cuore e, grazie alla joint venture con il Comune di Benevento, abbiamo realizzato questa serata in un teatro che è un vero gioiellino. Ci saranno  delle sorprese che adesso non posso annunciare”.

Insieme ad candlelight ci sarà anche il quintetto d’ archi dell’ Orchestra Internazionale della Campania, con la direzione del maestro-concertatore Veaceslav Quadrini: “E’ un evento – afferma il maestro  – che mi trasmette sensazioni positive. Mi aspetto una grande presenza di pubblico. Il candlelight è una sperimentazione iniziata lo scorso anno con un evento realizzato insieme a Francesco Tuzio. Con il fisarmonicista Flavio Feleppa, invece, collaboriamo dal 2014. Naturalmente abbiamo ottimizzato la formazione di musicisti. Per quanto riguarda la musica, alcuni arrangiamenti sono frutto di un lavoro che ho realizzato prettamente per il quintetto di archi. La fisarmonica di Flavio Feleppa  – conclude – aggiungerà ulteriore magia a questa serata”. 

Presente anche il consigliere comunale Marcello Palladino, componenete della commissione Cultura:  “Mi fa molto piacere quando ci sono eventi ben curati e in grado di abbinare musica e cultura. E’ un evento che ha una certa originalità ed è caratterizzato da un genere affascinante come il tango, che abbraccia una larga fascia di pubblico. Guardo sempre con molto piacere a iniziative che danno alla città proposte di qualità. L’obiettivo è quello di creare tante opportunità  in grado di dare a molte persone la possibilità di esprimere la loro arte in ogni sua forma”. 

Di poche ma sentite parole l’intervento dello special guest  Flavio Feleppa“Ringrazio Francesco Tuzio per avermi coinvolto in questo progetto. Sarà sicuramente una grande emozione e un viaggio in musica. E’ bello ed emozionante suonare in un’atmosfera fantastica, che il candlelight è in grado di creare”.

“Danzare per la vita”, Gran Soirèe di Balletto: presentazione dell’evento a Palazzo Mosti

“Danzare per la vita”, Gran Soirèe di Balletto: presentazione dell’evento a Palazzo Mosti

Eventi
Appuntamento al 30 settembre ore 10.00.

Lunedì 30 settembre ore 10.00, presso la Sala Consiliare di Palazzo Mosti in via Annunziata Benevento, si terrà la presentazione dell’evento “Danzare per la vita”, Gran Soirèe di Balletto.

Interverranno:

Carmen Castiello, Direttrice artistica dell’evento, Carmen Coppola, Assessore alle politiche sociali del Comune di Benevento, Erminia Mazzoni, Presidente Rotary-Sezione di Benevento , Rossella Del Prete, Presidente FIDAPA Sezione di Benevento, Stefania Pavone, Presidente Lion’s Sezione di Benevento, Mariateresa Spina, Presidente Lion’s Arco Traiano, Carmelina Di Grezia, Presidente dell’associazione Amos Partenio per la prevenzione e progetti che sostengono l’iniziativa “Power of the Pink”, la forza del rosa, che insieme ad altri progetti sostengono le iniziative del Dottore Carlo Iannace.

L’evento benefico è in programma il 5 ottobre alle 20.00, presso il Teatro Comunale “Vittorio Emmanuele” di Benevento, il costo del biglietto d’ingresso è di 23 euro (intero) e euro 17,50 (ridotto per i bambini dai 4 ai 12 anni).

I biglietti sono in vendita presso All Net Service in via Lungo Calore di Svevia 25 o presso il Centro Studi Carmen Castiello in via Giuseppe Piermarini 32 o sul sito dedicato : https://www.i-ticket.it/eventi/danzare-per-la-vita-teatro-comunale-v-emmanuele-5-ottobre-biglietti .

L’incasso sarà devoluto alle iniziative “Power of the Pink”.

La manifestazione è patrocinata da Comune di Benevento, Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari, Lion’s Club Benevento Host, Lions Club Arco di Traiano, Rotary Club Benevento, La Magia del Rotary, Accademia delle Opere aps, Centro Studi Carmen Castiello.

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La fine ironia de “I Ragazzi Inarrestabili” irrompe al Teatro Comunale di Benevento

La fine ironia de “I Ragazzi Inarrestabili” irrompe al Teatro Comunale di Benevento

Cultura

Tra antichi conflitti e argute risate, il teatro Comunale “Vittorio Emmanuele” di Benevento è stato animato, nella serata di mercoledì 28 febbraio, dalla fine e valente interpretazione della commedia “I ragazzi irresistibili”; protagonisti due grandi attori come Umberto Orsini e Franco Branciaroli.

La commedia di Neil Simon, del 1972, con la paura di invecchiare, oggi detta gerascofobia, accompagnata da antiche ed insanabili incomprensioni tra i due protagonisti, costruisce una trama profonda nei significati, ma anche irresistibile nell’andamento dei rapporti tra due anziani attori di varietà, che hanno lavorato insieme per una vita per poi separarsi a causa di insanabili incomprensioni.

Finita l’epoca d’oro del successo, gli antichi amici vivono l’uno di qualche sketch pubblicitario e l’altro della carità della figlia.

I due, che vivono ormai di ricordi dei successi passati, ma anche di antichi rancori, sono invitati a riunirsi, per un’unica serata, in occasione di un programma televisivo che vuole ricordare il glorioso varietà americano del quale essi sono stati grandi protagonisti.

Gli antichi contrasti però riaffiorano inevitabilmente dando vita ad una pièce teatrale ricca di geniale comicità e profonda malinconia.

Franco Branciaroli, nella storia Willy Clark ed Umberto Orsini, nella parte di Al Lewis, si ritrovano per riproporre, in una serata, la comicità del genere vaudeville, molto famoso per il duo “I ragazzi irresistibili”, nel quale lo scorbutico ed ormai anziano Willy, sostenuto dal nipote che fa da manager dello spettacolo e cerca di trovare per lui scritture, ancora ricorda come il suo compagno, durante la recitazione, gli sputava addosso nel pronunciare battute  piene di “s” e gli puntava, con violenza,  continuamente un dito al petto.

Un importante network televisivo ha deciso però di riproporre le antiche glorie della commedia leggera e dunque Willy, che ancora vanta ipotetiche scritture rifiutando il passare del tempo, ha l’occasione di tornare sul palco, ma dovrà essere accompagnato dal vecchio ed odiato amico Al Lewis.

Egli prima rifiuta l’impresa, poi l’accetta, ma durante una prova dello spettacolo “sketch del dottore“, modifica una battuta, cosa che Lewis, preciso e pignolo, non accetta. Si tratta solo della nuova battuta “Si accomodi” a fronte di quella originaria “Avanti” a seguito del “toc toc” del bussare dell’amico/nemico.

Lo scambio genera però discussioni che diventano esilaranti momenti di ironia e divertimento generati dallo scambio di accuse tra i due e dal fine andamento della recitazione tra i due grandi attori.

Durante la recitazione dello sketch, le battute si sprecano ed anche le ripicche; lo scontro sembra rendere impossibile lavorare nuovamente insieme, fino a quando Willy non si accascia per un malore.

All’altra scena esilarante di Willy accudito da una formosa infermiera, segue la visita del nipote che gli propone di andare a casa sua oppure in un ospizio per anziani attori. La proposta lo sconforta, ma quando va a trovarlo Lewis, quest’ultimo gli confida di dover andare in un ospizio per vecchi attori, lo stesso proposto poco prima a Willy.

La scena finale vede i due vecchi amici, ormai anziani e pieni di acciacchi, che confortandosi a vicenda superano gli antichi dissapori prendendo atto di essere giunti ormai ad un tempo nel quale solo l’amicizia può dare senso alla vita.

L’opera “I ragazzi irresistibili” che ha già visto anche una versione cinematografica del 1975 con gli attori Walter Matthau e George Burns, è tornata sul palco del teatro “Vittorio Emanuele” trascinando il numeroso pubblico presente in una storia tra il nostalgico e l’esilarante, grazie a due attori esperti ed abili nella recitazione, nelle pause e nell’andamento teatrale.

Se la vecchiaia spesso fa paura o porta malinconia del tramonto, l’amicizia, anche se controversa, come ci hanno dimostrato i “ragazzi irresistibili”, rimane l’ancora cui aggrapparsi nelle difficoltà, se poi le discordanze vengono affrontate con la leggerezza e l’ironia della recitazione di Franco Branciaroli ed Umberto Orsini e del testo di Neil Simon, esse diventano solo occasione pe ritrovarsi e dare senso ad ogni momento della vita, soprattutto la vecchiaia e l’illusione di una eterna normalità.

Storia e fiction nella rappresentazione di ” I due Papi” a Benevento

Storia e fiction nella rappresentazione di ” I due Papi” a Benevento

Cultura

Come da programma della “Città Spettacolo Teatro” di Benevento si è tenuta, nella serata di sabato 3 febbraio, la rappresentazione dell’opera teatrale “I due Papi”. L’evento è stato realizzato all’interno dello storico Teatro Comunale “Vittorio Emanuele” di Benevento, gremito in ogni suo posto per assistere alla piece teatrale ed alla recitazione di due importanti attori quali sono Mariano Rigillo e Giorgio Colangeli.

Hanno affiancato i due attori principali Anna Teresa Rossini, nel ruolo di Suor Brigitta, migliore amica di Papa Ratzinger, Ira Fronten,  nel ruolo di Suor Sofia e Alessandro Giova, con la regia di Giancarlo Nicoletti.

La rappresentazione, tratta dall’opera teatrale “The Pope” di Anthony McCarten, narra, tra storia e fiction, il rapporto tra Papa Benedetto XVI e Jorge Mario Bergoglio, attuale Papa Francesco.

I “due Papi” è una rappresentazione che ha come protagonisti gli ultimi due papi della Chiesa cattolica, Benedetto XVI e Papa Francesco, il loro differente modo di intendere il ruolo della Chiesa nel mondo e, soprattutto, la diversa visione dell’integrazione religiosa all’interno di una società in evoluzione, sia tecnologica che etico/sociale, rapporto ritenuto non modificabile dal teologo Benedetto XVI ed invece necessariamente al passo con i tempi da Bergoglio.

Le vicende storiche raccontate prendono l’avvio dalla decisione di Bergoglio di andare in pensione dal suo ruolo di Cardinale e diventare di nuovo parroco per meglio servire i bisognosi. Le missive da lui inviate al Papa per vedere accolta la sua richiesta vengono però ignorate, finchè un giorno egli non viene invitato a Roma dal santo padre.

L’incontro tra i due si manifesta presto come un colloquio tra sordi, Bergoglio che chiede la firma per il pensionamento per meglio servire chi ha bisogno, soprattutto nelle zone più povere dell’Argentina, suo paese di origine e il Papa tedesco che gli rifiuta la ratifica temendo che la sua accettazione diventi l’atto deflagrante della sua ribellione alla tradizione della Chiesa.

In realtà Papa Ratzinger già stava pensando da qualche tempo di abbandonare il soglio di Pietro, anziano e soprattutto provato dagli scandali e dai cambiamenti, sempre più numerosi, che stavano travolgendo il mondo cattolico, come i casi di pedofilia e gli scandali della banca vaticana, i difficili rapporti con la realtà LGBT ,con le  donne in materia di   pratica sacerdotale e la negazione ai sacramenti di divorziati e/o di donne che hanno praticato l’aborto.

Egli era consapevole di non essere più in grado di guidare, secondo il suo modello tradizionale, una chiesa che chiedeva cambiamenti per lui inaccettabili, ma nello stesso tempo si rendeva conto che l’immobilismo del suo dicastero produceva l’allontanamento, soprattutto in occidente, di milioni di persone dalla religione cristiana.

Bergoglio rappresentava perciò, ai suoi occhi, il modello ideale di capo della cristianità, sempre vicino ai bisognosi, aperto alle nuove pratiche ed esigenze sociali e poco incline all’inattività della Chiesa di fronte ai grandi temi sociali ed etici che agitano il mondo moderno.

Al progetto di Benedeto XVI di negare il suo consenso alle dimissioni in vista di un nuovo conclave, durante il quale Bergoglio aveva grosse possibilità di essere eletto Papa, quest’ultimo rifiuta il piano del capo della chiesa in quanto si dichiara colpevole di non essersi opposto adeguatamente alla dittatura argentina di Videla.

Tra il 1973 ed il 1979, egli era stato la massima autorità gesuita in Argentina e, in quei tempi, nella speranza di proteggere i suoi gesuiti dalla dittatura, aveva accettato rapporti con lo stesso Videla, mandante della scomparsa di migliaia di oppositori, impedendo ai suoi preti di prendere posizioni contrarie al dittatore, togliendo loro la protezione della chiesa e, in qualche caso, condannando i malcapitati all’arresto, alla tortura ed alla morte.

Pur avendo ricevuto il perdono da parte di alcuni di loro, egli si sentiva colpevole e perciò non degno di vestire l’abito talare.

Ratzinger ricorda al Cardinale Bergoglio che il perdono è manifestazione della volontà di Dio e comunque, anche lui ha da confessare qualcosa. Egli , da tempo, non sente più la voce  del Signore, anzi l’ha risentita solo ascoltando il Cardinale e la sua determinazione nel praticare la carità e nel condannare, in modo esemplare, i membri della chiesa che hanno commesso reati e macchiato il ruolo misericordioso della religione cristiana.

L’opera teatrale, figlia di fatti storici e ricostruzione romanzata dei dialoghi, finisce con il rappresentare un dramma nella storia della Chiesa, ma soprattutto un duetto strepitoso tra due grandi attori interpreti di un testo teatrale complesso, ma carico di riferimenti sia storici che sociali, opera che si chiede le ragioni dell’abdicazione di Benedetto XVI, avvenuta dopo settecento anni dal “gran rifiuto” del 1294 di Celestino V e l’avvento al soglio di Pietro di Papa Francesco, storia che ha avuto una sua trasposizione cinematografica nel 2019 sotto la regia di Fernando Meirelles.

Mariano Rigillo e Giorgio Colangeli hanno interpretato, in modo rigoroso, ma esemplare, i due Papi nelle loro difficoltà umane e religiose, coinvolgendo i presenti nella storia sorprendente della presenza terrena di due Papi, due uomini di Dio che, in un tempo difficile, si sono scontrati per poi reincontrarsi nelle loro affinità di debolezze umane, due uomini all’affannosa ricerca della verità che, con fatica, ma determinazione, hanno creduto di individuare nel rispetto di una fede che li ha accomunati.