“Tribunale di Napoli, un detenuto di origini Gambiane, affetto da problematiche di natura psichiatrica, ha tentato la fuga”, a renderlo noto il Coordinatore Nazionale SiNAPPe Fernando Mastrocinque.
“A seguito di un’udienza molto animata, durante la quale l’imputato ha più volte sproloquiato e oltraggiato la corte, iniziavano a susseguirsi azioni contro il personale di Polizia penitenziaria; inizialmente rifiutava di essere ammanettato opponendo resistenza, di seguito aggredendoli violentemente. – continua il Coordinatore Nazionale SiNAPPe Fernando Mastrocinque – Da subito, con la professionalità che contraddistingue gli appartenenti al Corpo, veniva invitato a rientrare nelle camere di sicurezza del Tribunale, ma, continuando a opporre resistenza e approfittando dell’apertura di un cancello, si divincolava colpendoli con calci, pugni e addirittura morsi, cercando la fuga.”
E prosegue: “I Poliziotti penitenziari, in servizio effettivo presso il nucleo traduzioni e piantonamenti del penitenziario di Benevento,nonostante l’efferatezza delle azioni a loro rivolte, con non poca difficoltà, riuscivano a bloccare il soggetto e a ricondurlo nelle camere di stazionamento, grazie all’ulteriore supporto offerto da altri agenti presenti.Purtroppo però, dopo aver scongiurato la fuga, gli operatori di Polizia penitenziaria sono dovuti ricorrere alle cure mediche per le ferite riportate, ma con grande senso del dovere e tenacia, al termine del trattamento sanitario ricevuto, continuavano il loro servizio portando a compimento il rientro nel penitenziario di Benevento.
Sempre più spesso il personale del Corpo di Polizia penitenziaria è costretto a confrontarsi con detenuti affetti da patologie psichiatriche – afferma Mastrocinque – oggi la percentuale di persone che vivono un disagio psichico all’interno delle mura dei penitenziari è molto più altarispetto a quella della popolazione in generale e ciò espone ad un pericolo sempre maggiore il personale di Polizia penitenziaria; ancora una volta emergono le criticità di gestione di soggetti con disagio mentale e l’incapacità di una società civile come la nostra di trovare adeguate soluzioni, ancora una volta, però, a vincere è la professionalità e la caparbietà della Polizia penitenziaria ed è per questo che ci auspichiamo che l’Amministrazione attivi l’iter per il riconoscimento di formale ricompensa al personale interessato il quale si è distinto in questa particolare occasione agendo con competenza, dedizione e impegno”.
“È indispensabile che la Polizia penitenziaria operi senza paura per la loro incolumità – conclude – mai come adesso si avverte la necessità di certezze e non di sole parole.”
Secondo il Tribunale di Napoli, la coltivazione era del tutto esorbitante rispetto ad un uso personale e terapeutico.
Nella giornata odierna, il Gruppo della Guardia di Finanza di Benevento ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale del Riesame di Napoli su appello proposto dalla Procura della Repubblica di Benevento, confermata anche dalla Corte di Cassazione a seguito di declaratoria di inammissibilità del ricorso promosso dall’interessato, nei confronti di un trentaseienne di origini napoletane, residente del Sannio, arrestato dai militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Benevento in data 3 settembre 2021 per coltivazione e detenzione di sostanza stupefacente del tipo marijuana, ma rimesso in libertà dal GIP al termine dell’udienza di convalida.
L’arresto in flagranza era avvenuto a seguito di una perquisizione locale dell’abitazione in uso all’uomo, dove venivano rinvenuti oltre 2 kg di sostanza stupefacente del tipo marijuana già essiccata e pronta all’uso, nonché circa cinquecento semi di cannabis di diversa tipologia. Inoltre, ulteriori accertamenti consentivano di rinvenire nelle adiacenze dell’immobile 22 piante di marijuana in fiore, nonché un capanno adibito all’essiccazione della sostanza, dotato di lampade alogene, impianto di aerazione e completamente coibentato all’interno con pannelli e teli isolanti.
A tali evidenze si aggiungeva poi l’individuazione di un terreno destinato a piantagione di marijuana c.d. “sativa” in uso alla compagna dell’uomo, al cui interno venivano rinvenute numerose piante risultate avere un livello di THC nettamente superiore a quello previsto dalla normativa vigente.
Secondo il Tribunale di Napoli, in accoglimento della tesi sostenuta nell’atto di appello della Procura di Benevento, la coltivazione su consistente scala predisposta dall’indagato e riscontrata dalla pg operante era del tutto esorbitante rispetto ad un uso personale e terapeutico.
L’ingente quantità di semi di cannabis, nonché le 22 piante di marijuana rinvenute nella disponibilità dell’arrestato, a parere del Tribunale del riesame, consentivano di ritenere sussistenti gravi indizi di colpevolezza in ordine alla condotta di coltivazione illecita di marijuana, ben organizzata, stabile e ragionevolmente destinata allo spaccio, non essendo compatibili le quantità sequestrate, i mezzi predisposti e le semenze rinvenute con un uso meramente personale sia pur terapeutico.
La misura oggi eseguita è una misura cautelare avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e il destinatario della stessa è presunto innocente fino a sentenza definitiva.
Il Tribunale di Napoli ordina la scarcerazione della sannita Grazia Lepore
Era in programma per questa mattina, dinanzi al GUP del Tribunale di Napoli, l’udienza per il procedimento a carico di Don Nicola De Blasio, l’ex parroco di San Modesto, accusato di detenzione e condivisione di materiale pedopornografico.
Il GUP, dopo aver confermato il rito abbreviato, ha poi rinviato l’udienza al prossimo 1 giugno.
Come si ricorderà, il parroco, 56 anni, di Benevento, oggi presente in aula, è in carcere dallo scorso 23 novembre 2021 perché accusato di detenzione di materiale pedopornografico e condivisione, con l’utilizzo della piattaforma Telegram, di almeno 6 video con minori.
Proprio l’ipotesi di scambio di materiale pedopornografico fu a motivare la perquisizione domiciliare cui fu sottoposto Don Nicola lo scorso 3 novembre e all’esito della quale nel suo pc furono rinvenuti file e video a contenuto pedopornografico. Di qui l’arresto in flagranza.
Dapprima, il sacerdote fu sottoposto agli arresti domiciliari, tramutati in detenzione in carcere in virtù dell’addebito relativo alla condivisione del materiale.
Morte bimbo di 5 mesi, il Tribunale toglie la sorellina di Gabriel alla madre
Arrivano nuovi aggiornamenti sul caso della morte del piccolo Gabriel, il bimbo di 5 mesi, di Benevento, deceduto al Santobono di Napoli in seguito a un grave trauma cranico. Dopo la notizia dell’inserimento della madre e degli zii del piccolo nel registro degli indagati, il Tribunale per i minorenni di Napoli ha deciso per l’allontanamento della sorellina di Gabriel dalla madre, con la conseguente nomina di un tutore per la bimba che è stata, quindi, affidata a una casa famiglia.
La madre, tramite il proprio legale, ha già annunciato la volontà di voler proporre ricorso.
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