Benevento, l’Ambasciatore Zazo in visita alla Rocca dei Rettori

Benevento, l’Ambasciatore Zazo in visita alla Rocca dei Rettori

AttualitàBenevento Città

L’Ambasciatore d’Italia in Ucraina Pier Francesco Zazo è stato ricevuto alla Rocca dei Rettori, sede della Provincia di Benevento, dal Presidente Nino Lombardi e dai Consiglieri provinciali per la firma del “Libro degli Ospiti d’Onore” della Provincia e il conferimento del Premio “Telesia for Peoples 2022” da parte dell’Associazione italoamericana Icosit presieduta da Mimmo Ragozzino.

Presenti in Sala Consiliare le massime Autorità civili e militari sannite, l’Ambasciatore Zazo è stato accolto dai vertici delle Società partecipate e dai Dirigenti e funzionari dell’Ente Provincia e da semplici cittadini.

Il Presidente Lombardi, nel discorso di benvenuto, ha dichiarato che la visita dell’Ambasciatore Pier Francesco Zazo è carica di significati in quanto la Rocca dei Rettori, per una lunga serie di vicende storiche e politiche nei pressi e dentro il Castello che domina la Via Appia “Regina viarum”,  si può considerare il cuore del Sannio.

«Per queste ragioni – ha detto Lombardi – la Rocca dei Rettori, oggi sede istituzionale della Provincia, è il luogo ideale perché il popolo del Sannio esprima a S. E. l’Ambasciatore Pier Francesco Zazo l’ammirazione sentita e profonda per il suo esempio di dedizione al dovere e di espressione dei più alti valori morali e civili. Rappresentando l’Italia in Ucraina nel pieno dei tragici eventi bellici ancora in corso, l’Ambasciatore Zazo ha manifestato in concreto solidarietà per la popolazione civile coinvolta nella guerra e per i nostri connazionali presenti nel Paese».

La Città di Benevento, ha proseguito Lombardi, ha conferito ad un suo figlio la Cittadinanza onoraria e la Provincia intende a sua volta rendere omaggio a chi ha fatto inorgoglire i Sanniti e, nello stesso tempo, si è dichiarato orgoglioso di esserlo.

Lombardi ha poi ricordato i concittadini che vivono e lavorano nel mondo e che lo stesso Zazo ha voluto omaggiare nei giorni scorsi per il loro esempio di laboriosità, di cultura e di ingegno.

Lombardi ha quindi ricordato che il Cerimoniale prevede una visita dell’Ambasciatore al Museo del Sannio, Istituto culturale dell’Ente, di cui fu a lungo Direttore proprio lo zio di Pier Francesco, il prof. Alfredo Zazo.

Il Presidente ha ricordato gli straordinari meriti culturali di quest’ultimo che salvò e valorizzò alcuni dei monumenti più insigni della Città e del Sannio, collocandosi così sulla scia degli insegnamenti e delle opere di tanti altri Sanniti illustri del periodo a dimostrazione delle qualità della gente beneventana– ha aggiunto Lombardi.

Il Presidente, infine, ricordando che una delle più celebri canzoni del patrimonio musicale mondiale, “’O sole mio”, fu composta da due napoletani proprio ad Odessa in Ucraina sul fine dell’Ottocento, ha auspicato che, come nei versi di quel canto, torni finalmente a splendere il sole dopo la tempesta.

Il Presidente Icosit Ragozzino, nel ricordare i contenuti e le finalità sociali e civili del Premio, ha sottolineato che il Diplomatico italiano abbia meritato il Premio “Telesia for People” per il suo altruismo e la solidarietà espressa nei confronti di tanti cittadini ucraini ed italiani.

L’Ambasciatore Zazo, nel ringraziare la Provincia, Benevento ed il Sannio tutto per l’accoglienza riservatagli in questi giorni, ha auspicato la fine delle ostilità affinché, ha detto, si possa tra l’altro tornare ad Odessa, Città bellissima e così amata dagli Italiani. Nel firmare il “Libro degli Ospiti d’Onore della Provincia”, l’Ambasciatore, visibilmente emozionato, ha tra l’altro scritto: «Sono fiero delle mie origini sannite».

Il Diplomatico, che era accompagnato dalla moglie, ha quindi raggiunto il Museo del Sannio, avendo come Cicerone d’eccezione il prof. Marcello Rotili, medievista e consulente scientifico della Provincia.

Cittadinanza a Zazo, Civico 22: “Stima e affetto per chi ha fatto della diplomazia strumento di pace”

Cittadinanza a Zazo, Civico 22: “Stima e affetto per chi ha fatto della diplomazia strumento di pace”

Politica

I componenti di Civico22, nonché attivisti di “Mean” (Movimento Europeo di Azione Nonviolenta) salutano con stima ed affetto l’Ambasciatore d’Italia a Kiev, Pier Francesco Zazo che domani riceverà la cittadinanza onoraria qui, a Benevento.

Una vera e propria testimonianza di pace, una persona che ha fatto della diplomazia lo strumento principale per il “cessate il fuoco”, un ponte di comunicazione tra noi e l’Ucraina ancora sotto attacco armato.

Civico22, attraverso il progetto “Mean”, intende proprio costruire la pace e dare assistenza umanitaria in Ucraina.

È un progetto avviato in Italia dalla Rete “Per un nuovo Welfare” insieme ad altre 35 organizzazioni, la cui principale idea è praticare azioni non violente attive all’interno dello scenario di conflitti.

Azioni avvenute sul territorio ucraino che hanno trovato sempre una calda e proficua accoglienza dell’Ambasciatore e di tutto il personale dell’ambasciata italiana a Kiev.

Benevento| Cittadinanza onoraria all’ambasciatore Pier Francesco Zazo: venerdì la cerimonia a Palazzo Paolo V

Benevento| Cittadinanza onoraria all’ambasciatore Pier Francesco Zazo: venerdì la cerimonia a Palazzo Paolo V

AttualitàBenevento Città

“La cerimonia con cui conferiremo, venerdì alle ore 11,30 a Palazzo Paolo V , la cittadinanza onoraria a Pier Francesco Zazo, Ambasciatore d’Italia a Kiev, sarà un momento di grande emozione e di vicinanza al popolo ucraino, vittima di un’aggressione militare che ha riportato, in maniera inattesa e tragica, la guerra nel cuore dell’Europa”.

Così il sindaco Clemente Mastella annuncia la manifestazione che venerdì mattina vedrà l’Ambasciatore Zazo, nativo di Benevento e nipote di uno dei maggiori studiosi di sempre della storia sannita nonché fondatore della Biblioteca provinciale, ricevere ufficialmente la cittadinanza onoraria. 

“E’ il suggello di quanto avvenuto il 29 luglio scorso, quando il Consiglio comunale votò all’unanimità per l’attribuzione di quest’onorificenza all’Ambasciatore di origini beneventane.

E’ un tributo doveroso della Città a chi ha coniugato la mitezza del diplomatico con il coraggio dell’uomo d’azione, fino a salvare vite umane con gesti di autentico eroismo.

Quando gli telefonai, in segno di vicinanza e affetto nei primi, infernali giorni successivi all’invasione, gli dissi che lo consideravo un orgoglio per la nostra terra e venerdì il Sannio gli tributerà l’abbraccio che merita”. 

 <strong>Il Comune di Benevento ha aderito alla campagna “</strong><strong>Stop alle bombe sui civili”</strong>

 Il Comune di Benevento ha aderito alla campagna “Stop alle bombe sui civili”

AttualitàBenevento Città

Il Comune di Benevento ha aderito alla campagna “Stop alle bombe sui civili”, promossa dall’ANCI e dall’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (ANVCG) e diretta a sensibilizzare la collettività sulle drammatiche conseguenze di guerre e conflitti armati sui civili.

Pertanto, mercoledì 1° febbraio, in occasione della “Giornata Nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo”, dalle ore 18:00 alle ore 21:00 verrà illuminato di blu l’Arco di Traiano per ricordare il dramma delle vittime civili della guerra tra Russia e Ucraina e di quelle in corso in ogni parte del mondo, che sempre più spesso si combattono nelle città e nei centri abitati.

“Abbiamo aderito con convinzione all’iniziativa promossa da ANCI e ANVCG – spiega il sindaco Clemente Mastella – perché riteniamo che sia fondamentale conservare la memoria delle vittime civili di tutte le guerre e promuovere, secondo i principi dell’articolo 11 della Costituzione, la cultura della pace e del ripudio della guerra. Tra l’altro, la “Giornata Nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo” coinciderà con l’80° anniversario dall’inizio della Guerra di Liberazione, che per la popolazione italiana ha segnato anche l’inizio del periodo più duro del secondo conflitto mondiale, con migliaia di vittime tra i civili in tante città, compresa Benevento, dove perirono oltre 2.000 persone”.

Ucraina, De Luca: “Il 29 ottobre grande manifestazione per la pace a Napoli”

Ucraina, De Luca: “Il 29 ottobre grande manifestazione per la pace a Napoli”

AttualitàDalla Regione

“Una grande manifestazione per la pace a Napoli sabato 29 ottobre”. La annuncia il governatore della Campania, Vincenzo De Luca.

“Nel corso dell’incontro di sabato prossimo in Regione, aperto ad associazioni, istituzioni pubbliche, culturali e religiose – aggiunge De Luca – partirà la concreta organizzazione di questa manifestazione che avrà come obiettivo quello di promuovere un cessate il fuoco in Ucraina della durata di un mese, per consentire a istituzioni di governo e statali o singole personalità di mettere in campo una concreta iniziativa di pace”.

“Invitiamo tutti a comunicare le loro adesioni alla manifestazione che vuole risvegliare le coscienze, far crescere la consapevolezza dei problemi drammatici che abbiamo di fronte, e cominciare a introdurre nel linguaggio della politica la parola “pace”, che sembra ormai cancellata”, conclude De Luca.

Scappa dalla guerra in Ucraina e scopre di avere un grave tumore: operato e curato al Fatebenefratelli di Benevento

Scappa dalla guerra in Ucraina e scopre di avere un grave tumore: operato e curato al Fatebenefratelli di Benevento

BeneventoCronaca

Quanto vale l’abbraccio di un bambino che ringrazia i medici che hanno salvato la vita al suo papà? Sicuramente più di qualsiasi prezzo possa raggiungere il gas o un barile di petrolio.

Lo scenario è quello della terribile tragedia umana rappresentata dalla guerra in Ucraina che impazza dal febbraio 2022. Y.B. è un uomo di 43 anni che nel giro di pochi giorni vede cadere tutte le certezze che caratterizzavano la sua famiglia, la sua terra e la sua vita. Con l’arrivo dell’invasore russo, infatti, decide di raccogliere poche cose, i suoi tre bambini, e con la moglie, attraverso mille sotterfugi rocamboleschi, partire con il cuore pieno di speranza verso l’Italia.

A Piano di Sorrento c’è infatti da anni sua sorella A. che si rende disponibile ad ospitarli. Lui non potrebbe lasciare il paese, visto l’obbligo di leva per tutti gli uomini sotto i sessant’anni imposto dal governo di Kiev, ma il suo amore per la patria non può superare quello per i suoi tre figli, tutti in età scolare. Davanti a sé un esercito di incertezza, un viaggio epico; alle spalle solo le bombe, ma con coraggio e fortuna YB e la sua famiglia raggiungono l’Italia. 

Proprio quando il peggio sembrava passato YB, trascurando da tempo i suoi problemi di salute per cause di forza maggiore, scopre di avere un grave tumore del glande in fase avanzata. Una patologia rara, importante, devastante, che se non curata in tempo porta a morte certa.

YB però non parla inglese, non parla l’italiano, e quando per puro caso viene visitato prima dal dottor Aniello Russo (responsabile dell’UOS di urologia del Fatebenefratelli di Benevento) e poi dal Dottor  Dante Di Domenico (urologo Fatebenefratelli Bn), la difficoltà nel comunicare al papà che scappa dalla guerra la terribile notizia è enorme. S’innesca così la macchina dell’umanità che distingue da sempre i Fatebenefratelli come insegnato dal suo fondatore San Giovanni di Dio.

Un protocollo non scritto che coinvolge Fra Lorenzo Gamos – Superiore dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù di Benevento, il dottor Giovanni Carozza (Direttore Amministrativo), il personale amministrativo ed il CUP, che si adoperano per semplificare la burocrazia ed affrontare fattivamente un caso medico umano unico e terribile.

YB viene sottoposto ad un intervento di penectomia che coinvolge oltre ai dottori Russo e Di Domenico, anche il prof.  Zito (Primario dell’Urologia dell’Ospedale del Mare), il dottore Castelluzzo, la dottoressa Cusano primario di anestesiologia dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù, gli infermieri e tutto il personale sanitario che, emotivamente coinvolti dalla storia incredibile di YB, non mancano di fornirgli, oltre alle cure del caso, anche amorevole assistenza, per lenire non solo i dolori fisici ma anche quelli dell’anima, già provata dall’ingiusto conflitto bellico.

Y.B. Viene dimesso, le cure sortiscono l’effetto desiderato, Y.B. può definirsi guarito.

L’emozione più grande difficile da descrivere è quella di Y.B. che con la sua famiglia ha voluto incontrare gli angeli del Fatebenefratelli (come piace chiamarli ad A. la sorella di Y.B.) per abbracciarli e ringraziarli per la professionalità e la grande umanità dimostrate.

L’Ucraina, la Russia e la guerra del grano

L’Ucraina, la Russia e la guerra del grano

AttualitàPolitica

C’è un modo infallibile per piegare il nemico in una guerra, affamarlo o rubare le risorse economiche o alimentari che gli appartengono, in nome della conquista territoriale ottenuta e in dispregio della vita dell’avversario.

Questo metodo di battaglia è oggi tra i preferiti della Russia di Putin per vincere il conflitto o piegarlo a proprio favore e, se è vero che l’uso della fame come arma di guerra è sempre esistito – ricordiamo al riguardo gli estenuanti assedi dell’antichità – la federazione russa sta portando avanti un procedimento che affama l’Ucraina, inclusa la popolazione civile, sottraendogli grandi quantità di grano.

Il prezioso cereale viene prelevato dai depositi ucraini e, se in parte viene importato come scorta nel proprio paese, in buona parte, viene usato come merce da vendere ai tanti paesi che lo richiedono, alimentando guadagni che vanno a sostenere le spese di guerra.

L’uomo è ciò che mangia” affermava il filosofo Feuerbach, cioè la vita stessa di ogni individuo è legata al cibo o alla possibilità di usarlo come merce di scambio per i bisogni dell’esistenza. Questo principio è ben noto a Putin, infatti dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Mosca, i porti ucraini che danno sul Mar Nero sono controllati dagli eserciti russi e le esportazioni sono bloccate.

Infatti oltre 30 milioni di tonnellate di grano erano pronte per essere esportate – ricordiamo che l’Ucraina è il 4° esportatore mondiale di cereali– il tutto per fare posto, nei depositi ucraini, nella ordinarietà al raccolto di giugno.

In pratica Vladimir Putin sta usando la fame e la crisi del grano come arma di guerra nei confronti dell’Ucraina, del tutto incurante delle sorti alimentari di milioni e milioni di persone nel mondo. Ricordiamo che anche la Ue importa circa 1/3 dei cereali prodotti in Ucraina, dal grano, al mais , all’orzo. Il paese slavo è stato da sempre definito il “granaio del mondo”, infatti produce decine di milioni di tonnellate di grano ogni anno e ne esporta quasi i due terzi complessivi.

Il grano ucraino però è indispensabile anche in molti paesi dell’Africa e del Medio Oriente, ma il blocco delle spedizioni verso tali paesi sta provocando la sensibile riduzione delle scorte e l’allarme “fame” è più che reale. Per questo motivo l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza per la politica estera Josep Borrel, ha condannato fortemente l’azione russa affermando: “Usare la fame come arma contro il resto del mondo è un vero crimine di guerra”.

Paesi come Egitto, Turchia, Bangladesh e Iran, acquistano più del 60% del proprio grano da Russia e Ucraina, lo stesso fanno Libano, Tunisia, Yemen, Libia e Pakistan. Bloccare le esportazioni significa condannare questi paesi alla fame o, peggio a ribellioni e guerre civili oltre che incontrollabili esodi di sapore biblico.

Usare la fame come arma di guerra è dunque una violenza nella violenza, infatti le vittime di questa insensata politica di lotta sono, alla fine, popolazioni totalmente estranee al conflitto. Che responsabilità hanno, ci chiediamo, gli abitanti di una nazione africana nella questione del Donbass o del conflitto di Mosca contro Kiev?

Se da parte di alcuni opinionisti anche nostrani, si solleva la questione delle sanzioni contro Mosca come sbagliate, forse bisognerebbe ricordare loro che c’è una profonda differenza tra le sanzioni imposte dalla comunità europea alla Russia e la guerra del grano operata da Mosca.

Le penalità decise contro la Russia colpiscono, infatti, il gas ed il petrolio russi, dunque patrimoni che si sono ingigantiti durante gli anni di potere di Putin e dei suoi oligarchi, di certo non colpiscono popolazioni in difficoltà come quelle africane. Non è ammissibile dunque mettere sullo stesso piano due azioni sostanzialmente diverse.    

Noi crediamo dunque che la priorità sia sbloccare i porti ucraini usando tutti i condizionamenti possibili, la sicurezza alimentare è infatti una necessità assoluta.

Sappiamo bene che proiettili ed esplosivi costano, per questo motivo le truppe russe stanno adoperando una strategia bellica infamante, ma poco costosa, esse bruciano i campi, distruggono le coltivazioni, fanno cioè dell’uso della distruzione delle fonti del reddito ucraino, uno strumento di guerra, sottovalutando o disinteressandosi delle conseguenze a livello planetario.

A fronte di sanzioni alla propria economia e aprendo alla possibilità di creare “corridoi per il grano”, la Russia chiede, in cambio della disponibilità all’uscita di milioni di tonnellate di grano dall’Ucraina, un allentamento delle sanzioni. Sono in atto inoltre accordi tra Turchia e Russia che prevede la possibilità, per Ankara, di sminare le acque del Mar Nero per permettere la partenza di navi cargo piene di grano verso il Mediterraneo.

Il problema è che almeno 300 mila tonnellate di grano pare siano state distrutte durante i bombardamenti russi nel porto di Mykolaiv, per non parlare delle migliaia di tonnellate sottratte da Mosca dai granai del Donbass.

Nel periodo prebellico Kiev esportava circa 5 milioni di tonnellate nel mondo, durante quest’anno le sue esportazioni sono state meno di un quinto. Inutile dire quali conseguenze ha avuto questa guerra del grano in Ucraina, ma anche nel resto del mondo, quanta fame può generare e che perdite economiche genera nel paese produttore.

L’Unione europea ha cercato di risolvere il problema creando, già a maggio, corridoi del grano su rotaia con la Lituania e la Polonia per consentire di far arrivare la merce al Mar Baltico, operazione importante, ma non sufficiente a permettere all’Ucraina di rifornire i paesi che da lei dipendono per il prezioso cereale.

La spregiudicata “guerra del grano” che Mosca porta avanti senza particolari rimorsi, cambierà anche i rapporti geo-economici dei prossimi anni; si porrà infatti il problema del controllo delle materie prime, sia per la produzione che per il controllo dei prezzi. Il problema però sarà, noi crediamo, che i paesi più poveri di materie prime, come ad esempio del grano, saranno i più svantaggiati, cosa che potrebbe innescare problemi di natura socio-economica dalle conseguenze inimmaginabili.

Arriva il si della della Ue alla candidatura dell’Ucraina, passo verso la pace o la guerra?

Arriva il si della della Ue alla candidatura dell’Ucraina, passo verso la pace o la guerra?

Politica

L’Unione Europea dice sì alla candidatura dell’Ucraina ad entrare nell’alleanza atlantica e, per voce della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dichiara: “Sono profondamente convinta che la decisione che abbiamo preso oggi ci rafforzi tutti. Rafforza l’Ucraina, la Moldova e la Georgia di fronte all’aggressione russa e rafforza l’Unione Europea, perché mostra ancora una volta al mondo che l’Unione Europea è unita e forte di fronte alle minacce esterne”.

La decisione, presa dalla maggioranza dei paesi Ue, ha registrato però lo scontento di paesi Balcanici, come Macedonia del Nord, Albania, Serbia, Kosovo, Bosnia-Erzegovina e Montenegro che vedono infatti da anni fermo il loro processo di adesione, al punto che il presidente albanese Edi Rama ha dichiarato: “È cosa buona dare lo status di candidato all’Ucraina ma spero che il popolo ucraino non si faccia troppe illusioni”.

www. europerl.europa.eu

E’ vero che la stessa Von der Leyen ha pure precisato : ” Paesi candidati dovranno fare compiti a casa” e che nello stesso tempo è stato sollevato, da più parti, il tema della unanimità nelle decisioni e della probabile modifica di tale sistema di voto.

Se è vero che ogni paese ha il legittimo diritto di indirizzare le proprie scelte politico-economiche e nessuno può sindacare tale diritto, non dobbiamo dimenticare che parliamo di due paesi e precisamente Russia e Ucraina, da sempre in conflitto, la cui storia ha radici lontane e tragiche che attraversa tutta la storia del Novecento e, nello steso tempo, si intreccia con i maggiori cambiamenti globali del secolo scorso.

L’Ucraina è un mosaico di etnie, lingue e religioni, un paese quasi diviso a metà dal fiume Dnepr che separa l’Ucraina europea e occidentale da quella, ad est, più tradizionale e legata alla cultura russa per tradizioni, lingua ed economia.

Il primo scontro si ha durante la Grande Guerra nel 1917, quando, all’ombra degli sconvolgimenti della Rivoluzione russa, il Consiglio Centrale – Central’na Rada – proclama la nascita di uno Stato ucraino sovrano.  Lenin decide immediatamente di intervenire e ciò porta il governo ucraino a chiedere aiuto all’impero tedesco, che scaccia l’Armata Rossa dal paese.

Quando tra il 1929 ed il 1930 Stalin decide di liquidare i kulaki – contadini che non volevano accettare la collettivizzazione delle terre- i primi a rimanere vittime di tale politica delle “purghe” furono gli ucraini che avevano nella coltura delle terre la loro ricchezza. Circa 5 milioni di contadini vengono deportati. La fame falcia centinaia di migliaia di vittime e la Russia è il carnefice.

Holodomor” – uccisione per fame – è il termine con cui viene generalmente ricordato questo tragico periodo, in cui tra 1,5 e 3 milioni di persone muoiono di fame. Questo atto verrà riconosciuto, dal Parlamento europeo nel 2008, come “crimine contro l’umanità”.

Quando durante la seconda guerra mondiale l’Ucraina viene invasa dai tedeschi, questi ultimi vengono accolti come liberatori, soprattutto dal partito nazionalista e collaborazionista di Stepan Bandera, uomo ancora oggi ritenuto a metà strada tra responsabile di crimini ed eroe nazionale.

Dopo il colpevole silenzio voluto da Stalin in merito all’omicidio di massa di  33.771 ebrei ucraini vittime del nazismo, Nikita Chruščëv che succederà a Stalin, dona la Crimea all’Ucraina.

Un episodio che ancor oggi però più amareggia e angoscia gli ucraini è il colpevole silenzio della Russia dopo il disastro di Černobyl’ del 1986, primo grande disastro nucleare noto che ha prodotto e continua a produrre immani danni sociali e politici.

Il processo di allontanamento totale dalla Russia trova il suo culmine il 24 agosto del 1991 quando l’Ucraina proclama la sua indipendenza. Il Paese però aveva al suo interno 1900 testate nucleari sovietiche ed era il maggior “deposito” delle armi atomiche di Mosca.  

Oggi Putin, in aperto contrasto con Zelensky, filoeuropeista, rivendica l’Ucraina in nome dell’originario territorio della Rus’ di Kiev, un’entità monarchica medioevale degli Slavi orientali con Kiev capitale e da cui hanno avuto origine ucraini e russi.

Conosciamo le vicende attuali e l’invasione russa di un paese libero e indipendente che, seppure al suo interno diviso fra filorussi e filoeuropei, deve avere il diritto di scegliere il proprio destino perché, come ci piace ricordare con le parole del filosofo Kierkegaard, la capacità di scelta è legata alla distinzione fra “vita autentica” e “vita inautentica”.

La Russia mira invece alla “russificazione” di un paese che, in buona parte rifiuta questa operazione e lo fa chiedendo aiuti, economici e militari, ai paesi della Ue ed agli Stati Uniti che, ovviamente, non perdono l’occasione per contrastare la Russia, ancora in parte schiavi di una politica di guerra fredda di cui vorremmo liberarci definitivamente.

L’ingresso nella comunità europea però, assicurerebbe l’Ucraina di poter usufruire della copertura della Nato da attacchi stranieri ed alla Nato permetterebbe di allargare i suoi spazi di azione ben al di là di quanto non faccia oggi.

Putin non vuole l’Ucraina nella Ue, né tanto meno nella Nato perché, secondo quanto dichiarato dal ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov : “ nel desiderio dell’Occidente e degli Usa di governare il mondo“, l’Ucraina rappresenterebbe  quindi, secondo il Cremlino, “un trampolino di lancio contro Mosca“.

L’Ucraina però non è sola nel suo progetto atlantico, infatti anche la Finlandia ha chiesto ufficialmente di aderire alla Nato nel timore di attacchi russi ed è probabile che la Svezia farà altrettanto.

Se è legittimo dunque chiedersi quali potranno essere gli sviluppi dell’entrata dell’Ucraina nella Ue,  allo stesso modo noi crediamo che essa abbia il diritto di scegliere il suo destino e dunque è corretto aiutarla, se necessario anche militarmente, come faremmo per ogni altro nostro paese amico, nella speranza di una pace certa e definitiva.

Mastella: “Mi impegnerò per creare gemellaggio tra Benevento e Kiev”

Mastella: “Mi impegnerò per creare gemellaggio tra Benevento e Kiev”

Politica

Così il sindaco: “Ho letto con grande interesse le lettere firmate dagli alunni del Convitto Nazionale “P. Giannone. Davvero lodevole la sensibilità dimostrata”.

“Ho letto con grande interesse le lettere firmate dagli alunni del Convitto Nazionale “P. Giannone” di Benevento.

È davvero lodevole la sensibilità dimostrata da questi giovani studenti che chiedono la possibilità di intensificare gli scambi culturali tra Italia e Ucraina, al fine di favorire la pace contro una guerra ingiusta. Io, sono al loro fianco e la mia amministrazione supporterà l’iniziativa, creando un gemellaggio tra le città di Benevento e Kiev, simbolicamente unite nel segno della duplice presenza di una chiesa dedicata alla Divina Sapienza, in entrambi i casi patrimonio Unesco”.

Lo dichiara il sindaco di Benevento, Clemente Mastella.

San Giorgio del Sannio| Il 22 maggio spettacolo di Enzo Costanza: parte del ricavato sarà devoluto alla popolazione ucraina

San Giorgio del Sannio| Il 22 maggio spettacolo di Enzo Costanza: parte del ricavato sarà devoluto alla popolazione ucraina

Eventi
L’evento è organizzato dal comitato arcobaleno in collaborazione con il Bar Marula. Inoltre nei giorni 20/21/22 torna la “Gardensia”.

Il comitato arcobaleno di San Giorgio del Sannio con la preziosa collaborazione, ospitalità e disponibilità del Bar Marula, vi aspetta domenica 22 maggio dalle 18:30 in poi per sorridere col comico Enzo Costanza.

Parte del ricavato sarà devoluto per la popolazione dell’Ucraina.

Inoltre nei giorni 20/21/22 torna la “Gardensia”.

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