Per mesi avrebbe violentato la figlia disabile della compagna, anche lei ora indagata per vessazioni sulla minorenne: è quanto hanno scoperto i carabinieri di San Gennaro Vesuviano, nel Napoletano.
Alla madre 40enne della vittima, che ha 17 anni, è stato notificato un divieto di avvicinamento. Al compagno, invece, un 26enne, gli arresti domiciliari.
Il gip di Nola, su richiesta della Procura, contesta, a vario titolo, i reati di maltrattamenti contro familiari o conviventi e violenza sessuale aggravata.
Foto di repertorio
Orrore in Campania: cuginette 13enni violentate da gruppo di adolescenti
Due cuginette, di appena 13 anni, sono state violentate da un gruppo di adolescenti al Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli.
Le due ragazzine, all’inizio del mese scorso, sarebbero state portate in un capannone. Il branco che avrebbe abusato delle cuginette sarebbe stato composto da sei ragazzi. Tra loro un unico maggiorenne, che sarebbe già stato individuato e fermato.
La conferma della violenza sarebbe avvenuta anche dalle visite mediche in due ospedali cittadini. Per le due ragazze è stato deciso l’allontanamento dal Parco Verde e ora vivrebbero in una casa famiglia.
Le indagini sono andate avanti, in queste ultime settimane, nel più assoluto riserbo ma è trapelato che si sta procedendo all’analisi di alcuni telefoni cellulari per cercare di ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti. Le due ragazze sarebbero state condotte in un capannone abbandonato della zona con l’inganno.
Il Parco Verde di Caivano è finito spesso in passato sotto i riflettori della cronaca per episodi di di violenza. Nel 2004 il caso della piccola Fortuna Loffredo, di sei anni, morta il 24 giugno, dopo essere stata scaraventata dall’ottavo piano di un edificio. Nel luglio 2017 la Corte d’Assise di Napoli ha condannato all’ergastolo Raimondo Caputo per l’omicidio della bimba, che tutti chiamavano “Chicca”.
Imprenditore irpino condannato a 3 anni e 6 mesi per violenza sessuale su 13enne
Nella giornata di oggi il Tribunale di Nola, presieduto dalla Dott.ssa Daniela Critelli, dopo una lunga camera di consiglio conclusasi nel tardo pomeriggio ha emesso una sentenza di condanna ad anni 3 e mesi 6 di reclusione per P.B., classe 1969, noto imprenditore irpino, accusato di violenza sessuale nei confronti di una tredicenne.
Il Pubblico Ministero presente in aula aveva chiesto una condanna notevolmente superiore.
I fatti risalgono al mese di Novembre / Dicembre 2021 allorquando P.B. conosceva mediante un sito di incontri per adulti una giovane originaria della provincia di Napoli, classe 2008.
Dopo qualche giorno trascorso a chattare i due iniziavano ad inviarsi reciprocamente anche immagini e video dal contenuto sessualmente esplicito, fino a quando decidevano di incontrarsi dal vivo.
L’appuntamento avveniva nel Nolano allorquando i due, poco prima di Natale, decidevano di trascorrere un pomeriggio assieme.
Il cinquantatreenne conduceva allora la giovane in un Hotel di Nola dove appunto si consumava un rapporto sessuale completo.
Gli improvvisi mutamenti della ragazzina insospettivano i genitori, in modo particolare il padre il quale, accortosi dei cambiamenti della figlia tredicenne, la esortava a confidarsi tanto da venire a sapere, nel giro di pochi giorni, quanto accaduto.
Il padre sporgeva quindi immediatamente denuncia querela nei confronti dell’insospettabile imprenditore, persona conosciuta ed assai stimata.
Dopo le prime indagini il cinquantatreenne veniva tratto in arresto e condotto nel Carcere di Vallo della Lucania.
Nella giornata di oggi l’uomo, difeso dall’Avvocato avellinese Rolando Iorio, si è visto comminare una condanna assai lieve e nettamente inferiore a quanto richiesto dalla Pubblica Accusa.
Fondamentali le argomentazioni del difensore, accolte in pieno dal Tribunale di Nola, che con una serrata arringa ha chiesto ed ottenuto per il proprio assistito il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche le quali hanno inciso in maniera rilevante sull’ammontare della pena.
P.B. infatti rischiava una condanna da 6 a 12 anni.
Benevento, picchia e violenta l’ex fidanzata minorenne: 20enne agli arresti domiciliari
All’esito di attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, gli investigatori della Squadra Mobile della locale Questura, nel primo pomeriggio odierno, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un ventenne residente in provincia di Benevento, gravemente indiziato dei reati di violenza sessuale aggravata nei confronti di minore, atti persecutori, rapina e lesioni personali aggravate.
Tali delitti risultano aggravati dalle circostanze di esser stati commessi nei confronti di persona minore di età, con cui aveva avuto una relazione affettiva, e di aver profittato di circostanze di tempo, di luogo e di persona tali da ostacolare la difesa della vittima in quanto realizzava le condotte nei confronti di una minore di anni 18, sua ex fidanzata e a lui fortemente legata dal punto di vista psicologico ed emotivo al momento dei fatti.
Le indagini venivano avviate a seguito della denuncia sporta nel settembre 2022 proprio dalla minore che, negli Uffici della Squadra Mobile, denunciava gravissimi reati subiti negli ultimi due anni e in particolare, una violenza sessuale subita il giorno prima.
La ragazzina nel corso della verbalizzazione dichiarava che dal 2020 veniva continuamente minacciata e molestata da un giovane maggiorenne con il quale aveva intrapreso una relazione sentimentale e che l’aveva fatta sprofondare in uno stato di soggezione psicologica, tale da cagionarle un perdurante e grave stato di ansia e paura, ingenerandole un fondato timore per l’incolumità propria e per quella degli altri componenti della famiglia, nonché costringendola ad alterare le proprie abitudini di vita.
Dichiarava che, nel corso del tempo la induceva finanche a compiere atti di autolesionismo mentre si riprendeva con il cellulare in diretta e le usava violenza per controllarne i movimenti e per controllare le chat delle applicazioni e la galleria immagini esistenti sul suo cellulare.
Le condotte dell’uomo, per le quali si ritengono sussistenti i gravi indizi di colpevolezza, si verificavano nel corso di un arco di tempo apprezzabile, a partire dall’anno 2020 e si declinavano in un logorante sistema di pressione fisica e psicologica realizzato ai danni della minore e sfociato talvolta in aggressioni fisiche.
In particolare, in una circostanza l’indagato aveva dapprima aggredito fisicamente la minore colpendola con schiaffi e pugni al volto per sottrarle il cellulare e poi l’aveva costretta con forza a consumare plurimi rapporti sessuali.
L’indagine, sorta, come si è detto, dalla denuncia presentata dalla minore, si è articolata, attivando anche il “percorso rosa”, nell’audizione della minore stessa, in presenza di ausiliari esperti in psicologia; nella acquisizione di files audio e immagini presenti sul suo telefono; nella acquisizione dei referti medici relativi alle lesioni patite e al suo stato di pressione psicologica; nonché nell’acquisizione di informazioni dalle persone a lei vicine.
Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è allo stato persona sottoposta ad indagini e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva.
Benevento| Con la scusa di eseguire terapie, abusa sessualmente di 26enne: nei guai istruttore chinesiologo
È indagato per violenza sessuale aggravata e lesioni personali aggravate, il 67enne istruttore chinesiologo sottoposto ora agli arresti domiciliari.
Misura disposta a conclusione dell’attività investigativacoordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica ed eseguita dagli investigatori della Squadra Mobile della locale Questura, nel pomeriggio odierno.
L’uomo è ritenuto gravemente indiziato dei summenzionati delitti, commessi con l’aggravante di aver approfittato delle circostanze di tempo, di luogo e di persona tali da ostacolare la pubblica e privata difesa.
In particolare, nella ricostruzione accusatoria accolta dal Giudice, i gravi indizi attengono a condotte poste in essere nell’agosto del 2022 da parte dell’indagato, nella sua qualità di istruttore chinesiologo, consistite nel costringere – adducendo come motivazione il fatto che stava compiendo una “terapia energetica”, utile a fronteggiare le problematiche riscontrate e riferitegli dalla parte offesa (una 26enne) – quest’ultima a subire atti sessuali, tali da causare anche un’ecchimosi sulla parte interna delle cosce.
Genoa, Portanova condannato a 6 anni di reclusione per violenza sessuale
Il centrocampista del Genoa, Manolo Portanova, è stato condannato a 6 anni di reclusione dal tribunale di Siena per violenza sessuale di gruppo ai danni di una studentessa senese di 21 anni.
I fatti risalirebbero alla notte tra il 30 e il 31 maggio 2021, nel corso di una festa in un’abitazione del centro storico della città toscana.
Il 22enne calciatore rossoblù, in aula oggi insieme allo zio Alessio Langella (anche lui condannato a sei anni) e Alessandro Cappiello (rinviato a giudizio), è stato poi condannato al pagamento di un risarcimento di 100mila euro alla ragazza, 20 mila alla madre e 10 mila all’associazione Donna chiama Donna (costituitasi parte civile).
Il calciatore ha usufruito di uno sconto di pena derivante dalla scelta del rito abbreviato, come anche lo zio dell’ex Juventus. La difesa di Portanova, che come gli altri imputati si è sempre dichiarato innocente, potrà ora presentare ricorso in appello.
Foto: Getty Images
Accusata di abusi su minore, respinto il ricorso della Prof
Resta ai domiciliari la trentottenne docente sannita (A.D.D.) accusata di violenza sessuale aggravata in danno a un dodicenne suo alunno.
Questa la decisione del Tribunale del Riesame di Napoli che ha, dunque, respinto il ricorso presentato dall’Avv. Angelo Leone, legale della donna.
Come ormai noto, i fatti sarebbero avvenuti in una scuola di Paolisi, dove la docente stava svolgendo una supplenza (leggi QUI).
Secondo l’accusa, la professoressa avrebbe dapprima instaurato con il minore prima un rapporto di “predilezione” in classe e, poi, un intenso rapporto telematico mediante plurime comunicazioni via whatsapp (messaggi, video e audio), inviandogli e chiedendogli di inviare a sua volta fotografie a contenuto esplicitamente sessuale, avviando conversazioni di esplicito contenuto sessuale. Tutto ciò è stato riprodotto in alcuni dvd inseriti nella documentazione processuale.
La donna davanti al GIP, Pietro Vinetti, rappresentando tutto il suo disagio per quanto accaduto, ammettendo di aver sbagliato nel dare troppa confidenza all’alunno, aveva provato a spiegare il clima instaurato in classe, sottolineando il forte legame che si era creato tra docenti e alunni in quella classe.
Proprio il GIP, su richiesta del sostituto procuratore Assunta Tillo, aveva emesso il provvedimento di custodia cautelare degli arresti domiciliari, oggetto del ricorso presentato dal legale della donna, il quale ha provato a ottenere per la docente una misura diversa, facendo leva sull’impossibilità per la stessa di reiterare il reato dato che l’incarico da supplente era scaduto.
Tesi, questa, che non ha convinto i Giudici del Riesame che, come detto in apertura, hanno confermato gli arresti domiciliari.
Accusato di violenza sessuale: assolto 20enne di Tocco Caudio
E’ stato prosciolto per mancanza di prove il 20 di Tocco Caudio, accusato di violenza sessuale ai danni di una 18enne di Montesarchio, affetta da un lieve tardo mentale.
Questa la decisione del GUP, dott.ssa Maria Di Carlo, in conclusione di una vicenda per la quale l’accusa, il PM dott.ssa Maria Colucci, aveva chiesto la condanna a 6 anni.
L’avvocato Antonio Leone, costituitosi per la parte civile, invece, aveva chiesto la dichiarazione di responsabilità dell’imputato e una provvisionale di 10.000 euro.
Archiviata, invece, la posizione del 18enne, sempre di Tocco Caudio, in un primo momento finito anch’egli al centro delle indagini.
Montesarchio, accusato di aver violentato la figlia: 47enne respinge le accuse e fornisce la propria versione dei fatti
Si è tenuto dinanzi al GIP di Benevento, Dott.ssa Camerlengo, l’interrogatorio di garanzia del quarantasettenne di Montesarchio accusato di presunte violenze sessuali perpetrate a danno della figlia, difeso dagli avvocati Vittorio Fucci e Cosimo Servodio.
L’indagato ha scelto di non avvalersi della facoltà di non rispondere e, durante l’interrogatorio, ha fornito la propria versione dei fatti, negando ogni addebito e fornendo interessanti elementi a confutazione della tesi accusatoria, che ha respinto decisamente.
Abusa sessualmente della figlia: divieto di avvicinamento per 47enne
Il GIP di Benevento, Dott.ssa Loredana Camerlengo, su richiesta del P.M. ha applicato la misura cautelare del divieto di avvicinamento a carico di un uomo di 47 anni, di Montesarchio, poiché ritenuto presuntivamente responsabile del rato di violenza sessuale nei confronti della figlia.
Si ritiene, presuntivamente, che l’indagato per un lungo lasso di tempo, dal 2007 al 2015, avrebbe abusato sessualmente della figlia nei momenti in cui i due si trovavano da soli, in assenza della moglie e degli atri familiari. L’indagato ha nominato quale proprio difensore di fiducia l’avvocato Vittorio Fucci.
Si attende la fissazione dell’interrogatorio di garanzia.
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