Vigorito: “Ho una voglia matta di ripartire. Porteremo i colori di questa squadra con orgoglio, amore e dignità per la maglia”
Benevento CalcioCalcioÈ il giorno di Fabio Caserta: il Benevento dà ufficialmente avvio alla nuova stagione con la presentazione del neo tecnico giallorosso, reduce dalla promozione dalla serie C alla serie B ottenuta con il Perugia. Il primo a prendere la parola è il Presidente Oreste Vigorito: “Abbiamo la consapevolezza di aver scelto la persona giusta, soprattutto dal punto di vista umano e morale. Quelle tecniche le valuterete voi, anche se le ha già valutate il nostro direttore sportivo.
Caserta è un allenatore giovane, ma non certamente meno capace. Se gli abbiamo proposto un contratto di due anni, con opzione per un terzo, è perché crediamo fortemente in questo progetto. Foggia ha lavorato dal primo giorno del dopo come se fosse il primo giorno del prima. E’ rimasto su mia richiesta, non che volesse andare via, perché fa parte del Benevento Calcio e fa parte del progetto Vigorito. Competenza, partecipazione e stare insieme sono le parole su cui fonderemo questo nuovo anno. Quando si va ad una festa i primi bicchieri di Champagne portano l’euforia, poi quando tutto passa si ritorna con i piedi per terra. Questo significa guardarsi attorno e capire il momento storico che stiamo vivendo. E’ il momento di lavorare, dare il meglio per il nostro territorio e rimboccandoci le maniche, senza far prevalere i propri interessi. Questo è un lavoro che la società ha sempre svolto, talvolta sbagliando, accettando gli applausi nei momenti di gioia e le critiche nei momenti sfavorevoli. E’ importante capire dove siamo, in una categoria che questa città ha sperato di raggiungere in circa 90 anni. Evitiamo di dire che torneremo in A, non so dove andremo, ma certamente non faremo brutte figure sui campi di calcio. Ciò che faremo è portare i colori di questa squadra con orgoglio, con dignità e l’amore per questa maglia. La prima cosa che faremo è scegliere dei calciatori che siano adatti al progetto tecnico di Caserta. La proprietà interviene anche sull’aspetto economico. La sommatoria dei calciatori non è rilegata alle singole individualità, ma a come queste siano interdipendenti.
Sarà compito di ognuno di noi portare un mattone per costruire una casa, partendo, stavolta, non più dall’alto, ma dal basso, dal settore giovanile. Non vogliamo diventare l’Atalanta, l’Inter o la Juventus, ma oggi la serie A è composta da squadre che fanno capo a fondi internazionali. Andremo a misurarci con un movimento calcistico mondiale che sta guardando al calcio come un grande business, nel quale si stanno investendo capitali finanziari importanti. Una volta ho detto che Davide può battere Golia, ma non può capitare sempre. Dopo la vittoria all’Allianz Stadium c’è stato chi auspicava di vincere anche contro le altre big. C’è bisogno di capire dove siamo e c’è bisogno di equilibrio. Io vado via quando e come qualcuno mi farà andare via. Costruiremo una nuova casa, ospiti di tutti e ospitando tutti, nell’intento di farla diventare una casa comune. Semmai ci sarà un solo tifoso giallorosso allo stadio, ce ne sarà anche un altro, me“.
Ogni anno -prosegue Vigorito- è diverso all’altro, ha in comune la parola ’emozione’. Dal primo anno al quindicesimo è stato un susseguirsi di emozioni. L’emozione di una vittoria è uguale anche se vinci un campionato di C2, lì sentivi il profumo del campo. Quando sono andato a Torino ho fatto alcune foto allo stadio perché il primo sentimento che è nato in me è quello dell’ammirazione per certe realtà che l’uomo costruisce, una partecipazione all’opera di qualcuno. Noi insieme siamo cresciuti. Non mi reputo il presidente più esperto, se non, forse, per il tempo trascorso. A volte può capitare anche tutto in un anno. L’esperienza non è la somma degli anni, ma la somma delle sensazioni e dei rapporti umani che vivi in un posto. Quest’anno sarà l’anno delle competenze”.
Voglia di ripartire – “Ciò che provo è una voglia matta di ripartire. Quando ho incontrato Fabio per la prima volta non ho ritrovato la voglia di ripartire, che non è mai mancata, ma la sensazione di voltare pagina. Per ripartire serve umiltà, ma anche coraggio. Io punto sul lavorare insieme, poi se ne nasce un rapporto umano tutto diventa bello. Ci rialzeremo, anche se in realtà non siamo mai caduti. Non siamo una squadra da 2 mln di spettatori, ma ci siamo arrivati con l’impegno. La prima partita ce n’erano 127. Siamo andati indietro? No. Riusciremo ad andare avanti? Sì, ma solo se ne avremo la capacità, altrimenti cambieremo compagni di viaggio. Manniello (presidente Juve Stabia, ndr) mi ha detto un mese fa di prendere Caserta. Io non sono un esperto di calcio, io ho la capacità di ascoltare e la fortuna (e la sfortuna) di decidere.
Ci sarà un’operazione di contenimento di costi, in virtù di un anno in cui si hanno interrogativi su sponsor e pubblico. Lo scorso anno è stato figlio dell’anno dei record in B. Ho la massima stima per Foggia e un grande riconoscimento per un gruppo che ha portato Benevento sulle prime pagine dei giornali. In maniera riflessiva ho sottratto un po’ di tempo fisico all’aspetto rapporto con i calciatori, perché non potevo fare di più di quanto faccia Foggia. Io, però, mi faccio comunque tre giorni alla settimana con il Benevento ed ero sempre presente a ogni partita. Non ero distaccato, semplicemente ero un po’ più trasparente. Rinuncio a tutto ciò che tiene lontano la gente dagli stadi.
Sulla struttura societaria – “Avevo pensato ci fosse bisogno anche di un direttore generale, per alleggerire il carico di responsabilità che ha avuto Foggia e per il quale è stato anche soggetto a tante critiche, per ruoli che propriamente non gli appartengono. Poi, però, ho pensato che un direttore generale in una retrocessione avrebbe avuto difficoltà ad uscirne. Oggi meno siamo, più vicini siamo e meno siamo soggetti a turbolenze. La realtà, però, è complessa: a volte i direttori rifiutano per la mancanza di infrastrutture, un ostacolo anche per i calciatori. Mi auguro, da presidente di Confindustria Benevento, di poter contribuire in 4-5 anni a migliorare questa problematica”.