Elezioni S. Giorgio del Sannio, dubbi sul sondaggio Winpoll. Bruno: “Bocciato anche dall’Unisannio”

Elezioni S. Giorgio del Sannio, dubbi sul sondaggio Winpoll. Bruno: “Bocciato anche dall’Unisannio”

Politica

SAN GIORGIO DEL SANNIO. Sulla scena politica sannita imperversano i sondaggi, dopo quello de “Il Sole 24 Ore” che ha registrato un elevato gradimento per il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, ma che, di converso, ha suscitato diverse critiche da parte di coloro i quali hanno sollevato dubbi sull’attendibilità dello stesso, anche a San Giorgio del Sannio ha attirato l’attenzione un sondaggio elettorale svolto da Winpool. Anche in questo caso, lo strumento scelto per pesare la popolarità e il consenso dei futuri candidati sindaco ha lasciato più di qualche perplessità. Sul tema, riceviamo e pubblichiamo questa nota stampa firmata dall’Avvocato Giancarlo Bruno, promotore di San Giorgio Lab, che ha chiesto lumi a un esperto della materia circa l’attendibilità del sondaggio. Queste le parole dell’Avv. Bruno: “A ciascuno il suo”…sondaggio. Potrebbero intitolarsi cosi le pagine di un racconto della politica sangiorgese all’indomani della pubblicazione dell’indagine commissionata da Angelo Ciampi. In merito alla stessa ho sottoposto i miei dubbi al vaglio di un professionista, il Prof. Fabrizio Farina, docente all’Università del Sannio, Corso di Laurea in Scienze Statistiche ed Attuariali. Dopo un’attenta analisi della documentazione ha evidenziato alcuni aspetti critici dell’indagine che ne comprometterebbero la stabilità dei risultati.

In particolare, il Prof. Farina ha riassunto le criticità dell’indagine in tre punti: la mancanza di neutralità nella formulazione delle domande, incertezze sull’affidabilità del piano di campionamento e dubbi sul margine di errore.
Per quanto riguarda il primo punto, la presenza e la sequenza di alcune domande poteva facilmente condizionare l’orientamento al voto a favore di uno specifico candidato (Angelo Ciampi), soprattutto tra coloro che non avevano ancora una preferenza chiara. Nel momento in cui l’incertezza sul voto è estremamente diffusa nell’elettorato (soprattutto in chi ha partecipato all’indagine, così come dagli stessi dichiarato nei momenti successivi) si sta fornendo un’importanza diretta che potrebbe essere stata tradotta in voto nella domanda sull’“Intenzione di voto”.


In aggiunta, manca la quota degli indecisi, ossia di coloro che hanno dichiarato “non so/non saprei rispondere”. Molti hanno sostenuto di non voler rispondere in quanto ancora incerti (oppure hanno indicato forzatamente un candidato nel momento in cui l’intervista non prevedeva la soluzione dell’incertezza); questo non lascia trapelare la
base campionaria su cui sono state generate le percentuali di orientamento al voto. Il campione rilevato rappresenta il 5% circa dell’elettorato; al netto delle mancate risposte la frazione di campionamento è certamente molto più bassa e poco significativa.
Per quanto riguarda il secondo punto, il Professore aggiunge che anche il piano di campionamento presenta delle distorsioni in fase realizzativa. Le variabili utilizzate per il riporto all’universo delle stime sono state tre: sesso, età e orientamento al voto alle ultime europee. Sulla prima non si discute, così come la seconda (anche se l’età
alcuni non hanno voluto indicarla); sulla terza c’è un chiaro problema di sforzo di memoria nel ricordare il partito (in un’intervista telefonica il tempo di risposta è alquanto breve) e soprattutto sono state in alcuni casi fornite in maniera casuale nel momento in cui considerate domande particolarmente sensibili o scomode; da ciò scaturisce una distorsione delle stime finali. Siamo poi sicuri che ci sia una associazione tra i voti forniti alle europee anni prima con le amministrative su un comune di 10.000 abitanti? Si consideri che spesso quello che conta alle comunali è la qualità, la trasparenza e la conoscenza del territorio del candidato indipendentemente dai colori politici.


In aggiunta, si sarebbero potute considerare altre determinanti del voto che renderebbero ancora più precisi i risultati: ripartizione territoriale (area/quartiere) e contesto sociale (professione) che quasi sempre discriminano l’orientamento di voto in modo significativo. Per intenderci un pensionato potrebbe avere delle necessità e un sentimento politico differente rispetto ad un lavoratore sulle tematiche di amministrazione territoriale. Infine, per quanto riguarda il terzo punto, il margine di errore dichiarato è del 2,9% ma su un campione di 400 elettori (e 1421 rifiuti) la base campionaria si è ridotta e il margine di errore è oltre il 6%.
Ringrazio il Professor Farina per aver fornito a me e ai cittadini di San Giorgio le chiarissime e dovute spiegazioni, in forza della sua esperienza quindicennale in qualità di Statistico Manager per aziende nazionali e internazionali per la Business Management e le Ricerche di Mercato nonché docente di Teoria dei Campioni presso l’Università del Sannio (corso di laurea in Scienze statistiche e attuariali) e Responsabile statistico per le sperimentazioni cliniche per conto di alcuni dipartimenti del Policlinico di Napoli.


L’analisi dell’opinione pubblica è sempre benvenuta anche attraverso moderni metodi d’indagine, confesso però di preferire la misurazione degli humors attraverso l’ascolto diretto delle persone. Si chiede ai sondaggi quello che non sempre i sondaggi possono dare: il rapporto umano, empatico. L’esperienza politica personale mi insegna che nella mente degli elettori le cose funzionano diversamente quando si tratta di eleggere un sindaco perché la prima domanda che ci si pone è quale possa essere il miglior sindaco, la persona migliore che può guidare un territorio
“.