“Viaggio d’amore” di Michele Placido incanta la platea di un gremito Auditorium Sant’Agostino

“Viaggio d’amore” di Michele Placido incanta la platea di un gremito Auditorium Sant’Agostino

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“Viaggio d’amore” di Michele Placido incanta la platea di un gremito Auditorium Sant’Agostino

Il “Viaggio d’amore” di un immenso Michele Placido, assoluto quanto disincantato mattatore, ha affascinato e commosso il pubblico di Benevento, in un sanguigno recital teatral-musicale, impreziosito dal talento dei superbi musicisti dell’ensemble guidato dal Maestro Davide Cavuti, ottimo fisarmonicista, compositore e regista.

Un vecchio cappello, una sedia, un giaccone, un tavolino apparecchiato, con dei libri accatastati in apparente disordine e molti fogli con cui “giocherà” tutta la sera, e tre musicisti che lo aspettano.

E’ apparso così Michele Placido, con abiti comodi e un po’ sgualciti, come un turista, viaggiatore distratto dai quadri e dalle decorazioni dell’Auditorium Sant’Agostino, gremito come un uovo, di affezionati estimatori e fans di ogni età in trepidante attesa.

Accolto da uno scrosciante applauso, dopo aver salutato educatamente ha portato a Benevento il suo nuovo spettacolo Viaggio d’Amore, per il quarto appuntamento della Stagione concertistica 2022/23 dell’Accademia di Santa Sofia realizzata in collaborazione con Università degli Studi del Sannio e Conservatorio di Benevento, sempre sotto la direzione artistica di Marcella Parziale e Filippo Zigante e con la consulenza scientifica di Marcello Rotili, Massimo Squillante e Aglaia McClintock

Michele Placido, attore, volto e voce del cinema italiano in tutto il mondo, amatissimo protagonista di cinema e fiction di successo, nonché regista acclamato con commedie, film impegnati e opere di approfondimento artistico, come il suo ultimo film capolavoro

L’ombra di Caravaggio, domina letteralmente palco e platea, spazio e tempo, musica e silenzio, trascinando il suo incantato pubblico in un crescendo di emozioni, tra aneddoti personali, ricordi appassionati, luoghi del corpo e dell’anima: il padre, la terra, la famiglia, la cucina, i suoi legami con Benevento, Foggia, la Puglia, la Basilicata, e poi Roma e l’Accademia di Arte Drammatica, gli inizi, i film importanti, alto e basso, prosa e poesia, regalandoci la sua personale “incarnazione” dei versi immortali e senza tempo, dei più grandi poeti dell’Umanità. D

a Salvatore di Giacomo (nu pianefforte ’e notte) a Pablo Neruda (la notte nell’isola), da Trilussa (l’uccelletto) a Guido Gozzano (le golose), da Edgar Lee Masters (il silenzio) a Pirandello (l’uomo dal fiore in bocca), fino al sommo Dante (canto V – Paolo e Francesca) con cui Placido affonda la sua decisiva stoccata al cuore del pubblico che, totalmente soggiogato, si lascia piacevolmente “finire”, recitando gli ultimi versi insieme a lui ed esplodendo infine in un entusiastico liberatorio applauso.

Ad affiancarlo, con navigata complicità, nella parte musicale, e a fare da simpatica spalla alle sue divagazioni artistiche, il maestro Davide Cavuti, suo storico collaboratore al cinema, regista, musicista e compositore di colonne sonore cinematografiche e per il teatro, nonché talento straordinario anche come fisarmonicista, come scopriamo in questo concerto.

E infatti l’ensemble di Cavuti, formato anche da due straordinari chitarristi, l’argentino Martin Diaz, che ci regalerà anche tre sue intense interpretazioni in portoghese e castigliano, e il bravissimo Franco Finucci, è una vera rivelazione, una piacevole straordinaria sorpresa per il pubblico che è rimasto letteralmente conquistato dall’affiatamento, dall’energia e dal pathos che il trio riesce a creare in ogni trascinante esecuzione, sempre avvolgente e perfettamente in sintonia con le interpretazioni del maestro Placido.

Guidata dal richiamo ammaliatore della fisarmonica di Cavuti, interprete di cuore e di pancia, la colonna sonora della serata ha viaggiato di emozione in emozione, tra i capolavori assoluti di Astor Piazzolla (oblivion e libertango), Carlos Gardel, padre del Tango argentino (el dia que me quieras), Luis Bacalov (il postino), Francisco “Chico” Buarque de Hollanda (oh che sarà), Nicola Piovani (il grido, dal film Il grande sogno, di M.Placido), fino alle composizioni originali, altrettanto coinvolgenti, dello stesso Davide Cavuti come la bellissima “Annina’s Theme”.

Il pubblico in piedi, estasiato e riconoscente, ha applaudito un recital-concerto, corposo e denso, di senso e di bellezza, maestria e talento, e lo spettacolo generosissimo, termina a sorpresa, con un regalo natalizio, Blanca Navidad, ossia la versione di Bianco Natale in spagnolo, grazie sempre alla chiara voce di Martin Diaz.

Dopo i consueti saluti iniziali di Maria Buonaguro, Presidente Amici Accademia e di Marcella Parziale, per il preludio allo spettacolo è intervenuta Antonella Tartaglia Polcini con il suo discorso, intitolato Patrimonio: dall’individuale all’universale, un accorato quanto preciso e specialistico appello a riconsiderare il patrimonio culturale, storico e naturale come patrimonio collettivo e non come mero oggetto di sfruttamento, per affari e interessi privati.

Allo spettacolo erano presenti anche il Sindaco di Benevento Clemente Mastella e la Signora Sandra Lonardo.