Benevento, Carli si presenta: “Sono entusiasta. L’idea è cambiare il più possibile, ma non voglio fare proclami”

Benevento, Carli si presenta: “Sono entusiasta. L’idea è cambiare il più possibile, ma non voglio fare proclami”

Benevento CalcioCalcio

Il nuovo Direttore Tecnico del Benevento ha preso parte alla conferenza di presentazione dalla sala stampa del Ciro Vigorito.

Ecco, quindi, le prime parole da nuovo D.T. della Strega di Marcello Carli:

SUL SUO ARRIVO E SUL PRESIDENTE VIGORITO: “Sono strafelice. Il Presidente è stato gentile, ma con me è stato bravissimo. Mi ha chiamato in un momento difficile non solo per lui ma anche per me, vengo da un’esperienza negativa in cui ho fatto errori di cui mi sono assunto le responsabilità, tenendomele per me a casa e senza parlare con nessuno. Cercavo un’avventura come questa, mi piace il mio lavoro e vengo anche pagato. Sono cinque giorni che sono qui, ho stretto la mano salda del Presidente, credo di aver fatto la scelta giusta. Non vuol dire che farò bene, ma ho roba positiva da tirare fuori e questo ve lo posso assicurare. In questo momento non cercavo la categoria ma la persona. Quando ho detto al Presidente che sarei venuto solo se lui avesse avuto entusiasmo, lui mi ha detto di non ripeterglielo e mi ha fatto capire di essere carico e voler ripartire. Una volta tastato quello ho fatto una stupidaggine: il Presidente è bravo nelle trattative, io no in quelle personali e ha voluto far parlare me senza darmi di più (ride, ndr)“.

SULLE DIFFICOLTA’ PRINCIPALI: “In questo momento è il caldo, le altre non sono difficoltà ma problematiche che sapevo prima di venire che ci sarebbero state. Ci sono strascichi, contratti da rivedere. Il problema mio più grosso è trovare la persona che ci possa condurre, non dobbiamo sbagliare in questo. Lo step principale è non sbagliare il condottiero, in base alla scelta che faremo sarà determinante dargli una mano e metterlo in condizione di fare le cose migliori possibili. La cosa non che mi preoccupa ma che mi tiene più in ansia è la scelta del Mister”.

SUL PROSSIMO ALLENATORE E SULLA SCELTA DELLA STREGA: “Per fare prima dovrei dare il nome. Dico la verità: non riesco a dire bugie, preferisco non parlare. Abbiamo affrontato la questione con il Presidente in modo molto leggero, valutando le caratteristiche. Ho le mie idee e un certo tipo per fare determinate cose. La mia idea è prendere gente che veda Benevento come qualcosa di straordinario: per me lo è. Io sono venuto in un posto dove ho sentito l’emozione di venirci. Giocare in C, A o B a me cambia poco: mi bastava l’entusiasmo del Presidente. La mia idea quindi è prendere un ragazzo bravo e giovane, un profilo fresco che ci piaccia e che venga qui con entusiasmo: altrimenti cercheremo altro. Da qui al 29 agosto un allenatore si troverà. Penso che tanti allenatori verrebbero a Benevento di corsa. Mancano i colloqui, ma le idee sono chiare“.

SU AGOSTINELLI: “Se pensate che io venga qui a illustrarvi le caratteristiche del nuovo allenatore senza aver parlato con Agostinelli sarei una persona che non vale niente. Ho parlato con lui, stasera ci vedremo a cena. Il Presidente ha rimesso a me la decisione e io l’ho riferita a lui: è stato il primo a saperlo. Forse rimarrà qui comunque, non in veste di allenatore però perché secondo me serviva aria fresca“.

SUGLI OBIETTIVI FUTURI: “Non mi piace fare proclami, è difficile. Ho sempre trovato questi discorsi sterili. Siamo il Benevento, che negli anni ha fatto qualcosa di straordinario. Voi più di me venite da un anno dove c’è stata una retrocessione brutta, resta sempre questo. Ma la squadra ha fatto cose straordinarie, era un esempio in tutto e per tutto. Ora bisogna cominciare, ricominciare. Come? Dobbiamo abbinare il profilo giovane che abbiamo detto prima con il provare a vincere il campionato, ma ci vuole tempo. Non c’è persona al mondo che voglia perdere, figuriamoci se non vogliamo fare le cose fatte bene. Dobbiamo dare un’identità forte a questo club. Abbiamo firmato un contratto di tre anni perché credo in queste cose, vogliamo costruire una squadra fresca e forte che possa competere in campionato. Penso che l’obiettivo sia sempre vincere, poi certamente se prendi allenatori e giocatori di alto livello e non vinci crei non solo danni economici ma anche morali e d’entusiasmo, psicologici. La gente ha bisogno di emozione, di ragazzi freschi che sudino la maglia. Il calcio lo devi fare se ti emozioni. Il Presidente sa che ora dobbiamo far tornare la gente allo stadio, ma poi deve andare via divertita. Se falliamo in questo obiettivo è finita“.

SULLA SERIE C: “Non conoscevo neanche la Serie B quando ho iniziato, la A non l’avevo mai fatta ma ho fatto più danni al quinto anno che al primo in massima serie. Questa è una cosa strana, da studiare. Effettivamente è da tanti anni che non vedo la categoria, ma non ho paura. Andremo in campi belli e difficili, non vedo l’ora. Attualmente è una cosa che non mi preoccupa: ho voglia di fare e di iniziare a programmare. Quando ci siamo visti con il Presidente c’era ancora la possibilità di salvarsi, anche se a me sembrava difficilissimo. Non cambia nulla, sono convinto di essere inesperto ma mi fa anche piacere: l’essere inesperto mi emoziona, tornerò ai primi anni che magari nell’inesperienza si è fatto anche bene. Una volta vidi Monza-Vicenza con Galliani dopo pranzo: lui, abituato ad altri palcoscenici, aveva l’emozione negli occhi e mi ricordò che il calcio è uguale da tutte le parti. Questo è vero: quando lo perdi, allora perdi tutto. Quando i problemi ti montano addosso e non hai voglia di combatterli è l’ora di smettere, ma quando ci sono problemi io mi carico. Per me è un orgoglio andare a Sorrento, Torre del Greco, Picerno. Loro fanno un calcio bello, genuino, sano e vero. Ci sarà da soffrire e piangere, ma anche da gioire. Serve entusiasmo, e io lo ho da vendere“.

SULL’IMPORTANZA DELL’EMOZIONARSI: “Senza emozioni non sarei tornato, B o C non mi cambia. Ho dato la mia parola un mese fa, dopo ci sono stati altri movimenti ma non mi interessava: volevo tornare a emozionarmi. C’è voglia di fare, è normale, ma senza fretta. L’obiettivo primario deve essere provare le cose e le emozioni“.

SUI CALCIATORI ATTUALMENTE IN ROSA: “Ho ascoltato i ragazzi, quando parlo voglio avere certezze e che quello che dico è ciò che poi farò. La scelta dell’allenatore è determinante, va coinvolta nel progetto insieme al Presidente. La volontà è quella di cambiare: qualcuno andrà via sicuramente, altri verranno cambiati. Poi c’è la questione contratti, che è un discorso complesso. Non voglio dire chi, come o perché: su 4-5 nomi sono abbastanza convinti che andranno via, su altri vedremo. L’idea è quella di cambiare il più possibile“.

SULL’IMPORTANZA DEL SETTORE GIOVANILE: “Ho giocato tanto con i giovani, ma a Empoli avevo Maccarone e Tavano che li hanno fatti diventare ancora più forti. Non c’entra niente l’età: qui può rimanere anche qualche vecchio, purché amino la piazza dove giocano e lavorano e non solo per prendere i soldi del contratto. Certamente ci saranno vari giovani: o nostri, o che sono in prestito o prelevati dal settore giovanile. Dà soddisfazione vedere un ragazzo giovane che cresce, ma vanno anche aspettati. Ci sono gli ambienti che fanno crescere. Non sono né per giovani né per vecchi, ma per giocatori bravi: se sono nostri giovani, meglio“.

SULLA VOLONTA’ DI MODIFICARE L’ORGANIGRAMMA: “La prossima settimana verrà un mio collaboratore che mi aiuterà nello scouting. Se volesse rimanere qui, poi, abbiamo proposto a Mister Agostinelli di darci una mano in questo settore, è esperto“.

SUL RIDARE ANIMA ALLA SQUADRA: “L’unica cosa che non guarderò mai sono i miei successi passati o i giocatori scovati. Mi sto portando dietro il fallimento di due anni fa. Avrò fatto un buon lavoro se riuscirò a dare un’anima e un’identità a questa squadra, con Mister e Presidente ma anche Team Manager e segretario, tutti quelli che lavorano qui. C’è tutto per fare bene, l’ambiente è ottimo ma se non riuscirò a riportare un’anima a questo club allora vuol dire che avrò sbagliato“.

SULLA SUA IDEA DI GIOCO: “Per come sono fatto io giocherei sempre all’attacco, ma questo è un aspetto tattico che riguarderà il Mister. Penso che si emoziona la gente più attaccando che attendendo, ma la squadra deve avere voglia e mentalità. Abbiamo uno stadio bellino, senza piste, quindi serve portare il tifo attaccando“.

SULLA PERMANENZA DI MANFREDINI: “Con il Presidente abbiamo già avvertito Manfredini: intendiamo proporgli la possibilità di farlo rimanere a Benevento, non solo per l’aspetto tecnico ma anche per quello umano. Non abbiamo ancora avviato la trattativa, ma ci piacerebbe rimanesse con noi. Per gli altri li ho solamente ascoltati, devo capire e devo vedere: ci sarebbe da arrabbiarsi, a volte i calciatori sono straordinari perché finisco il colloquio facendo riferimento alla C. Per ora sono tranquillo, poi quando inizierò a fare il Direttore dirò tutto“.

SULL’EX DS FOGGIA: “Lo conosco, l’ho chiamato anche per correttezza. Ritengo potrà avere un futuro“.