
ESCLUSIVA BN24 – Mariani: “Non confermerei Auteri e Carli. Vigorito capisca che c’è bisogno di azzerare tutto e ripartire”
Benevento CalcioCalcioSidebar intervistaAbbiamo raggiunto telefonicamente Pietro Pedro Mariani, storico Capitano del Benevento, per avere una sua opinione riguardo alla stagione giallorossa da poco terminata e sul prossimo futuro della Strega.
Salve Pedro, la stagione è finita ed è tempo di bilanci: che idea si è fatto, a mente fredda, di questa annata che da sogno è diventata un incubo? “Nel mio modo di opinare mi rifaccio sempre a un uomo che è stato negli spogliatoi, sui campi, e conosce le dinamiche mentali. Un giocatore per quattro mesi potrebbe essere un soldato che se ci vai in guerra ti uccide 12 persone al giorno, poi succede una scemenza e lo hai perso: non solo non uccide più nessuno, ma rischi che lo uccidono gli altri appena mette il becco fuori da un ripostiglio. Mi ha sorpreso che nessuno si sia accorto di questo.
Costruire un organigramma societario è la parte più semplice da fare a bocce ferme, le operazioni possono essere difficoltose ma non richiedono chissà che. Poi inizia l’anno, c’è il ritiro, ci sono gli allenamenti e le esercitazioni in cui magari qualcuno viene usato come riserva: ci vogliono persone di campo, di esperienza, e figure che annusano e percepiscono il pericolo, ciò che sta accadendo. Quando accade un qualcosa, poi, è tardi: alcuni sono scontenti perché seguono quello scontento, altri invece sono contenti perché giocano e si creano le fazioni“.
Quale potrebbe essere il rimedio? “Al di là degli errori commessi, è da cinque anni che va avanti questa situazione. Ci vuole un uomo della società forte, ma che sia anche un uomo di campo, che percepisca queste cose e riesca a intervenire prima che accada quel qualcosa. Il dente, quando c’è una carie, va curato: altrimenti è tardi. Lo spogliatoio è uno studio dentistico“.
Mister Auteri, come dentista, non è bastato? “Ho la sensazione che Auteri non si sia mai sentito così tanto dentro il progetto. Fino praticamente a fine stagione ha difeso sempre la squadra, ha sempre detto che il gruppo era unito e forte, sano, e che remavano tutti dalla stessa parte. Ma poi in campo? Dove era la voglia, la passione? L’ultima partita, contro la Juventus Next Gen, è stata vergognosa. E quella sarebbe dovuta essere una squadra che si giocava la promozione? Vigorito deve azzerare tutto, deve capire che è finito un ciclo: è fisiologico che dopo 20 anni i tempi cambiano e ognuno si deve rinnovare. Fare calcio in questa maniera porta, purtroppo, sempre questi risultati. Fare 5 mila abbonati dopo cinque anni di delusioni è tanta roba, ogni anno dovremmo imparare dagli errori ma niente… Il tifoso non è un cliente, è il proprietario della squadra: poi c’è il gestore, che è il Presidente“.
Però alla fine il Presidente è colui che investe e l’iscrizione è arrivata. “E’ vero, ma poi la Presidenza finisce e la squadra torna ai tifosi. E in quel periodo il Presidente deve avere cura della società, fino a riconsegnarla nel miglior modo possibile. Il Presidente ha detto che vuole rimanere, bene: ma deve ripartire da zero. Se riparte mescolando situazioni, tergiversando e gettando fumo negli occhi, poi si creano i problemi. L’iscrizione è stata fatta? Certo, è un atto dovuto alla piazza e alla gente. Il rischio però è che rimanga tutto così“.
Come si può risanare un gruppo in cui i singoli che lo compongono cominciano a pensare all’io? “Se fossi stato un dirigente del Benevento Calcio avrei allontanato chi pensava all’io, oppure me ne sarei andato io. E’ il singolo che esalta il collettivo, da sempre. La squadra è forte se tutti si mettono al servizio del gruppo, sfruttando ognuno le sue qualità. Di egoisti, però, se ne sono visti a iosa. E se c’è qualcuno che pensa all’io, poi mi rovina gli altri. Per esempio, non avrei confermato Lanini dopo quelle dichiarazioni“.
Confermerebbe Auteri e Carli per l’anno prossimo? “Né l’uno né l’altro. Auteri è mio amico, è un allenatore che stimo e apprezzo. Ma non ripartirei da nessuno di questi, si sta perdendo tempo. Auteri a fine stagione, in trasmissione, ha detto cose che non aveva mai detto durante l’anno. E penso: ma la società lo sapeva? E se sì, perché non si è agito? Altrimenti devo arrivare a pensare che la società ne fosse a conoscenza ed è quindi complice di quello che è successo. Ed è anche tornato a Benevento, sapendo che qualcuno aveva festeggiato dopo il suo esonero, e nonostante ciò ha continuato a mandare questo qualcuno in campo. Quando accadono cose del genere la società deve mandare segnali forti e dare potere all’allenatore. Quelli che hanno esultato per l’addio di Auteri sarebbero dovuti andare in tribuna, anche per dare l’esempio agli altri. Ma già precedentemente, alle prime avvisaglie di dissidi interni. Auteri non lo terrei per omesse denunce che poi sono arrivate a fine anno, oltre che per errori tecnici. Non è affine al Presidente, altrimenti fatico a credere che determinate cose sarebbero successe”.
“Per Carli vale lo stesso discorso, anche lui era dentro lo spogliatoio: come ha fatto a non rendersi conto di queste situazioni che poi sono esplose? Anche perché sul mercato si è agito zero, e alcune cose anzi le ha anche peggiorate: vedi Acampora e Viviani, a cui si è allungato il contratto pur di provarli a cedere. Si è trovato Auteri per volontà del Presidente, nonostante i dissidi di anni fa tra i due. Alla fine neanche in società c’era una vera unità d’intenti, più un ritrovo occasionale. Lì dentro ci sono tante figure, ma tutte fanno capo al Presidente: nessuno può essere giudicato se non fa, se a fine anno devi mandare via qualcuno è perché ha sbagliato e per sbagliare deve fare qualcosa. Carli in qualsiasi altra società, con un rendimento del genere, sarebbe stato mandato via da tempo. Ad Avellino hanno mandato via Perinetti, uno dei migliori dirigenti in Italia. Come anche Auteri: dopo la trasmissione, via subito. Con questi summit stanno perdendo un altro mese e mezzo: se non si riparte da loro, è stato perso altro tempo. Quello che è successo non si può sentire“.
Come ha reagito al “caso ferie” e all’incertezza sul futuro? “Hanno fatto valere delle cose scritte nei contratti. Io mi sarei seduto con ognuno di loro e avrei detto: “Quanto vuoi per andare via?”. Parliamoci chiaramente: in estate non vendi 20 persone, con i contratti che hanno. In questo lasso di tempo avrei provato a mettermi avanti, allontanando tutti per poi rifondare. Così Il Presidente riconquisterebbe la gente, che hai deluso e perso per tutta una serie di cose. Serve ripartire da zero, come vent’anni fa. Devono tutti ringraziare il fatto che il popolo giallorosso abbia come caratteristiche la bontà e la civiltà: quello che è accaduto negli ultimi cinque anni e soprattutto quest’anno, in qualunque altro posto d’Italia, avrebbe portato ad altre conseguenze. Siamo ormai talmente assuefatti ai dispiaceri che nessuno ci fa più caso“.
C’è qualche giocatore da tenere per l’anno prossimo, magari i giovani? “Io manderei via quanti più possibile. Se potessi, cambierei tutti. Bisogna ripartire da zero. Anche sulla questione giovani c’è un fondo di presa in giro. I 2003-04 hanno 22 anni, se sei forte non giochi titolare in Lega Pro ma sei in Serie B. Ci sono alcuni giovani del Benevento che, attualmente, in B non struscerebbero palla. La B va ad altre velocità. Anche su quel fronte, si sta perdendo tempo: servono figure diverse. Ma anche i ragazzi stessi, giovani, rischi di rovinarli: sentono determinati complimenti e vengono premiati con contratti lunghi e costosi, poi credono di essere davvero forti e si “bloccano”. Il progetto giovani doveva partire tempo fa, come l’ha fatto il Cittadella per 15 anni. Nel calcio sei forte se hai soldi e idee: in B ci sono società che spendono meno del Benevento, in C l’Audace Cerignola spende molto meno ma ti è arrivata davanti perché ha costruito anno per anno. Sia con qualche giocatore sia con un’attenzione verso gli allenatori“.
Parlare di ritorno in Serie B è eresia attualmente? “Il calcio è strano. Mi è capitato di andare in società disastrate o davvero provinciali, ma abbiamo vinto il campionato. Non saprei che dire anche a causa della questione iscrizioni, ma temo che l’anno prossimo sarà un calendario ridicolissimo: anche più di quest’anno. Ma puoi vincere un anno, poi torni a raccogliere ciò che hai seminato. Non eravamo pronti nelle due annate in A, ma non eravamo pronti neanche per rimanere in B. Le idee, l’organigramma, le persone giuste nel posto giusto fanno tutta la differenza del mondo: la casa devi cominciare a costruirla dalle fondamenta“.