Centro estetico del piacere, con annunci sul web: denunciati un uomo e una donna

Centro estetico del piacere, con annunci sul web: denunciati un uomo e una donna

CronacaDalla Regione

“Operazione contro il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione da parte dei Carabinieri della Stazione di Solofra, che hanno denunciato in stato di libertà un uomo e una donna di origini asiatiche.

Gli accertamenti svolti dai Carabinieri sono partiti monitorando alcuni siti internet, spesso utilizzati come bacheche di annunci a sfondo sessuale, su cui soggetti dediti all’attività di meretricio pubblicizzano le loro prestazioni ai potenziali clienti in cerca di “avventure”, con il numero da contattare per concordare gli appuntamenti durante i quali consumare rapporti sessuali a pagamento.

militari dell’Arma, individuato l’immobile dove veniva esercitata l’illecita attività, pubblicizzata online con tanto di fotografie che non lasciavano alcun dubbio sulla finalità degli incontri, hanno iniziato un’attività di monitoraggio. Durante i controlli, è stato notato un continuo via vai di persone che si recavano presso quel locale, trattenendosi per brevi periodi, compatibili con la consumazione di rapporti sessuali.

Nel corso delle indagini, gli operanti hanno identificato alcune persone che, avvicinate discretamente, hanno confermato la natura delle prestazioni offerte all’interno del locale, formalmente presentato come un “centro estetico”, aperto fino a tarda sera, con vetrate oscurate e coperte da disegni.

Ai Carabinieri non è restato altro da fare che accedere in quell’esercizio, dove hanno trovato un’avvenente 45enne di origini cinesi e un suo connazionale di 50 anni. 

Durante l’ispezione sono stati rinvenuti due telefoni cellulari, presumibilmente utilizzati per organizzare gli appuntamenti, e una somma in contanti di circa 1.200 euro, probabile provento del meretricio.

La mole di elementi raccolti ha permesso di delineare un quadro indiziario che, d’intesa con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino, ha portato al deferimento dei due soggetti, ritenuti responsabili di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Sono attualmente in corso ulteriori accertamenti per identificare eventuali complici coinvolti nell’attività illecita”.

Ponte | Traffico illecito di rifiuti:  sequestrata area di 5.000 mq e denunciate 12 persone

Ponte | Traffico illecito di rifiuti: sequestrata area di 5.000 mq e denunciate 12 persone

CronacaProvincia

“In data 16 ottobre 2024 i militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare Forestale dei Carabinieri di Benevento in collaborazione con il Nucleo Carabinieri Forestale di Pontelandolfo e coadiuvati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli – Gruppo Specializzato sul Traffico illecito di rifiuti , hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo  emesso dal GIP presso il Tribunale di Napoli su richiesta della competente Procura – DDA, avente ad oggetto un’area di circa 5.000 mq sita in Ponte (BN) e alla denuncia all’A.G. di 12 persone di cui 8 rappresentanti di società coinvolti a vario titolo nell’attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti sanzionato dall’art. 452 quaterdecies c.p., e gestione illecita di rifiuti sanzionato dall’art 256 del D.lgs 152/2006.

L’area oggetto di sequestro utilizzata per la lavorazione e differenziazione dei rifiuti è costituita da un capannone in lamiera, che i militari hanno verificato non essere regolarmente iscritto al catasto e per tanto abusivo e attrezzato con diversi macchinari. La parte antistante il capannone è risultata essere priva della adeguata pavimentazione impermeabilizzata.

Durante le osservazioni ed i vari sopralluoghi è stato verificato che sul sito giungevano autocarri appartenenti a diverse ditte locali pieni di rifiuti di varia natura, per lo più ferrosa ma anche di natura pericolosa, nonché privati cittadini.  I singoli e pressoché quotidiani conferimenti e trasporti avvenivano senza idonea documentazione abilitante attesa la natura totalmente abusiva del sito.

Le società coinvolte, intestatarie formali dei mezzi adoperati per il trasporto all’ingresso e all’uscita, sono risultate non in regola con la normativa di settore.

Una volta raccolti, i diversi materiali, venivano separati per tipologia per essere poi illegalmente redistribuiti a siti di recupero, gestiti da soggetti compiacenti, situati nella provincia beneventana e prevalentemente in quella napoletana. I rifiuti movimentati e trattati dai soggetti indagati sono risultati ingenti, infatti nel solo periodo di osservazioni di circa un mese e mezzo, sono stati quantificati in oltre 450 metri cubi, dei quali circa la metà in ingresso l’altra metà in uscita.

L’esecuzione del provvedimento cautelare reale è giunta al termine di una articolata attività investigativa che attraverso ispezioni, pedinamenti, controlli, esami di registrazioni video e di documentazioni amministrative ha permesso alla polizia giudiziaria di accertare una intensa e ben collaudata attività di traffico, gestione e smaltimento di rifiuti non autorizzata.

Tale illecita gestione di rifiuti era tesa a ricavarne un indebito guadagno, con cadenza pressoché giornaliera, in modo sistematico e ben organizzato e con l’impiego di attrezzature e mezzi messi a disposizione dal proprietario dell’area video sorvegliata. 

I provvedimenti eseguiti sono misure disposte in sede di indagini preliminari, avverso le quali sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari delle stesse sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunti innocenti fino a sentenza definitiva“. 

Ariano Irpino e Solofra, arrestati tre uomini per maltrattamenti nei confronti dei conviventi

Ariano Irpino e Solofra, arrestati tre uomini per maltrattamenti nei confronti dei conviventi

CronacaRegione

Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino hanno eseguito nelle ultime ore tre provvedimenti nei confronti di altrettanti uomini ritenuti responsabili di maltrattamenti nei confronti dei conviventi. Le operazioni si sono svolte in esecuzione di provvedimenti emessi dall’Autorità giudiziaria. Destinatari delle misure sono un 45enne e un 54enne di Solofra, nonché un 49enne di Ariano Irpino.

Nel dettaglio, il 45enne è accusato di aver privato i propri familiari della necessaria assistenza e cura. Questo comportamento, protratto nel tempo, ha portato all’intervento delle Forze dell’Ordine e all’emissione del provvedimento restrittivo.

Il secondo caso riguarda un 54enne di Solofra, arrestato qualche settimana fa per episodi di violenza nei confronti della convivente, tra cui minacce di morte, pugni e calci. A seguito di questo grave episodio, è stata applicata nei suoi confronti la misura degli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico, per garantire una sorveglianza costante e prevenire ulteriori atti di violenza.

Infine, un 49enne di Ariano Irpino è stato sottoposto alla detenzione domiciliare per aver compiuto violenze fisiche nei confronti della sua ex moglie.

Questi episodi confermano, purtroppo, la persistenza del fenomeno della violenza domestica, richiamando ancora una volta l’attenzione sulla necessità di prevenire e contrastare con fermezza tali comportamenti. Le Forze dell’Ordine e la magistratura rimangono impegnate a garantire la sicurezza delle vittime e a perseguire chi si rende colpevole di reati così gravi.

Campania| Abusi sessuali su neonati, Polizia scopre archivio dei pedofili: arresti anche ad Avellino

Campania| Abusi sessuali su neonati, Polizia scopre archivio dei pedofili: arresti anche ad Avellino

CronacaRegione

Nell’ambito di una articolata attività d’indagine finalizzata al contrasto della pedopornografia online, la Polizia di Stato ha eseguito un decreto di perquisizione emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli nei confronti di otto soggetti domiciliati nelle province di Napoli, Caserta, Avellino e Roma, indagati per detenzione di materiale pedopornografico.

Nel corso delle attività sono state effettuate ispezioni ed analisi informatiche dei telefoni degli indagati, che hanno consentito di acquisire significativi elementi probatori in merito al loro coinvolgimento nella condivisione online di video raffiguranti abusi sessuali in danno di bambini in tenera età, anche neonati, e che hanno portato – proprio per l’ingente quantitativo di materiale illecito detenuto – all’arresto in flagranza di due quarantottenni, uno di Napoli e l’altro di Avellino.

L’indagine, svolta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Campania della Polizia Postale su delega della IV Sezione – Fasce Deboli della Procura della Repubblica di Napoli, e con il coordinamento del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (CNCPO) di Roma, ha avuto origine da una segnalazione relativa a utenti italiani coinvolti nella detenzione e diffusione di materiale pedopornografico su un noto social network pervenuta tramite i canali di cooperazione internazionale di polizia.

Nonostante gli indagati, per restare anonimi, avessero creato profili social attraverso i quali porre in essere le condotte illecite, servendosi di caselle di posta elettronica aperte con dati fittizi e accedendo attraverso reti Wi-Fi “aperte” o intestate a terze persone, gli accertamenti e l’analisi di migliaia di connessioni effettuata dagli investigatori cibernetici ha consentito comunque di giungere alla loro identificazione.

Gli indagati sono da ritenersi non colpevoli fino a sentenza definitiva.

Benevento, aiutavano in furti ad abitazioni e tabacchi: in otto agli arresti (VIDEO)

Benevento, aiutavano in furti ad abitazioni e tabacchi: in otto agli arresti (VIDEO)

Cronaca

Nella mattinata odierna, all’esito di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Benevento hanno dato esecuzione ad una misura cautelare personale, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Benevento su richiesta della locale Procura, nei confronti di otto soggetti, sottoposti rispettivamente sei alla “custodia cautelare in carcere” e due agli “arresti domiciliari”, poiché gravemente indiziati a vario titolo dei reati di “associazione a delinquere dedita alla commissione più delitti di furto pluriaggravato e furto in abitazione”, “ricettazione”, “simulazione di reato” e “falsità materiale”.

La complessa attività di indagine, coordinata dalla Procura di Benevento, condotta mediante l’assunzione di sommarie informazioni conseguenti alle querele sporte dalle persone offese, l’acquisizione di copiosa documentazione, l’esecuzione di attività di osservazione controllo e pedinamento, l’esecuzione di intercettazioni telefoniche e ambientali, l’esame di tabulati telefonici, installazione di telecamere, consentiva di acquisire significativi e convergenti elementi indiziari nei confronti di un sodalizio criminale, composto da soggetti stranieri provenienti dai campi rom di Giugliano in Campania e Napoli Secondigliano che commettevano materialmente i delitti, introducendosi furtivamente in bar/tabacchi, esercizi commerciali ed abitazioni, utilizzando per l’occasione veicoli intestati fittiziamente a terzi sui quali venivano collocate targhe alterate o precedentemente asportate da altri veicoli.

Gravi indizi di colpevolezza sono stati acquisiti in ordine alla circostanza che del sodalizio facevano parte anche soggetti italiani, gestori di concessionarie auto, che rifornivano il gruppo nomade di autovetture da impiegare per la commissione dei reati fine, impegnandosi anche per trovare intestatari fittizi. Altri sodali, oggi arrestati, si prestavano dietro compenso all’intestazione delle autovetture poi impiegate dai membri del sodalizio. L’organizzazione poteva contare anche sulla collaborazione di un meccanico compiacente che si prestava ad effettuare lavori di potenziamento delle vetture, poi impiegate per la commissione dei reati nonché si adoperava per fornire agli stessi assistenza in caso di guasti delle medesime auto; le vetture preparate dal meccanico – su richiesta del gruppo – dovevano essere veloci per resistere ad eventuali inseguimenti dei Carabinieri e robuste all’occorrenza per poter speronare i veicoli delle forze dell’ordine in caso di tentativi di arresto.

Le indagini, coordinate dalla Procura, traevano origine da un’attività di analisi avviata nel mese di Ottobre 2022 e condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Benevento, attraverso la quale veniva intrapresa un’attività di monitoraggio del fenomeno dei furti nelle rivendite di generi di monopolio (bar tabacchi e tabaccherie). Gravi indizi in ordine alla responsabilità degli arrestati venivano raccolti in relazione ai furti di generi di monopolio avvenuti il 24 dicembre 2022, rispettivamente presso il distributore Repsol posto sulla strada statale 372 Telesina nel Comune di Paupisi e presso il Distributore Tamoil posto sulla medesima arteria stradale del comune di Puglianello. In particolare i Carabinieri esaminando una serie di episodi criminali analoghi, individuavano compiutamente il veicolo Audi A4 utilizzato dal gruppo criminale e mediante l’analisi dei sistemi di video-sorveglianza, pubblici e privati, accertavano che nella quasi totalità dei casi ogni azione criminosa era composta da quattro/cinque persone travisate; l’arco temporale in cui gli autori commettevano i furti rientrava principalmente nell’arco notturno; in tutti i reati consumati veniva riscontrata effrazione delle inferriate o porte d’ingresso ed in alcuni la realizzazione di veri e propri buchi per accedere negli ambienti dell’esercizio commerciale; gli obiettivi scelti dal gruppo criminale erano quasi sempre vicini a strade di scorrimento veloce che garantivano la fuga dei colpevoli.  

Il 14 Gennaio 2023, il furto di 500 kg. di rame avvenuto presso un’azienda di Limatola, consentiva una svolta nell’attività investigativa, consentendo di concentrare le indagini sugli odierni arrestati. Nella circostanza, immediatamente dopo il furto di rame, i Carabinieri intercettavano sul posto un carro attrezzi, il cui conducente riferiva di essere stato contattato da un suo amico meccanico con la richiesta di prelevare un’auto in panne. All’interno del veicolo di grossa cilindrata i Carabinieri rinvenivano i suddetti cavi di rame nonché oggetti vari ed arnesi atto allo scasso. I successivi accertamenti consentivano di appurare che il veicolo Audi A4 trasportato sul carro attrezzi era il medesimo utilizzato per i citati furti nei bar tabacchi e che in quell’occasione precisa occasione i ladri ne avevano alterato la targa.

Le ulteriori attività d’indagine permettevano di raccogliere gravi indizi in ordine al furto in abitazione avvenuto il 19 febbraio 2023 in Campoli del Monte Taburno, ove i ladri, nel tardo  pomeriggio, dopo aver forzato e distrutto lo sportello della cassaforte a muro della camera da letto, asportavano la somma in contanti di euro 20mila e diversi monili in oro.

Il 10 Marzo 2023 i Carabinieri del Nucleo Investigativo organizzavano un servizio di pedinamento del veicolo in uso alla banda, accertando che lo stesso si trovava nel comune di Baia e Latina della Provincia di Caserta, ove nel pomeriggio era avvenuto un furto ai danni di un’anziana donna, all’interno della cui abitazione i ladri avevano asportato monili in oro. Al fine di identificare i componenti della banda i Carabinieri, dopo aver individuato il veicolo fuggire a grande velocità dal luogo del furto, iniziavano un lungo e infruttuoso inseguimento decidendo di desistere attesa la velocità con cui si procedeva, al fine di tutelare la sicurezza degli altri automobilisti. Le successive attività di appostamento permettevano di identificare uno dei componenti della banda, nonché accertare che dopo la commissione del furto, il veicolo era entrato nel campo Rom di Napoli Secondigliano per poi essere nascosto in un vicino parcheggio privato.

Nell’ambito del medesimo procedimento in sede di esecuzione della misura cautelare sono state effettuate perquisizioni presso i campi nomadi di Giugliano in Campania e Napoli Secondigliano.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione ed i destinatari dello stesso sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

Valle Caudina, tre arresti nel week-end

Valle Caudina, tre arresti nel week-end

CronacaProvincia

Una vasta e diversificata operazione di controllo del territorio condotta durante il fine settimana dai carabinieri della Compagnia di Montesarchio, finalizzata al contrasto della criminalità comune, dello spaccio di sostanza stupefacente nonchè al controllo della circolazione stradale.

Il servizio ha interessato tanto le vie cittadine quanto le aree più periferiche delle varie contrade dei comuni di Montesarchio, San Leucio del Sannio, Pannarano e Apollosa. L’attività, che ha visto l’impiego di 31 equipaggi automontati composti da 62 militari dipendenti della Compagnia ha consentito di controllare 187 persone di interesse operativo e 138 veicoli, effettuare 7 perquisizioni, elevare 5 contravventori al codice della strada, effettuare 1 sequestro amm.vo, contribuendo così ad innalzare il senso di sicurezza e fiducia nelle Istituzioni da parte della cittadinanza.

Nel corso di attività info-investigativa, un quarantenne di Pannarano (BN) veniva tratto in arresto perché trovato in possesso di armi con matricole abrase e/o mancante e munizioni detenute illegalmente presso la sua abitazione e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria veniva sottoposto al regime degli arresti domiciliari.

In questo contesto, nelle prime ore dell’alba di domenica mattina, è stato tratto in arresto un giovane beneventano ma residente a San Leucio del Sannio (BN) perché sorpreso ad effettuare un attentato incendiario alla saracinesca di un punto scommesse nel predetto comune, mettendo a rischio la pubblica e privata incolumità. L’attività investigativa consentiva di identificare senza ombra di dubbio il reo, che su disposizione dell’Autorità Giudiziaria veniva sottoposto al regime degli arresti domiciliari.

Durante il controllo del territorio nel Comune di Apollosa (BN), è stato fermato un uomo che per il suo atteggiamento ha insospettito i militari operanti i quali hanno esteso il controllo anche presso la sua abitazione, dove sono state rinvenuti un bilancino di precisione e diverse dosi di sostanza stupefacente del tipo “hashish” pronte per essere cedute. Condotto presso gli Uffici della Compagnia è stato tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria sottoposto al regime degli arresti domiciliari.

In conclusione, sono stati segnalati alla Prefettura di Benevento, quali assuntori di sostanze stupefacenti, 4 persone tra i 20 ed i 32 anni. Sequestrate diverse dosi di hashish e crack.

Le misure eseguite sono misure cautelari disposte in sede di indagine preliminare, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari delle stesse sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

Truffa falso addetto caldaie, sannita rintracciato e arrestato ad Avellino

Truffa falso addetto caldaie, sannita rintracciato e arrestato ad Avellino

BeneventoCronaca

In seguito dell’emissione da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento – Ufficio Esecuzioni Penali – dell’ordine di esecuzione per la carcerazione a carico di un residente nella provincia di Benevento, gli investigatori della Squadra Mobile si mettevano alla ricerca del predetto, che veniva rintracciato nella mattinata odierna in Avellino e tratto in arresto in esecuzione del provvedimento in argomento.

L’uomo, dovrà scontare 3 anni e 4 mesi di reclusione perché riconosciuto colpevole di furto aggravato in concorso con altri soggetti.

Inoltre, l’organo giudicante lo ha, altresì, condannato alla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per anni 5.

La vicenda, sfociata nella summenzionata condanna, trae origine da un’indagine svolta agli inizi del 2017 dagli investigatori della terza sezione della Squadra Mobile che hanno svolto meticolose indagini, supportate anche da attività tecnica, per una serie di eventi criminali relativi all’arco temporale che parte dai mesi finali del 2016 sino ad arrivare ai primi mesi dell’anno 2017, nel corso del quale si è verificato un incremento di reati perpetrati in Benevento e provincia, lesivi della sfera patrimoniale di persone anziane, facilmente raggirabili.

Attività info-investigativa posta in essere al fine di contrastare il fenomeno ha consentito di apprendere che una serie di persone, pluripregiudicate, utilizzavano quale mezzo per carpire la fiducia delle vittime – affinché consentissero loro l’ingresso nelle rispettive abitazioni – quello della spendita della qualifica di rappresentanti di società fornitrici di energia (gas ed elettricità).

In particolare, presentandosi solitamente in coppia, i correi dichiaravano di essere dei tecnici che, gratuitamente, effettuavano il controllo delle caldaie del metano, in maniera tale che il proprietario dell’unità immobiliare potesse essere in regola con le norme vigenti sulla manutenzione degli impianti di riscaldamento. Poi, una volta introdottisi all’interno delle abitazioni, mentre un soggetto distraeva la malcapitata vittima, il complice ne approfittava per rubare il portafoglio ed alcuni oggetti in oro.

L’analisi dei dati acquisiti e le informazioni ricevute hanno circoscritto l’attenzione su un gruppo di persone, tra i quali l’odierno arrestato, le quali si sono rese responsabili dei delitti in epigrafe indicati.

Dopo gli adempimenti di rito l’arrestato è stato associato alla Casa Circondariale di Bellizzi Irpino (AV).

Appalti, in manette politico e imprenditore

Appalti, in manette politico e imprenditore

CronacaProvincia
Obbligo di firma, invece, per un agente della polizia municipale membro della commissione di gara, ritenuto colluso con il sistema.

Nella mattinata odierna, all’esito di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Benevento e della Compagnia Carabinieri di Montesarchio hanno dato esecuzione ad una misura cautelare personale e reale, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Benevento su richiesta della locale Procura, nei confronti di tre soggetti, sottoposti rispettivamente alla “custodia cautelare in carcere”, agli “arresti domiciliari” ed all’“obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria”, poiché gravemente indiziati dei reati di turbata libertà degli incanti e trasferimento fraudolento di valori.

Si tratta di Nicola Panella, 59enne di Montesarchio, finito in carcere e di Gennaro Caporaso, 47 anni, sindaco di Tocco Caudio, per il quale sono scattati gli arresti domiciliari. Obbligo di firma, invece, per un agente della polizia municipale. 

La complessa attività di indagine, coordinata dalla Procura di Benevento, condotta mediante l’assunzione di sommarie informazioni, l’acquisizione di copiosa documentazione, l’esecuzione di attività di osservazione controllo e pedinamento, l’esecuzione di intercettazioni telefoniche e ambientali, l’esame di tabulati telefonici e telecamere, consentiva di acquisire significativi e convergenti elementi indiziari nei confronti del sindaco di un comune della provincia di Benevento, al quale è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari, in ordine alla sistematica attuazione di un personale modus operandi volto a turbare la regolarità di alcune procedure pubbliche del relativo Comune.

In primo luogo, l’indagine consentiva di acquisire gravi indizi in ordine all’avvenuta turbativa della gara d’appalto relativa ai lavori di messa in sicurezza e di sistemazione idraulico – forestale di una strada, resa possibile grazie alla ritenuta collusione tra il Sindaco ed un Vigile Urbano – quale membro della commissione di gara, al quale è stata applicata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G. – che permetteva di individuare a monte l’impresa aggiudicataria, il cui titolare era legato al Sindaco da un rapporto di asservimento, tanto che durante il periodo di pubblicazione del bando e prima dell’aggiudicazione, il primo cittadino commissionava informalmente all’imprenditore piccoli lavori di manutenzione stradale per accontentare il proprio elettorato e che l’imprenditore eseguiva a titolo di favore.

In secondo luogo, il prosieguo delle indagini consentiva di acquisire gravi indizi in ordine all’avvenuta turbativa della procedura di gara “per l’affidamento del servizio di accoglienza integrata per i minori stranieri non accompagnati” attraverso la costituzione di una ATI (associazione temporanea di imprese) promossa in prima persona dal Sindaco, che si adoperava per la formazione, la costituzione e la partecipazione della stessa ATI alla gara. Nella circostanza il medesimo primo cittadino, prima ancora della pubblicazione del bando, individuava l’immobile da destinare all’accoglienza dei minori, nella consapevolezza che i locali non fossero ancora idonei alla ricezione degli ospiti, ed aveva altresì scelto la cooperativa sociale che avrebbe dovuto vincere la citata gara d’appalto, promuovendo la costituzione della stessa in una ATI di cui sceglieva personalmente i partecipanti. Tuttavia non si giungeva alla prevista aggiudicazione unicamente per una difficoltà tecnica riscontrata dall’ATI promossa dal Sindaco nell’inserimento della domanda al sistema MEPA.

Gravi indizi venivano raccolti anche in ordine alla turbativa della procedura di “affidamento del servizio di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani ed assimilati” del medesimo Comune, affidata a marzo 2022 all’impresa che risultava già affidataria del servizio, in violazione del principio di rotazione, attuando una effettiva alterazione concorrenziale dell’affidamento, in quanto l’impresa aggiudicataria risultava l’unico operatore economico a rispondere alla richiesta di negoziazione del Comune e venendo aggiudicata la gara alla stessa per un periodo di due anni, coincidenti con il termine del mandato del Sindaco ed inferiore al termine inizialmente ipotizzato dallo stesso, abbassando di fatto l’importo posto a base della gara e quindi consentendo di svolgere una procedura negoziata con invito di almeno 5 operatori. Inoltre, per ottenere l’aggiudicazione, il legale rappresentante dell’impresa aggiudicataria, notoriamente già sottoposta a sequestro preventivo e amministrazione giudiziaria in altro procedimento, ometteva di indicare tale condizione della società nella domanda di partecipazione alla gara; il reale dominus della predetta società aggiudicataria veniva sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere.

Le ulteriori attività d’indagine permettevano di raccogliere gravi indizi in ordine al trasferimento fraudolento di valori posto in essere dal citato indagato, già destinatario di analoghe misure per fatti della stessa specie, in relazione alla fittizia attribuzione della titolarità formale delle quote societarie di un’impresa a due soggetti prestanome, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali. All’indagato veniva applicata dal GIP la misura della custodia cautelare in carcere.

Veniva altresì eseguito il sequestro preventivo, disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Benevento su richiesta della locale Procura, della predetta società, compresi gli asset aziendali, i beni strumentali, i beni mobili e immobili alla stessa intestati.

Nell’ambito del medesimo procedimento sono state effettuate numerose perquisizioni e risultano indagati per i medesimi reati anche altri 10 soggetti che saranno interrogati nei prossimi giorni.

Benevento, scoperta banda di furti: sei arresti

Benevento, scoperta banda di furti: sei arresti

BeneventoCronaca

All’esito di attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento. nella mattinata odierna, i Carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere hanno dato esecuzione nelle province di Caserta ed Alessandria ad un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 6 persone (2 cittadini romeni e 4 cittadini albanesi), raggiunti da gravi indizi di colpevolezza per numerosi furti aggravati commessi tra il 2020 e il 2021 in varie località delle province di Benevento, Caserta, Isernia, Salerno, Potenza e Matera.

Tre misure sono stati eseguite mentre tre indagati risultano irreperibili.

L’adozione del provvedimento cautelare costituisce l’esito di un’articolata attività investigativa coordinata dalla Procura di Benevento e condotta dalla Stazione Carabinieri di Grazzanise tra il mese di novembre 2020 ed il mese di gennaio 2021, attraverso intercettazioni telefoniche, acquisizione di tabulati telefonici, analisi di filmati registrati da sistemi di videosorveglianza e servizi di osservazione e pedinamento, che ha consentito di acquisire gravi indizi in ordine:

  • all’esistenza di un gruppo di cittadini rumeni ed albanesi dediti alla commissione di furti, perpetrati nella fascia oraria notturna nelle province di Benevento, Caserta, Isernia, Salerno, Potenza e Matera, principalmente ai danni di stabilimenti industriali, attività commerciali ed impianti di produzione di energia elettrica, previa forzatura degli accessi;
  • alle responsabilità, a vario titolo, degli indagati nei confronti dei quali sono stati contestati n. 9 furti, e alle dinamiche di consegna del materiale di provenienza delittuosa (prodotti commerciali, attrezzatura ad uso industriale, veicoli, supporti elettronici ed informatici, ingenti quantitativi di rame) a soggetti originari della provincia di Caserta, pur essi indagati, che provvedevano alla ricettazione.
  • Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono allo stato indagati e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.
Agenti chiedono prestazioni sessuali per far introdurre droga e cellulari nel carcere di Trapani, arresti anche a Benevento

Agenti chiedono prestazioni sessuali per far introdurre droga e cellulari nel carcere di Trapani, arresti anche a Benevento

BeneventoCronaca
Alcuni agenti della polizia penitenziaria, dietro dazione di denaro o altre utilità (comprese prestazioni sessuali da parte della convivente di un detenuto), avrebbero consentito l’introduzione in carcere di sostanze stupefacenti, telefonini. Ventiquattro le misure cautelari emesse.

Alle prime ore di questa mattina, in Trapani (TP), Palermo (PA), Benevento (BN), Bari (BA), Porto Empedocle (AG), Mazara del Vallo (TP) e Avola (SR), i Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani e il personale del Nucleo Investigativo Regionale Sicilia della Polizia Penitenziaria, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal GIP del Tribunale di Trapani, su richiesta locale Procura della Repubblica, nei confronti di 24 persone (17 in carcere, 5 agli arresti domiciliari e 2 obblighi di dimora) indagate, a vario titolo, per corruzione, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, abuso d’ufficio, truffa aggravata, falsità materiale commessa da P.U. in atti pubblici, falsità ideologica, omessa denuncia di reato, evasione e accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, nonché ulteriori violazioni del codice dell’Ordinamento Penitenziario.

Il provvedimento compendia le risultanze scaturite dalle indagini dei reparti operanti, coordinati dalla locale Procura, che dopo la denuncia di alcuni detenuti transitati dal penitenziario trapanese, hanno documentato (da ottobre 2019 ad oggi) presunti episodi di corruzione di alcuni agenti della polizia penitenziaria, già in servizio presso la casa circondariale “Pietro Cerulli di Trapani” che, dietro dazione di denaro o altre utilità (comprese prestazioni sessuali da parte della convivente di un detenuto), avrebbero consentito l’introduzione in carcere di sostanze stupefacenti, telefonini (oltre 50 quelli sequestrati) e altri beni (armi improprie, sigarette, profumi,…) in favore di soggetti reclusi, anche appartenenti alla criminalità organizzata e ristretti presso i reparti di Alta Sicurezza.

Dalle indagini sarebbe, quindi, emerso uno spaccato inquietante della realtà carceraria trapanese, ove per la popolazione detenuta, la possibilità di utilizzare i telefoni, come strumento di comunicazione con l’esterno, sembrerebbe essere divenuta indispensabile per la quotidianità all’interno degli istituti penitenziari.

Gli investigatori avrebbero accertato le diverse modalità delle consegne in carcere. Quando queste non erano possibili mediante l’aiuto degli agenti infedeli, gli espedienti utilizzati erano i più disparati: alcuni detenuti optavano per l’occultazione del materiale in scarpe o finanche nelle cavità corporee, altri si avvalevano di tecniche “innovative” come il lancio all’interno dell’istituto penitenziario di un pallone da calcio, preventivamente “farcito” con telefoni cellulari, oppure mediante “droni” che persone specializzate mettevano a disposizione come un vero e proprio servizio di “delivery”.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, alcuni agenti infedeli avrebbero anche utilizzato certificazioni mediche attestanti falsi stati di malattia per poter svolgere lavori extra quali, ad esempio, il servizio di sicurezza presso locali notturni, oppure altre attività personali durante l’orario di lavoro.

Nel corso dell’attività investigativa (denominata convenzionalmente “Alcatraz”) sono state complessivamente sottoposte ad indagini 30 persone, tra cui quattro agenti di polizia penitenziaria, tutti non più in servizio (di cui due non destinatari di provvedimenti cautelari). Uno degli ex agenti è indagato perché avrebbe omesso di denunciare all’autorità giudiziaria il presunto pestaggio di un detenuto ad opera di alcuni agenti penitenziari.