San Giorgio del Sannio, cosa ne sarà dell’Auditorium “Cilindro Nero”?

San Giorgio del Sannio, cosa ne sarà dell’Auditorium “Cilindro Nero”?

AttualitàDalla Provincia
L’asta pubblica indetta dall’Amministrazione, per l’alienazione del “Cilindro Nero”, pare andata deserta: la vicenda sta facendo molto discutere in Paese.

SAN GIORGIO DEL SANNIO. Si conclude con una “fumata nera” la vicenda legata all’alienazione dell’immobile comunale Auditorium “Cilindro Nero” che negli ultimi giorni ha dominato il dibattito politico alimentando parecchie riflessioni e confronti tra maggioranza e opposizione di San Giorgio del Sannio.

Come da bando, il termine ultimo per la presentazione dell’offerta di acquisto della sala comunale è scaduto e sembra non essere pervenuta alcuna istanza di partecipazione.

Giova ricordare che la vendita del bene era stata inserita nel piano di alienazioni e valorizzazione immobiliare, predisposto dall’Amministrazione Ciampi, insieme all’area sita in Via Alessandro Manzoni (ex campo di tennis coperto) e all’area confinante con l’asilo Comunale Capoluogo, approvato in Consiglio comunale nella seduta del 31 maggio 22.

Dei tre beni, l’Amministrazione comunale aveva deciso di alienare solo l’Auditorium e il terreno in via G. Bocchini (terreno adiacente l’Asilo comunale) escludendo dalle intenzioni di vendita quello di Via Manzoni dove la precedente Amministrazione aveva progettato di realizzare un impianto di Padel.

E’ probabile che la mancata partecipazione all’asta dei privati sia ascrivibile alla serrata opposizione dei due gruppi consiliari di minoranza che sin da subito hanno reso noto il loro dissenso adoperandosi per ottenere la revoca della procedura di trasferimento a privati della proprietà.

Poco dopo la pubblicazione dell’avviso di asta, infatti, l’Avv. Giancarlo Bruno, capogruppo di “Insieme per San Giorgio” e l’Avv. Giuseppe Ricci, il Dott. Vincenzo Boniello e la Dott.ssa Alessia Accettola rappresentanti di “San Giorgio Bene Comune” hanno lanciato un sondaggio tramite la rete, anonimo e per fini conoscitivi e non statistici. Chiaro l’intento di conoscere l’opinione dei cittadini nell’ottica che “la democrazia partecipata non può e non deve essere solo un modello di procedura politica da sbandierare in campagna elettorale”. Nel lanciare il sondaggio, i due gruppi dichiaravano che “convinti che debbano essere i cittadini a decidere, chiediamo, sulla questione, l’induzione del referendum come previsto dallo statuto comunale e per questo segnaliamo ai cittadini la possibilità di esprimere la volontà personale di cui ci faremo portavoci compilando un sondaggio anonimo”.

Dalle slide di sintesi (in allegato in fondo), pervenute in redazione, emerge che il sondaggio è stato completato da 281 utenti. Dei partecipanti, 192 utenti (72,2%) hanno espresso la propria contrarietà alla vendita e il 62,1% ha ritenuto il prezzo di vendita basso. Più della metà degli utenti, il 64,8%, avrebbero gradito l’indizione di un referendum per giungere a una scelta democratica e condivisa. Ulteriore dato emerso è che solo il 25,5 % considera la vendita di questo bene una valida soluzione per risanare le casse comunali.

L’iniziativa conoscitiva non è stata particolarmente apprezzata dal sindaco, Angelo Ciampi, il quale con un video tutorial ha inteso far notare la presunta inaffidabilità del sistema in quanto – secondo Ciampi – permetterebbe a un singolo utente di votare più volte.

Celere è stata la risposta dei gruppi di opposizione che hanno precisato che “Se il sondaggio online disturba l’ortodossia informatica del sindaco, lo rifacciamo con carta e penna tra la gente. Magari lo facciamo insieme, gomito a gomito, guardando in faccia i cittadini e spiegando loro la differenza tra debiti e crediti” e precisando di aver usato “uno strumento che dichiaratamente (basta leggere le policy) non usa criteri statistici ma serve a cogliere opinioni, che vanno poi approfondite.”

Nei giorni scorsi, inoltre, i consiglieri di minoranza, in maniera congiunta e coesa, hanno presentato un’istanza di annullamento in autotutela del bando di asta pubblica ravvisando una serie di errori nella procedura e nella redazione dell’avviso di asta.

Alla fine della kermesse, la storia, già corposa, dell’Auditorium apre scenari non ben definiti. Ci si chiede quale sarà la prossima mossa dell’Amministrazione comunale? Si procederà ad una nuova vendita oppure si accoglierà una delle tante proposte fatte in questi giorni, tra cui quella dell’Avv. Bruno, di valorizzazione della sala comunale, affidandone l’uso all’istituzione scolastica che potrebbe usufruirne in sinergia con associazioni locali? L’unico dato di fatto, ad oggi, è che il proposito dell’Amministrazione comunale di alienare il “Cilindro nero” non ha trovato terreno fertile, visto che l’asta – come detto – è andata deserta.