Detenuto suicida nel carcere di Ariano Irpino

Detenuto suicida nel carcere di Ariano Irpino

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Un detenuto italiano di 34 anni si è tolto la vita all’interno del carcere di Ariano Irpino, in provincia di Avellino.

Lo riferisce Aldo Di Giacomo, segretario nazionale del Sindacato di polizia penitenziaria. È il sesto suicidio negli ultimi otto giorni, 42 dall’inizio dell’anno.

L’uomo era stato trasferito per motivi di ordine e sicurezza da Carinola, in provincia di Caserta. Nei giorni scorsi – secondo quanto si apprende – aveva aggredito quattro agenti penitenziari.

Secondo quanto sostiene Di Giacomo, si tratterebbe del “sesto suicidio in 8 giorni in Campania. Forse qualcuno pensa che non intervenendo si svuoteranno le carceri. Il governo e l’amministrazione penitenziaria non sono in grado di contrastare questo stillicidio di vite umane, nessun provvedimento concreto è stato messo in campo per evitare l’amplificarsi del fenomeno che oramai ha assunto livelli record con 42 suicidi dall’inizio dell’anno. Il cambio di rotta tanto auspicato non vi è stato con questo governo. E’ aumentata l’indifferenza ai problemi delle carceri”.

Carcere di Ariano, poliziotto sventa spedizione punitiva

Carcere di Ariano, poliziotto sventa spedizione punitiva

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“La prontezza di riflessi di un poliziotto penitenziario in servizio ha impedito che si portasse a compimento una spedizione punitiva ad un detenuto ricoverato presso l’Infermeria del carcere”.

Sempre alta la tensione nelle carceri campane. Ultimo evento nel carcere di Ariano Irpino: “La prontezza di riflessi di un poliziotto penitenziario in servizio ha impedito che si portasse a compimento una spedizione punitiva ad un detenuto ricoverato presso l’Infermeria del carcere”, spiega Tiziana Guacci, segretario regionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. 

“Un detenuto della IV Sezione, con una scusa, si è recato in infermeria ed ha cercato di sottrarre le chiavi al poliziotto per recarsi in sezione infermeria con arma rudimentale. L’Agente è stato scaraventato in terra, ma insieme al personale sanitario e all’intervento di altro collega il detenuto è stato immobilizzato”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, denuncia: “questo è lo scenario quotidiano inaccettabile in cui opera il Corpo di Polizia Penitenzia. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Le carceri sono in mano ai delinquenti.

È una vergogna! Fare il poliziotto penitenziario in carcere è sempre più pericoloso e noi ci sentiamo abbandonati da tutti: dalle Istituzioni e dalla politica! Noi siamo pronti a scendere in piazza, a Napoli, per manifestare tutta la nostra rabbia e la nostra protesta!”.