VIDEO – Aggressioni al carcere di Benevento, visita ispettiva di Rubano

VIDEO – Aggressioni al carcere di Benevento, visita ispettiva di Rubano

Politica

Visita ispettiva del deputato sannita, Francesco Maria Rubano, questa mattina presso la Casa Circondariale di Benevento. L’onorevole di Forza Italia ha voluto far sentire la propria vicinanza alla polizia penitenziaria dopo gli ultimi episodi di violenza avvenuti all’interno dell’Istituto Penitenziario di Capodimonte.

Rubano che ha incontrato il direttore della Casa Circondariale, Gianfranco Marcello, il quale però ha preferito non rilasciare dichiarazioni alla stampa.

Ascoltiamo le parole dell’onorevole Francesco Maria Rubano rilasciate ai microfoni di BeneventoNews24.it.

VIDEO – “Fermare i suicidi in carcere”: maratona oratoria dinanzi al Tribunale di Benevento

VIDEO – “Fermare i suicidi in carcere”: maratona oratoria dinanzi al Tribunale di Benevento

AttualitàBenevento Città

“Fermare i suicidi in carcere – Non c’è più tempo”, è il titolo della Maratona oratoria tenutasi questa mattina a Benevento, in via R. De Caro (di fronte al Palazzo di Giustizia) al fine di denunciare la drammatica condizione delle carceri italiane e del sistema della esecuzione della pena detentiva nel nostro Paese, alla luce dell’allarmante numero di suicidi verificatisi dall’inizio dell’anno negli istituti penitenziari (ad oggi, ben 44).

All’evento, organizzato dalla Camera Penale di Benevento, hanno preso parte anche il sindaco Mastella e il giudice Sergio Pezza, Presidente della Sezione Penale del Tribunale di Benevento, oltre chiaramente ai rappresentati della Camera Penale, tra cui la presidente Simona Barbone e l’avv. Nico Salomone, Componente di giunta Camera penale Benevento e dell’Osservatorio nazionale carcere Unione camere penali.

Di seguito il servizio video con le interviste.

Benevento, evasione e lesioni personali: 32enne finisce in carcere

Benevento, evasione e lesioni personali: 32enne finisce in carcere

BeneventoCronaca

La  Polizia di Stato di Benevento ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa in data 18 giugno 2024 dalla Corte di Appello di Napoli – Sesta Sezione Penale, nei confronti di un trentaduenne pregiudicato di Benevento.

La misura scaturisce da accertamenti ed attività di indagine della locale Squadra Mobile, che hanno consentito di appurare una serie di gravi condotte dell’uomo nel periodo in cui era sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

In particolare, lo stesso si sarebbe reso responsabile nelle scorse settimane dei reati di evasione e lesioni personali, così violando le prescrizioni imposte con la misura in atto. Tali circostanze hanno dunque condotto la Corte di Appello di Napoli a revocare la misura degli arresti domiciliari, ritenendola inadeguata al contegno manifestato dall’uomo, ed applicare quella più grave della custodia cautelare in carcere.

L’uomo pertanto, all’esito delle formalità di rito, è stato condotto presso la Casa Circondariale di Benevento.

Si rappresenta che le persone sottoposte alle indagini preliminari sono presunte innocenti fino a sentenza definitiva.Ev

Esce dal carcere e riprende con minacce e atti persecutori nei confronti dell’ex moglie: nei guai 46enne

Esce dal carcere e riprende con minacce e atti persecutori nei confronti dell’ex moglie: nei guai 46enne

BeneventoCronaca

All’esito di attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Benevento, nel pomeriggio del 20 maggio u.s., hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un 46enne di Benevento gravemente indiziato del reato di atti persecutori.

Le indagini venivano avviate a seguito di una denuncia-querela sporta dalla persona offesa nello scorso mese di marzo, con la quale riferiva che l’ex marito, dopo essere stato scarcerato nell’ambito di diverso procedimento, iscritto per reati della stessa indole commessi sempre ai suoi danni e per il quale era stata emessa sentenza di condanna a seguito di patteggiamento, aveva ripreso a molestarla e a minacciarla con condotte reiterate, in modo da cagionarle un perdurante e grave stato di ansia e paura, nonché ingenerandole un fondato timore per la propria incolumità.

Lo stesso Gip, nell’accogliere la richiesta del P.M., ha riconosciuto la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’indagato, dispondendo la custodia inframuraria anche sulla scorta del fatto che, nel diverso procedimento penale, mentre l’indagato era sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento alla persona offesa, aveva violato la misura e, oltre ad essere stato arrestato, aveva subito anche l’aggravamento della misura in atto, sostituita con la custodia cautelare in carcere.

Alla luce di quanto sopra il Tribunale di Benevento, accogliendo la richiesta della Procura, emetteva il provvedimento applicativo della misura della custodia cautelare in carcere a carico dell’indagato, ritenendola la più idonea a salvaguardare l’incolunità della denunciante.

Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è allo stato imputato e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva.

Campania: settimana di alta tensione nelle carceri di Salerno, Benevento, Avellino e Ariano Irpino

Campania: settimana di alta tensione nelle carceri di Salerno, Benevento, Avellino e Ariano Irpino

CronacaRegione

È allarme nelle carceri della Campania dove si registrano continui eventi critici, dopo la settimana intensa vissuta dagli uomini del Reparto di Polizia Penitenziaria in servizio in alcune strutture detentive della Regione, come sempre impegnati a 360° per il contrasto alle illegalità ed alle violenze. E quanto avvenuto ripropone l’allarme lanciato mesi fa dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria circa la necessità di “intervenire nel “mondo carcere”, che merita un profondo rinnovamento di tecniche e formazione del personale, ma anche l’ausilio di strumenti moderni, di regole precise e rigorose, di strutture adeguate che sappiano essere al passo con l’evoluzione”, come spiega Tiziana Guacci, segretaria per la Campania del SAPPE.

Questo il resoconto che fornisce la sindacalista della settimana ‘di passione’ vissuta: “Nella Casa Circondariale di Salerno la popolazione detenuta ha messo in atto per tutta la settimana una protesta, rifiutandosi di rientrare nelle celle a causa delle inefficienze dell’assistenza sanitaria e del vitto avente prezzi non adeguati. A Benevento due detenuti, per futili motivi, hanno aggredito il personale di Polizia Penitenziaria, costringendoli a ricorrere alle cure del vicino ospedale. Nel carcere di Avelllino, poi, ieri è stato ritrovato nel locale adibito alla socialità del reparto Alta Sicurezza un ingente numero di telefoni cellulari. La cosa più preoccupante è la tipologia di detenuti, ossia quelli appartenenti al circuito Alta Sicurezza. Ormai i livelli di sicurezza del carcere irpino sono compromessi, soprattutto perché i detenuti di qualsiasi circuito non sono chiusi in deroga alle disposizioni dipartimentali. La grave carenza di organico soprattutto nel ruolo dei sottoufficiali provoca un senso di disorientamento nel personale di polizia penitenziaria con un grave aumento delle malattie”. Ultimo, ma non ultimo, la particolare situazione in atto presso la Casa Circondariale di Ariano Irpino, in cui per tutta la settimana il personale di Polizia ha svolto turni massacranti, dalle 8 all’1 di notte, sacrificando in alcuni casi il riposo settimanale. Per questo, Guacci reitera “il grido di allarme del SAPPE sulla stabilità delle carceri regionali campane. Il sistema sembra essere saltato con evidenti ripercussioni sia sull’ordine e la sicurezza dei penitenziari sia sul benessere psico-fisico dei poliziotti. A fronte di questa inaccettabile situazione il Provveditore regionale della Campania, con sede a Napoli, non interviene con azioni risolutive ed aggrava la situazione con una gestione amministrativa del personale di polizia penitenziaria poco efficiente ed efficace, generando per tal via ulteriore malessere!”

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, auspica che “anche l’Amministrazione Penitenziaria adotti con urgenza gli opportuni provvedimenti per restituire sicurezza e serenità lavorativa al personale di Polizia Penitenziaria che fa servizio nelle carceri della Campania”, senza trascurare quella che è una richiesta storica del SAPPE: “dotare il personale del Corpo del taser e di ogni altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.

Carcere Ariano, detenuti si rifiutano di entrare in cella

Carcere Ariano, detenuti si rifiutano di entrare in cella

CronacaRegione

Giovedì ad alta tensione, nella Casa Circondariale di Ariano Irpino, dove nella giornata di giovedì i detenuti ristretti nella Seconda Sezione ex art. 32 si sono rifiutati di entrare in cella.

“Con non poca difficoltà solo nella tarda serata i poliziotti di Ariano Irpino, che ancora una volta hanno dimostrato grande professionalità e spirito di sacrificio, sono riusciti a ripristinare l’ordine e la sicurezza”, sottolinea il Segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Tiziana Guacci.

Il Sappe denuncia, per l’ennesima volta, la grave carenza di organico di Polizia Penitenziaria nell’istituto arianese. “L’organico previsto dal Decreto ministeriale 12 luglio 2023 prevede la presenza di n. 133 uomini e n. 5 donne nel ruolo agenti, attualmente la cd. forza operativa, ossia quella effettivamente disponibile, consta di sole 81 unità di cui 74 uomini e 7 donne con una differenza di ben 59 unità maschili in meno. Con ben 23 unità distaccate in uscita! Il personale di polizia penitenziaria è stanco e sfiduciato e costretto a svolgere turni massacranti”, denuncia la sindacalista. “Situazione acuita dalla mancata mobilità interna, che genera nel personale che lavora all’interno delle sezioni detentive un aumento dello stress lavorativo. E nonostante le numerose denunce al Provveditorato penitenziario della Regione Campania ad oggi nessuna risposta concreta è arrivata. Chiediamo ai vertici Dipartimentali di intervenire con immediatezza per risolvere la situazione di impasse in cui versano gli istituti campani”.

Pieno sostegno alla protesta della Polizia Penitenziaria di Ariano arriva da Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Come Segreteria Generale del SAPPE ci attiveremo presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affinché le giuste proteste delle colleghe e dei colleghi di Ariano Irpino e di tutta la Regione trovino attenzione e conseguenti provvedimenti. Auspichiamo che i vertici del DAP e del Provveditorato regionale penitenziario di Napoli intervengano con celerità e si adottino con urgenza provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza del carcere.  Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato”.

Airola, porta droga in carcere al figlio: fermata madre di detenuto

Airola, porta droga in carcere al figlio: fermata madre di detenuto

CronacaProvincia

Il cuore di una mamma, si sa, è infinito, forse anche troppo…La madre di un detenuto è stata infatti fermata e denunciata a piede libero nella giornata di ieri dalla Polizia Penitenziaria in servizio presso l’Istituto Penale per Minorenni di Airola, nel Beneventano.

A dare la notizia è Sabatino De Rosa, vicecoordinatore regionale per il settore minorile per la regione Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che spiega: “Ieri, durante lo svolgimento dei colloqui con i familiari, il personale di Polizia Penitenziaria assegnato al settore colloqui e preposto ai controlli sulle persone e i pacchi in ingresso, ha rinvenuto della sostanza stupefacente abilmente nascosta in un indumento. Il pacco in questione era stato depositato, per la consegna, dalla madre di un detenuto napoletano appena.  

Tutto ciò è stato possibile grazie al fiuto impeccabile della Polizia Penitenziaria che ha svolto come sempre il suo delicato compito con costanza e spirito di abnegazione”. Il sindacalista, a nome del SAPPE, “rivolge un plauso al personale di Airola, che con non poche difficoltà riesce a contrastare l’introduzione di droga e oggetti non consentiti all’interno degli istituti penitenziari pur non avendo una strumentazione tecnologica adeguata e una carenza di personale cronica” e, per tanto, auspica vengo loro riconosciuta una adeguata ricompensa ministeriale.

Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “il problema dell’ingresso della droga in carcere è questione ormai sempre più frequente, a causa dei tanti tossicodipendenti ristretti nelle strutture italiane. 

Dai dati in nostro possesso sappiamo che quasi il 30% delle persone, italiane e straniere, detenute in Italia, ossia uno su tre, ha problemi di droga. Per chiarezza va ricordato che le persone tossicodipendenti o alcoldipendenti all’interno delle carceri sono presenti per aver commesso vari tipi di reati e non per la condizione di tossicodipendenza. 

La loro presenza comporta da sempre notevoli problemi sia per la gestione di queste persone all’interno di un ambiente di per sé così problematico, sia per la complessità che la cura di tale stato di malattia comporta. Non vi è dunque dubbio che chi è affetto da tale condizione patologica debba e possa trovare opportune cure al di fuori del carcere e che esistano da tempo dispositivi di legge che permettono di poter realizzare tale intervento. 

Questa potrebbe essere la strada da seguire per togliere dal carcere i tossicodipendenti e limitare sempre di più l’ingresso di sostanze stupefacenti, unito ovviamente a tutte le attività di prevenzione, come l’utilizzo delle unità cinofile che sono anch’esse fondamentali nel contrasto dei tentativi illeciti e fraudolenti di ingresso e smercio di droghe in carcere”. 

“Va però sostenuto con forza e ribadito – sostiene infine Capece – che le politiche di gestione e di trattamento siano adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile, che è sempre maggiormente caratterizzata da profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e contestualmente da adulti fino a 25 anni che continuano ad essere ristretti. La realtà detentiva minorile italiana, come denuncia sistematicamente il SAPPE, è più complessa e problematica di quello che si immagina”.

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Rubano annuncia: “Lunedì in visita ufficiale il vice Ministro della Giustizia Sisto”

Rubano annuncia: “Lunedì in visita ufficiale il vice Ministro della Giustizia Sisto”

Politica

“Lunedì prossimo, 8 aprile, il vice Ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto sarà nella nostra provincia”.

Così in una nota a sua firma l’onorevole Francesco Maria Rubano, segretario provinciale di Forza Italia. “Al mattino il senatore Sisto sarà in visita presso l’Istituto Penale per i Minorenni di Airola e poi farà visita alla Casa Comunale. A seguire nel pomeriggio verrà effettuata una visita presso la Casa Circondariale di Benevento.

“Nel ringraziare anticipatamente il vice Ministro Sisto – continua Rubano- è opportuno evidenziare quanto Benevento ed il Sannio siano al centro delle attenzioni del nostro Governo e dei rappresentanti di Forza Italia” ha concluso Rubano.

Di carcere si muore, la Camera Penale di Benevento favorevole all’iniziativa proveniente da Cosenza

Di carcere si muore, la Camera Penale di Benevento favorevole all’iniziativa proveniente da Cosenza

AttualitàBenevento Città

La Camera Penale di Benevento ha accolto favorevolmente l’iniziativa della Camera Penale di Cosenza dal titolo “Un macabro contatore in ogni Tribunale”, con la quale, attraverso l’esposizione nel Palazzo di Giustizia della nuda e cruda conta dei suicidi in carcere nei primi mesi dell’anno, si ricorda a tutti, tra cui difensori e magistrati, che di carcere si muore.

Da anni la Camera Penale di Benevento è impegnata per far comprendere, dentro e fuori i luoghi istituzionalmente deputati all’amministrazione della Giustizia, quanto drammatica sia l’emergenza umanitaria negli istituti penitenziari, certa che la forza delle immagini funga da catalizzatore alle proposte dell’UCPI affinché si adottino, in tempi brevi, tutti i rimedi necessari a rimuoverla.

Il numero dei suicidi in carcere dall’inizio dell’anno è salito a 25, con la morte il 14 marzo u.s., nell’istituto penitenziario di Parma, di un giovane nordafricano di soli 29 anni, naturalizzato italiano, con problemi di tossicodipendenza, trovato impiccato in cella.

La Giunta della Camera Penale di Benevento ritiene che l’iniziativa abbia un forte valore simbolico, nella consapevolezza che occorre sensibilizzare tutti coloro che hanno il dovere di intervenire per arginare l’inconcepibile e sistematica violazione del diritto degli individui detenuti ad un trattamento rispettoso della persona, della dignità e dell’integrità fisica, nella prospettiva del percorso rieducativo delle pene voluto dalla Costituzione repubblicana.

La grave emergenza umanitaria che si registra nei nostri penitenziari giustifica oggi la giornata di astensione nazionale dei penalisti italiani deliberata dall’Unione delle Camere Penali Italiane che si riuniranno a Roma alle 14:00 in Piazza dei Santi Apostoli per la manifestazione dal titolo “Non c’è più tempo. Fermare i suicidi in carcere”.

Airola, ancora caos e tensione nel carcere minorile

Airola, ancora caos e tensione nel carcere minorile

AttualitàProvincia
De Rosa, vicecoordinatore regionale per la Campania del SAPPE: “E’ come l’inferno dantesco: non lasciate sola la Polizia Penitenziaria”.

Ancora tensione in un carcere della Campania, ancora al centro delle cronache quello l’Istituto penale per minorenni di Airola, nel Beneventano.

Sabatino De Rosa, vicecoordinatore regionale per la Campania del settore minorile del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, racconta quanto è avvenuto negli ultimi giorni nel carcere per minori: “Nelle ultime ore si è vissuta una notte di tensione quando un detenuto minorenne, tunisino ha tentato il suicidio. A salvarlo, come spesso accade negli istituti di pena per minori ed adulti, è stata la prontezza, la professionalità e la tempestività dell’intervento della Polizia Penitenziaria che, sempre attenta e vigile, anche stavolta ha evitato il peggio. A seguito di ciò, si è dovuto richiedere l’intervento del 118, che ha trasportato il minore al Nosocomio più vicino, ovvero all’ospedale San Pio di Benevento. Oltre al danno la beffa, verrebbe da dire, perché va rimarcato che è stata particolarmente lunga l’attesa da parte della scorta di Polizia Penitenziaria – circa 15 ore! – per attendere l’arrivo del neuropsichiatra infantile dalla lontana Foggia questo perché il San Pio di Benevento non aveva lo specialista disponibile in sede (!) per cui si è reso necessario chiederlo alla Regione limitrofa”. Il sindacalista evidenzia che “quanto accaduto deve fare riflettere molto, perché’ nell’ultimo periodo la gestione dei detenuti stranieri nell’Ipm sannita è fuori controllo. Qualche settimana fa, un detenuto egiziano minorenne ha aggredito due Agenti di Polizia Penitenziaria, i quali solo grazie al tempestivo intervento di colleghi di supporto non hanno avuto la peggio e, nonostante questo grave per il quale si dovrebbe disporre un trasferimento in altra sede per ordine e sicurezza, l’arabo continua a permanere ad Airola. Non solo: chiediamo che a tutti gli stranieri venga fatta una misurazione dell’età ossea , ovvero un esame radiografico del polso e della mano sinistra, dal quale si evinca l’età reale di questi ragazzi perché è successo che la Polizia Penitenziaria si sia ritrovava a gestire anche ultra venticinquenni”. De Rosa denuncia infine che “la Polizia Penitenziaria di Airola sta svolgendo turni massacranti, anche di 12 ore, pur di garantire la sicurezza all’interno dell’istituto detentivo. Per questo torniamo a sollecitare il trasferimento dei detenuti stranieri che si rendono responsabili di atti violenti e chiediamo che il ristretto che ha tentato il suicidio venga seguito in strutture specializzate su questi tipi di gesti estremi”. 

Alla Polizia Penitenziaria di Airola giungono espressioni di “vicinanze e solidarietà” da parte del Segretario Generale del SAPPE, Donato Capece: “Il carcere è diventato come l’inferno dantesco e questo non è accettabile e men che meno tollerabile. La denuncia del SAPPe è la urgente necessità di trovare soluzioni concrete a questa spirale di violenza e di situazioni limite. Per questo, il primo Sindacato del Corpo, il SAPPE, torna a chiedere urgenti provvedimenti per assicurare tutti gli elementi necessari a garantire la sicurezza degli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria”. Capece ribadisce ancora una volta che “il SAPPE denuncia ormai da tempo la situazione insostenibile delle carceri per minori, così come quelle per adulti: ma il dato oggettivo è che chi dovrebbe intervenire e tutelare i nostri Agenti continua a tacere ed a restare inerme. Mai udito un silenzio così assordante da parte di questa Amministrazione della Giustizia minorile e di comunità e di quella Penitenziaria!”

“Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose”, conclude il leader del SAPPE.