Alla Rocca dei Rettori, l’Anpi di Benevento presenta il terzo volume di “Sentieri di resistenza”

Alla Rocca dei Rettori, l’Anpi di Benevento presenta il terzo volume di “Sentieri di resistenza”

AttualitàBenevento Città

Nella serata di mercoledì 4 gennaio è stato presentato, presso la Rocca dei Rettori di Benevento, il terzo volume dell’opera “Sentieri di Resistenza”. In esso sono stati raccolti gli interventi del terzo ciclo di seminari dell’Officina “Maria Penna” che si sono succeduti tra il 2019 ed il 2020. Presenti all’evento Amerigo Ciervo, presidente provinciale ANPI Benevento, Nicola Sguera, responsabile dell’Officina, Vincenzo Calò, della Segreteria Nazionale ANPI e Ciro Raia, Coordinatore regionale ANPI Campania.

Il libro, che presenta una copertina curata da Gaetano Cantone, è suddiviso in tre sezioni che affrontano saggi di filosofia e diritto, storia e storia dell’arte. Hanno contribuito al lavoro Vincenzo Baldini, Nicola Sguera, Vincenzo Casamassima, Dolores Morra, Antonio Conte, Mariavittoria Albini, Amerigo Ciervo, Teresa Simeone, Ilaria Vergineo, Corrado Tesauro, Lorenzo Covino.

Il lavoro vede in chiusura una descrizione de “L’albero della Repubblica”, cartella di grafica dedicata alla democrazia italiana.

Ha aperto i lavori Nicola Sguera che ha presentato gli scritti presenti nell’opera dandone una sommaria descrizione.

 A lui è seguito Amerigo Ciervo che ha voluto ricordare i difficili tempi in cui vive lo spirito partigiano e la sua memoria, la voglia di un falso revisionismo che ha visto, anche da parte di membri del Parlamento e dell’attuale governo, la falsità della commemorazione dell’anniversario della nascita del MSI, la mancata elezione della sindaca di Marzabotto, e tanti altri eventi che rappresentano quasi un modo per dimenticare o cancellare il ruolo della resistenza.

Egli ricorda le responsabilità della politica, soprattutto nell’omologazione dello schieramento di destra e sinistra, il rituale spesso obbligato del “giorno della memoria”, per non dimenticare un libro in uscita a Morcone sulla famiglia Mussolini. Egli ricorda come sia indispensabile affidarsi alla Costituzione, specialmente oggi che il nuovo governo attacca il reddito di cittadinanza come fosse il primo atto indispensabile, che dimentica i diritti delle donne e si preoccupa invece di portare avanti il progetto di autonomia differenziata e di meritocrazia nelle scuole.

 Essere antifascisti oggi, egli continua, è impegnativo, ma necessario, “chi pensa all’umiliazione come fattore di crescita è un fascista” afferma con forza. E’ necessario attuare la Costituzione e l’Anpi ha precisamente questo obiettivo.

Prende la parola Vincenzo Calò che, orgogliosamente fa notare la spilla che porta appuntata sulla giacca, la spilla “Bella ciao”, come volle chiamarla la compianta Presidente Nazionale Carla Nespolo dietro domanda di un coltivatore di rose. Ricorda poi che la memoria è ricchezza, allegria, unico mezzo per guardare avanti e la parola “sentieri” è significativa di un percorso di vita che abbia senso e significato.

In merito al valore della memoria, egli racconta poi la storia di un vecchio che camminava lungo un sentiero con sua nipote e, ripetutamente, si fermava per guardare indietro e alle ripetute richieste della bimba sul perché guardasse sempre indietro, il vecchio avesse risposto :“ Per avere ben chiaro dove andare, per non sbagliare, bisogna voltarsi indietro per vedere da dove veniamo”.

Ricorda poi che il revisionismo storico è oscurantismo, esso dice falsità e pretende di farle passare per verità, si vuole cancellare la definizione di “fascista” per sostituirla con quella di “patriota”, il termine “nazione” ha preso il posto di “paese”, si ripete quasi ossessivamente : “prima gli italiani”, ma questa affermazione giustifica solo la presenza di una gerarchia, come pure celebrare il presidenzialismo è solo un modo per cancellare il potere del Parlamento e il principio della divisione dei poteri caro alla nostra Costituzione.

Bisogna essere felici di essere sostenitori della libertà, dell’uguaglianza e l’essere antifascisti, ricordando i tanti che scelsero di combattere per questi ideali, non per un loro tornaconto, ma per il popolo italiano e, fra essi, i tanti meridionali che andarono a combattere nel nord Italia ancora occupato dai tedeschi.

Memoria dunque non è passiva celebrazione, ma attiva azione, anche in memoria delle tante donne partigiane che hanno scelto di rompere i tabù sociali della tradizione e combattere insieme agli uomini, costruendo così il proprio percorso di emancipazione, come ricorda la partigiana e scrittrice italiana Marisa Ombra.

Chiude l’incontro Ciro Raia che ricorda come il popolo è tornato ad essere individuo e dunque ognuno pensa per sé, dimenticando la solidarietà; Il partigiano non è solo chi ha imbracciato il fucile o imbraccia il fucile ancora oggi, il partigiano è anche chi non vuole la guerra e combatte senza imbracciare le armi. Siamo partigiani di desideri, desiderio di pace, libertà, amore, uguaglianza.

Ha poi rivendicato le scelte dell’Anpi in merito alla necessità di non inviare armi per la guerra Russo- Ucraina in nome della pace, sostenuta in tale posizione da Papa Francesco.

Purtroppo oggi si pensa solo al benessere sociale, afferma, dimenticando i principi di equità ed il dettato costituzionale soprattutto dell’articolo 3. Se qualcuno chiede se il Fascismo può tornare, dobbiamo rispondere che il Fascismo di Mussolini non tornerà, ma esso si può ripresentare in tante forme diverse e spesso apparentemente costituzionali. Egli ricorda, a tale proposito, le parole di Sandro Pertini:“ Il fascismo non è un’opinione è un crimine”.

E’ necessario operare nelle scuole e diffondere la cultura, strumento di conoscenza ed apertura alla comprensione degli eventi, solo così si diffonde l’antifascismo e, per citare Machiavelli, “Mai smettere di sperare e continuare”. Egli conclude affermando che è’ necessario alzare le barricate per cambiare questa società troppo spesso senza memoria, perché memoria vuol dire “essere umanità” e senza di essa dunque perdiamo la nostra sostanza di uomini e cittadini.

L’Anpi ed l’ Icrs ricordano le quattro giornate di Napoli e il dovere della memoria

L’Anpi ed l’ Icrs ricordano le quattro giornate di Napoli e il dovere della memoria

AttualitàCultura

Nella mattinata di martedì 27 settembre, in occasione della ricorrenza delle quattro giornate di Napoli, l’Anpi , nella persona di Ciro Raia – Presidente Comitato provinciale Anpi di Napoli e coordinatore regionale Anpi Campania- e l’Icrs –  Istituto Campano per la Storia della Resistenza, rappresentato dal suo direttore Guido D’Agostino, hanno organizzato un incontro-confronto sul tema della rivolta del popolo napoletano nel 1943 presentando, nel contempo, il sito “Napoli ‘43” all’interno del quale è possibile visionare documenti e foto dell’evento che portò alla liberazione di Napoli dalla presenza delle truppe tedesche.

L’incontro ha avuto come moderatrice, Candida Carrino, direttrice dell’Archivio di Stato di Napoli ed ha visto la partecipazione di Ettore Acerra, Direttore scolastico regionale della Campania, Michele Pietraroia, esponente dell’Anpi Nazionale, Vincenzo Capuano, Giocattologo, oltre alla presenza del Dott. Gennaro Rispoli, primario chirurgo.

L’incontro si è tenuto presso la prestigiosa Sala Filangieri dell’Archivio di Stato di Napoli, tra migliaia di testi antichi che hanno testimoniato la centralità e la rilevanza di un momento di memoria collettiva che, grazie alle nuove tecnologie informatiche, può e deve diventare il viatico indispensabile nella formazione delle nuove generazioni per un futuro consapevole e responsabile.

Dopo i saluti ai presenti della Carrino ed il suo richiamo alla valenza di una memoria storica necessaria nella costruzione di un futuro degno di esistenza e foriero di una società rispettosa delle identità e dei diritti di tutti, ha preso la parola Ciro Raia che, nel presentare la nuova piattaforma digitale “Napoli 43”, ha voluto ricordare gli uomini e le donne della città di Napoli che, con determinazione e coraggio dissero “basta” alla guerra ed alla violenza e fecero di Napoli la prima città d’Europa a liberarsi da sola dall’esercito tedesco.

Egli ricorda che il progetto, nato circa un anno fa per iniziativa dell’Anpi napoletana, dell’Archivio di Stato cittadino, nella persona della direttrice Candida Carrino, dell’Istituto di storia della Resistenza campana, ma anche di università, imprenditoria, studiosi locali, scrittori (come Rosi Selo) e giornalisti, è diventato poi strumento imprescindibile di storia locale e nazionale. Il sito avrà cinque sezioni e precisamente quelle del “Ricordo”, dell’”Evocare”, del “Tramandare”, del “Raccontare” e del “Ricercare”. In ciascuno delle sezioni saranno visionabili ricordi personali, anche di personaggi famosi, calendari delle manifestazioni, ricordi di nonni e anziani, fino a lavori di ricerca per tesi di laurea.

E’ dunque in fieri una piattaforma mai assolutamente chiusa e finita, ma costantemente in costruzione, un luogo della memoria che possa essere costantemente alimentato e aggiornato.

Ettore Acerra ha voluto poi rimarcare l’importanza di una corretta “didattica della Storia”, necessaria per la competenza della cittadinanza e la riscoperta della centralità dello studio della Storia come strumento di civiltà e sano progetto.

Sergio Locorato, coordinatore delle politiche culturali al comune di Napoli, che ha fatto le veci di Gaetano Manfredi sindaco di Napoli, ha ricordato che l’amministrazione Manfredi ha posto al centro la politica della memoria storica ricordando, nel contempo, la prossima realizzazione di un documentario sulle 4 giornate di Napoli in collaborazione con Maurizio De Giovanni.

Ha preso poi la parola Vincenzo Capuano, Giocattologo e Docente di storia del giocattolo presso la Facoltà di Scienze della Formazione presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.  Egli ha portato alcuni giocattoli significativi di una grande collazione privata che parlano di storia, economia, genere, di reale e virtuale, ma soprattutto la storia del potere soprattutto delle classi dominanti e che è intitolata ad Ernst Lossa, un bambino morto per fame nell’ospedale psichiatrico di Kaufbeuren, nella cosiddetta “clinica della morte” e che, prima di morire scrisse, dietro una sua foto, “In memoria”, per non essere dimenticato.

I giocattoli parlano di storia e vite vere o fantastiche, sono emblema di un mondo autoritario e di destra che spesso, pur violento e crudele, si mimetizza con i giocattoli presentandosi come accattivante e rappresentante del popolo più povero; in merita mostra un’auto di Hitler, un pupazzo di giovane balilla.

Il dott.Gennaro Rispoli ha poi ricordato come la storia del periodo bellico sia stata fatta anche dagli ospedali napoletani come quello degli “Incurabili, dove si curavano le persone per le scale e si bruciavano i corpi dei morti per evitare epidemie, il tutto impedendo che armi tedesche o partigiane entrassero nel nosocomio.

 Guido D’Agostino ricorda che il prossimo anno sarà l’ottantesimo delle 4 giornate e sarà l’occasione per ricordare una pagina importante di Napoli, ma anche di tutto il Sud, luogo poco ricordato come soggetto di ribellione all’occupazione tedesca. La Storia è disciplina poco amata a scuola perché è presentata in modo teorico, mentre la Storia si impara “facendola”, rivalutando episodi particolari, magari di storia locale.

Parlare di storia ai giovani è fondamentale, si tratta di ricostruire radici senza le quali non si va da nessuna parte. Un riferimento alle ultime elezioni lo porta a confessare una sua preoccupazione e cioè che dopo il 25 settembre potevano essere chiusi tutti gli Istituti Antifascisti. Infine egli raccomanda di non confondere la storia con la memoria, essi non sono sinonimi, la storia è l’occhio del presente, la memoria è altro, Recalcati distingue tre tipi di memoria, la memoria “archivio”, inerte, la “memoria fantasma”, quella degli incubi e la “memoria fattore, produttivo di futuro”, quella che lega passato, presente e futuro. Infine egli precisa che la 4 giornate di Napoli sono 28,29,30 settembre e il 1 ottobre e che l’Istituto presenterà, il 30, una rappresentazione teatrale in merito alle 4 giornate.