Arpaise piange la scomparsa del Generale Generoso Papa

Arpaise piange la scomparsa del Generale Generoso Papa

CronacaProvincia

La comunità, l’Amministrazione Comunale e l’Associazione Guerra di Liberazione di Arpaise, addolorati piangono la scomparsa del valoroso concittadino, il Generale Generoso Papa Cavaliere della Repubblica Italiana, scomparso dopo un periodo di malattia, all’età di 91 anni presso la sua abitazione a Caserta.

Il Generale Papa nato ad Arpaise (BN) nel 1933, nella sua carriera da Ufficiale di Fanteria è stato il con il grado di Tenente, addetto al vettovagliamento presso l’Accademia Militare di Modena, poi con il grado di Capitano è stato al comando della IX Compagnia Bersaglieri presso la Caserma Libroia di Nocera Inferiore quando era sede di un C.A.R, è stato per quasi un decennio tra la metà degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80, Capo Ufficio reclutamento del distretto di Caserta, successivamente il Vice Comandante del Primo Parco Veicoli Corazzati a Caserta (ente sito alle spalle del Monumento ai Caduti di Caserta), Ufficiale responsabile del centro smistamento primi soccorsi sito all’interno del perimetro del suddetto Parco all’epoca del Terremoto dell’Irpinia dell’ottanta quando fu istituita la Protezione Civile sotto la guida di Giuseppe Zamberletti, è stato insignito di vari riconoscimenti e tra questi “Cavaliere della Repubblica Italiana”. 

Alla celebrazione della Santa Messa di commiato, del rito funebre officiato dal Parroco della Chiesa San Bartolomeo Apostolo in Caserta Don Nicola Lombardi, ha partecipato anche l’Amministrazione Comunale di Arpaise con il Sindaco Vincenzo Forni Rossi e l’Assessore Amato Iuliano, sempre da Arpaise il Vice Presidente Giovanni Russo dell’Associazione Guerra di Liberazione, per tributare il doveroso omaggio e saluto all’illustre concittadino che tanto bene ha voluto alla sua comunità e tanto amore ha dimostrato verso Arpaise nel suo servizio all’Italia e alla piccola terra del Sannio. 

“Carissimo Generale in questo momento, in questi giorni di profonda tristezza non è stato facile salutarla per un’ultima volta, ieri quando era in servizio e oggi seppur in congedo, ha dimostrato per noi e per la nostra comunità di Arpaise un forte legame, un affetto, un amore incondizionato, seppur per motivi di salute eravate a Caserta dov’è la vostra famiglia, quel battito del suo cuore era sempre rivolto ad Arpaise e alla frazione  Terranova Fossaceca, dove quand’era possibile nel corso dell’anno ci teneva a ritornare, a vedere i vecchi amici, i concittadini, la sua terra che il 26/27 settembre si riuniva di tanti pellegrini per onorare i Santi protettori Cosma e Damiano nell’omonimo Santuario, così come lo è stato il 27 settembre dell’anno scorso, insieme al vostro caro figlio Carlo avete atteso sul balcone di casa vostra il passaggio della processione con le statue dei Santi Medici Cosma e Damiano e la Beata Vergine Maria del Rosario.

Abbiamo ascoltato con profonda ammirazione le parole del parroco nell’omelia, che ha invitato tutti a mettere l’amore in tutto ciò che facciamo, nelle nostre azioni, nella nostra vita, nel nostro agire quotidiano, il nostro fratello Generoso si è staccato fisicamente a noi con il suo corpo, ma è sempre accanto a noi e a tutti coloro che ha conosciuto nella sua vita, egli ci guarda, ci sostiene, ci incoraggia a superare questo doloroso momento, come dice anche Papa Francesco i nostri cari defunti sono i santi prossimi e anche noi dobbiamo pregare loro, come loro pregano per noi presso Dio. Il Signore consoli il vostro cuore in questo momento di dolore, il vostro cuore sia oggi pieno di gratitudine al Signore per il dono del nostro caro Generoso, ha proseguito il parroco delineando la bella persona del nostro caro Generoso, una persona unica, speciale, buona, mite e altruista, servitore della Nazione per lunghi anni, un uomo, un padre, un marito e un nonno meraviglioso, la sua grande fede, i suoi valori morali, i suoi principi, la sua scrupolosità in ciò che faceva, non solo nella sua vita familiare ma anche nello Stato e nelle Istituzioni,

tutto ciò sono doni che Dio gli ha dato e che i suoi doni, il suo esempio possa essere da monito a tutti noi, preghiamo Dio oggi e lo accompagniamo nel suo pellegrinaggio verso la vita eterna con il suo nutrito bagaglio dell’amore di Dio che ha riversato per la sua famiglia e per la comunità di Arpaise, ringraziando il Signore che ce l’ha donato, tutto finirà ma solo l’amore resterà, accresci in noi l’amore per il prossimo ed il servizio alla Chiesa ed ai fratelli, oggi il nostro legame con lui non si spezza ma resta nella preghiera e nel nostro cuore per sempre.”

L’Amministrazione Comunale lo ricorda e lo ringrazia per quanto ha fatto per la nostra comunità, ne è testimonianza del suo amore per la Bandiera, per l’Esercito e Arpaise, la presenza del carro armato posto a cornice del Monumento ai Caduti, che è un “Semovente controcarro da 90/50 M36” prodotto negli Stati Uniti d’America nel 1944 con ben 27 tonnellate di peso, giunto “demilitarizzato” dal primo Parco Veicoli Corazzati di Caserta grazie proprio al Generale Generoso Papa originario di Arpaise, che all’epoca con il grado di Maggiore era uno dei membri della commissione che si impegnò fortemente a far giungere in paese il carro armato, il Monumento fu inaugurato dall’Amministrazione Comunale il 2 ottobre 1979 alla presenza del Ministro Rognoni.

L’Amministrazione Comunale il 2 Giugno 2022 nel corso della Cerimonia per la Festa della Repubblica Italiana ha consegnato una targa come attestato di benemerenza al Generale Generoso Papa, ritirata dal figlio Avv. Carlo Papa, che recita: “Al Generale Generoso Papa, il Comune come segno di gratitudine e riconoscenza per l’impegno profuso affinchè nel 1979 il “Semovente Controcarro da 90/50 M36″ giungesse ad Arpaise a dare imponenza al Monumento ai Caduti di tutte le guerre”.

Il Generale Papa ha sempre nutrito un sentimento profondo e radicato verso le sue origini, conservando un forte legame con la sua terra. 

Così lo ricorda anche l’Assessore Comunale Amato Iuliano Militare dell’Esercito Italiano: “Il legame che ti univa con la mia famiglia mi ha permesso di avere a che fare con te. Ero ragazzino quando ti ho raccontato della mia passione per la divisa, e Tu mi hai indicato la strada giusta attraverso i tuoi racconti e le tue esperienze sul campo.

Sei stato un grande esempio per me e per la mia carriera e sono fiero ed orgoglioso di averti regalato attimi di gioia nel fare inaugurare, con l’Amministrazione comunale di Arpaise, la targa emulativa al carro armato che tu stesso hai fatto giungere al paese per completare il Monumento ai Caduti di tutte le guerre.

La tua commozione quel giorno nel ringraziarmi, mi accompagnerà per sempre. 

Grazie a Te per l’esempio che sei stato.

Buon viaggio “COMANDANTE” Generale Generoso Papa” .

Anche il Vice Presidente dell’Associazione Guerra di Liberazione Giovanni Russo, lo ricorda con affetto, i suoi valori, il suo amore per Arpaise ha fatto sì che in paese avessimo un carro armato e un Monumento ai Caduti particolare, che solo a vederlo oggi ti commuovi, sapendo che se siamo liberi oggi è grazie all’impegno di persone come il Generale e le migliaia di soldati tra cui numerosi della comunità, che hanno versato il loro sangue per la sicurezza delle nostre case e della liberta della nostra Nazione, sta a noi oggi proseguire questa scia di pace di cui tanto abbiamo bisogno e lo possiamo fare solo con l’amore tra noi ed il prossimo, cercando di compiere ognuno nel rispetto dei ruoli un qualcosa di bello per la propria comunità dove vive, il Generale un uomo forte che tanto ha amato il nostro caro Tricolore, mi spinge anche a me in ogni dove portare alto il nome di Arpaise e nel cuore il verde, il bianco ed il rosso della Bandiera Italiana. 

A voci unanimi desideriamo ancora una volta esprimere tutta la nostra vicinanza, il nostro affetto, la nostra solidarietà, la nostra stima al generale e alla sua famiglia, alla moglie Savina, al figlio Carlo, alla nuora Mariarosaria, al nipote Massimiliano le più sentite condoglianze.

E’ sannita il nuovo Comandante del Reggimento logistico “Sassari”

E’ sannita il nuovo Comandante del Reggimento logistico “Sassari”

AttualitàDall'Italia
Si tratta del Colonnello Eugenio Fortunato, che subentra al Colonnello Luca Lupo.

Il colonnello sannita Eugenio Fortunato subentra nel comando del Reggimento logistico “Sassari” al colonnello Luca Lupo.

La cerimonia di avvicendamento, presieduta dal comandante della Brigata “Sassari”, generale Stefano Messina, si è svolta nella caserma “Attilio Mereu” di Cagliari, alla presenza di autorità civili, religiose e militari del capoluogo.

Sul piazzale della caserma, oltre alla bandiera di guerra del reggimento, erano schierati il gonfalone della città di Cagliari, decorato di medaglia d’oro al valor militare, della città metropolitana di Cagliari e i labari delle associazioni combattentistiche e d’arma.

Nel suo discorso di commiato il colonnello Lupo ha elogiato l’impegno e la dedizione di tutto il personale che ha ringraziato per la collaborazione fornita negli oltre tre anni del suo periodo di comando, durante i quali il reggimento ha garantito il necessario supporto logistico durante le attività operative e addestrative, in Italia e all’estero.

Parole di ringraziamento e di apprezzamento per la qualità del lavoro svolto sono state rivolte dal generale Messina agli autieri del Reggimento logistico e al colonnello Lupo, che lascia il comando dell’unità per assumere un nuovo incarico al Polo di mantenimento dei mezzi di telecomunicazione, elettronici ed optoelettronici di Roma.

Il colonnello Eugenio Fortunato, da oggi terzo comandante del Reggimento logistico “Sassari”, proviene dallo Stato Maggiore della Difesa.

Il generale Roberto Vannacci con “Il mondo al contrario”, libertà di espressione o razzismo?

Il generale Roberto Vannacci con “Il mondo al contrario”, libertà di espressione o razzismo?

AttualitàDall'Italia

Grande turbamento ha creato in questi giorni il libro di Roberto Vannacci : “Il mondo al contrario, pubblicazione che ha suscitato sorpresa e sconcerto sia tra la gente comune che tra la politica; nel suo lavoro infatti  decisa e’ stata la condanna e  il biasimo del generale in merito a situazioni quali la omosessualità, il fenomeno dei migranti, le diversità etniche e razziali, il femminismo.

Lo sconcerto nasce soprattutto dal fatto che il Vannacci è uomo delle istituzioni e, come tale, rappresentante di una realtà che dovrebbe difendere i principi costituzionali nei quali sono sanciti diritti quali la parità, la libertà personale, la libertà religiosa e la libertà di pensiero, diritti che non si possono disconoscere se non in privato, ma non in una pubblicazione, tra l’altro non ancora ben chiaro se autorizzata o autorizzabile dall’esercito, frutto del pensiero di un esponente delle forze dell’’ordine che, per definizione, dovrebbe difendere ogni condizione umana, anche se diversa da quella comune.

Sarà stata la bufera mediatica suscitata dal libro di Vannacci o la curiosità a leggere quelle che Guido Crosetto, Ministro della Difesa della Repubblica Italiana, esponente del partito “Fratelli d’Italia” ha definito “farneticazioni”, sta di fatto che “Il mondo al contrario” di Roberto Vannacci, pubblicazione additata come razzista e omofobica, è attualmente primo nella classifica dei bestseller di Amazon e batte Michela Murgia.

Lo stesso Crosetto ha annunciato un’azione disciplinare verso il generale esortando, via social, a “non utilizzare le farneticazioni personali di un generale in servizio per polemizzare con la Difesa e le forze armate……. Il generale Vannacci, puntualizza il ministro, ha espresso opinioni che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione”.

Il generale Vannacci ha alle spalle una lunga e prestigiosa carriera militare anche all’estero con incarichi importanti nello Stato Maggiore, oltre ad essere in possesso di tre titoli di laurea in Scienze militari ed Internazionali, ma dal canto suo, nel suo libro autoprodotto, ritiene di dover precisare che una caratteristica precipua dell’oggi sia il muoversi della società in senso antitetico rispetto alla razionalità e al sentire comune: da qui il titolo del libro.

Il generale Vannacci attualmente era al comando dell’Istituto geografico militare di Firenze, dal quale è stato destituito per essere trasferito a disposizione del Comando delle Forze operative terrestri a Roma.

Quali i concetti più controversi e forti da lui espressi nel libro ed intorno ai quali è stata sollevata la polemica? Fra gli altri un duro attacco al mondo Lgbt, quella che egli definisce “Lobby gay internazionale” che pretende, dice, di avere diritto ad una famiglia normale con figli, dimenticando che i gay sono una “Anormalità statistica” e ammonendoli con la frase: “ Cari omosessuali, normali non siete!”. Precisando poi che Il gay pride è «turpe e blasfemo» mentre  le femministe, per ampliare il discorso in altra direzione,  sono «fattucchiere», e ricorda infine che  un’etnia «prevale sempre sulle altre».

Minoranze organizzate, dice il Generale, stanno sovvertendo tutto ciò che la maggioranza ha sempre considerato  normalità, perciò a questa cancellazione della normalità il Generale ritiene di poter opporre il ritorno al “buonsenso” della tradizione che riconduce ai valori e giudizi trasmessici dai nostri avi. In merito alla immigrazione egli sostiene che gli immigrati debbano assimilare la cultura nazionale, si scaglia poi contro il crescente fenomeno della “antropomorfizzazione” degli animali domestici che hanno superato nel numero, nelle famiglie italiane, di gran lunga il numero dei bambini.

Vannucci parla anche del diritto di autodifesa affermando che: “E se pianto la matita che ho nel taschino nella giugulare del ceffo che mi aggredisce – ammazzandolo – perché dovrei rischiare di essere condannato per eccesso colposo di legittima difesa visto che il povero malcapitato tentava solo di rubarmi l’orologio da polso?”.

E’ contro i movimenti ambientalisti alla Greta Thunberg ed alle visioni manichee della natura “buona” e dell’uomo “cattivo”,  invita a concentrarsi sulle mutate condizioni climatiche che sono naturali sulla Terra, mentre non dimentica di citare la pallovolista italiana Paola Egonu i cui tratti somatici, nonostante la sua cittadinanza italiana, non rappresentano la italianità, invece egli rivendica per sé il fatto che “ Nelle mie vene una goccia del sangue di Enea, Romolo, Giulio Cesare, Mazzini e Garibaldi”. Egli rimprovera poi il fatto che oggi in Italia le leggi sembrino tutelare più i criminali che gli onesti cittadini, com’è nel caso degli occupanti abusivi di case.

Vannacci si difende dalle accuse mossegli rivendicando il diritto della libertà di parola, come sancito dall’art. 21 della Costituzione e ricordando che : “ Giordano Bruno lo hanno bruciato perché aveva un pensiero controcorrente, meno male abbiamo superato quei momenti e mi auguro che nessuno voglia tornare indietro, che nessuno voglia imporre un modo di vedere la realtà”.

L’ex magistrato Piercamillo Davigo gli riconosce il diritto di parola come cittadino, ma gli ricorda anche che a tale diritto ci sono dei limiti, non si possono infatti ledere i diritti altrui e, soprattutto, ai dipendenti pubblici, come Vannacci, la Costituzione stabilisce dei limiti che sono desumibili dai doveri che hanno, in modo particolare per i militari che avendo il “terribile” diritto di decidere della vita altrui, non possono manifestare idee che facciano dubitare degli ordini che impartiscono.  

Difeso in modo deciso da buona parte della Destra di governo, come Gianni Alemanno, Giovanni Donzelli, fedelissimo di Meloni che ha rimproverato la sinistra di voler stabilire cosa può essere scritto e cosa no, da Vittorio Sgarbi, che vede nelle parole del generale le posizioni di molti elettori di centro destra, è stato però attaccato dal centrosinistra che con Elly Schlein afferma che “La Costituzione non garantisce le idee che negano il diritto di esistere”.

Diritto di parola? Certo, noi crediamo che ognuno nel privato abbia il diritto di esprimere le proprie idee, ma vale lo stesso principio per un membro delle istituzioni che con le sue parole può orientare il sentire comune? Rimanere ancorati alle tradizioni può essere giusto? Noi crediamo che se davvero così fosse dovremmo chiederci perché non siamo rimasti all’epoca delle caverne, quando a predominare era il più forte e il concetto di “diritto” era sconosciuto e impensabile.

Soprattutto però ci piacerebbe che anche solo per poche ore vivessimo tutti al buio e in silenzio, senza poter vedere né differenze, né storie di ciascuno di noi, né ascoltare lingue diverse dalla nostra, magari in un momento di difficoltà che ci obbligherebbe ad aiutarci a vicenda, fosse in mare o nello sport o sul lavoro o nella vita di tutti i giorni. Tutti uguali perché esseri umani con uguali bisogni, uguali speranze, uguale amore per l’altro, senza percezione di differenze che tali non possono e devono essere perché tutti noi non siamo che espressione di quell’uomo sapiens che troppo spesso torna ad essere un misero e superbo essere insapiens.