Pietrelcina, spiritualità e politica si incontrano: venerdì l’ottavo appuntamento dedicato all’integrazione dei migranti

Pietrelcina, spiritualità e politica si incontrano: venerdì l’ottavo appuntamento dedicato all’integrazione dei migranti

AttualitàDalla Provincia
L’incontro è previsto per venerdì 27 giugno alle ore 18.00, presso Palazzo De Tommasi-Bozzi (Via Riella,Pietrelcina).

Il Laboratorio per la felicità pubblica e il Comune di Pietrelcina – in partnership con Base Benevento, Argomenti2000 Associazione di amicizia politica, Cesvolab e Archeoclub Pietrelcina -promuovono venerdì 27 giugno alle ore 18.00, presso Palazzo De Tommasi – Bozzi (Via Riella – Pietrelcina), l’ottavo incontro sul tema: “L’accoglienza e l’integrazione dei migranti nelle nostre comunità”.

Il programma dell’iniziativa è così articolato. Saluta Salvatore Mazzone Sindaco di Pietrelcina; introduce Ettore Rossi Coordinatore del Laboratorio per la felicità pubblica; intervengono: Giuseppe Addabbo Sindaco di Molinara, Morena Cecere Vicesindaco di Montesarchio, Luigino Ciarlo Sindaco di Morcone, Raffaele Di Lonardo Sindaco di Guardia Sanframondi, Vito Fusco Sindaco di Castelpoto, Danilo Parente Sindaco di Apollosa, Armando Rocco Sindaco di Calvi, Zaccaria Spina PresidenteComunità Montana del Fortore, Nino Lombardi Sindaco di Faicchio e Presidente della Provincia di Benevento; conclude Don Matteo Prodi Direttore della Scuola di Impegno socio-politico della Diocesi di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata De’ Goti.

“La rinascita dei nostri piccoli comuni – spiega Ettore Rossi – è legata anche all’arrivo e all’insediamento di nuovi abitanti, quali sono i migranti. Cruciali sono allora le iniziative di inclusione delle istituzioni del territorio che assicurino un positivo e stabile inserimento nelle comunità locali. Molto importanti sono le interazioni sociali che si riescono a costruire per far sentire i migranti in un contesto di effettiva accoglienza”.

Ernesto Maria Ruffini a Benevento per presentare il suo libro: “Più uno. La politica dell’uguaglianza”

Ernesto Maria Ruffini a Benevento per presentare il suo libro: “Più uno. La politica dell’uguaglianza”

Eventi

Il Laboratorio per la felicità pubblica – in partnership con Base Benevento, Argomenti2000 Associazione di amicizia politica e Cesvolab – promuove sabato 5 aprile alle ore 16.30, presso il Centro Servizi per il Volontariato di Benevento (Viale Mellusi, 68), la presentazione del libro di Ernesto Maria Ruffini, avvocato e scrittore, dal titolo: “Più uno. La politica dell’uguaglianza” (Feltrinelli Editore).

Dialogano con l’autore: Ettore Rossi Coordinatore del Laboratorio per la felicità pubblica e Don Matteo Prodi Direttore della Scuola di Impegno socio-politico della Diocesi di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata De’ Goti.

La presentazione del libro e l’intervento di Ernesto Maria Ruffini rappresentano l’occasione per riflettere su come il cittadino può tornare protagonista della politica. “È arrivato il momento – scrive l’autore – di superare l’individualismo e riscoprire i legami e la responsabilità verso la nostra comunità”.

Pietrelcina, un nuovo modello di sviluppo per affrontare le questioni ambientali dei nostri territori

Pietrelcina, un nuovo modello di sviluppo per affrontare le questioni ambientali dei nostri territori

Politica

L’Aula Consiliare del Comune di Pietrelcina ha ospitato sabato sera il settimo incontro di spiritualità e politica, promosso dal “Laboratorio per la felicità pubblica”, e dedicato al tema: “Felicità e cura dell’ambiente”. Un confronto aperto ad amministratori locali, Terzo Settore e società civile per parlare di ambiente e territorio portando esperienze concrete e condividendo idee e progettualità.

A promuovere l’appuntamento con il Laboratorio per la felicità pubblica ed il Comune di Pietrelcina anche Base Benevento, Argomenti2000 Associazione di amicizia politica, Cesvolab e Archeoclub Pietrelcina. Presenti Domenico Rossi, assessore Istruzione e Politiche sociali del Comune di Pietrelcina; Ettore Rossi, coordinatore del Laboratorio per la felicità pubblica; Giuseppe Addabbo sindaco di Molinara, Morena Cecere vicesindaco di Montesarchio; Danilo Parente Sindaco di Apollosa; Angelo Pepe Sindaco di Apice; e don Matteo Prodi, direttore della Scuola di Impegno socio-politico della Diocesi di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata De’ Goti.

«È stato un approfondito confronto – ha commentato Ettore Rossi – con un gruppo di sindaci della provincia di Benevento, grazie al quale sono emerse questioni molto concrete e rilevanti che caratterizzano la vita dei nostri comuni. Siamo partiti dal paradigma concettuale dell’ecologia integrale contenuto nell’enciclica Laudato sì di Papa Francesco, in cui si sottolinea la connessione tra le problematiche ambientali e le altre questioni sociali, economiche, istituzionali che hanno a che fare con la vita delle persone. Guardando ai nostri territori molta attenzione è stata prestata, negli interventi degli amministratori, a temi quali: la manutenzione del territorio e, quindi, al ruolo in questo senso della presenza dei contadini; alla gestione e riduzione dei rifiuti in cui i nostri comuni si segnalano essere realtà virtuose; al tema delle energie rinnovabili che sicuramente hanno ricadute positive sul piano del lavoro e delle risorse che vanno agli enti locali per svolgere servizi alla comunità ma anche con gli effetti sul paesaggio e sul consumo di suolo; alla questione di un patrimonio immobiliare che nei piccoli comuni va sempre più in deperimento e rovina; alla ricomposizione fondiaria indispensabile per un utilizzo produttivo dei terreni. È stata richiamata la necessità che su molti di questi aspetti si adottino regolamentazioni rigorose che possano indirizzare la loro gestione in senso più positivo rispetto a quanto fatto finora».

«Dal dibattito – ha sottolineato don Matteo Prodi – è emerso con grandissima forza che cura del territorio e quindi cura dell’ambiente devono avere una dimensione molto più ampia rispetto a quella del singolo comune. Prendiamo ad esempio il caso dei parchi eolici e di come la scelta di un singolo comune ha un impatto anche sugli altri. E questo vale per l’uso delle case abbandonate o delle terre non più coltivate, dall’energia alla gestione dei rifiuti, dal cibo alle dinamiche dello spopolamento, all’accoglienza degli stranieri. Su queste scelte bisogna accordarsi per avere una profonda cura delle prospettive progettuali, servono risorse tecniche e finanziarie ed è necessario che lo Stato ci racconti un nuovo modello di sviluppo per i nostri territori e per le nostre aree interne».

«L’incontro si è concluso – ha aggiunto Ettore Rossi – con l’impegno dei sindaci, sollecitato da don Matteo Prodi, ad elaborare azioni educative che incidano nella direzione della cura dell’ambiente, in quanto nuovi stili di vita dei singoli e delle famiglie hanno un impatto significativo sul ben vivere e la felicità delle nostre comunità».

Antonio Corvino presenta alla Rocca dei Rettori il suo libro “L’altra faccia di Partenope”

Antonio Corvino presenta alla Rocca dei Rettori il suo libro “L’altra faccia di Partenope”

Eventi

Giovedì 30 gennaio alle ore 17.30 presso la Sala Consiliare della Rocca dei Rettori a Benevento si terrà la presentazione del libro di Antonio Corvino “L’altra faccia di Partenope. In cammino tra Napoli e altre peregrinazioni” (Rubbettino Editore).

Oltre all’autore interverranno all’incontro: Nicola Sguera docente, scrittore e poeta, Enzo Parziale Presidente dell’Associazione Campania Europa Mediterraneo ed Ettore Rossi Coordinatore del Laboratorio per la felicità pubblica.

L’iniziativa è promossa dall’Associazione Campania Europa Mediterraneo, dal Laboratorio per la felicità pubblica e dalla Libreria Casa Naima, con il patrocinio della Provincia di Benevento.

Il libro di Antonio Corvino è romanzo di viaggio che offre tanti spaccati della dimensione napoletana. Nella premessa al testo, l’autore scrive: “Alla fine, con mia somma consolazione, ho tratto il convincimento che non finirai mai di scoprire l’altra faccia di Partenope. E questo è il miracolo più grande e il mistero più intrigante di questa terra”.

Pietrelcina | Summer School sul tema: “Desideriamo un Sud in cui presto sarà domani”

Pietrelcina | Summer School sul tema: “Desideriamo un Sud in cui presto sarà domani”

AttualitàDalla Provincia

Il Laboratorio per la felicità pubblica, l’A.N.L.A. onlus, in collaborazione con il Comune di Pietrelcina promuovono per il 9 e 10 settembre prossimi una Summer School sul tema: “Desideriamo un sud in cui presto sarà domani”.

La sede dell’iniziativa è presso il Centro di Formazione Professionale – Ricerca e innovazione in via Maresciallo Pasquale Mandato a Pietrelcina.

Il programma è articolato in un prologo avente ad oggetto “La felicità pubblica per il rilancio dei nostri territori” ein tre momenti.

Una prima sessione venerdì 9 settembre alle ore 16.00 affronterà il tema: “Il Sud nel Mediterraneo di fronte alle crisi e agli scenari di speranza e di fraternità”.

Una seconda sessione sabato 10 settembre alle 9.30 prevede una tavola rotonda sull’argomento: “Il Sud che prende l’iniziativa nella cultura, nell’agroalimentare, nel turismo sostenibile”.

Una terza sessione alle 11.15 sulla tematica: “Il Sud che prende l’iniziativa con il PNRR per creare le condizioni dello sviluppo e del lavoro”.

A seguire, i partecipanti avranno l’opportunità di conoscere la Tenuta Fontana nella prospettiva: “Il Sud che prende l’iniziativa con le sue eccellenze”.

Autorevoli e qualificati i relatori che animeranno i lavori con le loro riflessioni.

L’obiettivo della nostra Summer School – dichiara Ettore Rossi Coordinatore del Laboratorio per la felicità pubblica – è di preparare stagioni migliori per il Sud e, quindi, per fare questo dobbiamo prima capire dove andare.

Questa iniziativa risulta ancora più necessaria perché la questione Sud è sempre molto marginale nel dibattito pubblico del Paese.

L’idea di fondo è di progettare un rilancio del Mezzogiorno nel contesto dell’Italia, del Mediterraneo e dell’Europa”.

L’iniziativa è realizzata in collaborazione con BASE Benevento e con il patrocinio dell’Associazione “Riabitare l’Italia”.

“Per lo sviluppo delle aree interne: una strategia sensibile ai luoghi”: nuovo meeting promosso dal  Laboratorio per la Felicità Pubblica

“Per lo sviluppo delle aree interne: una strategia sensibile ai luoghi”: nuovo meeting promosso dal Laboratorio per la Felicità Pubblica

AttualitàBenevento Città

Si torna a parlare di territori e della riabilitazione e riabitazione delle aree interne e montane nella diretta Facebook promossa dal Laboratorio per la Felicità Pubblica – coordinato da Ettore Rossi -, dall’Associazione di Riabitare l’Italia e in collaborazione con Base Benevento.

Dopo il primo meeting ritorna sull’argomento Andrea Membretti, docente di Sociologia del territorio e Responsabile del servizio “Vivere e lavorare in montagna” dell’Università di Torino, nonché promotore dell’Associazione Riabitare l’Italia.  La tematica, di particolare interesse per Benevento e per le sue aree interne, richiedeva un ulteriore approfondimento, spiega Ettore Rossi. Tra i nuovi esperti invitati a raccontare di esperienze e di best practice vi sono Elena Di Bella, dirigente del Settore Montagna della città metropolitana di Torino; Tessa Zaramella, referente per il programma MIP ( Mettersi In Proprio) della stessa città metropolitana di Torino. “Il territorio è un soggetto corale”, esordisce Rossi, riportando le parole di G. Becattini: esso è il luogo che custodisce il patrimonio di saperi, di culture, di esperienze che indicano la direzione a chi li abita. Scoprire la “coscienza dei luoghi” significa riscoprire risorse, tradizioni, competenze capaci di indicare la via per lo sviluppo del territorio.

La bussola capace di orientare talenti e potenzialità è data dall’”ecosistema amministrativo”, definizione di Elena Di Bella: una rete di servizi a supporto, tra cui figurano servizi pubblici e privati per la consulenza e l’accompagnamento. A quanto sembra nelle aree interne e montane del torinese il connubio ha già portato risultati consistenti. Dal report di Membretti emerge la descrizione di un territorio che, dopo essere stato investito da un lungo processo di spopolamento a partire dal primo dopoguerra, vive, da almeno quindici anni, un fenomeno opposto, di neopopolamento dei contesti alpini di tutto il Piemonte. Una propensione per una vita lontana dalle metropoli spinge molti giovani tra i 18 e i 40 anni a riabitare i territori montani con un progetto di microimprenditorialità verso il quale gli aspiranti imprenditori vanno accompagnati. Di questo si occupa MIP. La referente Zaramella fornisce gli elementi fondanti del programma: si tratta di un servizio che si occupa di elaborare un business plan per gli aspiranti imprenditori, in modo gratuito, con l’affiancamento di esperti e di tutor che con fondi FSE elaborano un progetto tailor made, a misura del richiedente. In esso si individuano interessi, capacità professionali, situazioni di occupazione, di disoccupazione o di reinserimento lavorativo. Il business plan è disegnato sulle capacità del mercato, tiene conto della concorrenza, attiva strategie promozionali.

Si tratta insomma, di uno studio di fattibilità coerente con gli attori e con il territorio e si avvale di una rete sinergica di soggetti pubblici e privati in grado di fare animazione territoriale e sensibilizzazione dell’aspirante abitante- imprenditore. Non tutti i progetti vanno in porto, riferisce la referente: molti restano sulla carta per essere ripresi in alcuni casi negli anni successivi. Molti non vedranno mai la luce perché per vivere in montagna c’è bisogno di una maggiore radicazione della motivazione e gli esigui fondi per l’incentivazione, da 2000 a 5000 euro, sono davvero pochi per scongiurare il fallimento. E questo, a dispetto del sistema di servizi che chiama a raccolta organismi ed enti, tra cui la Camera di Commercio, lo Sportello Unico, l’Agenzia delle Entrate, per citarne alcuni. Troppi ormai i B&B, le piccole aziende produttrici di latte di capra, le aziende agricole a conduzione familiare. Le nuove proposte vengono dalle giovani coppie, di cui almeno uno è radicato professionalmente con la città, anche in situazione di smart working e l’altro cerca un’occupazione nel territorio montano. Le nuove opportunità sono da ricercare nell’edilizia delle aree interne, nei servizi, nella cura alla persona (si veda l’infermiere di comunità, il fisioterapista a domicilio, ecc.), nella forestazione per quanto riguarda la produzione di legname. Tra successi e fallimenti, ad ogni modo, Torino, nelle parole di Di Bella, si configura nel piano strategico ormai come “città metropolitana aumentata”: una metropoli cui fanno da contorno un territorio periurbano e policentrico, contaminato da azioni sincretiche in cui risorse ed energie culturali si incrociano e si innestano rendendo i territori vitali e vivaci.

All’esperienza piemontese fanno da contraltare le storie dei territori interni del beneventano. Don Matteo Prodi, direttore della Scuola di Impegno socio-politico della Diocesi di Cerreto Sannita -Telese – S. Agata dei Goti; Lucio Ferella, sindaco di Baselice e Domenico Rossi, assessore all’Istruzione e alle Politiche Sociali di Pietrelcina. Anche i nostri territori possono vantare iniziative di successo concordano gli ospiti: la diocesi di Cerreto, Telese e S. Agata de’ Goti ha dato vita ad una fiorente cooperativa sociale di comunità “I Care” fondata da Mons. Battaglia nel 2016. Essa svolge le su attività in svariati ambiti: con un laboratorio di pasticceria, sartoria, casa d’accoglienza per donne maltrattate e per il prossimo futuro si sta pensando al catering sociale con pasti caldi per gli anziani. Adesso, spiega don Matteo, stiamo lavorando al progetto di un parco culturale ecclesiale che contempli turismo, itinerari enogastronomici e percorsi religiosi. Le difficoltà maggiori, incalza Ferella, è la fatica del sindaco di generare fiducia presso i concittadini. Creare una visione richiede spesso un’ottica temporale che va oltre il mandato del sindaco. Si dice critico, il primo cittadino rispetto ai fondi del PNRR. Meglio fare rete tra Comuni, individuare progetti condivisibili, ma anche potenzialità e competenze da compartire, istituire insomma dei “presidi di comunità”.

Anche Domenico Rossi si dice scettico rispetto al PNNR, che non prevede fondi per le figure che si occupano di progettualità, perché i piccoli comuni vivono una condizione di povertà amministrativa. Anche Pietrelcina, dunque, luogo simbolo del riscatto delle piccole aree interne, dalle grandi potenzialità culturali ed economiche è investito, seppur in maniera meno drammatica, da una deriva i cui effetti principali sono quelli comuni dello spopolamento, dell’emigrazione, della rarefazione sociale e produttiva, della carenza dei servizi alle famiglie, agli anziani, ai giovani, che soffrono le limitazioni per centri di aggregazione inesistenti. In incontri precedenti il presidente della Fondazione per il Sud, Carlo Borgomeo, ebbe a dire che lo sviluppo dei territori non si realizza trascinando le imprese al sud, come è successo negli ultimi 40 anni, ma creando comunità forti. Il richiamo è alle popolazioni del territorio, alla coesione sociale a all’individuazione del genius loci. Non dunque, buone pratiche trapiantabili, ribadisce Membretti, ma una logica place sensitive, sensibile ai luoghi, non replicabile tout court.

 È già diffusa la consapevolezza che la montagna e le aree interne hanno una marcia in più. È possibile alimentare il desiderio di restanza costruendo un’economia multifunzionale e una maglia organizzativa e politica che partano dalla anamnesi del territorio.