<strong>‘Oro Paupisano’, aumento di produzione rispetto al 2022</strong>

‘Oro Paupisano’, aumento di produzione rispetto al 2022

AttualitàDalla Provincia
Il Presidente Orsillo: “Anche per la 50esima edizione della Sagra il cecatiello paupisano sarà prodotto con il nostro grano”.

“Anche per il 2023 la Pro Loco di Paupisi produrrà grano duro in quantità superiore rispetto al 2022. Abbiamo, infatti, seminato qualche giorno fa e per il secondo anno consecutivo la “Saragolla del Sannio” una qualità di grano autoctno, antico, certificato e biologico”.

Ad annunciarlo è Dario Orsillo, presidente della Pro Loco di Paupisi che dal 2020 sta promuovendo un progetto di valorizzazione del territorio con la produzione di grano e realizzare una filiera completa sul Cecatiello conferendo un’ulteriore qualità al prodotto e dare così un senso vero alla Sagra del cecatiello, con la nascita nei prossimi anni di un pastificio e di produrre così reddito.

“Così come lo scorso anno, anche per la 50esima edizione della Sagra, prevista a fine agosto del 2023, il cecatiello paupisano, tipica pasta rigorosamente fatta a mano dalle nostre esperte ed encomiabili massaie, sarà prodotto con il nostro grano. Gli esperti del settore ma anche i veri intenditori di pasta e di farina hanno dato giudizi super positivi alla nostra farina ‘Oro Paupisano’ – afferma Orsillo – conferendo al prodotto un’indiscussa qualità e un notevole prestigio, a differenza di alcuni giudizi sterili provenienti dai soliti ‘paupisani’ che invece di supportare ed apprezzare il nostro quotidiano impegno verso la comunità hanno solo saputo denigrare il prodotto definendolo ‘poco raffinato’.

Vogliamo precisare – aggiunge il presidente – che la nostra farina rispetto a quella industriale è meno raffinata perchè è molita con una macinazione a pietra, una tecnica che conserva di più le vitamine, i sali minerali, le fibre, le proteine nobili e gli enzimi del cereale che la rendono più facile da digerire ed è più nutriente. A nome di tutto il Direttivo della Pro Loco voglio, invece, ringraziare Luigi Corbo per l’amore che mette nel suo lavoro di imprenditore agricolo e tutta la sua famiglia per aver messo a disposizione il lotto di terra e per la loro cordialità dimostrata alla nostra associazione e un grazie – conclude Dario Orsillo – va a tutti coloro che ci stanno aiutando in diversi modi a concretizzare un po’ alla volta il nostro sogno di far nascere a Paupisi un pastificio e quindi creare economia nel nostro piccolo borgo e a chi si è già reso disponibile di dare i propri terreni per il prossimo anno e incrementare così la produzione di grano a Paupisi”.

Pane, aumento record del prezzo: sino a 10 euro al kg. Benevento tra le Province più economiche

Pane, aumento record del prezzo: sino a 10 euro al kg. Benevento tra le Province più economiche

AttualitàDall'Italia

Il caro-bollette fa impennare i prezzi di prodotti di largo consumo come pane e pasta, beni che nei prossimi giorni potrebbero risentire del conflitto scoppiato in Ucraina e dei forti incrementi nelle quotazioni delle materie prime.

Lo denuncia Assoutenti, che ha messo a confronto i listini di pane e pasta nelle principali città italiane, per capire come i rincari di luce e gas scattati lo scorso gennaio abbiano influito sui prezzi al dettaglio.

Ferrara è la città dove il prezzo del pane raggiunge il livello più elevato – spiega Assoutenti – In base alle ultime rilevazioni del Mise, qui un chilo di pane fresco realizzato con farina di grano costa fino a 9,8 euro (quotazione massima), mentre il prezzo medio si attesta a 5,31 euro al kg. Al secondo posto si piazza Forlì, dove il prezzo massimo del pane fresco è di 9 euro al kg (4,37 euro il prezzo medio). Carissima anche Venezia, dove un chilo di pane fresco è venduto in media a 5,52 euro (8,5 euro la quotazione massima). I listini superano i 6 euro/kg in numerose città, da Milano a Bari, passando per Ancona, Macerata, Bologna, Bolzano, Modena, Reggio Emilia, Trento e Udine. Le province più economiche risultano essere Napoli (2 euro al kg il prezzo massimo), Cosenza (2,5 euro), Benevento (2,65 euro). Sul fronte della pasta di semola di grano duro Cagliari è la città più cara d’Italia, con i prezzi massimi che raggiungono il record di 4,7 euro al kg (1,95 euro il prezzo medio), seguita da Sassari 3,35 euro (1,80 euro/kg il prezzo medio). Il prezzo massimo della pasta supera i 3 euro al kg in altre 7 città: Bergamo, Brescia, Genova, Grosseto, Macerata, Perugia, Pescara. I listini più bassi si registrano a Messina, dove il prezzo massimo è di 1,86 euro (1,21 il prezzo medio), 2,07 euro il prezzo massimo a Siracusa. “Sui listini di prodotti come pane e pasta pende oggi la spada di Damocle della guerra in Ucraina che ha fatto impennare le quotazioni internazionali non solo del grano, ma anche del gas e del petrolio, voci che incidono sui costi di produzione e, quindi, sui prezzi finali al pubblico – avverte il presidente Furio Truzzi – Per tale motivo esiste il rischio di concreto di nuovi rialzi dei prezzi compresi tra il +15% e il +30% per una moltitudine di prodotti di largo consumo, dalla pasta ai dolci, passando per pane, crackers e biscotti”. Proprio per protestare contro l’insostenibile situazione in atto, Assoutenti assieme ad altre associazioni dei consumatori ha indetto per il prossimo 15 marzo uno sciopero dei consumi di luce e gas teso a boicottare il gas russo importato in Italia. (Ansa)