“Finalmente arrivano buone notizie sul fronte dell’aumento dei prezzi a Benevento. In maniera anche un po’ inattesa eravamo finiti sul podio nazionale, come una delle città più colpite dall’inflazione. Oggi leggiamo con soddisfazione che questa dinamica perversa si è arrestata e siamo nella top ten delle città più virtuose, una di quelle dove a livello nazionale i prezzi hanno avuto una delle dinamiche migliori”, lo scrive il sindaco di Benevento Clemente Mastella.
“L’incremento medio siderale che si registrava ad agosto (più 571 euro), scende del doppio. Cediamo il primato regionale di città più colpita dall’inflazione ed è cancellato il terzo posto nazionale per inflazione che appariva sorprendente e incredibile.
Ho scritto e operato una moral suasion istituzionale al Garante per la sorveglianza dei Prezzi presso il Ministero delle Imprese affinché operasse un controllo serrato sull’anomalo vertice inflattivo che coinvolgeva la Città. Auspico che anche ciò abbia contribuito ad un decremento dei prezzi al consumo, specie di quelli alimentari che aveva raggiunto francamente vette statistiche inaccettabili. Oggi l’Istat e Unione Consumatori certificano un netto miglioramento della dinamica che registriamo con soddisfazione”, conclude il Sindaco.
Il sindaco Mastella scrive a Mister Prezzi per segnalare l’anomalia inflattiva
Il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, ha scritto al Garante sulla sorveglianza dei prezzi presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (meglio noto come Mister Prezzi), Benedetto Mineo, per segnalargli l’anomalia inflattiva che si registra a Benevento.
“Ho appreso dal Sole 24 Ore, non senza stupore, che la provincia di Benevento accusa un indice d’inflazione particolarmente gravoso ed elevato. Nello specifico riguardo l’inflazione generale Benevento è al 99° posto con una percentuale pari al 6,50. Ancora più preoccupanti – si legge nella lettera – risultano i dati relativi all’inflazione per prodotti alimentari e bevande non alcoliche: con un tasso pari all’11% la provincia di Benevento paga il prezzo più salato alla spirale inflattiva”.
Di qui la scelta del primo cittadino di scrivere al Garante sulla sorveglianza dei prezzi per segnalare “la dimensione oggettivamente anomala di tali dati statistici. Una dinamica di rialzo dei prezzi così sproporzionata ed eccessiva, soprattutto sulla catena dei prodotti alimentari, genera inevitabilmente riverberi molto negativi sui cittadini e soprattutto sui ceti più vulnerabili della società”.
Pertanto, il sindaco Mastella, pur nella consapevolezza che la Carta Costituzionale, all’articolo 41, garantisce la libertà dell’iniziativa economica, ha chiesto a Mister Prezzi di attivare quanto nei suoi poteri e nelle sue competenze per approfondire le origini dell’impennata inflattiva che affligge il territorio sannita e mettere in campo possibili misure calmieranti e correttive.
Aggiungendo: “Quale Sindaco del capoluogo provinciale, mi rendo disponibile a promuovere, anche con il coinvolgimento delle associazioni di categoria, ogni utile iniziativa per valorizzare e promuovere le best practice a contrasto dell’aumento dei prezzi”.
Aumento tassi e caro vita, Mataluni: “Decisione miope della Bce”
“Bisogna aumentare il potere d’acquisto delle famiglie, frenando le speculazioni sulle materie prime e agevolando investimenti e assunzioni per le imprese, specie a sud”, spiega il presidente dei giovani industriali sanniti.
“In questi giorni, purtroppo, ascolto e leggo molti amici e conoscenti che riflettono sul caro vita e sui suoi effetti. Hanno ragione: dopo le batoste per le spese di energie e carburanti dei mesi invernali oggi fare la spesa costa tra il 10 e il 20 per cento in più, i carburanti sono tornati a prezzi stellari e chi ha un mutuo a tasso variabile deve fare i conti pure in questo caso con rincari record (e ovviamente il dazio peggiore lo paga chi vive a sud, come al solito)”.
Così in una nota stampa, Biagio Flavio Mataluni, presidente dei giovani industriali sanniti.
“In questo contesto – prosegue Mataluni – arriva una decisione (purtroppo l’ennesima) miope della Bce che alza i tassi d’interesse per contrastare un’inflazione che stava già calando da sola.
Insomma, sembra un gioco dell’assurdo ma è così: per contrastare l’inflazione che tanto ha messo in difficoltà famiglie e imprese si alzano i tassi…mettendo ancora più in difficoltà famiglie e imprese.
E’ evidente il distacco di queste istituzioni dal mondo reale (e dalle diverse realtà complesse che lo compongono, in questo caso, parlando dell’Unione Europea) visto l’eterno ricorso a logiche teoriche laddove forse servirebbero approcci più pratici: dei price cap avrebbero potuto avere un effetto più felice dell’ennesimo aumento dei tassi?”
“Immaginare di rilanciare l’economia incidendo sempre (e negativamente) su famiglie e imprese si è rivelato controproducente e ovviamente controproducente si rivelerà anche con l’ultimo aumento dei tassi: sarebbe il caso di intervenire diversamente, e come ho già detto, aumentando il potere d’acquisto delle famiglie, frenando le speculazioni sulle materie prime e agevolando investimenti e assunzioni per le imprese, specie a sud…insomma, passare finalmente dalle teorie alla pratica”, conclude.
Campania| Inflazione in salita, Confesercenti: “Necessario taglio delle bollette e sostegno alle imprese in difficoltà”
Calo di consumi delle famiglie campane, aumento di costi e di inflazione, crollo degli introiti per le attività commerciali.
Il quadro è molto allarmante: lo denuncia Confesercenti Campania.
La previsione per il 2023 è di una crescita effimera e di una diminuzione netta della spesa media per famiglia, a causa innanzitutto del caro bollette ma anche per altri motivi, con evidenti e ovvi minori introiti per commercio e negozi.
Secondo lo studio di Confesercenti Campania, infatti, se la stima di spesa mensile familiare per i nuclei familiari della nostra regione è la quart’ultima d’Italia (con 1.990 euro di media) per il 2023 l’aumento di spesa per singola famiglia campana al mese è di 164,13 euro, che diventano 1.969.59 all’anno per ogni nucleo familiare.
Con un calo dei consumi, rispetto al 2019 (anno di riferimento pre-pandemico) di 68 euro per famiglia.
“Oltre a subire il peso del caro energia e del caro petrolio – commenta Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania e vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno – le nostre famiglie devono far fronte anche al caro interessi delle banche.
Il caro bollette pesa troppo sulle famiglie e sulle imprese. Tutto questo ricade specialmente sulle attività di vicinato, poiché acquisto meno prodotti alimentari con gli stessi soldi spesi.
Il settore più colpito è l’abbigliamento. Le famiglie rinunciano a comprare una maglietta o un jeans in più perchè obbligate a spendere di meno.
Tutte le aziende che trattano prodotti non di prima necessità risultano travolte. C’è un crollo generale dei consumi che trova ampio riscontro nei numeri nella nostra regione“.
Per Schiavo urge un cambio di passo deciso. “Il peso sulle spalle di aziende e famiglie campane è frutto di una politica nazionale miope e distratta.
Tutto ciò peserà soprattutto sull’economia già ridotta all’osso di centinaia di migliaia di lavoratori campani con stipendi molto bassi in confronto a quelli del nord Italia, producendo un’accelerazione del divario tra nord e sud di questa Italia che si muove, sempre più, con due velocità diverse.
Urge innanzitutto il taglio del caro bollette e un sostegno per le imprese in difficoltà con i pagamenti dei mutui“.
Fonte: www.ansa.it
Economia, continua a crescere l’inflazione: a novembre +0,6%
ITALIA. Accelera ancora l’inflazione. A novembre 2021 l’Istat stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,6% su base mensile e del 3,7% su base annua (da +3,0% del mese precedente). La stima preliminare era +3,8%. L’ulteriore accelerazione su base annua dell’inflazione è ancora una volta dovuta in larga parte ai prezzi dei Beni energetici (da +24,9% di ottobre a +30,7%) e, in particolare, a quelli della componente non regolamentata (da +15% a +24,3%), mentre la componente regolamentata, pur mantenendo una crescita molto sostenuta, registra un lieve rallentamento (da +42,3% a +41,8%). Accelerano rispetto a ottobre, ma in misura minore, anche i prezzi dei Beni alimentari sia lavorati (da +1% a +1,4%) sia non lavorati (da +0,8% a +1,5%) e quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,4% a +3,6%), mentre i prezzi dei Beni durevoli rallentano (da +0,9% a +0,4%). L’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano entrambe da +1,1% di ottobre a +1,3%. (ITALPRESS).
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