Maurisa Laurito ed Enzo Gragnaniello con  “Vasame. L’amore è Rivoluzionario” danno il via alla Città Spettacolo di Benevento

Maurisa Laurito ed Enzo Gragnaniello con  “Vasame. L’amore è Rivoluzionario” danno il via alla Città Spettacolo di Benevento

Cultura

Negli spazi del bellissimo Teatro Comunale di Benevento, in sold out per il numerosissimo pubblico accorso, si sono esibiti, in apertura della stagione teatrale “Benevento Citta’ Spettacolo”, diretta da Renato Giordano, Marisa Laurito ed Enzo Gragnaniello nello spettacolo “ Vasame. L’amore è rivoluzionario”.

Tema centrale della performance è stato l’amore, potente forza rivoluzionaria che scardina diffidenze, odio, violenze ed ogni forma di egoismo. Il titolo del lavoro riprende il verso dalla bellissima canzone di Gragnaniello “Vasame” che recita come sottotitolo: “l’amore è rivoluzionario”.

La band del cantautore napoletano che si è esibita con lui era composta da Piero Gallo (Mandolina), Erasmo Petringa (Violoncello), Marco Caligiuri (Percussioni), Enzo Gragnaniello (Voce e Chitarra Acustica).

La Laurito, in scena come pittrice oltre che attrice e cantante, ha realizzato, durante lo spettacolo, un quadro astratto che raffigurava un cuore sospeso sopra un letto intorno al quale troneggiava la scritta: “ Vasame, l’amore è rivoluzionario”.

Abbiamo immaginato che quella raffigurazione, oltre alla manifestazione di un estro artistico dell’attrice, potesse rappresentare una sintesi visiva dell’emozione profonda che può dare l’amore, in tutte le sue manifestazioni, da quelle più semplici come l’amicizia a quelle più intense come il rapporto fra esseri umani e fra un uomo ed una donna.

Ad alcuni bellissimi pezzi suonati e cantati da Gragnaniello e la sua band, si sono alternati momenti di recitazione da parte della Laurito che, tra l’ironico/graffiante e la cruda realtà del passato e del presente, ha ricordato la condizione della donna come oggetto di amore, ma anche di disprezzo e vilipendio.

Lo spettacolo, quasi interamente cantato e recitato in vernacolo napoletano, ha dimostrato potenza espressiva e comunicativa anche grazie al dialetto napoletano, strumento malinconico e dolce, amaro e carezzevole, caldo e aspro allo stesso tempo, veicolo privilegiato di partecipazione emozionale e concreta razionalità, espressione tangibile delle oscillazioni di sentimenti, passioni e bisogni umani.  

Non sono mancati nella recitazione della Laurito, ricordi alla produzione artistica di un grande personaggio di spettacolo come Eduardo De Filippo e della sua “Napoli milionaria”, dramma debuttato il 15 marzo 1945 al Teatro San Carlo di Napoli, in cui protagonista è la povera gente che ha perso, oltre che vite e beni, tutti i valori e l’onestà della vita precedente. Della commedia è rimasto celebre il verso di chiusura: “Ha da passà ‘a nuttata”, quasi paradigma della necessità di veder scorrere la vita in attesa di un domani migliore.

Tanti i pezzi cantati da Gragnaniello, ma ne ricordiamo uno in particolare in cui si recita: “ Hanno creato ‘u munn scustumat addò ‘u volgar accir a gentilezza. Ormai cummanne chi nun dice niente e nun dice niente manco int’è canzone…”, dove la gentilezza sembra essere diventata una chimera mentre, come affermato dal cantautore in una intervista: “ La gentilezza c’è l’hanno gli uomini forti”, dunque la sua mancanza è sinonimo di debolezza e aridità interiore e nei rapporti umani.

Impossibile non ricordare almeno alcuni brani famosi con cui i due artisti si sono spesso esibiti insieme come “Reginella”, “Oi vita oi vita mia”, “Vasame”, “L’amore è vera rivoluzione”, “Luna rossa”, “Cammina cammina”, “Indifferentemente”, “Donna” e tanti altri, l’uno più bello dell’altro, un lungo percorso sonoro di malinconia, dolcezza e vero amore come universale scintilla esistenziale, bene, passione e perciò “vita”.

Simpatico il siparietto della Laurito quando ricorda i “doveri” obbligati della donna verso il compagno, citati in un documento del 1955, per poi citare un’opera di Stefano Bartezzaghi dal titolo: “Senza distinzione”, nella quale questi esemplifica gli usi sessisti della lingua italiana, mostrando la differenza di connotazione di alcuni termini a seconda che siano declinati al maschile o al femminile e di come, lo stesso termine, al maschile sia parola normale della nostra lingua italiana, al femminile invece assuma un significato dispregiativo e denigratorio della donna, come ad esempio “uomo di mondo” o “donna di mondo”, “un massaggiatore”, che è un cinesiterapista… e una “massaggiatrice” che è ben altro, uno “zoccolo” ,  calzatura di campagna e “una zoccola” che assume  ben altro significato…e così via.

Il pubblico ha partecipato con divertimento e decisa condivisione alla citazione del degrado “sessista” della lingua italiana, accompagnando l’artista nel rimarcare in coro la definizione dispregiativa che ogni volta assumeva la donna nella versione linguistica al femminile.

Ella ricorda inoltre che agli uomini piacciono le donne “schive”, ma ricorda anche che tra “schiva” e  “schiava” la differenza è davvero insignificante.

Marisa incanta dunque il pubblico con i suoi racconti di vita di cui hanno parlato grandi scrittori, con poesie  e monologhi tra il divertimento e la denuncia, il tutto mentre dipinge il suo quadro, Gragnaniello ammalia i presenti con le sue dolci e coinvolgenti melodie, in un procedere teatrale senza soste e quiete nella denuncia di un mondo capovolto che ha dimenticato la potenza rivoluzionaria dell’amore.

Musica e spumeggiante recitazione nello spettacolo dunque dei due artisti che hanno voluto ribadire, contro ogni prepotenza e sopruso, siano  essi diretti alle donne che a chiunque altro, che l’amore è lo strumento rivoluzionario che “alimenta il cuore e lo spirito”, una panacea contro ogni violenza gratuita, un farmaco senza tempo che rivitalizza valori spesso dimenticati o volutamente soppressi da egoismi che, anche nel nostro tempo, credono di dettare legge, dimenticando che sono solo misere manifestazioni di povertà intellettuale ed umana.

Il filosofo Jean-Jacques Rousseau affermava che l’uomo nasce buono ma poi, ovunque, lo troviamo in catene, sopraffatto dall’egoismo e persino chi si crede il padrone degli altri è, a sua volta, schiavo di costoro. La Laurito e Gragnaniello, insieme ad un pubblico plaudente e concorde, con la loro performance, consigliano allora agli “uomini in catena” di riscoprire il grande potere che ha l’amore di cambiare il mondo, potenza esplosiva ed energia che seduce e di cui tutti abbiamo un disperato bisogno.