Benevento| Assenza requisiti igienico sanitari, disposta chiusura ditta produzione di pane: sequestrati circa 400kg di alimenti

Benevento| Assenza requisiti igienico sanitari, disposta chiusura ditta produzione di pane: sequestrati circa 400kg di alimenti

BeneventoCronaca

I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Benevento, nell’ambito delle attività a tutela della salute pubblica e della filiera agroalimentare, hanno effettuato un controllo presso una ditta di produzione di pane e prodotti da forno ubicata in Benevento, unitamente al personale del Dipartimento di prevenzione dell’Asl di Benevento U.O.P.C.

All’esito dei controlli emergevano numerose difformità, tra cui inapplicazione delle procedure basate sul sistema di autocontrollo aziendale, assenza dei requisiti igienico sanitari della struttura e delle attrezzature, presenza di merce alimentare non etichettata, presenza di infiltrazioni e scrostature di intonaco, attrezzature utilizzate per la preparazione dei prodotti da forno con evidenti segni di usura e in cattivo stato igienico, accumuli di materiali non pertinenti e sporchi nel laboratorio di produzione, personale non idoneamente abbigliato, ecc.

I Carabinieri Forestale ed il personale ASL, pertanto, hanno proceduto a disporre la chiusura immediata dell’attività per assenza dei requisiti igienico sanitari dell’intera struttura e delle attrezzature impiegate nelle lavorazioni.

Hanno proceduto, altresì, al sequestro amministrativo di circa 400 kg di alimenti (pizze surgelate, biscotti secchi salati, biscotti dolci e altri prodotti da forno), perché privi di tracciabilità, etichettatura, lotto di produzione ed ingredienti utilizzati, in violazione art. 18 reg. Ce 178/2012. Sono state contestate, inoltre, le sanzioni amministrative consequenziali.

Caro energia, Panificatori Campani: “Il prezzo del pane può arrivare fino a 6 euro al kg”

Caro energia, Panificatori Campani: “Il prezzo del pane può arrivare fino a 6 euro al kg”

Economia

“A causa del caro energia, con bollette quintuplicate che rendono insostenibili i costi di gestione, le aziende si trovano di fronte all’alternativa di aumentare il prezzo del pane fino a 5-6 euro al chilo, un prezzo insopportabile per i consumatori in una regione a basso reddito come la Campania, oppure cessare l’attività”.

Lo ha detto il presidente di Unipan-Confcommercio Campania, Mimmo Filosa, ascoltato oggi in Commissione Agricoltura del Consiglio regionale della Campania in qualità di portavoce delle associazioni dei panificatori. Filosa ha illustrato la “situazione insostenibile dei 5mila panifici della Campania “sottolineando che “senza interventi immediati di ristoro alle imprese la sospensione dell’attività, che mette a rischio oltre 30mila posti di lavoro, sarà una scelta obbligata”.

Filosa ha poi spiegato che il presidente della Commissione regionale Borrelli “si è impegnato a sollecitare una riunione urgente del Consiglio regionale sul tema del caro materie prime e al tempo stesso di verificare urgentemente con la Giunta regionale la possibilità di intervenire con un bonus di sostegno alle imprese che subiscono maggiormente gli effetti del caro energia. I panificatori – ha concluso Filosa – restano in stato di agitazione e sono pronti a fermare le attività in assenza di provvedimenti concreti”.

Pane, aumento record del prezzo: sino a 10 euro al kg. Benevento tra le Province più economiche

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AttualitàDall'Italia

Il caro-bollette fa impennare i prezzi di prodotti di largo consumo come pane e pasta, beni che nei prossimi giorni potrebbero risentire del conflitto scoppiato in Ucraina e dei forti incrementi nelle quotazioni delle materie prime.

Lo denuncia Assoutenti, che ha messo a confronto i listini di pane e pasta nelle principali città italiane, per capire come i rincari di luce e gas scattati lo scorso gennaio abbiano influito sui prezzi al dettaglio.

Ferrara è la città dove il prezzo del pane raggiunge il livello più elevato – spiega Assoutenti – In base alle ultime rilevazioni del Mise, qui un chilo di pane fresco realizzato con farina di grano costa fino a 9,8 euro (quotazione massima), mentre il prezzo medio si attesta a 5,31 euro al kg. Al secondo posto si piazza Forlì, dove il prezzo massimo del pane fresco è di 9 euro al kg (4,37 euro il prezzo medio). Carissima anche Venezia, dove un chilo di pane fresco è venduto in media a 5,52 euro (8,5 euro la quotazione massima). I listini superano i 6 euro/kg in numerose città, da Milano a Bari, passando per Ancona, Macerata, Bologna, Bolzano, Modena, Reggio Emilia, Trento e Udine. Le province più economiche risultano essere Napoli (2 euro al kg il prezzo massimo), Cosenza (2,5 euro), Benevento (2,65 euro). Sul fronte della pasta di semola di grano duro Cagliari è la città più cara d’Italia, con i prezzi massimi che raggiungono il record di 4,7 euro al kg (1,95 euro il prezzo medio), seguita da Sassari 3,35 euro (1,80 euro/kg il prezzo medio). Il prezzo massimo della pasta supera i 3 euro al kg in altre 7 città: Bergamo, Brescia, Genova, Grosseto, Macerata, Perugia, Pescara. I listini più bassi si registrano a Messina, dove il prezzo massimo è di 1,86 euro (1,21 il prezzo medio), 2,07 euro il prezzo massimo a Siracusa. “Sui listini di prodotti come pane e pasta pende oggi la spada di Damocle della guerra in Ucraina che ha fatto impennare le quotazioni internazionali non solo del grano, ma anche del gas e del petrolio, voci che incidono sui costi di produzione e, quindi, sui prezzi finali al pubblico – avverte il presidente Furio Truzzi – Per tale motivo esiste il rischio di concreto di nuovi rialzi dei prezzi compresi tra il +15% e il +30% per una moltitudine di prodotti di largo consumo, dalla pasta ai dolci, passando per pane, crackers e biscotti”. Proprio per protestare contro l’insostenibile situazione in atto, Assoutenti assieme ad altre associazioni dei consumatori ha indetto per il prossimo 15 marzo uno sciopero dei consumi di luce e gas teso a boicottare il gas russo importato in Italia. (Ansa)