“Panoramica sud Matese”, cominciati i lavori per la messa in sicurezza

“Panoramica sud Matese”, cominciati i lavori per la messa in sicurezza

AttualitàDalla Provincia

Sono cominciati stamani i lavori di straordinaria manutenzione per la messa in sicurezza della Strada provinciale n. 73 “Panoramica sud Matese” tra i territori di Morcone e Pietraroja.

Lo comunica il Presidente della Provincia di Benevento Nino Lombardi che è in costante contatto con i Sindaci dei due Comuni, Luigino Ciarlo e Angelo Pietro Torrillo, in relazione alla necessità di definire e mettere in atto misure per la percorribilità di una delle arterie più pesantemente danneggiate del territorio provinciale.

La Sud Matese collega l’Alto Tammaro con i primi contrafforti del Matese e cioè appunto con Pietraroja ove insiste il Parco Geopaleontologico in cui fu ritrovato il fossile del cucciolo di dinosauro denominato “Ciro”: a causa dei numerosi movimenti franosi attivi sull’arteria, la Sp 73 Sud Matese è percorribile attualmente solo dai residenti.

E’ stato approvato, con delibera del Presidente Lombardi, un progetto di fattibilità per il rifacimento dell’arteria e dunque per la riapertura dell’arteria senza limiti al traffico, ma lo stesso progetto è ancora in attesa della fonte di finanziamento.

Mentre dunque si attendono le risorse finanziarie straordinarie necessarie, l’intervento che si è avviato oggi, sotto la supervisione del Settore Infrastrutture della Provincia, vuole conseguire l’obiettivo di garantire almeno maggiori condizioni di sicurezza per i residenti: i lavori, finalizzati a rimodellare il piano viabile al fine di renderlo percorribile, sono stati avviati in territorio di Morcone e nei prossimi giorni proseguiranno fino a Pietraroja.

Ente Geopaleontologico di Pietraroja, Forza Italia: “Con Santamaria vi pascolavano le pecore”

Ente Geopaleontologico di Pietraroja, Forza Italia: “Con Santamaria vi pascolavano le pecore”

Politica

“È evidentemente risultato indigesto il Ferragosto a Gennaro Santamaria che si è visto sfilare di mano un incarico pubblico oltremodo retribuito vista la scarsa dedizione e il poco lavoro prestato negli anni scorsi presso l’Ente Geopaleontologico di Pietraroja. 

Il fido scudiero mastelliano, con davvero scarso garbo istituzionale, si è preoccupato di contestare a mezzo stampa un decreto ministeriale con il quale semplicemente veniva sostituito per manifesta inoperosità. Ma anziché vestire impropriamente gli abiti della vittima sacrificale e rendere ai media le sue perplessità, avrebbe potuto chiederne conto al Ministro per l’Ambiente e ai dirigenti ministeriali.

Per quanto, invece, attiene le considerazioni di Santamaria sull’onorevole Rubano, colpevole soltanto di essersi congratulato con il neo Commissario Attilio Sabbione, basterà riferire che a differenza di Santamaria, Rubano non assume parenti negli enti pubblici presso cui presta la propria opera.

Ma c’è poco da stupirsi, del resto Santamaria è quel ‘fallimentare’ presidente del’Ente Geopaleontologico che si godrà  le svariate centinaia di migliaia di Euro per i compensi maturati, senza aver mosso un dito per la valorizzazione di quel sito turistico e scientifico e della zona circostante. Come sanno bene le pecore che vi pascolavano nei giorni scorsi (Vedi foto allegata).

E come ha dichiarato nei giorni scorsi anche qualche amministratore comunale dell’area titernina, reclamando il ritorno di ‘Ciro’ nella sua sede naturale di Pietraroja, trovando il pieno riscontro dello stesso sindaco di Benevento.

Ma Santamaria come al solito era distratto da altre situazioni e non si è accorto di nulla in questi anni, figurarsi di quel che è accaduto nei giorni scorsi. Adesso, invece, è giunto il tempo di essere vigili e vagliare ogni atto e delibera della scellerata gestione Santamaria”.

Così in una nota stampa il Coordinamento Forza Italia Valle Telesina.

Ente Geopaleontologico di Pietraroja, la nota del presidente Santamaria

Ente Geopaleontologico di Pietraroja, la nota del presidente Santamaria

Politica

Solo dopo aver ricevuto, in data 16 agosto 2023, la notifica del decreto di commissariamento da parte del Ministero dell’Ambiente, il presidente del Comitato di gestione provvisoria dell’Ente Geopaleontologico di Pietraroja, Gennaro Santamaria, commenta quanto accaduto.

“Premesso che, considerata la mia lunga esperienza in sede politica e istituzionale, trovo del tutto naturale che ai vertici di Enti vigilati da amministrazioni nazionali e locali vi sia, per scadenza dei mandati o per alternanza politica del governo, un avvicendamento. In questo caso però l’atto posto in essere dal Ministro dell’Ambiente, probabilmente per le forti pressioni politiche ricevute, presenta profili di illogicità, contraddittorietà e, molto probabilmente, di illegittimità. Infatti, nel decreto di commissariamento si cita, come motivazione dello stesso, la scadenza del mandato dell’organo di gestione straordinario qual è appunto il comitato di gestione provvisoria.

Tale motivazione è assolutamente illogica in quanto, così come previsto dal decreto istitutivo dell’Ente, il Comitato di gestione provvisoria è proprio quell’organismo straordinario posto al vertice dell’Ente per amministrarlo nella fase di insediamento fino alla costituzione degli organismi ordinari. Altro profilo di illogicità si ritrova nella stessa denominazione data al commissario che non viene chiamato “commissario straordinario di gestione” ma commissario ad acta. Come a tutti noto le due figure si distinguono completamente sul piano giuridico.

Difatti, il primo (commissario straordinario) sostituisce l’organo di gestione in carica per l’ordinaria amministrazione, mentre il secondo (commissario ad acta) è un organismo nominato, non per sostituire l’organo di governo di un Ente, ma per assumere alcuni atti che l’organismo non ha assunto. Altro profilo di illogicità risiede nel fatto che, con questa nomina, si sostituisce un organismo straordinario di gestione di tipo collegiale, qual è il Comitato di gestione provvisoria, nel quale sono rappresentati tutti gli Enti che fanno parte del consorzio pubblico di gestione, con un altro organismo straordinario ma di tipo monocratico.

Inoltre, il decreto presenta delle forti contraddizioni con la linea tenuta fino ad oggi dal Ministero dell’Ambiente, compreso l’attuale Ministro, consapevole del fatto che, per sostituire l’attuale organismo di gestione e insediare l’organismo ordinario, era necessario approvare lo statuto ma ciò non poteva avvenire perché le procedure di approvazione erano scritte male nel decreto istitutivo.

Difatti, pochi mesi dopo l’insediamento di questo governo, l’Ufficio di gabinetto dell’attuale Ministro, proprio per procedere alla nomina dell’organismo di gestione ordinario, chiedeva all’Ufficio legislativo, dello stesso Ministero, di predisporre la modifica del decreto istitutivo in modo da consentire l’approvazione dello statuto e quindi la nomina dell’ordinario organo di gestione. Cos’è cambiato oggi rispetto a qualche mese fa? Perché si è interrotto l’iter in corso e si è dato vita a questo strambo commissariamento?

Infine, si evidenzia che sussistono forti dubbi sui profili di legittimità dell’atto e questo potrebbe indurre le amministrazioni facente parte del consorzio, che con tale decreto si sono viste estromesse dalla gestione, ad impugnarlo. Per ultimo intendo rigettare con sdegno e determinazione i commenti espressi dal giovane deputato di Forza Italia rispetto alla gestione dell’Ente da me presieduto. Lo stesso, nei suoi commenti euforici rispetto alla nomina del “suo amico” Sabione a Commissario ad acta, parla di tempo perso, di inoperosità e di recupero di legalità.

A riguardo, è necessario ricordare al giovane Rubano che se questo Ente è stato istituito dopo diciassette anni dalla legge che lo prevedeva (art. 115 della legge 388/2000) lo si deve solo al sottoscritto che, quando occupava il ruolo di capo della segreteria del Ministro dell’Ambiente, si è adoperato al fine di far assumere, dal Ministro Gianluca Galletti, il decreto di istituzione dell’Ente. Inoltre, se Rubano avesse avuto tempo di approfondire gli atti e le attività svolte, avrebbe scoperto che, solo grazie a questo Comitato di gestione provvisoria, composto da persone di alto profilo sul piano professionale e culturale, si è giunti, attraverso un complicato iter ministeriale, a far riconoscere questo Ente come Ente di ricerca scientifica.  

Avrebbe, inoltre, scoperto che l’organismo da me presieduto, si è avvalso, per le attività di carattere scientifico, della collaborazione gratuita di un Collegio tecnico-scientifico composto da eminenti studiosi della paleontologia tra i quali il massimo studioso di Scipionyx samniticus, Prof. Cristiano Sal Sasso.

A questo si aggiunga che le attività svolte in questi anni dall’Ente hanno riportato al centro dell’attenzione, della comunità scientifica dei paleontologi nazionali ed internazionali, il geosito di Pietraroja e tutti i reperti fin ora in esso rinvenuti. Spero – conclude Santamaria – che il tempo e forse anche un po’ di maturità maggiore sul piano istituzionale e politico consentiranno a questo giovane parlamentare di avere maggiore rispetto delle persone e dell’operato posto in essere dalle stesse nell’interesse pubblico e a favore del territorio della nostra provincia.”

Attilio Sabione nominato Commissario dell’Ente Geopaleontologico di Pietraroja

Attilio Sabione nominato Commissario dell’Ente Geopaleontologico di Pietraroja

AttualitàDalla Provincia

Il plauso di Rubano al Ministro Pichetto Fratin.

Attilio Sabione è stato nominato con Decreto ‘Commissario ad acta’ dell’ente Geopaleontologico di Pietraroja dal Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Sabione, medico e per oltre un decennio direttore sanitario vicario delle Terme di Telese, è un  amministratore locale di lungo corso. Attualmente ricoprire la funzione di Presidente del Consiglio Comunale di Cusano Mutri. Già assessore alla Comunità Montana del Titerno e componente del CdA del Consorzio intercomunale per la gestione dei rifiuti Bn1. Al momento è pure responsabile del dipartimento provinciale sanità di Forza Italia ed è legato da una profonda amicizia all’onorevole Francesco Maria Rubano. 

“Ringrazio il ministero per l’incarico conferitomi. Espleterò la mia funzione creando proficua sinergia con i ministeri dell’ambiente e della cultura con il territorio. Lavoreremo affinché questo ente possa quanto prima programmare strategie di sviluppo concrete per l’intero Sannio”. Ha affermato lo stesso Attilio Sabione.

“E’ la ennesima dimostrazione che il Governo riserva forte attenzione al Sannio. Va il mio plauso al Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pochetto Fratin per aver individuato, nella figura di Attilio Sabione, un sannita ad hoc alla guida dell’ente Geopaleontologico di Pietraroja. La prossima settimana incontrerò il neo Commissario Sabione a cui auguro buon lavoro, certo che farà valere le sue indiscusse qualità anche in questo prestigioso incarico, al fine di provvedere ad attivare le necessarie procedure affinché l’importante ente svolti pagina, rilanciando il turismo e l’economia locale. Solleciteremo il neo commissario ad operare con celerità e legalità,  recuperando tutto il tempo perso sin qui da chi ha gestito l’ente” ha dichiarato l’onorevole Francesco Maria Rubano.

“Andrà sicuramente rilanciata l’azione di studio e ricerca paleontologica del sito di Pietraroja, ma anche l’attrattività turistica dell’intera zona con il rientro nella sua ubicazione naturale del fossile ‘Ciro’. Ancorché il museo già esistente andrà certamente ammodernato e reso nuovamente attrattivo, anziché abbandonato come fatto da chi ha preceduto Sabbione” ha concluso Rubano.

Mastella: “Condivido l’istanza del sindaco Torrillo, è giusto che Ciro appena possibile faccia rientro a Pietraroja”

Mastella: “Condivido l’istanza del sindaco Torrillo, è giusto che Ciro appena possibile faccia rientro a Pietraroja”

Attualità

Il ritorno del fossile di Scipionyx samniticus, comunemente noto con il nomignolo di Ciro, a Pietraroja, come rivendicato dal Sindaco del Comune Titernino, trova d’accordo il sindaco della città capoluogo Clemente Mastella.

“Comprendo e condivido l’istanza dell’amico sindaco Angelo Torrillo ed è giusto che Ciro, appena possibile, faccia il suo rientro nella patria terra di Pietraroja. Ovviamente, come certamente lo stesso sindaco Torrillo sa, Scipionyx, per fare ritorno in patria, deve essere affidato ad un Ente che possa richiederne la custodia alla Soprintendenza dimostrando di avere un luogo idoneo, sul piano della sicurezza e della esposizione, per poterlo ospitare”, afferma Mastella.

Insomma, anche il sindaco di Benevento si dice convinto che Ciro “dov’è oggi esposto, all’ex convento San Felice – sede operativa della Soprintendenza di Benevento e Caserta al Viale degli Atlantici – non sia valorizzato”.

“Scipionyx- conclude Mastella – è un unicum sul piano mondiale e deve costituire un attrattore culturale e turistico per l’intera provincia di Benevento a partire dal territorio della Valle Telesina e Titernina.

Per questo motivo – conclude Mastella – mi schiero a fianco del sindaco Torrillo per riportare Ciro a Pietraroja sostenendo tutti gli sforzi per ripristinare il Museo PaleoLab che potrebbe essere il luogo dove esporre Scipionyx”.

A Pietraroja workshop su qualità del suolo montano

A Pietraroja workshop su qualità del suolo montano

AttualitàDalla Provincia

La qualità del suolo montano dell’area del Titerno tende a variare in correlazione all’uso del terreno in altitudine e all’aggressività delle acque di ruscellamento. In particolare, laddove i terreni dedicati al pascolo non subiscono l’erosione delle acque, è in evidenza una maggiore presenza di suolo con rilevante quantità di materia organica, indispensabile per una proficua attività agricola e zootecnica.

E’ il risultato del secondo “workshop montano” a Pietraroja, nell’ambito del progetto “Re.Qual.Sol. – Recuperare e Salvaguardare la Qualità dei Suoli”, elaborato dall’“Associazione Agronomi Senza Frontiere della Campania”. 

L’evento si è svolto in località Colle della Corte, in collaborazione con le aziende agricole partner del progetto: Colantone Giuseppe Antonio, Cusanelli Antonio, Ialacci Angelo e Maturo Giuliano. Il programma è sostenuto dal Gal Titerno-Alto Tammaro e finanziato dalla Regione Campania.

Anche questo workshop, come i precedenti, si è caratterizzato per le specifiche esercitazioni pratiche di analisi del suolo, effettuate sul campo e coordinate dai professionisti agronomi dell’associazione. Sono state contestualmente rilevate e valutate le caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche dei campioni di terreno prelevati.

Al simposio divulgativo in materia, coordinato dal giornalista Michele Miky Di Maina, sono intervenuti: Alessio Valente, docente di Geologia presso l’Unisannio e responsabile tecnico scientifico del progetto Re.Qual.Sol.; Ettore Varricchio, presidente del corso di laurea magistrale in Biologia-Risorse alimentari e nutrizione presso l’Unisannio; per l’associazione “Agronomi senza frontiere della Campania”, il presidente Massimo Palladino e i consulenti tecnici Michele BuccieroCarmen CenicolaGiuseppe MartuccioWalter Nardone e Serafino Ranauro.
Il professor Valente ha riferito che dalle prime analisi visive dei campioni prelevati entro le “trincee”, sono risultate differenze sia tra i suoli della medesima area che fra questi e quelli del precedente workshop.

«In questa occasione – ha spiegato il docente dell’Unisannio -, abbiamo effettuato due “trincee”, in una zona di Pietraroja a minore quota di quella in cui avevamo precedentemente operato. E, dunque, abbiamo notato che in quest’area, a parità del calpestio dei bovini, è migliore la qualità del suolo, almeno in una “trincea”. La migliore qualità si valuta visivamente in riferimento allo spessore della porzione superficiale, ricco di nutrienti di tipo organico. In realtà, una qualità del suolo leggermente minore è stata riscontrata nell’altra “trincea”, dove si rilevano altresì in superficie tracce causate da fenomeni di erosione delle acque ed un ridotto sviluppo della vegetazione da pascolo».

Il responsabile tecnico scientifico del progetto Re.Qual.Sol. ha quindi evidenziato l’importanza per gli allevatori di tener conto di queste differenti condizioni, aggravate verosimilmente dai cambiamenti climatici, «affinché dalle loro attività zootecniche essi possano ricavare la massima efficacia ed efficienza produttiva».

Pietraroja, workshop montano del progetto Re.Qual.Sol.

Pietraroja, workshop montano del progetto Re.Qual.Sol.

Dalla ProvinciaEventi

Il “suolo ad alta quota” per allevamento e pascolo presenta specifiche necessità di “buone pratiche” agricole, poiché esso è caratterizzato da aree sia qualitative che con tendenza ad un naturale degrado. E’ il concetto portante emerso dal “workshop montano” del progetto “Re.Qual.Sol. – Recuperare e Salvaguardare la Qualità dei Suoli”, elaborato dall’”Associazione Agronomi Senza Frontiere della Campania”. Tale evento si è svolto in località Pantanello di Pietraroja, in collaborazione con le aziende agricole partner del progetto Colantone Giuseppe Antonio, Cusanelli Antonio, Ialacci Angelo e Maturo Giuliano. Il programma è sostenuto dal Gal Titerno-Alto Tammaro e finanziato dalla Regione Campania.

Come nelle precedenti occasioni, anche questo workshop si è caratterizzato con specifiche esercitazioni pratiche di analisi del suolo, svoltesi sul campo e coordinate dai professionisti agronomi dell’associazione. Sono state contestualmente rilevate e valutate le caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche del suolo.

Successivamente, al simposio divulgativo in materia, coordinato dal giornalista Michele Miky Di Maina, sono intervenuti: Alessio Valente, docente di Geologia all’Unisannio e responsabile tecnico scientifico del progetto Re.Qual.Sol.; Ettore Varricchio, presidente del corso di laurea magistrale presso l’Unisannio in Biologia-Risorse alimentari e nutrizione; per l’associazione “Agronomi senza frontiere della Campania”, il presidente Massimo Palladino e i consulenti tecnici Michele BuccieroCarmen CenicolaGiuseppe MartuccioWalter Nardone e Serafino Ranauro.

Il professor Valente ha riferito che dalle prime analisi visive dei campioni prelevati è emersa in modo inequivocabile la differenza tra i suoli, in questo ambiente montano in cui si pratica essenzialmente il pascolo.

«In un caso – ha precisato il docente dell’Unisannio -, l’erosione idrica ha causato la perdita di gran parte della porzione superficiale ricca di nutrienti; in un altro campione di suolo, invece, tale porzione si è caratterizzata per uno spessore significativo, anche se molto umido e con acqua in superficie. Il calpestio degli animali ha compresso in taluni tratti le argille, impedendone la infiltrazione».

Il professor Valente ha contestualmente evidenziato che garantire il miglioramento della qualità dello stato dei suoli in tale area montana è piuttosto difficile, soprattutto in correlazione con l’incremento dell’aggressività delle precipitazioni atmosferiche dovute ai cambiamenti climatici.

«E’ quindi assolutamente necessaria una corretta gestione delle aree per il pascolo – ha aggiunto il responsabile tecnico scientifico del progetto Re.Qual.Sol. -, onde evitare il verificarsi di un peggioramento delle condizioni di questi suoli».

Pietraroja, presentato il libro “Oltre i confini della speranza” della giovane sannita Chiara Paciello

Pietraroja, presentato il libro “Oltre i confini della speranza” della giovane sannita Chiara Paciello

AttualitàDalla Provincia
La giovane autrice di origini frassesi ha consegnato ai presenti una testimonianza cruda sul bullismo subito, raccontandosi davanti ad una platea alquanto commossa. 

Si è tenuta nella giornata di ieri a Pietraroja, presso la caratteristica location della chiesa di Santa Maria Assunta, la presentazione del libro “Oltre i confini della speranza” (Edizioni 2000diciassette) della giovane sannita Chiara Paciello e la tavola rotonda contro il bullismo.

Una manifestazione fortemente voluta dal presidente provinciale UsAcli Alessandro Pepe, dal consigliere provinciale Immacolata Petrillo in rete con la casa editrice sannita Edizioni 2000diciassette guidata dalla presidente Maria Pia Selvaggio e con il patrocinio dell’amministrazione comunale di Pietraroja.

La tavola rotonda è iniziata con i saluti istituzionali del padrone di casa Don Donatello Camilli e del consigliere provinciale UsAcli Immacolata Petrillo per poi proseguire con la lettura di alcuni brani significativi tratti dal libro “Oltre i confini della speranza” dell’autrice Chiara Paciello.

La giovane autrice di origini frassesi ha consegnato ai presenti una testimonianza cruda sul bullismo subito, raccontandosi davanti ad una platea alquanto commossa. 

Sono poi intervenuti Roberto Ghiaccio, docente dell’Università Unifortunato sede di Benevento con un esame attento e minuzioso del bullismo come fenomeno sociale e psicologico; Christian D’Occhio, docente e referente della casa editrice Edizioni 2000diciassette, che ha raccontato la sua esperienza di docente sempre in prima linea accanto alle problematiche dei ragazzi; Luisa Faiella, avvocato penalista e delegata regionale di Gens-Nova, che ha consegnato un forte appello dedicato a tutte le vittime di bullismo affinché il loro grido di dolore non sia solo una goccia nel mare.

Ha concluso i lavori Annarita Del Donno presidente Spazi@perto APS con un invito alle comunità, alla scuola e alle associazioni di mettere in campo una strategia progettuale e interdisciplinare sul bullismo. Ha moderato l’incontro la scrittrice e blogger Teresa Morone.

Ma chi è Chiara Paciello: nasce a Maddaloni nel 2001, studia presso l’istituto alberghiero di Castelvenere per qualche anno, dopodiché interrompe gli studi a causa di un problema di salute. Sin da bambina si dimostrava introversa e non aperta al mondo. In questo modo inizia a nutrire una forte passione per la scrittura in quanto l’aiutava a liberarsi del grande peso che l’affliggeva.

Pubblica il suo primo romanzo nel 2020: “Oltre i confini della speranza” per una rivincita contro sé stessa.

Il suo motto è: “Ricominciare è il verbo più affascinante che esista in quanto implica la possibilità di “cominciare” laddove si ha avuto paura di finire.”

Furto aggravato di legna: scattano gli arresti domiciliari

Furto aggravato di legna: scattano gli arresti domiciliari

CronacaProvincia

I militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale di Benevento hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Benevento nei confronti di un soggetto ritenuto gravemente indiziato di furto aggravato di legna in concorso con altre due persone, già precedentemente tratte in arresto per lo stesso fatto di reato.

Il provvedimento scaturisce da una precedente operazione volta alla tutela dei boschi in agro del Comune di Pietraroja (località Pesco Rosito) in area demaniale nell’ambito del territorio del Parco Regionale del Matese, tra l’altro zona sottoposta a vincolo paesaggistico. In quell’occasione, mentre i suoi complici venivano tratti in arresto, l’uomo si dava alla fuga attraverso i sentieri boschivi a bordo del proprio trattore.

Nel corso dell’operazione venivano sottoposti a sequestro circa sei quintali di legna e altro materiale utilizzato per il taglio degli alberi. Veniva altresì stimato dai militari che circa cinquanta quintali di legna risultavano già depezzati e pronti per il trasporto.

Resta pertanto alta l’attenzione con riferimento al fenomeno dei tagli abusivi degli alberi nei boschi e foreste, specie avuto riguardo all’approssimarsi della stagione invernale e in considerazione degli enormi danni che ne derivano per l’ambiente.

Il provvedimento già eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.

Foto di repertorio