In data odierna, il Procuratore della Repubblica di Benevento – dr. Aldo Policastro, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Avellino – Colonnello Salvatore Minale e il Direttore Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Avellino – dott.ssa Roberta Cerino, hanno siglato un protocollo di intesa per rafforzare, nei Comuni irpini che rientrano nella competenza territoriale della Procura sannita, il coordinamento strutturale tra le parti, le quali, nel rispetto dell’indipendenza e della diversità del regime probatorio e delle finalità del procedimento penale e di accertamento tributario, perseguiranno un miglioramento dell’efficacia complessiva, nonché della tempestività, dell’azione di contrasto all’evasione fiscale penal-tributaria in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto.
L’accordo si pone, quindi, quale principale obiettivo, quello di potenziare l’attività di contrasto all’evasione fiscale e ai reati tributari previsti dal D.lgs. n. 74/2000, con particolare riguardo ai fatti di maggiore pericolosità e di allarme sociale, come le frodi transnazionali, l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, la creazione di schermi societari al solo scopo di inquinare i mercati e il conseguente riciclaggio dei proventi illeciti, nella consapevolezza che l’efficacia di tale azione dipende dalla continuità e tempestività delle comunicazioni che intercorrono fra gli organi istituzionali a tal fine preposti.
Infatti, sovente, le frodi fiscali, l’utilizzo di fatture false e di contabilità opache o artefatte sono reati spia di disegni criminali di più vasta portata, che permettono anche a pericolose e organizzate consorterie criminali di infiltrarsi nel tessuto economico e imprenditoriale, creando risorse finanziarie occulte e nascondendosi dietro “prestanome”.
Le Parti del protocollo si sono impegnate ad implementare, semplificare e accelerare i flussi di comunicazione reciproci, sfruttando l’innovazione tecnologica dello strumento telematico. Ciò al fine di consentire all’Autorità Giudiziaria inquirente di assumere celermente la direzione delle indagini, assicurando nel contempo un coordinamento costante ed efficace tra gli sviluppi amministrativi e penali dei singoli contesti oggetto di investigazione.
L’accordo disciplina una serie di adempimenti procedurali tesi a garantire, in tempi rapidi, la tassazione dei proventi illeciti derivanti da qualsivoglia attività criminale e l’indeducibilità fiscale dei cosiddetti “costi da reato”, al fine di recuperare ulteriori risorse al gettito fiscale da destinare alla collettività.
Inoltre, il protocollo prevede momenti di specifico confronto operativo tra le due “anime” dell’Amministrazione finanziaria, con il coordinamento della Procura, nei casi in cui emergano fattispecie di particolare pericolosità criminale, per il contrasto delle quali è fondamentale l’attivazione tempestiva dei poteri e delle tecniche investigative propri della polizia giudiziaria.
Infine, è stato puntualmente definito il percorso operativo per gli accertamenti economico – patrimoniali volti a risalire alle modalità di reimpiego delle risorse finanziarie illecitamente accumulate grazie all’evasione fiscale, nonché a individuare i beni nella disponibilità, anche di fatto, degli evasori, al fine di procedere al loro rapido sequestro e, quindi, alla loro confisca definitiva.
In particolare, per consentire alla Procura di valutare immediatamente l’entità e l’estensione temporale della condotta di evasione e consentire la formulazione, ricorrendone i presupposti, di un’unica richiesta di sequestro preventivo, l’Agenzia delle Entrate, nelle ipotesi di reato di cui ai citati articoli 10-bis e 10-ter del D.Lgs. n. 74/2000, curerà l’invio di un’unica denuncia, riguardante anche gli anni successivi a quelli oggetto di liquidazione centralizzata verificando la presenza di eventuali discordanze tra gli importi dovuti indicati nella dichiarazione presentata e quelli versati risultanti al sistema informativo dell’Anagrafe Tributaria.
Il protocollo oggi formalizzato rappresenta, dunque, un passo importante per l’azione di contrasto all’evasione fiscale e ai reati tributari previsti dal d.lgs. n. 74/2000 e all’illecito arricchimento di quegli operatori economici, che, violando le regole, inquinano i mercati a danno dell’economia sana del Paese.
Sannio| Violenza sessuale su studentessa minorenne: tecnico di laboratorio sospeso per 12 mesi
L’uomo avrebbe palpeggiato la giovane studentessa durante un esperimento di chimica.
A seguito di una mirata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, oggi gli agenti della Sezione di P.g. Aliquota P.G. della Procura sannita, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio di ogni ufficio e servizio pubblico afferente al rapporto di lavoro con qualsivoglia istituto scolastico ed in particolare quello di assistente tecnico di laboratorio presso qualsivoglia istituto scolastico, per la durata di mesi dodici, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica di Benevento, nei confronti di un uomo, gravemente indiziato del delitto di violenza sessuale pluriaggravata ai danni di una studentessa minorenne frequentante un istituto scolastico della Provincia di Benevento.
Le indagini venivano avviate in seguito alla segnalazione della dirigente scolastica notiziata da due docenti della scuola delle condotte poste in essere dal tecnico di laboratorio ai danni della minore durante l’orario scolastico.
La studentessa, persona offesa, sentita, confermava quanto già raccontato ai docenti ricostruendo i toccamenti subiti nel gennaio 2024 da parte del tecnico di laboratorio durante un esperimento di chimica.
Le dichiarazioni della stessa venivano confermate da un teste oculare compagno di classe della minore nonché dalla madre che riceveva le confidenze della ragazza avvertendo un docente. Ed ancora venivano riscontrate dalle dichiarazioni dei due docenti che avevano ricevuto le confidenze della minore e da quanto riferito da alcuni amici della p.o. con cui la stessa si era confidata.
L’indagato interrogato, come previsto, dal GIP negava gli addebiti e riferiva che i toccamenti, ove mai avvenuti, sarebbero stati di certo involontari. Il GIP, ritenendo quanto riferito incompatibile con le risultanze investigative acquisite, adottava la misura cautelare interdittiva assumendo la ricorrenza dei gravi indizi per il reato di violenza sessuale e le esigenze cautelari.
Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.
Foto di repertorio
Viene ospitata ma poi si rifiuta di andare via: misura cautelare per una 60enne
La vittima, un 69enne, era costretta a ripararsi in garage pur di evitare contatti con la donna.
Nella giornata di ieri, all’esito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, i Carabinieri della Stazione di Grottaminarda (AV) hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura cautelare di divieto di dimora nel comune di Grottaminarda, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Benevento, su richiesta della locale Procura, nei confronti di una sessantenne.
La donna è gravemente indiziata del reato di cui all’art. 614 co. 2 C.P.; dopo essere stata accolta per mera temporanea ospitalità nell’abitazione di un sessantanovenne del posto, infatti, rifiutava di andare via contro l’espressa volontà del proprietario e avente diritto e, anche a fronte all’intervento dei Carabinieri, perseverava nel proprio intento, sostenendo che solo un giudice avrebbe potuto stabilire il suo allontanamento.
Le indagini hanno preso avvio dalla denuncia della vittima, ormai stanco della situazione e costretto da alcune settimane a lasciare la propria abitazione, riparando nel garage, pur di evitare contatti con l’indagata.
Nella giornata odierna, a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Benevento, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Benevento, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di beni fino al valore di 30.000,00 euro, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Benevento nei confronti di un imprenditore casertano, provvedimento in base al quale sono stati sequestrati diciannove veicoli intestati all’indagato.
Nello specifico, la Sezione Tutela Economia del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Benevento, operando su delega della locale Procura, ha ricostruito l’illecita percezione, da parte dell’imprenditore, operante nel settore del commercio al dettaglio di autovetture, di un finanziamento per la somma di euro 30.000,00 a condizioni agevolate, ai sensi del Decreto Legge 23/2020, c.d. Decreto Liquidità.
Sulla base dell’attività investigativa svolta, consistente principalmente nell’analisi della documentazione fiscale, bancaria e contabile acquista, in particolare, è emerso come l’imprenditore abbia ottenuto il suddetto finanziamento, rientrante tra le misure di sostegno alle piccole e medie imprese danneggiate dall’emergenza epidemiologica da Covid-19, presentando documentazione mendace in relazione al volume di affari della propria impresa.
L’uomo, peraltro, ottenuta l’erogazione del finanziamento, sfruttava in breve tempo le risorse ottenute e non provvedeva al pagamento delle rate previste nel piano di restituzione.
Sulla scorta degli elementi raccolti, dunque, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, condividendo la richiesta della Procura della Repubblica di Benevento, emetteva il provvedimento cautelare del sequestro preventivo del profitto del reato.
La misura oggi eseguita è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva.
San Giorgio del Sannio, finti medici: interrogati i fratelli Graziano
Accusato, insieme al fratello Angelo, di esercizio abusivo di attività sanitaria, si è svolto ieri mattina l’interrogatorio di Fabio Graziano che è stato sentito dal Gip, Pietro Vinetti.
Come si ricorderà, lo scorso 21 settembre (leggi QUI) a seguito dell’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Mirabella Eclano e della Stazione di S. Giorgio del Sannio hanno dato esecuzione alle misure cautelari personali, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Benevento su richiesta della locale Procura, nei confronti dei fratelli Graziano, in particolare la misuradegli arresti domiciliari nei confronti Angelo per i reati di omicidio preterintenzionale, lesioni aggravate e truffa aggravata e dell’obbligo di dimora nei confronti di Fabio, rientrato proprio ieri dalla Svizzera, per il reato di lesioni aggravate.
Se Angelo ha ammesso nell’interrogatorio dello scorso venerdì – come riporta Il Sannio – di aver eseguito trattamenti con terapie endovenose ma solo dopo la prescrizione di un medico tedesco; diversa la posizione assunta dal fratello Fabio, il quale, difronte al Gip, ha respinto ogni accusa, sostenendo di aver eseguito solo un massaggio e applicato un taping al paziente che, invece, lo aveva accusato di avergli praticato una infiltrazione.
Tesi difensiva che sarebbe avvalorata dalle dichiarazioni della nipote del paziente.
Benevento, la criminalità organizzata “gestiva” alcuni centri giochi e scommesse: via alle misure interdittive
Il Prefetto di Benevento, Dott. Carlo Torlontano, ha adottato sette interdittive antimafia nei confronti di alcuni operatori del settore dei giochi e delle scommesse, settore in assoluto tra i più esposti al rischio di infiltrazioni e condizionamenti della criminalità organizzata.
I provvedimenti sono stati emessi a conclusione di una articolata attività istruttoria svolta dal Gruppo Ispettivo Antimafia, presieduto dal Dirigente dell’Area Ordine e Sicurezza Pubblica della Prefettura e composto da rappresentanti della Questura, del Comando Provinciale Carabinieri, del Comando Provinciale della Guardia di Finanza e della DIA di Napoli.
L’adozione delle interdittive, fondata sulla sussistenza di incidenze nelle predette attività economiche da parte di esponenti della criminalità organizzata, costituisce, come evidenziato dal Prefetto Carlo Torlontano: “concreta testimonianza del grande sinergico lavoro profuso, in seno al Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, da tutte le Forze di Polizia, verso un crescente impegno nella prevenzione e nel contrasto ai tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nei vari settori del contesto economico provinciale”, nonché: “un ulteriore tangibile risultato scaturito dalla intensificazione delle attività di prevenzione amministrativa antimafia, posta in essere dalla Prefettura di Benevento con l’ausilio di tutte le componenti istituzionali rappresentate nel Gruppo Ispettivo Antimafia”.
Molestie e apprezzamenti a sfondo sessuale: 55enne indagato per atti persecutori
BONITO. A seguito di una mirata ed articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, i Carabinieri della Stazione di Bonito hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale del divieto di dimora nel comune di residenza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura, nei confronti. di un 55enne di Bonito, indagato del reato di atti persecutori.
Le indagini hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico del destinatario del provvedimento cautelare, in ordine alla sistemati.ca attività di persecuzione, perpetrata dall’estate del 2020 nei confronti. di una sua vicina di casa: l’uomo, con condotte reiterate, consistite in ripetute molestie ed apprezzamenti. a sfondo sessuale, molestava la donna cagionando in lei un perdurante stato d’ansia e di paura, in maniera tale da ingenerare un fondato ti.more per la propria incolumità e per quella dei propri figli, costringendola altresì ad alterare le proprie abitudini di vita.
Il provvedimento oggi eseguito e una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa e persona sottoposta alle indagini
Atti persecutori nei confronti della ex moglie: misura cautelare per 60enne
AVELLINO. A seguito di una mirata ed articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, i Carabinieri della Stazione di Castel Baronia (AV) hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi abitualmente frequentati dalla stessa, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica di Benevento, nei confronti di un sessantenne di Castel Baronia attinto da gravi indizi di colpevolezza in ordine al delitto di atti persecutori.
Le indagini, avviate nel mese di maggio 2021 e conclusesi nel mese di dicembre 2021, hanno consentito di acquisire gravi indizi a carico del destinatario del provvedimento cautelare, in ordine alla sistematica attività di persecuzione perpetrata nei confronti dell’ex moglie di quarantacinque anni: l’uomo, nel tentativo di riappacificarsi con la donna, con condotte reiterate, consistite in pedinamenti, appostamenti, frequenti telefonate e invii di messaggi, offese e atteggiamenti intimidatori, molestava la donna cagionando in lei un perdurante stato d’ansia e di paura ed ingenerando nella stessa un fondato timore per l’incolumità propria tale da farle modificare la gestione del quotidiano. Le condotte persecutorie si concretizzavano anche attraverso appostamenti presso l’abitazione della persona offesa in diverse ore del giorno e della notte, pedinamenti, nonché ingiurie offensive della donna e del figlio di lei.
Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.
Parla Di Maria: “Confido nella giustizia e nella verità. Col tempo…”
“Il Tribunale del Riesame ha accolto le mie ragioni, ponendo solo un vincolo specifico che spero possa essere eliminato al più presto. Confido nella giustizia e nella verità dei fatti, che col tempo chiarirà in maniera tombale la mia posizione. Voglio ringraziare con l’occasione tutte le persone che mi fanno sentire la loro vicinanza, affetto e stima ed i miei difensori avv.ti Antonio Leone e Giuseppe Sauchella“. Questo il commento del Presidente della Provincia di Benevento, Antonio Di Maria, alla decisione del Tribunale del Riesame di revocare i domiciliari cui era sottoposto.
Di Maria torna in libertà: revocati gli arresti domiciliari
Torna in libertà Antonio Di Maria, presidente della Provincia di Benevento e sindaco di Santa Croce del Sannio, agli arresti domiciliari a seguito dell’inchiesta “Megalondonte”, eseguita dalla Procura di Benevento in merito ai reati relativi agli appalti nel Sannio. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame che, dunque, ha accolto il ricorso presentato dai legali di Di Maria, Antonio Leone e Giuseppe Sauchella.
Ricordiamo che il Presidente della Provincia, la cui carica resta comunque sospesa, è accusato di turbativa d’asta.
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