A seguito della scossa sismica (magnitudo 2,1), il sindaco di Benevento ha disposto in via precauzionale un sopralluogo tecnico presso le scuole di proprietà comunale.
Il compito di eseguire tali verifiche è stato demandato al dirigente del V Settore (Lavori pubblici) Antonio Iadicicco.
Benevento, avvertita lieve scossa di terremoto di magnitudo 2.1
Questa mattina, alle ore 10:11, la sala sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato una lieve scossa di terremoto a nord di Benevento.
L’entità della scossa, rilevata a una profondità di 10.4 km, è stata di magnitudo 2.1.
Poco prima, alle 9:37, era stata registrata già una prima scossa di magnitudo 1.8 a 4 km a nord del capoluogo sannita.
Terremoto. Chiuse alcune scuole nel Sannio, a Benevento tecnici per verificare eventuali danni
Per fortuna solo una gran paura: la scossa di terremoto registrata la scorsa notte (leggi QUI) a Campobasso ma avvertita nitidamente anche nel Sannio e a Benevento non ha portato conseguenze a cose e persone.
Questa mattina, però, alcuni sindaci della Provincia hanno optato per la sospensione delle attività didattiche nelle rispettive scuole per effettuare delle verifiche sugli edifici scolastici in modo da valutare eventuali danni.
Chiuse le scuole a Morcone, Solopaca, Casalduni; a Benevento, invece, scuole regolarmente aperte con il sindaco Mastella che ha, però, chiesto l’intervento dei tecnici per le dovute verifiche sugli edifici.
Forte scossa di terremoto prima della mezzanotte avvertita anche nel Sannio: 4.7 la magnitudo
Una forte scossa di terremoto, di magnitudo (ML) 4.7,è stata registrata qualche minuto fa (alle ore 23.48 per la precisione) in provincia di Campobasso, 6 km a Sud di Montecilfone, ad una profondità di 19 KM.
Il terremoto è stato avvertito distintamente anche in Campania e nel Sannio.
Per fortuna non si sono registrati danni a cose o persone.
Lo conferma la Protezione civile della Regione Campania che si è messa subito in contatto con i Vigili del fuoco della provincia di Caserta: l’area del Matese è infatti quella più prossima all’epicentro e nella quale la scossa è stata maggiormente avvertita.
Oltre sessanta le telefonate pervenute alla Sala operativa regionale da parte di cittadini di tutto il territorio che chiedevano informazioni sul terremoto: nessun danno è stato segnalato.
Il Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, si tiene in stretto contatto con la Protezione civile della Campania che segue costantemente l’evolversi della situazione. La Sala operativa è attiva h24.
Oltre 400 morti e 6.5 di magnitudo: il 14 marzo del 1702 il terremoto a Benevento e in Irpinia
Erano le 5:30 del mattino, quando una scossa violentissima di terremoto, di 6.56 di magnitudo, fece tremare la terra tra Benevento e l’Irpinia. Parliamo di circa 300 anni fa: era il 1702. In quella occasione, come avvenne poi in altre purtroppo, il terremoto distrusse intere comunità. Non vi è una stima precisa del numero delle vittime che, però, vengono stimate in almeno 400. Così quanti, secondo delle stime, furono i morti non accertati. Migliaia, ovviamente, gli sfollati, con città rase quasi al suolo e mai ricostruite.
Era l’alba quando tra le valli dell’Ufita e del Calore, che segnavano il confine tra il Regno di Napoli e l’enclave di Benevento appartenente allo Stato Pontificio, la terra tremò così violentemente scuotendo l’appennino campano.
Una vera e propria tragedia, resa ancor più grave dalle condizioni metereologiche di quei giorni, caratterizzati da neve e pioggia, e dalla mancanza di una rete stradale che potesse rendere più celeri i soccorsi e consentire l’arrivo di viveri e aiuti ai sopravvissuti.
A Benevento, che a quel tempo era una comunità di circa 8 mila abitanti, vi furono 150 morti; ad Apice – come riporta Fanpage – morì il 3% della popolazione; danni enormi anche ad Ariano Irpino e Mirabella Eclano. Le scosse di assestamento durarono giorni, ma quella del 14 marzo si avvertì fino a Napoli dove, fortunatamente, non furono registrati danni. Una zona, quella a ridosso tra Benevento e Irpinia, che già in passato era stata teatro di violenti terremoti, come quello del 25 ottobre 990 dopo Cristo, ed ancora quello del 5 dicembre 1456 e quello del 5 giugno 1688; e che in futuro ne avrebbe dolorosamente vissuti altri, ben peggiori come quello del 1980.
Terremoto, Iannace: “Costruiamo la cultura della prevenzione”
L’ex consigliere regionale della Campania Carlo Iannace all’indomani del disastroso terremoto che si è verificato in Turchia e Siria accende i riflettori sulla prevenzione, una parola che per il medico sannita e primario della Breast Unit all’ospedale Moscati di Avellino è il pilastro della vita :
“Le immagini che ci arrivano dalla Turchia e dalla Siria sono alquanto impressionanti. E’ una catastrofe! Un’ecatombe!
Migliaia e migliaia di vittime e di sfollati. Scendono da sole le lacrime nel vedere i video di queste ultime ore: bambini, donne, uomini… Questo terremoto è stato 30 volte più forte rispetto a quello della nostra Irpinia del 1980.
Naturalmente non è possibile prevenire i terremoti, ma controllare i danni che essi producono sì.
Bisogna economicamente investire bene per ridurre le perdite, i crolli ecc… Le norme ed i finanziamenti in Italia stanno certamente contribuendo a ridurre la vulnerabilità del costruito.
La parola sicurezza in Italia è stata spesso dimenticata, ma c’è la necessità di rendere sicuro il futuro di chi vive in territori a rischio sismico o idrogeologico.
Dal passato avremmo dovuto imparare, cosa ovvia, che prevenire è molto meglio che ricostruire e stimare l’impegno economico necessario per un’adeguata riduzione del rischio sismico su tutto il territorio nazionale è difficile.
Oggi tutto il nostro Paese è considerato sismico, con intensità variabile da sito a sito. L’efficacia della prevenzione non può essere valutata “col senno del poi”: bisogna intervenire ovunque per essere preparati in quei pochi casi in cui ce ne sarà effettivamente bisogno.
Dobbiamo puntare a una maggiore resilienza e per far questo dobbiamo intervenire in tempo utile, prima del disastro, ma anche prima che le condizioni delle nostre strutture non siano tanto deteriorate, da non essere recuperabili se non a costi proibitivi: si pensi alla situazione delle nostre infrastrutture stradali e ai numerosi crolli cui abbiamo assistito negli ultimi anni.
Prevenzione rimane l’unica parola d’ordine in grado di coniugare gli investimenti necessari per mettere in sicurezza il Paese .
Terremoto, esondazioni, maltempo: unico modo per difenderci è investire in prevenzione. Costruiamo la cultura della prevenzione”.
VIDEO – 23 novembre 1980: 42 anni fa la tragedia del terremoto dell’Irpinia
Erano le 19:34:53 di domenica 23 novembre 1980, quando una forte scossa, durata circa 90 secondi, di magnitudo 6.9, colpì l’Irpinia e diverse zone della Campania.
Le conseguenze furono devastanti: 3.000 le vittime, 10.000 i feriti; distrutte 75.000 abitazioni.
Tra le zone colpite, anche la Provincia di Benevento, sebbene non tra quelle epicentrali.
Tra i fattori che aggravarono le conseguenze del sisma, ci fu anche quello legato al ritardo dei soccorsi. I motivi furono diversi: dalle difficoltà di accesso ai luoghi con i mezzi di soccorso, al crollo dei ponti dovuto anche al cattivo stato delle infrastrutture. Il primo a sottolineare tali circostanze fu il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, che due giorni dopo (il 25 novembre) si recò in elicottero sui luoghi della tragedia.
“Non vi sono stati i soccorsi immediati che avrebbero dovuto esserci. Ancora dalle macerie si levavano gemiti, grida di disperazione di sepolti vivi”.
Terremoto in Campania: scossa di magnitudo 3.2 in provincia di Avellino
Si è tenuta nell’incantevole scenario di Apice vecchia una esercitazione dei Vigili del Fuoco di Benevento che ha interessato le Componenti USAR (Urban Search and Rescue) , SAF (Speleo Alpino Fluviale) e cinofili per un totale di venti unità ed il supporto di istruttori della Direzione Regionale Vigili del Fuoco Campania.
In particolare, lo scenario prevedeva la ricerca di due persone disperse a seguito di un evento sismico.
L’esercitazione è stata programmata dal Funzionario Responsabile di Settore Ferrara Giovanni e coordinata dal Funzionario Bove Giuseppe, al fine di mantenere l’operativa relativa specializzazioni possedute dal personale Vigilfuoco.
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