Foulon: “In Italia il calcio è una religione. Dopo la Roma…”

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Prima stagione con il Benevento e in Italia per Daam Foulon, arrivato alla corte di Inzaghi in estate dal Waasl-Beveren per 500 mila euro circa. Alla sua prima esperienza nel campionato italiano, l’esterno belga ha finora collezionato 22 presenze per quasi circa 1000 minuti.

Proprio dell’impatto con il calcio nostrano e dell’avventura in terra sannita Foulon ha parlato nell’intervista rilasciata ai colleghi belgi di Het Nieuwsblad e riportata da Ottopagine. Queste le sue parole:

In Italia il calcio è una religione. Quando sono arrivato qui per la prima volta, sono andato con Chloe all’isola di Capri a mangiare una pasta con l’aragosta. E per godere dei favolosi panorami. A quel tempo ero quel giocatore del Belgio totalmente sconosciuto che avrebbe giocato per il Benevento. Quel cameriere viene da me. Ehi, non sei quel nuovo giocatore del Benevento? Ho detto: è vero. Una cosa tira l’altra. Ho finito per parlare con quel cameriere più che con Chloe“.

Dopo il pareggio per 0-0 contro l’AS Roma -prosegue Foulon- qualcuno mi ha detto che sperava che morissi o che mi fosse un tumore. Ero scioccato. Alla lunga ti renderai conto che quelle persone reagiscono all’emozione e potrebbero non volerlo dire così bruscamente. Ma arriverà la prima volta. Cos’era successo? Dopo un quarto d’ora nel secondo tempo il mio compagno di squadra Glik ricevette il suo secondo cartellino giallo. Dovevamo continuare in dieci. Comunque anche in parità numerica è già difficile contro la Roma. Ma abbiamo resistito e all’ultimo minuto El Shaarawy viene mandato in profondità. Colpisco sia l’uomo che la palla. Purtroppo era rigore, ma l’arbitro decretò il fuorigioco. Mi inginocchiai, ringraziai Dio e cominciai a piangere. Le immagini sono andate in tutta Italia. I tifosi della Roma difficilmente potrebbero sopportarlo. Quando ho segnato un autogol contro il Verona due settimane dopo, mi hanno chiesto online se stavo ancora sanguinando“.

L’INCONTRO CON LUKAKU – “Sono andato nello spogliatoio dell’Inter. Mi ha visto e ha detto subito: Ehi, tu sei quel belga, vero? “Abbiamo parlato per almeno quindici minuti. Mi ha dato consigli su come sopravvivere in Italia. Perché la differenza con il Belgio è immensa. Il lavoro molto duro è sempre ricompensato, ha anche detto. Mi ha dato il suo numero. Se non altro, potrei mandargli un messaggio. Di cos’altro abbiamo parlato? Accidenti, sulla squadra nazionale. Ha indicato che il mio profilo può sempre essere interessante sul fianco sinistro“.

Foto: Twitter Foulon