“Un calcio all’Autismo”: lo sport come fattore di inclusione sociale

“Un calcio all’Autismo”: lo sport come fattore di inclusione sociale

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Domenica 18 dicembre, presso i campi di calcio Oasi di Sant’Anastasia, si è tenuto l’evento “Un calcio all’Autismo”, organizzato dall’associazione InAu – Incontra Autismo – del presidente Carlo Pecora in sinergia con l’associazione “Su una Nuvola Blu” di Susy Rea e Mimmo De Simone, che si occupa di disabilità, con un’attenzione particolare all’autismo e ai disturbi misti del neuro sviluppo.

Un’occasione importante per mostrare come lo sport possa costituire a tutti gli effetti un fattore di inclusione sociale e veicolo di valori sani e edificanti. Praticare attività sportiva consente di migliorare la coordinazione motoria dei ragazzi affetti da disturbi dello spettro autistico, di imparare a gestire le emozioni, a regolarle e a non lasciarsi sopraffare da esse.

“La disabilità non è contagiosa, ma l’allegria sì!”

Susy Rea e Mimmo De Simone si sono così espressi in merito all’iniziativa:”L’associazione Su una nuvola Blu nasce per dare assistenza alle famiglie in cui vi è un bambino disabile.Ci occupiamo particolarmente di autismo e disturbi misti del neurosviluppo. La nostra associazione perché nelle zone del vesuviano i bambini e/o ragazzi con disabilità sono totalmente abbandonati, dipendenti in toto dalle famiglie di origine in quanto per loro non è prevista nessuna struttura o nessuna attività, siamo addentrati molto nel problema in quanto entrambi i nostri figli sono portatori di disabilità quindi conosciamo tale problematica a fondo. Al giorno d’oggi c’è ancora poca informazione sull’autismo, sulle varie forme di terapia e soprattutto sulla diffusione delle autonomie che sono fondamentali per il “dopo di noi”.
Ancora troppi genitori rifiutano di accettare le diagnosi credendo che con l’età il disturbo vada ad affievolirsi, sottovalutano il problema perché un intervento terapeutico precoce potrebbe andare a limitare danni importanti dal punto di vista cognitivo e comportamentale.

Per alcuni bambini il problema più grande non è l’autismo, ma sono i genitori che si girano dall’altra parte non fornendogli gli strumenti necessari per la loro crescita. Lo sport, così come le attività ludiche, sono fondamentali per i ragazzi affetti da autismo per migliorare la loro coordinazione motoria. Un ragazzo autistico che pratica uno sport impara a gestire le sue emozioni, a regolarle e a non lasciarsi prendere da loro. La maggior parte dei ragazzi autistici hanno problemi a stare a contatto con altre persone, hanno difficoltà a trovarsi in gruppi di lavoro. Lo sport e le attività sono fondamentali per favorire il loro inserimento all’interno di un contesto sociale che oggi è sempre più teso al team che al singolo.”

A nome dell’associazione InAu si è espresso Antonio Miserendino, membro del direttivo e cofondatore del progetto: “L’associazione InAu-incontra Autismo affonda le sue radici nel tessuto sociale della città di Solofra (AV), una piccola realtà di circa 12000 abitanti.
Nel Dicembre 2014 alcuni soci fondatori come volontari lanciano il progetto “InAu- Incontra Autismo” che si propone inizialmente come progetto di sportello gratuito di networking territoriale tra genitori, operatori e istituzioni, al fine di ottenere dati sulla patologia, confronto e definizione di obiettivi, evitando l’isolamento delle famiglie.

Il progetto viene proposto presso il Comune di Solofra –Assessorato all’Infanzia e Istruzione e approvato con delibera di giunta 223 del 10-12-2014.L’iniziativa “un calcio all’autismo, nasce in via sperimentale nel comune di Monteforte Irpino (AV) mentre la prima partita ufficiale, avviene il 18 dicembre 2019 a Nocera Inferiore (Sa) e da lì in poi, il Covid ci ha dato una forte battuta d’arresto, ma nonostante tutto, abbiamo disputato tante partite in provincia di Napoli, Salerno e ovviamente Avellino.
Diversi incontri anche con l’Avellino Calcio e la Salernitana.

Ogni nostra tappa, come quella di Sant’Anastasia, ha la finalità di sensibilizzare le comunità che ci ospitano e di lasciare un messaggio: tutti possono fare sport. Lo sport per i nostri ragazzi è davvero un importante strumento: pensa che abbiamo provato anche altri tipi di sport oltre al calcio, in questo caso sto parlando di tiro con l’arco.

Grazie alla disponibilità degli Arcieri dell’ASD Rocca San Quirico 1983 di Roccapiemonte (SA), i nostri ragazzi hanno avuto modo di imparare una nuova disciplina che richiede destrezza, movimenti precisi, rapidi e armonici. Un passo in avanti che si potrebbe fare (dice Antonio Miserendino) è quello di aprire, o meglio, integrare i tanti ragazzi speciali nei loro allenamenti e perché no, anche nelle loro partite; solo così potremmo iniziare a pronunciare la parola INCLUSIONE.

Importante è capire che l’autismo non è una malattia ma un disturbo per cui le terapie comportamentali sono importantissime. Le evidenze scientifiche stabiliscono che il metodo ABA (Applied Behavior Analysis) Analisi del comportamento applicata si è rivelato molto efficace con i bambini autistici e ha lo scopo di ridurre i comportamenti disfunzionali e di promuoverne altri appropriati. Importante è fare una diagnosi precoce ed attivare subito un trattamento intensivo. Spesso incontriamo tante famiglie che fanno fatica ad aprirsi, viviamo in una società in cui si ha poca conoscenza del disturbo e le barriere sociali, burocratiche e psicologiche mettono a dura prova le famiglie. I bambini vanno aiutati in tutti i contesti di vita, a scuola con la formazione specifica degli insegnanti di sostegno, con l’educatrice che deve favorire l’integrazione ed aiutarlo nelle autonomie, ed infine il terapista che deve osservare e nel caso intervenire nei contesti di vita, quali scuola, casa, supermercato, ristorante ecc.”