Il violino di Riccardo Zamuner incanta il S. Agostino di Benevento

Il violino di Riccardo Zamuner incanta il S. Agostino di Benevento

Cultura

All’interno della stagione concertistica 2022-2024 dell’Accademia di Santa Sofia, si è esibito, nell’incantevole spazio dell’Auditorium S. Agostino di Benevento, il giovane e talentuoso violinista Riccardo Zamuner all’interno del concerto “Grandi pagine strumentali”.

La serata è stata presentata da Maria Bonaguro, presidente degli “Amici dell’Accademia” e dalla consulente artistica Marcella Parziale.

A seguire, prima del concerto, secondo programma, il prof. Biagio Simonetti, Docente di Statistica Università del Sannio e sindaco di Ottaviano, ha intrattenuto il numeroso pubblico presente sul tema “Innamorarsi della statistica”.  Egli ha ricordato come ogni atto e scelta della nostra vita è fatto secondo un calcolo statistico, dalla decisione di accettare o meno un’amicizia a quello di decidere, anche in un gioco, un’opzione anziché un’altra.

Scegliere, in una conversazione, una parola anziché un’altra, perché il nostro ragionamento sia più efficace, è un atto statistico, una decisione che sciolga le incertezze delle nostre scelte e che dia la prevalenza alla nostra esperienza personale o ai nostri apprendimenti successivi, in una percezione soggettiva che è comunque su base statistica.

A seguire, i membri della Orchestra da camera Accademia di Santa Sofia di Benevento, hanno fatto partecipe il pubblico attento di alcune sonate, soprattutto dei violini loro presenti, diffondendo intorno e fra i partecipanti, serenità, allegria e melodia.

L’ingresso sul palco di Riccardo Zamuner è stato poi accolto con un lungo ed affettuoso applauso, motivato dalla nota maestria del musicista e dalla sua giovane età, l’artista ha infatti solo 27 anni.

Diplomatosi presso il Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, con il massimo dei voti ed una menzione speciale, si è poi laureato in violino, sempre nello stesso Conservatorio, con 110 e lode e menzione speciale. Ha poi frequentato l’Accademia di Alto Perfezionamento “Stauffer” di Cremona ed è risultato vincitore di numerosi concorsi nazionali in “duo” e da “solista”. Collabora in maniera stabile con “L’Orchestra da Camera italiana” di Salvatore Accardo ed è primo violino e konzertmeister dell’Orchestra da Camera “Accademia di Santa Sofia”.   

Nella serata di sabato 2 Marzo, si è esibito in un programma che ha privilegiato un brano di Pëtr Il’ič Čajkovskij, uno dei più grandi compositori del periodo romantico, ed a seguire uno di Tommaso Antonio Vitali, virtuoso del violino tra il XVII e XVIII secolo, ancora un brano di Pëtr Il’ič Čajkovskij e poi Pablo De Sarasate, violinistae compositore spagnolo del XIX secolo, per finire con Luigi Boccherini,  compositore e violoncellista italiano del XVIII secolo.

Se è vero, come affermato da Ludwig Van Beethoven, che la musica è una rivelazione più profonda di ogni saggezza e filosofia, il violino di Zamuner ha regalato emozioni e sentimenti profondi di paura e gioia, quasi a dischiudere uno scrigno di pensieri che hanno tradotto il mondo interiore in musica, il tutto attraverso un violino quasi magico che ha fatto della purezza del suo suono l’essenzialità della vita.

Un suono, quello del suo strumento, che è stato capace di trasmettere, attraverso il passare dell’archetto sulle corde, un interrogarsi sul senso della vita e, contemporaneamente, un rassicurante messaggio di pace  e amore verso ogni attimo difficile o sconosciuto della nostra esistenza.

E’ incredibile come il pianto di un violino possa rendere triste chi ascolta e come, subito dopo, al cambiare del tono musicale che torna allegro e quasi entusiasta, il cielo sembra tornare azzurro e nel cuore torna la gioia, per poi “impazzire” in un andamento frenetico di acuti e suoni incalzanti che impongono l’attenzione e la voglia di vivere senza sosta.

Se, come dice Arthur Schopenhauer, la musica coglie la Volontà di vivere nella sua purezza, ancor prima di oggettivarsi in idee, l’arte di Zamuner ha preceduto ed incarnato ogni idea razionale, l’ha tradotta in un linguaggio emozionale diretto e l’ha resa attiva e aperta al mondo e alle emozioni.

Ogni acuto, ogni melodia ha regalato serenità e bisogno di interrogarsi, infatti le note alte e pungenti del violino possono creare un senso di tensione o eccitazione, al contrario le note basse e profonde evocano un senso di calma e tranquillità e, se è vero che il violino è strumento emblematico da sempre, la tradizione vuole che esso tenti e porti alla perdizione, ci piace ricordare che Zamuner ed il suo violino, nella serata in parola,  hanno rapito i presenti che, volentieri, si sono fatti condurre alla sua “perdizione” musicale.